Testo, tra l’altro, poi pubblicato anche sulla rivista bimestrale della CAPT “API & FLORA” (Luglio 2014)! 😄

Da qualche giorno un bizzarro pensiero attanaglia la mia mente: vorrei realizzare un logo per personalizzare le arnie e le etichette dei barattoli di miele che produrremo (forse) la prossima stagione. Un logo semplice, riconoscibile, dallo stile fumettoso, incardinato sull’immagine delle api (non dei loro prodotti) e con dei riferimenti simbolici alla tradizione che ci ha preceduti…
Così, mi sono detto, perché non documentarsi online per ispirarsi a uno dei principali serbatoi di simboli che sia stato capace di creare (ahimè!) l’essere umano? Le monete e le loro decorazioni, infatti, possono raccontarci tantissime storie interessanti!
Ho scoperto, per esempio, che le nostre amiche api decorano le monete da molto tempo prima che questi amati/odiati pezzi di metallo prendessero tale nome grazie alla famosa storia delle oche del Campidoglio, allevate nel tempio di Giunone, che una notte del 390 a.C. sventarono una sortita dei Galli di Brenno svegliando il console Marco Manlio che diede l’allarme. Da quel momento la dea Giunone acquisì l’appellativo di “Moneta”, dal verbo latino “monere” che significa “avvertire, ammonire”. Nel 270 a.C., in prossimità del tempio, fu edificata la zecca e ben presto il linguaggio popolare trasmise l’appellativo della dea dapprima all’edificio e poi a quanto in esso si produceva. Il “nomisma” dei greci e il “nummus” dei latini divennero così, per tutti e per sempre, “moneta”.
La tradizione vuole che la moneta sia stata coniata per la prima volta da Creso, re di Lidia, nel VI sec. a.C. da qui, nel secolo successivo, l’uso si diffuse nell’Impero Persiano e nelle città greche e, da queste, a tutto il Mediterraneo Occidentale. Proprio il mondo ellenico coniò, probabilmente per primo, una moneta d’argento che portava l’ape come effige: precisamente a Efeso, famosa per il culto della dea Artemide, le cui ancelle erano chiamate “melisse” ovvero “api” in greco [vedi figura 1].
Nell’isola di Creta la città di Elyros coniò per lungo tempo dracme e tetradracme in argento che raffiguravano su una faccia la capra Althea e sull’altra un’ape [2] e memoria della leggenda di Zeus infante nutrito da latte di capra e miele e, per questo motivo, appellato “Zeus Melissaion”.
Parimenti in Magna Grecia, nell’antica Megara Iblea (situata nei pressi dell’odierna Avola) fu coniata per secoli una moneta decorata da un’ape, probabilmente per pubblicizzare il famoso miele dei monti Iblei (interessante, in questo senso, osservare che il blasone di Avola porta ancora oggi l’ape sicula!)
Ma facciamo un salto temporale sino alla Roma dei Papi del 1600: in questo periodo Urbano VIII, detto l’“Ape attica” per la sua grande ammirazione per la cultura greca, inserì tra i simboli vaticani le tre api del suo blasone. Simbolo che decorò le monete del periodo [3] e che, grazie al Bernini, l’intera Città Eterna (chi non ricorda le decorazioni di Palazzo Barberini [4] e della Cappella Sistina o la Fontana delle Api?). L’effige del Papa compare anche sulla moneta emessa in occasione del Giubileo dell’Anno Santo 2000. Sempre il Vaticano, nel 1992, coniò una moneta in alluminio da 10 Lire con raffigurata un’ape che raccoglie il polline da un fiore [5].
In tempi più recenti, per un decennio dopo la Grande Guerra, la zecca italiana ha coniato una moneta di rame da 10 centesimi raffigurante su una faccia il busto di Re Vittorio Emanuele III e sull’altro una bella ape su un fiore [6]. Degli anni ’50 ricordiamo ancora invece le monete da 2 Lire in alluminio con su un lato rappresentato il ramo d’ulivo e sull’altro la nostra beniamina [7].
Le zecche di molti Stati europei hanno raffigurato l’“apis mellifera” come rappresentazione dell’operosità, del coordinamento, dell’organizzazione e dell’abnegazione per il raggiungimento del benessere comune: La Repubblica di San Marino nel 1974 con l’emissione di 10 Lire in alluminio [8] e di una moneta commemorativa in oro da 5 Scudi, nel 1986 [9], Malta nel 1972 battendo una moneta dalla forma molto particolare [10], la Polonia nel 2010 coniando una moneta in ottone [11] e la Slovenia nel 1993 emettendo una moneta in alluminio da 50 Talleri [12].
Per i soli collezionisti, nel dicembre 2013 il Lussemburgo dedicherà all’ape europea una moneta da 5 euro, nell’ambito della serie “Flora e Fauna” [13]. La moneta è bimetallica e la sua tiratura sarà di soli 3.000 pezzi in versione “proof”, ognuno dei quali avrà un prezzo di emissione di 45 euro.
Fuori dai confini dell’Unione Europea, sono state emesse, anche recentemente, diverse monete commemorative di pregevole fattura: ad esempio nell’emisfero boreale, l’Ucraina ha emesso nel 2010 una moneta in oro da 2 Hryvni [14] e il Canada, nel 2013, ha battuto una stupenda moneta in argento da 3 Dollari inaugurando una nuova serie a tiratura limitata, diecimila pezzi, dedicata agli “animali architetti” [15]. Nell’emisfero australe lo Zambia ha dedicato nel 2010 una particolare moneta in ottone e nichel all’ape africana (“Apis mellifera scutellata”) [16], così nel 2011 il Sud Africa con una moneta d’oro da R1 [17].
Infine una simpatica curiosità: un’ape, seppur piccolissima e visibile ai più probabilmente solo con l’ausilio di una lente, è presente su tutte le monete da 50 centesimi, 1 e 2 euro francesi, sulla faccia “nazionale” che riporta il motto “Liberté, Egalité, Fraternité”. L’ape è, infatti, il marchio di fabbrica della zecca francese e si trova sull’orlo delle monete: vicino al piede della “Marianna” sui 50 centesimi [18] e tra le due stelle, in corrispondenza della lettera “L” di “EgaLitè”, sulle monete da 1 o 2 euro [19].
Tornando al nostro logo… alla fine l’ho realizzato come lo potete vedere nella figura [20]: un’ape stilizzata, disegnata con un semplice tratto da fumetto, che sorvola le celle di un telaino. Per ricordare le monete greche, l’ape è circondata da delle punzonature (Polline? Gocce di miele? Propoli? Le altre api dello sciame?) e le due lettere F e R alla destra ed alla sinistra dell’Ape creano un collegamento logico con il nostro storico marchio disegnato nel 1998, quando fornivamo consulenze informatiche: F@R F@brizio e @Rianna.