Le differenze tra tè bianco, verde, nero, giallo, oolong, puerh, tè aromatizzato e tè profumato
Il tè proviene tutto da una singola specie di pianta, la Camellia sinensis, della quale si utilizzano foglie e germogli. Le differenti tipologie di tè si distinguono tra loro solo in base alla lavorazione che le foglie subiscono dopo il raccolto, mentre la qualità dipende dalla zona di coltivazione, dal terreno, dalla competenza di chi lo produce e dalle condizioni climatiche del momento in cui viene raccolto. Terreni ad altitudini elevate danno spesso tè più pregiati, e il buon coltivatore sceglierà l’esatto momento per la raccolta a seconda dell’orario più indicato, della quantità di rugiada o nebbia presenti, del sole o delle nuvole e della velocità del vento poiché tutto questo ne influenzerà il gusto finale. Lo stesso tipo di tè può essere venduto a prezzi molto diversi a seconda del produttore e dell’annata più o meno buona climaticamente, proprio come avviene per il vino.
Tè bianco
Questo tè è composto solo dalle primissime foglie e dai germogli della pianta. Il nome è dato dalla lanugine che ricopre i germogli e che rende questi tè di colore bianco argentato. È il tè meno lavorato ed è leggermente ossidato. Viene preparato facendolo prima appassire e poi essiccare al sole. Viene prodotto solo in alcune zone della Cina ed è uno dei tè più preziosi, le tipologie di maggior valore sono composte unicamente dai germogli. L’infuso che ne deriva è molto chiaro e delicato. Per la sua unicità in passato era tra i prescelti alle corti degli imperatori cinesi.
Tè verde
Questo tè non è né ossidato né fermentato, per questo mantiene il colore verde e parecchie delle proprietà della foglia fresca. Le foglie vengono sottoposte ad un processo termico subito dopo la raccolta in modo da bloccare l’ossidazione: il metodo tradizionale prevede l’essiccazione al sole su vassoi di bambù per qualche ora e poi il passaggio sul fuoco in grossi wok (in Cina) o al vapore (in Giappone). Produce un infuso chiaro e molto profumato, dal sapore erboso e vegetale, ricco di vitamine e sali minerali. Cina e Giappone ne sono i maggiori produttori. Una varietà particolare è il famoso matcha, il tè giapponese in polvere utilizzato per la tradizionale cerimonia del tè. Le piante di tè destinate al matcha vengono coperte con delle reti scure appena spuntano i germogli, così da far passare solo il 10% della luce e da far trattenere alle foglie una maggiore quantità di clorofilla. Le foglie vengono macinate a pietra fino a ridurle in polvere finissima con un procedimento che può durare anche un ora per ottenere solo 40 gr di prodotto. E’ un tè costosissimo che viene utilizzato molto anche in cucina e in pasticceria, sia per il suo sapore che per la capacità di donare alle preparazioni un colore verde acceso.
Tè giallo
E’ un tè cinese realizzato allo stesso modo del tè verde, con la differenza che le foglie durante la lavorazione subiscono una leggera ossidazione che ne provoca l’ingiallimento. E’ nato come un errore di preparazione del tè verde e per secoli è stato destinato all’imperatore. Più raro e difficile da trovare rispetto agli atri, il suo sapore è leggermente erbaceo con note di nocciola.
Tè oolong (detti anche wulong o verde-azzurri)
Le foglie subiscono un’ossidazione parziale che, a seconda dell’intensità (dall’10% all’80%), permette di ottenere tè estremamente diversi tra loro sia nell’aroma che nel colore più o meno scuro. Più è basso il grado di ossidazione maggiore è la somiglianza con i tè verdi, viceversa più è alto il grado di ossidazione maggiore è la somiglianza con i neri. Hanno iniziato ad essere prodotti nella regione cinese del Fujian circa 400 anni fa ma oggi quelli più aromatici e floreali provengono da Taiwan. Quelli cinesi presentano invece un sapore più intenso di nocciole e bosco. Le foglie non vengono raccolte troppo presto ma vengono lavorate subito, prima appassite al sole, poi messe in recipienti di bambù e agitate in modo da frantumarne i bordi fino ad ottenere il grado di ossidazione desiderato. Si possono trovare anche con le foglie arricciate.
Tè nero
I neri sono tè ossidati al 100% e sono i più bevuti al mondo. Fortemente aromatici, vengono prodotti principalmente in India e nello Sri-Lanka ma i più pregiati crescono nella regione indiana del Darjeeling. Una buona parte dei tè neri proviene anche da alcuni nazioni dell’Africa e dalla Cina, specialmente nelle regioni dello Yunnan e nel Fujian, patria del tè nero affumicato. La lavorazione consiste nel mettere le foglie ad appassire, poi nell’arrotolarle ancora morbide per far fuoriuscire gli oli essenziali fissando l’aroma e il colore finale. Raramente queste operazioni vengono ancora fatte manualmente. Successivamente le foglie vengono srotolate in un luogo freddo e umido e lasciate ad ossigenarsi per almeno 3-4 ore. Infine si procede con l’essiccazione tramite calore che scurisce ancor più le foglie e ne blocca il processo di decomposizione. Questo procedimento distrugge parte delle sostanze presenti nelle foglie ancora verdi e probabilmente si è sviluppato per conservare meglio il tè nei suoi lunghi viaggi verso occidente. Il nero infatti si conserva molto più a lungo del verde.
