La mia passione per canoe e kayak probabilmente si radica nelle giornate serene trascorse da bambino, giocando nel rio “Sarabial” che attraversa i terreni di famiglia a Lusernetta. Lì al fresco e nelle acque limpide, prima con semplici prototipi di carta e legno, poi con la canoa indiana del Big Jim (Mattel) regalatami da mia madrina, ho passato tanti pomeriggi estivi… divertendomi e prendendo confidenza con i principi dell’idrodinamica.
Solo nel 2009 sono riuscito a passare dai giocattoli alla realtà. Dopo aver seguito per tre anni un corso di nuoto alla “Rari Nantes” di Pianezza, con Arihanna ci siamo iscritti al Centro Velico di Avigliana (sul Lago Grande) e abbiamo seguito un corso di kayak, canoa canadese e polinesiana. Un’esperienza molto gratificante, ma dopo due anni trascorsi girando in tondo nel lago una o due volte la settimana, la passione si è progressivamente affievolita. Purtroppo la nostra zona non offre troppe possibilità per pagaiare in sicurezza, non troppo lontano da casa e circondati da una bella cornice bucolica 🙄. E così dal 2012 abbiamo appeso la pagaia al chiodo! 😜
Nel giugno 2018 l’amico Andrea “FaberSum” stava realizzando dei prototipi di natanti per un gruppo di lavoro coordinato dal MIT di Boston utilizzando la tecnica “stich and glue”… da quanto mi raccontava non mi pareva una tecnica troppo complessa da praticare e, avendo nel suo laboratorio una macchina a controllo numerico per il taglio di precisione, avrei potuto ottenere i pezzi necessari perfetti, direttamente da disegno CAD, senza doverli tagliare a mano… oltre ai consigli frutto della sua esperienza! 😆
Un paio di mesi di studi, ricerche online e riflessioni varie e, il 31 luglio, decisi di gettarmi in questo nuovo progetto. Il più impegnativo e complesso mai realizzato nel mio piccolo laboratorio artigianale! Fatto tesoro dell’esperienza pratica al lago Grande di Avigliana, memore dei problemi legati all’acqua imbarcata nello scafo quando piove o il moto ondoso inizia a divenire molto mosso e alla tecnica dell’ “eskimo” per rigirare il natante ribaltato, mi sono concentrato su un modello sempre più diffuso tra i pescatori e i birdwatcher canadesi e del Nord Europa: il “sit-on-top”. Ho poi considerato che (forse) trasporterò anche un cane o una certa quantità di materiale (per esempio zaino, tenda e sacco a pelo per escursioni di più giorni) e così mi sono basato su un peso massimo trasportabile di 120 Kg. Infine, tenuto conto che sarà utilizzato in torrenti e laghi alpini poco profondi e non attrezzati all’attracco, ho cercato di aumentarne al massimo solidità, resistenza e galleggiamento nel rispetto del contenimento del peso minore possibile.
Non essendo ingegnere mi sono avvalso della puntuale, attenta e cordialissima consulenza di J.F. Bedard (un ingegnere navale canadese che vive e progetta imbarcazioni a Palm Harbor, Florida, USA) per la verifica dei conteggi e per millemila consigli sui disegni e sulle migliori soluzioni da applicare ai problemi che mano a mano si evidenziavano.
Ecco qui il disegno CAD finale pronto per il taglio CAM fatto con la macchina a controllo numerico progettata e realizzata su base Arduino da Andrea “FaberSum”:
Tagliati i pezzi su compensato marino Okumé da 4 e 6 mm (fenolico) tra ottobre e dicembre 2018 (nello stesso periodo in cui è mancato mio padre, e devo dire che questo progetto mi ha aiutato a metabolizzare molto sia il lutto che i comportamenti impropri tenuti dai tanti soggetti coinvolti nel triste evento) e carteggiati a mano tutti gli elementi nei primi mesi del 2019, con la primavera ho iniziato il progressivo assemblamento.
Nei video qui sotto ho raccolto le fotografie fatte in questi mesi, per ricordare i vari passaggi e le tante ore serene trascorse in laboratorio.
Più avanti integrerò questo articolo con altri dati e immagini. STAY TUNED! 😜
Accessori acquistati sino ad ora:
Perché “CAPOVERDE”?
Dovendo battezzare progetto e prototipo ho pensato a un nome che rimanda a due immagini per me iconiche:
Per me il kayak è una sorta di navicella e le navicelle cui sono più legato sono gli X-Wing e gli Y-Wing di STARWARS. Ora gli squadroni aeronautici della Resistenza erano contraddistinti da colori e i più famosi, nel primo episodio del 1977, sono quello Rosso e quello Oro.
Chi non ricorda la battaglia di Yavin, dove CAPO ORO, aka il capitano Jon “Dutch” Vander, si immola con il suo Y-Wing 75181 nel vano tentativo di far esplodere la prima Morte Nera?
Ma i kayak sono soprattutto natanti acquatici. Ho trascorso tante ore con Arihanna al lago di Avigliana pagaiando tra i germani reali: l’animale totemico che rappresenta da venticinque anni la nostra coppia.
Il maschio dell’anatra ha la testa di un colore verde metallico stupendo. Il verde è il mio colore preferito… ecco CAPO VERDE! 😜
16 agosto 2020
Signore e signori, mesdames et messieurs, ladies and gentlemen… dopo 2 anni di lavoro il #Progetto #Capoverde è concluso! Agosto 2018, dopo lunghe chiacchierate con FaberSum e JF Bedard decido di realizzare un #prototipo di #sit-on-top #kayak con il metodo #stitchandglue (#compensato #marino #okumè e #resinaepossidica ). Agosto 2020, dopo 200 h di lavoro in 86 giorni (di cui 150 h in 63 giorni nel #laboratorio #artigianale e 50 h in 23 giorni di lavoro #informatico sul #pc) e circa € 1.200 di spesa (€ 900 #materiale e il resto per #consulenze esterne) il #disegno è una realtà tangibile! La mia #soddisfazione è grande: non mi ero mai impegnato in un’opera così complessa! Ora non rimane che testarlo in #acqua e poi potrò goderne per fare #birdwatching e un po’ di #sport . Il vero piacere, comunque, è stato costruirlo! #handmade #woodwork