studi scientifici

L’origine scientifica del déjà vu (Testi del 2009 – 2016)

Indice L’origine scientifica del déjà vu (Testo del 01.01.2015) CNR SVELA IL SEGRETO DEL DÉJÀ-VU, LO CAUSA UN'ANOMALIA CEREBRALE (Testo del 03.01.2015) SVELATO IL MISTERO DEL DÉJÀ VU, È UN 'ANTIVIRUS' DEL CERVELLO (Testo del 17.08.2016) Déjà-vu e premonizione: come funziona (Testo del 09.03.2018) I ricercatori avrebbero finalmente scoperto il mistero che si cela dietro la sensazione di "déjà-vu" (Testo del 20.08.2016) L’origine scientifica del déjà vu (Testo del 01.01.2015) Uno studio del Cnr svela per la prima volta come specifiche anomalie nella morfologia del cervello possano spiegare l’origine dei déjà vu Non è un errore di Matrix, né un [...]

Interazione sociale e sincronismo dei cervelli (Testi dal 07.2015 al 04.2018)

Indice Un'interfaccia per la connessione dei cervelli (Testo del 10.07.2015) Interazione sociale e sincronismo dei cervelli (Testo del 03.04.2018)   Un'interfaccia per la connessione dei cervelli (Testo del 10.07.2015) Un'interfaccia chiamata Brainet ha collegato cervelli di diversi animali tra loro in due esperimenti differenti. Nel primo l'attività neurale di quattro macachi è stata integrata per comandare i movimenti di un braccio virtuale sullo schermo di un monitor, nel secondo l'attività neurale di quattro ratti è stata messa in rete per effettuare alcuni compiti, per esempio riconoscere oggetti bianchi e neri(red) e interfacce in grado di collegare sistemi nervosi di diversi [...]

Xenobot, cosa sono e come funzionano i robot viventi

Alcuni ricercatori dell'Università del Vermont hanno realizzato i primi robot viventi che utilizzano cellule della pelle e della fibra muscolare della rana africana Sta facendo discutere, e non poco, una notizia arriva dall'Università del Vermont: un team di ricercatori avrebbe creato in laboratorio i primi robot viventi, gli "Xenobot". Si tratta di una nuova forma di vita nata completamente in laboratorio, modellata su una forma elaborata dal supercomputer Deep Green in dotazione all'ateneo americano in base a complessi algoritmi di intelligenza artificiale. Nonostante il nome richiami i robot, e nonostante l'università parli di "robot viventi", non si tratta di vere macchine ma [...]

‘Sentire’ un suono ‘rosa’ nel sonno potenzia la memoria (Testo del 09.03.2017)

Rumore dolce come acqua di una cascata, prolunga sonno profondo La memoria si può enormemente potenziare (fino a triplicarne l'efficacia) con una stimolazione sonora durante il sonno, un suono dolce che ricorda il rumore dell'acqua di una cascata e che tecnicamente viene chiamato 'rumore rosa'. E' il traguardo raggiunto da un team di esperti della NorthWestern University a Chicago, di cui fa parte anche l'italiano Giovanni Santostasi. Lo strumento che emette la stimolazione sonora funziona aumentando la durata del cosiddetto "sonno profondo" (la fase del sonno detta a 'onde lente' che è il momento più rigenerante del nostro dormire, quello, [...]

I neuroni comunicano anche in modalità wireless

Un team di ricerca statunitense ha appena scoperto una nuova forma di comunicazione neurale. I neuroni, secondo lo studio, riuscirebbero a “parlare” tra loro in modalità “wireless”, indipendentemente quindi dalle connessioni finora conosciute Si auto-propaga attraverso il tessuto cerebrale, passando da un neurone all’altro come se fosse in una modalità wireless. È la forma completamente nuova di comunicazione neurale appena scoperta da un team di ricercatori della statunitense Case Western Reserve University che sulle pagine di Journal of Physiology ha dimostrato come i neuroni riuscirebbero a parlare tra loro attraverso un processo sconosciuto e indipendente dai tre meccanismi noti finora, [...]

