Mi piace molto come scrive questa autrice, la seguo da diverso tempo sul suo blog e su Instragram. Mi riprometto di acquistare e leggere i due libri che ha pubblicato.

 


Dopo tanto dolore mi godo la vita

Nessuno sceglie di stare male, né di incatenarsi a una prigione fatta di insofferenza e frustrazione: le ragioni profonde alla base di un disagio psicologico sono sempre numerose, oltre che molto complesse. Conflitti, vecchi rancori, situazioni irrisolte, delusioni, lutti, perdite possono creare delle lacerazioni dentro l’anima che si fa fatica a rimarginare. Si rischia così di vivere la vita con quelle ferite ancora sanguinanti. E’ come se le varie situazioni della vita andassero continuamente a sbattere sui punti dolenti, riportando la nostra mente alle emozioni passate, rinnovandole di continuo. Così basta poco per esplodere di rabbia o per ricadere nella tristezza più profonda.

 

Negare il dolore non serve a cancellarlo

Lo rende solo più forte perché gli si consente di scavare l’anima, di toglierci il fiato di giorno e di invadere i nostri sogni di notte. La sofferenza così si impossessa di una parte di noi, una parte che urla in attesa di essere ascoltata; è questo che accade quando lo stomaco rifiuta il cibo, quando la testa viene ingabbiata in un dolore resistente al farmaco o quando la pelle si ricopre di eruzioni cutanee che escludono un’origine organica. Tutti hanno sofferto e con grande probabilità tutti, in un futuro più o meno lontano, soffriremo ancora. Il punto non è cercare di evitare la sofferenza, perché nessuno può. Il punto è smettere di temere la sofferenza.

“Dopo tanto dolore mi godo la vita”.

Questa è la frase che dovremmo ripeterci dopo un periodo di prolungata sofferenza emotiva. Il dolore fa parte dell’esistenza di ognuno di noi, non si può scappare, va accettato. Ciò non significa che a causa di avvenimenti che ci hanno recato sofferenze la vita finisca. Anzi. Bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti per le persone che ci sono vicine e soprattutto per se stessi. E’ tempo di aprire gli occhi! E’ tempo di convincersi che il nostro passato non può e non deve assolutamente determinare le nostre scelte future.  E’ il momento di avere la piena consapevolezza che il passato non ha potere di determinare né il presente, né il futuro a meno che noi non vogliamo credere che sia così.

C’è un grande equivoco che si è diffuso nella mente delle persone: il fatto che una persona positiva sia sempre sorridente e immune da dolori e sofferenze. Non è così. Anche se stai soffrendo in questo momento, tu puoi essere una persona positiva. Positivo non è chi sorride sempre ed è allegro in ogni circostanza, è chi riesce a superare il dolore e ne esce rafforzato. Spesso le persone positive sono più intense, non indossano maschere, a volte sono serie e determinate ma quando sorridono ti illuminano e per questo sono vere.

Il dolore emotivo nei momenti oscuri della vita

Può capitare che a causa di momenti di profondo dolore emotivo ci si senta indeboliti, senza energie, privi di voglia di ricominciare. La sensazione è quella di sentirsi incastrati in un angolo oscuro del mondo, fatto di solitudine e depressione. Passa la voglia di fare qualsiasi cosa, ci sentiamo vuoti, spenti. A causa della sofferenza patita ci chiudiamo in noi stessi, creiamo una piccola gabbia emotiva dalla quale non vorremo mai più uscire. Perché? Per il timore di soffrire nuovamente, perché si è stufi di subire, di lottare senza successo.

Forse non ricordi più  il tuo primo fallimento e hai dimenticato che lo hai superato alla grande!

Non lo ricordi ma quando eri piccina/o hai affrontato un reale fallimento che però non ha determinato affatto il tuo presente! Mi riferisco all’esperienza che tutti abbiamo vissuto: imparare a camminare. C’è stato un periodo in cui non avevamo la più pallida idea di come si stesse in equilibrio su due gambe. Abbiamo speso mesi della nostra vita per imparare l’equilibrio per imparare a stare in piedi. I momenti in cui abbiamo traballato per poi cadere miseramente al suolo sono stati tantissimi e questo ci ha portato a collezionare fallimenti innumerevoli prima di riuscire.

Eppure oggi camminiamo. Lo facciamo naturalmente e ci viene così bene che non esiste nella nostra testa il pensiero che “visto che in passato ho fallito tante volte prima di camminare, è meglio che io smetta di farlo”. E’ un pensiero assurdo a cui non presteremmo mai attenzione. Eppure, quando si tratta delle relazioni o del lavoro, ecco che “dato che ho sbagliato, è meglio se non ci provo affatto.”

Riflettiamo: quando stavamo facendo le prove per alzarci in piedi, ci è andata subito bene? No.

Quante volte abbiamo pianto perché cadendo ci siamo fatti male! Eppure quegli infiniti fallimenti non ci hanno impedito di continuare a trovare il modo per stare in equilibrio su due gambe. Perché dopo l’ennesima caduta, non abbiamo pensato di mollare? Perché era sensato provarci ancora, nonostante il timore di cadere o farci male.

Nella vita è la stessa cosa! Non importa chi siamo, quanti sbagli abbiamo fatto, quale sia la nostra storia personale. Non è di certo il nostro passato a frenarci, ma la paura di soffrire. Allora sappilo: soffrirai ancora. Ma il punto è: “come posso gestire la sofferenza?” Capita spesso infatti che la fine di una relazione venga considerata come una sconfitta. In parte è vero. Ma come ogni sconfitta deve avere un senso. Il senso però lo dobbiamo estrapolare noi. Se ci soffermassimo solo sulla parte negativa il mondo si fermerebbe. Tutti sarebbero depressi poiché tutti almeno una volta, hanno subito delle sconfitte.