Tè pu-erh
Questi tipi di tè provengono solo dalla provincia dello Yunnan in Cina. Il loro nome deriva dalla contea di Pu’er che era usata come posto di scambio per il tè nel periodo imperiale. Vengono sottoposti ad un processo di fermentazione oltre che di ossidazione, e per questo sono chiamati anche tè postfermentati. Hanno un odore di terra umida perché nascono da un processo di invecchiamento attraverso il contatto con dei batteri che vengono aggiunti alle foglie dopo la raccolta. La cottura a vapore crea umidità per far crescere i batteri e in seguito le foglie vengono conservate in una camera a umidità controllata anche per molti anni. Questi microbi sani che continuano a svilupparsi danno al tè un sapore dolce e terroso, e alle foglie un colore marrone-rossastro. E’ l’unico tè che può invecchiare (alcuni collezionisti possono vantare puerh vecchi di oltre un secolo) e ovviamente hanno un prezzo diverso in base all’età. Oltre che a foglie sfuse vengono spesso venduti compressi in forma di gallette di varie pezzature.
Questa classificazione dei tè è quella usata da noi in occidente e deriva dal colore delle foglie. In Cina invece usano classificarli in base al colore dell’infuso quindi i tè neri vengono chiamati rossi in quanto una tazza di tè nero ha un colore rossastro scuro, mentre i pu-erh vengono chiamati tè neri perchè il colore dell’infuso è scurissimo. Gli oolong invece vengono chiamati wulong (cioè drago nero) e oolong è solo una deformazione occidentale di quel nome. Un discorso a parte va fatto per il rooibos, che da molti in occidente viene erroneamente chiamato tè rosso mentre in realtà non è tè perché deriva da un’altra pianta che proviene dall’Africa e non contiene teina.
Tè rilavorati (aromatizzati, profumati, affumicati e flower tea)
Il tè verde, il nero e l’oolong , oltre ad essere consumati puri, possono essere ulteriormente trattati per dare origine ai tè aromatizzati. Alle foglie si aggiungono petali di fiori essiccati, scorze d’agrumi, frutta secca, spezie o erbe varie quindi alla vista si presentano come un mix di foglie di tè e altri elementi secchi. Ogni importante maison che commercia tè ha i suoi abbinamenti esclusivi ma le possibili combinazioni sono infinte. Alcuni abbinamenti sono ad esempio l’oolong con coriandolo e anice stellato, il verde con menta e ananas, il nero con scorze di bergamotto e petali di fiordaliso, il verde con fragola e rabarbaro e il nero con arancia, cannella e mandorla, ma se ne possono creare a centinaia. L’idea di aromatizzare il tè è abbastanza recente ed è una pratica nata in occidente.
Un’antichissima tecnica cinese invece è quella che permette di creare i tè profumati ottenendo l’aroma voluto grazie al contatto più o meno prolungato con fiori freschi come il gelsomino, la rosa, il loto o il crisantemo. Le foglie del tè vengono ricoperte dai petali o dai boccioli per alcune ore, poi i fiori vengono eliminati. Ad occhio possono sembrare dei tè puri se non si ha la possibilità di annusarli. Rimangono delicati al gusto quindi se presentano odori e sapori troppo intensi significa che non sono stati profumati a contatto ma solo arricchiti con sostanze artificiali o essenze e vanno evitati.
Dai tè neri si possono creare anche tè affumicati, con processi di affumicatura più o meno lunghi a seconda dell’intensità dell’aroma che si vuole dare alle foglie. Vengono realizzati principalmente in Cina.
Con i tè bianchi e verdi invece si possono creare i flower tea, dei veri capolavori di raffinatezza cinese. E’ un’arte antichissima che consiste nel legare a mano le foglie o i germogli di tè formando delle sfere al cui interno viene inserito un fiore. Ogni sfera a contatto con l’acqua calda si aprirà lasciando emergere il fiore (ovviamente va usata una teiera in vetro per assistere a questa meraviglia). La loro apertura in antichità veniva contemplata in silenzio per via del grande valore estetico e simbolico che i cinesi attribuivano a questo rituale, ed è per questo che vengono chiamati anche tè da meditazione.
