Esiste anche una particolare specie di FORMICA chiamata appunto FORMICA DEL MIELE.
Tra le oltre 10.000 specie di formiche conosciute, le formiche del miele sono una delle più singolari. A differenza delle api, che immagazzinano il miele nei favi, queste formiche immagazzinano il nettare nel corpo di operaie mellifere che usano a mo’ di otri. La colonia di formiche attinge a questi “vasetti di miele” durante i periodi di scarsità.
Per depositare o prelevare il cibo, le formiche picchiettano con le proprie antenne le antenne delle operaie mellifere come per inserire il codice giusto. Le mellifere allora spalancano la bocca e aprono il loro “vasetto”. Una speciale valvola gastrica, composta da quattro lembi, controlla il flusso in entrata e in uscita. Nel corso della sua vita, della durata di diversi mesi, un’operaia mellifera può a quanto pare essere svuotata e riempita svariate volte.
Di solito le mellifere conducono una vita sedentaria; ma lì nel sottosuolo sono al sicuro, al riparo da siccità, calura e insetti predatori. In questo buio mondo sotterraneo si difendono da batteri e funghi cospargendosi di un fluido antibiotico secreto da una speciale ghiandola.
Da dove viene il “miele”? La catena alimentare, per così dire, inizia con la linfa e il nettare delle acacie. Poi gli afidi, minuscoli insetti, si nutrono di questi succhi naturali. Quindi le formiche operaie “mungono” gli afidi per trarne parte della loro secrezione zuccherina, chiamata melata, oppure raccolgono il nettare direttamente dagli arbusti. Infine depositano il liquido nelle operaie mellifere. Naturalmente, dato che queste ultime hanno esigenze nutrizionali modeste, la maggior parte della melata finisce nei “vasetti”
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Oggi vi mostro brevemente un tipo di formiche particolarmente curioso: le formiche “vaso di miele”. Non si tratta di una determinata specie di formiche, ma di operaie di alcune particolari specie, che si sono evolute specializzandosi, all’interno della colonia di appartenenza, nell’immagazzinamento del cibo all’interno del loro addome.
Questo tipo di formiche sono sostanzialmente dei contenitori del cibo raccolto dalle operaie. Immagazzinano il cibo nel loro addome, tanto che questo si dilata a dismisura fino a raggiungere le dimensioni di un chicco d’uva, e immobilizza la formica all’interno della colonia.

Le formiche del miele non svolgono la sola funzione di magazzino di cibo ambulante: sono anche dei contenitori di qualunque liquido corporeo e acqua prelevati dalle prede della colonia, utili per la sopravvivenza quotidiana della comunità o per il supporto alimentare in situazioni particolarmente avverse.

Le colonie che comprendono formiche del miele sono spesso soggette a raid di altre specie animali, o di altre colonie di formiche. Una risorsa alimentare così preziosa fa gola a tutti, uomo compreso: in alcune località del mondo, queste formiche vengono raccolte e mangiate come dei veri e propri bonbon. Gli aborigeni australiani, per esempio, raccolgono le formiche della specie Camponotus inflatus per mangiarle come prelibatezza locale.
Ci sono poi le formiche della specie Myrmecocystus mexicanus, che vive ad ovest del Nord America, la cui struttura sociale è estremamente efficiente: una regina, e migliaia di femmine operaie sterili suddivise in “badanti” per le larve e le formiche del miele, operaie di media grandezza per lo scavo del nido e la raccolta del cibo, e le operaie più grosse, che diventeranno contenitori di cibo.
La necessità di formiche-contenitore è nata probabilmente per il fatto che le specie che contengono formiche del miele vivono in regioni aride, in cui acqua e cibo, se accumulati semplicemente all’interno del nido, verrebbero velocemente compromesse dal clima ostile.
Le regioni di diffusione di queste formiche sono tuttavia particolarmente ricche di risorse durante la stagone umida, momento in cui tutti il surplus alimentare prodotto dalla colonia viene immagazzinato all’interno delle formiche del miele. Quando le operaie avranno bisogno di cibo, non dovranno far altro che nutrirsi del cibo rigurgitato dai loro contenitori viventi.
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