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L’araldo che annuncia la primavera! Tra i miei ricordi lieti d’infanzia i pomeriggi passati a raccogliere primule nel bosco per poi piantarle sulle “rive” dei terreni agli Inversini che, anno dopo anno, diventavano tutte gialle. Uno spettacolo! Qui all’Eremo ElGram ve ne sono molte gialle e, cosa particolare, anche diverse screziate di fucsia: immagino che i precedenti proprietari ne abbiano piantate di “domestiche” e queste si sono ibridate con le “selvatiche”.


👁‍🗨 CHECK 12-2023: 🟢


 

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Primula

Primula L. è un genere di piante della famiglia delle Primulaceae, originario delle zone temperate di Europa, Asia e America.
Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l’erba.

Descrizione

Comprende circa 500 specie di piante erbacee annuali e perenni, alte da pochi centimetri fino a diversi decimetri, con foglie basali a rosetta sessili o picciolate, fiori coloratissimi riuniti in ombrelle, capolini, grappoli o verticilli sovrapposti, circondati da brattee, sorretti da lunghi gambi. I frutti sono generalmente a capsula.

Le più conosciute specie spontanee della flora italiana sono la P. veris, nota col nome comune di primula odorosa o primavera odorosa, spontanea sulle sponde dei fossati, sulle Alpi e gli Appennini, dove fiorisce alla fine dell’inverno, la P. vulgaris, comune nei boschi, nota col nome comune di primaverina, e occhio di civetta, la P. farinosa, dai fiori colorati di rosa o rossi, comune sulle Alpi.

Primula veris

Uso

  • Le specie esotiche che mal sopportano il gelo vengono coltivate in vaso nelle serre o negli appartamenti. Tra le specie rustiche, adatte alla decorazione di sottoboschi, prati e giardini umidi, segnaliamo la P. acaulis dai fiori giallo-chiari, la P. auricola con foglie carnose e fiori gialli, la P. hirsuta dai fiori porporini e la P. elatior, con fiori di colore giallo o arancio riuniti in ombrelle, e numerose varietà con una vasta gamma di colori, dal giallo al rosso al blu
  • Vengono utilizzate per le proprietà medicinali la P. veris e con risultati minori la P. vulgaris

Proprietà medicinali

Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico
  • L’infuso, il decotto e lo sciroppo dei rizomi di P. veris, dall’odore anisato, raccolti da settembre a novembre, ripuliti ed essiccati al sole, hanno proprietà diuretiche, espettoranti e bechiche, vantano anche un’azione antiemetica, tonica del sistema nervoso, antireumatica e antidiarroica
  • Topicamente si utilizzano i rizomi freschi ridotti in poltiglia come impacchi sedativi
  • La polvere dei rizomi ha proprietà sternutatorie
  • Il decotto per uso esterno di foglie raccolte da aprile a giugno avrebbe proprietà antireumetiche, antiartritiche e curative della gotta
  • L’infuso e lo sciroppo dei fiori raccolti da aprile a giugno appena sbocciati e seccati all’ombra, vantano proprietà sudorifere, calmanti, anticonvulsive, bechiche e pettorali
  • L’infuso per uso topico dei fiori serve per impacchi antinevralgici
  • Le giovani foglie consumate fresche, crude o cotte, hanno un’azione depurativa

Metodi di coltivazione

Le primule coltivate in piena terra desiderano esposizione semi-ombrosa e riparata, terreno acido e fresco, fertile e ben concimato con sostanze organiche; mentre le specie coltivate in vaso richiedono locali freschi e umidi, luce solare filtrata, terriccio fertile, leggero e acido, concimazione ogni 15 giorni con fertilizzante liquido, annaffiature abbondanti, le specie perenni vengono coltivate come annuali, scartandole dopo la fioritura.

La moltiplicazione avviene con la semina sotto vetro o in ambiente fresco e ombreggiato, in terriccio di bosco sabbioso, utilizzando seme freschissimo, da aprile in poi, con fioritura tra l’inverno e la primavera successivi.

Le cultivar vengono moltiplicate per via agamica, con la divisione autunnale dei cespi o dei getti, anche se generalmente le primule mal sopportano i trapianti, presentando scarse fioriture.

FONTE


Primula vulgaris

La primula comune (Primula vulgarisHuds., 1762) è una pianta della famiglia delle Primulaceae, che fiorisce agli inizi della primavera.

Viene chiamata anche coi nomi primavera e occhio di civetta.

Etimologia

Il nome del genere (“Primula”) deriva da un’antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All’inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l’inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell’intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 – 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l’altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere. Il termine specifico (vulgaris) è spiegato abbondantemente dal significato della controparte in lingua italiana (“comune”).
L’attuale binomio scientifico (“Primula vulgaris”) è stato definito dal botanico inglese William Hudson (1730 ca. – 23 maggio 1793) nella sua opera ”Flora Anglica” del 1762.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Schaftlose Schlüsselblume oppure Erd-Primel; in francese si chiama Primevère sans tige oppure Primevère vulgaire; in inglese si chiama Primrose.

Usi

Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

Farmacia

  • Sostanze presenti: vari oli essenziali insieme a flavonoidi, carotenoidi e saponina. Le radici contengono zuccheri.
  • Proprietà curative: antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso), calmanti (agisce sul sistema nervoso diminuendo l’irritabilità e favorendo il sonno), diuretiche (facilita il rilascio dell’urina), lassative (ha proprietà purgative), pettorali e sudorifere (agevola la traspirazione e favorisce la sudorazione). Nel passato veniva usata più largamente contro l’emicrania e i reumatismi. Ma un uso indiscriminato può causare irritazioni cutanee.
  • Parti usate: fiori, foglie e rizoma.

Cucina

Le foglie e i fiori trattate come il tè possono essere usate per bevande, mentre da giovani (prima della fioritura) si mangiano in insalata o lessate come gli spinaci o in minestra con altre verdure. In alcune zone con i fiori si usa fare della marmellata, mentre il rizoma può servire per aromatizzare la birra.

Giardinaggio

È nell’orticoltura che si accentra il maggior interesse per queste piante. Infatti le Primule accomunano due proprietà molto importanti: sono rustiche di facile impianto e molto decorative. I fioristi quindi si sono cimentati a creare un numero grandissimo di cultivar (soprattutto dalla subsp. sibthorpii o ibridi tra le varie sottospecie) variando la colorazione dei petali, la grandezza del fiore, la bellezza delle foglie, ma anche il numero dei petali o il suo disegno (fimbriato, arricciato, ondulato, frastagliato, ecc.).

Notizie culturali

La “Primula”, in Inghilterra, è l’emblema politico del Partito Conservatore (”Primrose league”) voluto nel 1884 da lord Randolph Churchill.

FONTE