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Uno degli alberi che più caratterizza la nostra terra di origine celtica: i suoi frutti sono gustati da secoli e -con la Nutella- sono ormai conosciuti in tutto il mondo. I suoi rami servono da sempre per creare ceste, paletti per l’orto e bastoni per andare per funghi. A Lusernetta ne avevamo moltissimi: nei terreni di mia madre mio padre cercò per anni -con alterna fortuna- di sostituirli con i pini strobus… ma a quanto pare quando il nocciolo attecchisce, la sua potente capacità rigenerativa ne impedisce l’eliminazione.

Qui all’Eremo, nel primo perimetro del giardino, c’era un grosso ceppo che ho cercato di eliminare per ampliare la voliera dei diamanti mandarini. Nel bosco da poco acquistato c’è un’altro ceppo molto grande che mina la stabilità del ciabot (e che quindi cercherò di eliminare). Lascerò invece crescere una ventina di ceppi nella zona occidentale del bosco, tagliando ogni lustro i tronchi più grandi e lasciando crescere i più piccoli. Le nocciole se le mangerà la nutrita fauna locale! 


👁‍🗨 CHECK 03-2024: 🟢


NOCCIÒLO, MAGICO ALBERO

Il nocciòlo è conosciuto fin dall’antichità e i Romani lo consideravano addirittura magico, attribuendogli il potere di far ricrescere i capelli e di favorire la fertilità.

Sarà per per la sua notevole capacità di rigenerazione dopo la potatura, fatto sta che ancora oggi molti attribuiscono al nocciòlo qualità terapeutiche. In passato la pianta era considerata magica e il suo legno utilizzato per costruire tavolette divinatorie, bacchette magiche e bastoni che, secondo la tradizione, potevano condurre a fonti di acqua e trovare tesori nascosti. Non è un caso che Mercurio, messaggero degli dei, si servisse proprio di un bastone alato in legno di nocciòlo, raffigurante due serpenti intrecciati. Questo bastone, detto caduceo, è tutt’oggi utilizzato come simbolo della professione medica e fa bella mostra di sé in moltissime insegne di farmacie o sulle scatole delle medicine.

Una pianta particolarmente produttiva

Alla fine dell’inverno, in un contesto boschivo, il nocciòlo è facilmente riconoscibile grazie alle sue lunghe infiorescenze maschili colorate di giallo, gli amenti. La stessa pianta, oltre ai fiori maschili, porta su di sé i fiori femminili. Questi sono molto piccoli e meno appariscenti anche se caratterizzati da un intenso colore rosso-purpureo. Quando, grazie al vento, il polline cade dagli amenti ed incontra e feconda il fiore femminile, inizia la trasformazioni dell’ovario in frutto. Le nocciòle iniziano a maturare in agosto e saranno pronte per la raccolta in autunno, con una media produttiva di 3 kg per pianta.

Poiché in natura tende a formare cespugli a ceppaia, che sarebbero troppo scomodi per l’attuale raccolta meccanizzata delle nocciòle, gli agricoltori devono dedicare grandissima cura alla potatura puntuale e periodica della pianta che inizierà a produrre i primi frutti a partire dal sesto anno di vita, ottenendo la forma ad albero che siamo abituati a riconoscere.

Il nocciòlo nel mondo

Ad oggi nel mondo, sono circa venti le principali varietà di nocciòle commercializzate, ma è importante sapere che ne esistono molte di più! Nocciòli americani, asiatici, cinesi, turchi ed altri ancora, sono tutti caratterizzati dalla produzione di frutti sempre commestibili e molto nutrienti. Per questi motivi, il nocciòlo ha accompagnato la storia dell’uomo nei millenni, segnando il passaggio degli esseri umani preistorici dal nomadismo alla sedentarietà.

In Europa, per esempio, sono stati rinvenuti reperti archeologici che dimostrano la diffusione ed il consumo di nocciòle. In Val Vigezzo, nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola, è stato individuato un lago pleistocenico con tracce fossili di pini, betulle, ontani, querce, castagni e nocciòli. Un’altro ritrovamento nella nostra regione è avvenuto nel 2018 a Novi Ligure, dove sono stati portati alla luce alcuni frutti e semi carbonizzati, risalenti a 7000 anni fa.

Un’ultima curiosità si nasconde nel nome scientifico della pianta: Corilus avellana. Il nome del genere, Corilus, deriva dal greco κόρυς che tradotto significa “elmo“, facendo riferimento alle brattee (foglie modificate) che avvolgono il frutto della nocciòla.

FONTE

 


Corylus avellana

Il nocciòlo (Corylus avellana) è un albero da frutto appartenente alla famiglia Betulaceae.

