Parlando dei diversi tipi di salvia con un vicino viticoltore ho scoperto che esistono diversi tipi di sclarea. O meglio: quella che cresce spontanea nel meridione d’Italia è molto più profumata ed è utilizzata sia nella produzione dei vini che degli amari (come il Vermuth). Tornato dalle vacanze mi ha portato dei fiori dai quali ho recuperato un po’ di semi: vediamo se il prossimo anno riesco a far crescere delle piantine rigogliose!

 

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SALVIA SCLAREA

La Salvia sclarea L. chiamata anche “erba moscatella” per le sue foglie che macerate nell’aceto conferiscono l’aroma di “moscato”, è una pianta particolarmente usata in enologia per intensificare l’aroma del vino e della birra, nonché un importante componente del vermouth.

Poiché i suoi semi venivano un tempo usati comunemente per trattare problemi oculari, essa era conosciuta anche come pianta “purifica occhi”.

 

Pianta erbacea perenne, vellutata e rustica della famiglia delle Labiate; la Salvia sclarea ha un fusto quadrangolare alto 40-120 cm e foglie opposte, ampie e oblunghe, con margine crenato e superficie ruvida.

fiori, con corolla bilabiata turchina, a gruppi di 6 formano spighe che riunite creano una pannocchia apicale, con fioritura a giugno-luglio. I frutti sono piccoli acheni scuri.

Tutta la pianta è vellutata e vischiosa ed emana un odore muschiato.

 

principali componenti sono: olio essenziale (linalolo, sclareolo, cedrene e acetato di linalile), resina, principi amari, tannini, acido gallico, sali organici e minerali.

 

Questa pianta è stata considerata una versione più blanda della sua parente stretta, la Salvia officinalis.

Le sommità fiorite, che vengono raccolte in piena fioritura e sono caratterizzate da un forte odore aromatico e muschiato, sono ricche di principi amari, e si usano in primo luogo nell’industria liquoristica per la preparazione di bevande amaro toniche (es. vermouth). Per lo stesso motivo sono apprezzate in erboristeria per le proprietà amaro-toniche, nonché antispasmodiche, astringenti e anticatarrali; mentre ad uso esterno risultano utili per la cura di gengiviti o stati ulcerosi.

 

L’olio essenziale di Salvia officinalis per la presenza di elevate quantità di tujone può risultare tossico. Avendo infatti un forte influsso sul sistema nervoso centrale, può scatenare crisi epilettiche nei soggetti predisposti. In aromaterapia è quindi preferita la Salvia sclarea, in quanto il suo livello di tossicità risulta inferiore. L’olio essenziale è ricco di linalolo, acetato di linalile ed in particolare di sclareolo, un diterpene utilizzato come materia prima e per l’emisintesi di altri diterpeni (ossido d’ambra) dall’industria profumiera, come fissativo dei profumi.

 

L’olio essenziale di Salvia sclarea si utilizza nel massaggio (diluito in olio vegetale) e nel bagno (4-5 gocce), per stimolare le mestruazioni in caso di amenorrea o mestruazioni irregolari, per i disturbi della menopausa, crampi addominali, debolezza digestiva, bronchite, asma, sudorazione eccessiva, massaggi durante il parto e mal di testa.

È un tonico nervoso indicato per la fatica mentale ed è anche in grado di calmare le tensioni. In campo fitocosmetico è talvolta usato in sostituzione dell’olio di Camomilla per il positivo effetto sedativo e distensivo che provoca sulla pelle.

L’acqua distillata è talvolta usata come tonico palpebrale.

 

In cucina le giovani foglie si usano per preparare frittelle; mentre i fiori servono per la preparazione di infusi o per insaporire le insalate.

 

Santa Ildegarda le attribuisce virtù stomachiche, emmenagoghe (favorisce le mestruazioni), di acuire la vita e contro il mal di testa. Dice Ildegarda: ”La salvia sclarea è calda ed efficace contro veleni e tossine. Se qualcuno ha lo stomaco talmente debole da non voler più mangiare, prenda della salvia sclarea con menta e finocchio disciolti in vino e miele, dopo i pasti e alla sera prima di coricarsi. Il suo stomaco, curato con delicatezza e disintossicato, tornerà a provare piacere per il cibo.” (da Physica di Hildegard von Bingen).

FONTE


MASSAGGIO ALL’OSSO SACRO

Miscela di oli per il massaggio: olio di iperico 5 ml, con l’aggiunta di oli essenziali di: achillea 2 gocce, camomilla romana 1 goccia, salvia sclarea 1 goccia.

Mescolare agitando bene il flacone.

Questa quantità è sufficiente per circa tre massaggi.

 

Utile nei casi di: tensioni nella regione lombosacrale; ma anche stress, irrequietezza, nervosismo; dismenorrea, ovvero mestruazioni dolorose (eseguire prima dell’inizio della mestruazione) e vizi del portamento.

 

L’essenza che si ricava dalla Salvia sclarea ha un effetto antidolorifico, in particolare sulla regione lombo-sacrale, e nello stesso tempo antispastico sugli organi del bacino.

L’essenza di Achillea ha la proprietà di scaldare e lenire i crampi nella regione del bacino.

L’essenza ricavata dalla Camomilla romana ha anch’essa qualità antispastiche, antinfiammatorie e termoregolatrici.

L’olio di iperico “olio rosso” per le sue proprietà antispastiche e termoregolatrici, si usa soprattutto nelle nevralgie, lombaggini (colpo della strega), sciatica, disturbi delle mestruazioni e contratture muscolari.

(da Aroma-Massaggio di Susanne Fischer-Rizzi, Tea Pratica)

Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.