Prossima casa voglio troppo fare un impianto così per raccogliere l’acqua da utilizzare per laghetto e orto/giardino.
Chi intende recuperare e depurare l’acqua piovana può affidarsi ad apposite impianti (cisterne) con o senza filtri. Il recupero dell’acqua piovana è il modo più efficace per risparmiare acqua, soprattutto per chi dispone di un giardino e ha un fabbisogno idrico elevato.
Chi intende acquistare e installare un impianto per il recupero dell’acqua piovana può contare su incentivi fiscali e una legiferazione favorevole anche in termini di permessi per l’impianto.
Impianto di recupero di acqua piovana, permessi e incentivi
La vecchia finanziaria 2008 – legge 244/2007, articolo 1, comma 288 – ha disposto che dal 2009 il rilascio del permesso di costruire sia subordinato, oltre che alla certificazione energetica dell’edificio, anche alle caratteristiche strutturali dell’immobile finalizzate al risparmio idrico e al recupero e riciclo dell’acqua piovana. Alcune regioni hanno emanato leggi più precise in materia, ne sono un esempio la Lombardia, la Toscana, l’Umbria, la Puglia, Lazio e le Marche.
Per quanto riguarda le Agevolazioni Fiscali per l’installazione di un impianto di recupero di acqua piovana ci rifacciamo alle Legge di Stabilità 2015 che insieme al bonus ristrutturazioni e ai vari Ecobonus 2015, ha introdotto un piano ad hoc per chi intende operare in ambito di risparmio idrico.
Gli incentivi fiscali per l’acquisto e l’istallazione di un impianto di recupero di acqua piovana fanno riferimento al DL n. 83 del 22.6.2012 con la Legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (meglio conosciuta come legge di stabilità 2015). Gli incentivi sono erogati sotto forma di detrazioni fiscali così come descritto nell’articolo dedicato agli Ecobonus.
Risparmiare con un impianto di recupero dell’acqua piovana
L’acqua è un elemento insostituibile ma è anche una risorsa limitata. Gli impianti di recupero acqua piovana consentono di:
Raccogliere l’acqua piovana dai tetti convogliandola in una cisterna.
Filtrarla con sistemi di filtrazione e depurazione più o meno avanzati.
Consentono lo stoccaggio in cisterne interrate o da terra.
E’ possibile riutilizzare l’acqua piovana sfruttando la pendenza naturale del terreno o una pompa.
Da cosa è composto un impianto di recupero dell’acqua piovana?
Da una cisterna, interrata o da installare in superficie, da un filtro e da un sistema di pompaggio.
L’acqua piovana può essere recuperata e riutilizzata a fini domestici quali per attivare lo sciacquone del WC, per il lavaggio della biancheria in lavatrice, per l’irrigazione di orti e giardini, per la pulizia dei terrazzi, per il lavaggio dell’auto e delle pavimentazioni e per tutte quelle applicazioni che non richiedono acqua potabile. Con un impiego ponderato, l’acqua piovana filtrata può assolvere al 50% del nostro fabbisogno idrico tagliando per metà i costi sulla bolletta.
Note
Le cisterne interrate, sebben più costose rispetto alle cisterne da terra, non causano alcun ingombro e sono protette dai raggi solari e da sbalzi termici. Con le cisterne interrate maggiori costi sono legati soprattutto all’installazione dell’impianto.
Con un’attenta progettazione dell’impianto di recupero acqua piovana, sarà possibile riutilizzare l’acqua della cisterna sfruttando la naturale pendenza del terreno così da evitare i costi energetici legati all’impiego di una pompa.
Nella foto in alto, lo schema d’impiego dell’impianto di recupero acqua piovana Riusa Plus di Isea.
FONTE