Etimologia

Il nome del genere deriva dal greco κόρυς = elmo, oppure da kurl, il nome celtico della pianta, mentre l’epiteto specifico deriva da Avella, comune in provincia di Avellino, zona nota fin dall’antichità per la coltivazione di noccioli.

Descrizione

La pianta ha portamento a cespuglio o ad albero, se coltivata è alta in genere dai 2 ai 4 m ma se lasciata in forma libera può raggiungere anche l’altezza di 7–8 m. Ha foglie semplici, cuoriforme a margine dentato. È una specie monoica diclina, caducifoglia e latifoglia, con crescita rapida.

Le infiorescenze sono unisessuali. Le maschili in amenti penduli che si formano in autunno, le femminili somigliano ad una gemma di piccole dimensioni. Ogni cultivar di nocciolo è autosterile ed ha bisogno di essere impollinata da un’altra cultivar.

Il frutto (chiamato nocciola) è avvolto da brattee da cui si libera a maturazione e cade. Esso è commestibile e viene usato crudo, cotto o macinato in pasta, inoltre è ricco di un olio usato sia nell’alimentazione che dall’industria cosmetica.

Il legno del nocciolo è molto flessibile, elastico e leggero, fin dall’antichità veniva usato per costruire ceste e recinti. Non è adatto come materiale da costruzione o per mobili in quanto troppo elastico e poco durevole.

Distribuzione e habitat

Il suo areale geografico naturale è europeo-caucasico, va dalla Penisola iberica e Inghilterra fino al Volga, e dalla Svezia alla Sicilia. La distribuzione altitudinale è da collinare a medio-montana. Rifugge le aree mediterranee più calde e aride. Preferisce terreni calcarei, ben drenati, fertili e profondi e luoghi semi-ombreggiati. L’habitat naturale è costituito da boschi di latifoglie, soprattutto querceti misti mesofili, radure e margini. Può formare boschetti pionieri su terreni freschi pietrosi, in consociazione con aceri o pioppo tremulo.

Coltivazione

Vengono coltivate numerose varietà da frutto e ornamentali: tra queste ultime sono notevoli la varietà pendula, la varietà contorta, a portamento tortuoso, e la varietà fusco-rubra a foglie porporine.

È una pianta colonizzatrice che, avendo esigenze modeste in fatto di terreno e di clima, si adatta a svariate condizioni ambientali. In Italia, secondo produttore mondiale dopo la Turchia, il nocciolo è coltivato in modo intensivo principalmente in poche zone (in parentesi sono indicate le cultivar):

  • Piemonte, nelle Langhe (Tonda Gentile delle Langhe);
  • Lazio, in provincia di Viterbo (Tonda Gentile Romana);
  • Campania, nelle province di Caserta (Tonda di Giffoni, Camponica, Mortarella, San Giovanni), Napoli, Avellino (Mortarella, San Giovanni, Camponica), Benevento (Mortarella), e Salerno (Tonda di Giffoni);
  • Calabria, tra i comuni di Cardinale, Simbario, Torre di Ruggiero la Tonda Calabrese, la Tonda di Giffoni e la Tonda Romana.
  • Sicilia, principalmente nella provincia di Messina, ma anche sull’Etna, sulle Madonie e nei dintorni di Piazza Armerina.

Le cultivar di riferimento in Italia per uso e caratteristiche sono:

  • Tonda Gentile delle Langhe, piemontese, molto richiesta dall’industria dolciaria, si ambienta con difficoltà fuori dalla sua area tipica di coltivazione e di origine;
  • Tonda di Giffoni, originaria della provincia di Salerno, è coltivata in varie zone della Campania e del Lazio essendo una cultivar che presenta un buonissimo ambientamento anche in zone diverse dall’area tipica di coltivazione, molto richiesta dall’industria dolciaria;
  • Tonda Gentile Romana, della provincia di Viterbo;
  • Mortarella e S. Giovanni, campane a frutto allungato;
  • Camponica, campana a frutto grosso, ottima per il consumo da tavola;
  • Nostrale o Siciliana, è la varietà più diffusa in Sicilia ed è ottima per la tostatura perché esalta il suo aroma intenso.

Usi terapeutici

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico

Le sue foglie contengono i fenoli e i flavonoidi che agiscono sia sul gonfiore sia come tonici delle vene e anche come antinfiammatori.

L’olio del frutto di nocciole ha un alto contenuto di lipidi insaturi, quindi penetra facilmente la cute senza ungere, per questo motivo può essere usato come cosmetico in creme o olii per la pelle.

Aspetti medici

La presenza del frutto di nocciole, anche in tracce, per obbligo di legge va indicata nelle etichette degli alimenti, ciò al fine di evitare possibili allergie alimentari.

FONTE