Bloccare una proteina per recuperare il declino cerebrale (Testo del 20.05.2019)

La barriera ematoencefalica è una struttura formata dalle cellule endoteliali dei vasi cerebrali che ostacola il passaggio di sostanze dal sangue al tessuto nervoso. (© Science Photo Library / AGF) Una molecola che si trova nei vasi sanguigni e interagisce con il sistema immunitario contribuisce all'invecchiamento del cervello. Uno studio ha dimostrato che bloccandola è possibile ridurre e recuperare i deficit mentali legati all'etàdi Simon Makin / Scientific American Nel sangue degli anziani c'è qualcosa che fa male al cervello. Se il plasma di topi o esseri umani anziani viene infuso in topi giovani, ne peggiora la cognizione e gli [...]

Cervelli leggeri e menti maxi: il paradosso dei corvi smonta il pregiudizio più popolare (Testo del 06.08.2016)

Piccolo non significa limitato: le nuove ricerche dimostrano che a fare la differenza è la densità dei neuroni Avere un cervello piccolo, come può essere quello di un corvo o di un fringuello, non è sinonimo di scarsa intelligenza. Anzi, sembra vero il contrario. Molti uccelli, come hanno osservato i neuroscienziati nell’ultimo decennio, sono in grado di svolgere compiti che richiedono capacità cognitive pari a quelle di alcuni primati. Si è sempre pensato che i mammiferi - con l’uomo al vertice - fossero i più intelligenti del mondo animale. Niente di più sbagliato. Ma come è possibile, considerate le minuscole [...]

La telepatia è scientificamente possibile? (Testo del 17.10.2014)

La telepatia è scientificamente possibile? Non esattamente come nei film, ma qualcosa di simile alla telepatia esiste. E la ricerca fa progressi. Allo stato attuale i ricercatori escludono che possa esistere la telepatia in senso stretto, ovvero la possibilità di trasmettere informazioni da una persona a un’altra senza attività sensoriale o strumenti artificiali. La comunicazione tramite il solo pensiero è ancora relegata agli ambiti della parapsicologia e della fantascienza. In termini scientifici, invece, si parla di brain-to-brain communication (comunicazione tra cervelli) e alcuni esperimenti condotti negli ultimi anni dimostrano che è possibile mettere in connessione i cervelli di più individui [...]

Un nuovo tipo di neuroni esclusivamente umani (testo del 30.08.2018)

Il segreto delle capacità cognitive uniche della nostra specie potrebbe essere, almeno in parte, in un tipo di neuroni appena scoperto, che non si trova nel cervello dei topi né di altri animali da laboratorio. Tuttavia, se fosse confermato che questi neuroni sono esclusivamente umani, il ricorso a modelli animali per lo studio delle malattie neurodegenerative non sarebbe più adeguato(red) neuroscienze Un nuovo tipo di cellule cerebrali umane, che non è mai stato osservato in alcun animale da laboratorio, è stato identificato da un un gruppo di ricercatori dell'Università di Szeged, in Ungheria, dell'Allen Institute for Brain Science a Seattle [...]

fMRI, 15 anni di ricerche sul cervello da rifare (Testo del 08.07.2016)

L'fMRI di un adulto sano, con attivazione in parte della corteccia motoria. Riporto integralmente questo articolo a memoria di quanto possa essere pericoloso affidarsi ciecamente all'informatica: i programmatori sono umani e l'uomo è fallace per definizione! Un errore nei software usati per gli studi di risonanza magnetica funzionale potrebbe invalidare qualcosa come 40.000 articoli scientifici che si basano su questa tecnica di imaging. Un errore statistico nei principali software di analisi dei dati di risonanza magnetica funzionale (fMRI) rischia di mettere in dubbio i risultati degli ultimi 15 anni di studi sull'attività cerebrale, qualcosa come 40 mila lavori scientifici. È [...]

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