Consigli pratici per superare il dolore emotivo

La psiche ha bisogno, proprio come un muscolo, di riprendersi. Lo shock legato a emozioni negative troppo forti genere una sorta di periodo refrattario. Periodo di stallo, di pausa emotiva. La fase di ripresa può essere lunga e vi sono persone che avranno più problemi a superarla. Qualunque sia la tua storia, qualsiasi sia la tua sofferenza posso dirti, grazie all’esperienza clinica, che nessuna ferita è per sempre! stai per scoprire i primi passi concreti per uscire dalla sofferenza emotiva e alleggerirti dai pesi del passato per vivere la tua vita con la serenità che meriti.

Non ci crederai, ma le persone che ora vedi serene, gratificate dalla vita sono quelle che hanno voluto imparare dagli errori, dalle esperienze traumatiche.. Sono quelle persone che hanno voluto provare e fallire, piuttosto che immergersi nel mare delle illusioni e della non-azione, per quanto cristallino possa essere quel mare. Ora tocca a te decidere se continuare a rimuginare o rimboccarti le maniche…..intanto ti offro qualche suggerimento, sperando tu ne faccia tesoro.

1. Non rimuginare…pensare troppo non aiuta

Fai un respiro profondo, rilassati. Guardati intorno, il mondo è pieno di colori, di emozioni che devono solo essere riscoperte. Inizia ad agire per te stessa/o, non farti condizionare dagli altri. Spesso ci si rende conto che determinati atteggiamenti, determinate azioni, erano intraprese solo per piacere a qualcun altro. Agisci per piacere a te stessa/o. Sii la persona che vorresti essere!

2. Credi in te stessa/o!

Il termine autostima  deriva dal latino aestimare ovvero valutare. Quindi l’autostima in un certo senso riguarda la capacità di valutare se stessi. È importante che valuti te stessa/o in base ai tuoi principi, non a quelli dettati da altre persone. Non paragonarti continuamente agli altri. Pensa a te stessa/o, a migliorarti rispetto alla visione della persona che vorresti essere.

3. Non piangerti addosso, non serve a niente

Ora devi andare avanti, il vittimismo non ha mai portato da nessuna parte. Sii consapevole delle tue azioni e di ciò che hai subito, fanne tesoro per le esperienze future, questo ti aiuterà a crescere, ad evolvere.

4. Non farti manipolare

Spesso avrai a che fare con persone che tenteranno di approfittare della tua fragilità o di un momento delicato della tua vita.

5. Accetta le critiche costruttive ma non demoralizzarti

Ricorda che tutti siamo diversi e se la critica è costruttiva, se è propositiva, potrà solo aiutarti ad avere una visione di te stessa/o più ampia, può solo migliorarti!

6. Metti da parte le critiche “distruttive”

Le critiche distruttive sono quelle che non hanno alcun fine se non quello di ferirti. Una critica distruttiva non conta è dettata dalla negatività, dall’odio, dall’invidia, non giova ne te ne il mittente!

7. Riscopri le vere amicizie

Capita, per una serie di motivi di trascurare le vere amicizie. Adesso hai modo di dedicare alle persone a te care tutto il tempo che meritano davvero!

8. Impara a superare la pigrizia, usa la tua forza di volontà

Inizia con le attività che più ti recano gioia, che ti riempiono il cuore. Fai una corsa, va al mare o concediti il tuo piatto preferito, te lo meriti!

“I’m not perfect… But I’m enough”

Per parafrasare Rogers non siamo certamente perfetti ma come siamo è sufficiente: sufficiente per crescere e sufficiente per avere una buona vita. Spesso il termine crescita viene oscurato dal termine miglioramento. Il miglioramento è l’affinarsi di un aspetto o di una capacità attraverso l’allenamento, la cura e la disciplina. Sottintende una idea di svalutazione che spesso viene confusa e negata. E alimenta un atteggiamento competitivo. Se dobbiamo migliorarci vuol dire che come siamo non è sufficiente o non è abbastanza. Il concetto di crescita invece disegna l’evoluzione del nostro potenziale umano senza un termine di paragone. Cresciamo a partire dal piccolo perché siamo umani e non perché siamo insufficienti e questa sfumatura fa una differenza fondamentale.

 

E’ giunto il momento di promettersi il meglio per se stessi

Il percorso che ci porta verso il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati assomiglia molto a quello che, da piccoli, abbiamo dovuto affrontare per imparare a camminare. Abbiamo provati ad alzarci, siamo caduti, abbiamo trovato il nostro equilibrio e, qualche anno dopo, qualcuno di noi è diventato così bravo da, camminare addirittura su una corda sottile. E tutto questo a conferma che possiamo trovare il nostro equilibrio, anche nella vita, solo se continuiamo a muoverci e se abbiamo ben chiaro perché abbiamo deciso di iniziare. Ricorda che per ottenere qualcosa di diverso occorre fare qualcosa di diverso dal solito, a volte però è sufficiente smettere di fare quello che stai facendo (e che non sta funzionando!)

Si tratta di ascoltarsi fino in fondo, cercando di capire non tanto cosa vogliamo davvero ma ciò di cui abbiamo realmente bisogno. In certi casi basta apportare qualche cambiamento al proprio stile di vita, in altri c’è bisogno di vere e proprie rivoluzioni. Nel mio secondo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» (edito Rizzoli) ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia.  È un viaggio introspettivo che ti consentirà di trasformare le tue ferite e la tua attitudine difensiva in un’inattaccabile amor proprio. Già, perché l’armatura che più di tutte può difenderti (dalle umiliazioni, dai torti, dalle delusioni e dalla rabbia…) è proprio l’amor di sé. Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Il libro puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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