(21.08.23) Entusista della lettura del primo romanzo, mi sono regalato per il compleanno il secondo… che inizio solo oggi a leggere! Stay Tuned!

(24.08.23) Allora… l’ho finito di leggere. Che dire? Molto simile a quello precedente: lettura scorrevole, riassume bene i concetti fondamentali del buddhismo con influenze occidentali (un tempo avrei detto “New Age” ma sarebbe riduttivo e non corretto), indicato per chi si avvicina a questa forma di spiritualità. Non mi sono piaciuti la trama scontata (nel precedente era molto più interessante, ma -di fatto- bisogna prendere atto che il canovaccio della storia serve solo per sorreggere la presentazione dei concetti filosofico-spirituali) e la conclusione, troppo veloce, come se avesse dovuto tagliare lì la storia per poi portarti ad acquistare il prossimo titolo che probabilmente sta già elaborando. Comunque è consigliabile. Ora lo metabolizzo un po’ e poi magari lo rileggo una seconda volta per memorizzare meglio i concetti descritti.


Descrizione

Dopo il bestseller “Il Monaco che Amava i Gatti“, che ha toccato i cuori di migliaia di lettori e lettrici, Corrado Debiasi ci regala una nuova storia che è fonte di ispirazione e di pace per l’anima: “Il Villaggio dei Monaci Senza Tempo“, il nuovo, attesissimo romanzo.

Lasciati travolgere da questa favola spirituale capace di coinvolgerti nel profondo e toccare con semplicità e autenticità temi universali, come felicità, sofferenza, amore, essenza della vita.

È un viaggio iniziatico alla scoperta di sé, di una nuova visione profonda della vita e della sua molteplice bellezza.

Il Villaggio dei Monaci Senza Tempo” è la nuova storia ispirazionale in cui ritroverai alcuni dei personaggi più amati del romanzo precedente.

Tuttavia, la sua trama è completamente nuova e indipendente rispetto agli avvenimenti de “Il Monaco che Amava i Gatti“, e quindi potrà conquistare anche coloro che non hanno mai letto quest’ultimo.

Sono trascorsi alcuni anni da quando Kripala ha compiuto in India il viaggio iniziatico che gli ha cambiato la vita.

Ora è il momento di tornarvi: per affidare al Gange l’ultimo ricordo della sua amata venuta a mancare e per ritrovare il suo maestro, Tananji, e con lui – spera – un po’ di serenità. Tuttavia, quando raggiunge l’ashram, ad accoglierlo sono il disordine e il vuoto. Non c’è alcuna traccia dell’anziano monaco.

Ciò che resta di lui sono una gattina nera dagli occhi blu, Shakti, e un vecchio taccuino. Ed è proprio con questi che Kripala riprenderà il cammino, alla ricerca di un luogo che gli è apparso in sogno, una destinazione mitica di cui nessuno conosce esattamente la strada ma a cui in tanti ambiscono ad arrivare: il villaggio dei monaci senza tempo.

Lì è nato Tatanji, lì vivono maestri che custodiscono segreti millenari. Sarà un’avventura irta di ostacoli, ma anche costellata di incontri con anime speciali che lo aiuteranno a elevare la propria coscienza.

Come per il precedente, questo romanzo nasce dal diario personale di Kripala durante il suo viaggio per il Nord dell’India, in compagnia di una splendida amica e di un meraviglioso gatto.

 

Qualsiasi tempesta ti attraversi, in un abbraccio si dissolve. L’abbraccio è un saluto che avviene tra anima e anima. L’abbraccio è la medicina che placa la nostra sete di umanità.

 

Indice

Prefazione

Introduzione

  1. Il potere di un abbraccio
  2. Accogliere la vita
  3. Karma e destino
  4. Torneremo ancora
  5. Sogni lucidi
  6. Umile come un filo d’erba
  7. Vivi la vita come un bambù
  8. La forza del perdono
  9. Suoni sacri
  10. La divina vibrazione
  11. L’arte di guardare oltre
  12. Il monaco felice
  13. La sciamana
  14. La meditazione della foresta
  15. Tutto è Uno
  16. Le quattro domande del risveglio spirituale
  17. Il villaggio dei monaci senza tempo

Dettagli Libro

EditoreSperling & Kupfer
Anno Pubblicazione2022
FormatoLibro – Pagine: 310 – 13×20,5cm
EAN139788820073657
Lo trovi in:Percorsi di consapevolezza

Approfondimenti

Il potere di un abbraccio

Prima di uscire dall’aeroporto, avevo già deciso di prendere un taxi: era la soluzione migliore, sia per la comodità, sia per la possibilità di starmene da solo. Non era mia intenzione viaggiare in altro modo. Sapevo che, se avessi optato per il treno, sarei entrato in un mondo tutto a sé, ricco di diversità, incontri, e non certo semplice. Forse, non ero ancora pronto a immergermi nelle molteplici contraddizioni di un viaggio indiano su rotaia, almeno per il momento. Portavo con me soltanto uno zaino, nessuna valigia pesante. Il peso più grande, in realtà, lo stavo trasportando nel cuore, dove celavo il mio immenso dolore: il ricordo di Shanti, colei che ho amato sopra ogni cosa, colei che mi ha donato il suo cuore trasferendosi per amore dall’India all’Italia per condividere con me la sua esistenza.

FONTE