Conservazione
Il tè non ama l’umidità, il calore, la luce e i profumi estranei quindi va conservato in recipienti ermetici e lontano sia dalle spezie che dal piano cottura perché tende ad assorbire gli odori. La luce fa invecchiare rapidamente le foglie quindi il contenitore non deve essere trasparente (diffidate di chi vende tè già confezionato in sacchettini di plastica trasparenti). Il tè nero può essere conservato più a lungo del verde, mentre il tè pu-erh invecchia e migliora con l’età. Le date di scadenza non indicano il deterioramento del tè a livello impossibilità di utilizzo: potete bere un tè scaduto anche da anni e non vi succederà nulla, semplicemente non avrà più sapore. Per alcuni tè si possono notare diminuzioni e cambiamenti di sapore anche solo dopo pochi mesi quindi è meglio acquistarne meno alla volta e comprarlo più spesso. Le piccole quantità posso essere conservate nelle buste apposite che vi danno i negozi (sono composte da carta per alimenti rivestita da uno strato di stagnola e infine da uno di cellophane) oppure in scatoline di latta o di altri materiali neutri.
FONTE
La differenza tra tè verde e tè nero
Sia il tè nero che il tè verde provengono dalla stessa pianta chiamata “ Camellia Sinensis”. Allora perchè sono due tè diversi? Ci sono differenze per quanto riguarda la provenienza, la zona di coltivazione (collina, pianura, montagna) e la lavorazione delle foglie, dalla quale dipende la composizione chimica del tè. Ognuno di questi tè comprende poi numerosissime varietà dal sapore unico e caratteristico. Ma vediamo le principali differenze:
Provenienza
Il te’ nero proviene principalmente da Africa, India, Sri Lanka e Indonesia.
Il te’ verde deriva dai paesi orientali come la Cina ed il Giappone. Le due varietà di tè sono sottoposte a metodi di coltivazione e di raccolta diverse.
Lavorazione delle foglie
Nel tè nero le foglie vengono raccolte e sottoposte a fermentazione. Durante questo procedimento le “catechine”, principali componente delle foglie, si ossidano e perdono il loro potere antiossidante. I prodotti di questa ossidazione conferiscono al tè nero il suo sapore caratteristico.
Le foglie di tè verde, invece, NON sono sottoposte a fermentazione, pertanto la composizione chimica del tè verde si differenzia per l’elevata concentrazione di catechine ad alto potere antiossidante rispetto al tè nero. Il tè verde è l’unica varietà di tè non fermentato e contiene circa il doppio di catechine di quello nero e ha un potere antiossidante cento volte più efficace della vitamina C contro i radicali liberi. Le foglie di tè verde quindi sono lavorate in modo differente, rimangono verdi e l’infuso ha un colore chiaro ed un sapore piacevolmente amarognolo.
Varietà
► Il tè verde è l’unica varietà di tè non fermentato. Esistono circa 130 varietà di tè verde, tra i quali:
Lung Ching (fonte del drago): è tra i tè verdi più pregiati al mondo, prodotto in Cina scegliendo le foglie più giovani e tenere che danno all’infuso un colore verde smeraldo con sapore fresco e delicato.
Gun Powder (polvere da sparo): deve il nome all’aspetto delle foglie che, durante la lavorazione, vengono arrotolate su se stesse e prendono la forma di granuli. Molto diffuso in Europa, è il tè verde più bevuto al mondo. Il suo sapore fresco e pungente ricorda l’erba fresca.
Sencha: è un tè molto conosciuto anche in Occidente. Le foglie vengono raccolte in primavera e subiscono una lavorazione grazie alla quale diventano sottili come aghi di pino. L’infusione ha un sapore fresco e amarognolo.
Bancha: viene prodotto raccogliendo in piena estate le foglie più grandi. L’infuso è verde scuro dal sapore fresco.
► Il tè Nero è un tè completamente fermentato. Le foglie raccolte devono essere lavorate entro 6 ore per far sì che non perdano molte delle loro proprietà. Il tè viene diviso in base alla pezzatura delle foglie. Tra i principali tè neri ricordiamo:
Rose Pouchong: proviene dalla costa sud-orientale della Cina. Si ottiene mescolando alle foglie petali di rosa ottenendo un sapore molto delicato.
Assam: proviene dal nord-est dell’India, produce un infuso dal colore intenso che normalmente viene consumato con l’aggiunta di latte.
Darjeeling: tè nero indiano molto apprezzato proveniente dal distretto Darjeeling nel Bengala ed è una fra le qualità di tè neri più pregiati al mondo. Viene coltivato ai piedi dell’Himalaya, a 1.500 metri di altezza, in zone piovose e ventose; ha un sapore speziato deciso, tipico aroma di uve moscato e colorazione intensa.
Entrambi i tipi di tè contengono caffeina,una sostanza stimolante sia sul sistema nervoso centrale che su quello cardiovascolare: una tazza di te’ da 100 ml puo’ contenere dai 20 ai 30 mg di caffeina. I sapori di tè verde e tè nero sono molto diversi, se non li avete mai provati venite a trovarmi e vi consiglierò quale provare! E tu, quale preferisci!?
A presto!
FONTE