Le misure dell’uomo medio
Nel suo habitat, l’uomo deve poter vivere a proprio agio, ossia muoversi, esercitare più lavori, eseguire alcuni gesti, sedersi e dormire in modo comodo e senza sforzi inutili.
La scala umana costituisce, pertanto, una base di lavoro per la corretta progettazione architettonica. Le dimensioni dell’uomo medio sono fondamentali: tali sono quelle dello spazio che viene occupato in diverse posizioni, quelle dei passaggi necessarie alla circolazione, quelle del volume ideale affinchè ciascuno possa compiere le proprie funzioni e muoversi liberamente per ogni stanza di un ambiente.
Tuttavia, l’uomo non è solo un corpo che necessita di uno spazio razionale, essendo altresì una persona sensibile all’estetica.
In piedi-Seduto
Leonardo Da Vinci : L’Uomo Vitruviano
“L’Uomo vitruviano” è un disegno a matita e inchiostro su carta (34×24 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1490 circa e conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano, dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio e del quadrato. In particolare, il disegno illustra le proporzioni del corpo umano in forma geometrica ed è accompagnato da due testi esplicativi, nella parte superiore ed a piè di pagina, ispirati ad un passo di Vitruvio.
Lo studio è un chiaro omaggio dell’artista al pensiero classico e una sorta di affermazione della scientificità della pittura, intesa come comprensione della realtà “fenomenica”. Leonardo voleva infatti fornire una base matematicamente misurabile della rappresentazione artistica, per questo la parte scritta si dilunga sulle proporzioni delle singole parti, partendo dalla dimensione base dell’altezza centrata all’ombelico. Immaginando di sdraiare un uomo sul dorso e di puntare un compasso nel suo ombelico, Leonardo descrive un cerchio che tange la punta delle mani e i piedi allargati.
Le Corbusier: Il Modulor
Il Modulor è una scala di proporzioni basate sulle misure dell’uomo inventata dall’architetto svizzero Le Corbusier, come linea guida di un’architettura a misura d’uomo: Le Corbusier pubblicò Le Modulor nel 1948, ed il Modulor 2 nel 1955.
Le Corbusier usò la scala del Modulor nella progettazione di molti edifici, inclusi Notre Dame du Haute e alcuni edifici a Chandigarh. Nella costruzione della prima Unité d’Habitation, a Marsiglia, una versione del Modulor modellata nel cemento fu posizionata vicino all’ingresso.
La rappresentazione grafica del Modulor è avvincente e, a una prima occhiata, convincente. Una figura umana stilizzata con un braccio steso sopra il capo si trova vicino a due misurazioni verticali, la serie rossa basata sull’altezza del plesso solare(108 cm nella versione originale, 1.13 m nella versione rivista) poi divisa in segmenti secondo il Phi, e la serie blu basata sull’intera altezza della figura, doppia rispetto all’altezza del plesso solare (216 cm nella versione originale, 2.26 m nella rivista), e divisa in segmenti allo stesso modo. Una spirale, sviluppata graficamente tra la serie rossa e la blu, sembra mimare il volume della figura umana.
Tuttavia, l’altezza della figura sembra essere arbitraria e scelta forse per convenienza matematica. Il corpo femminile, secondo le parole del recensore Michael Ostwald, “fu considerato solo in un secondo momento e rifiutato come fonte di armonia proporzionale”. Il sistema non trova relazioni con le attuali osservazioni antropometriche. Non c’è un metodo evidente e chiaro per trasferire queste misurazioni agli spazi abitati; ad esempio, il Modulor non può essere usato per calcolare comodi scalini o l’altezza dei montanti delle scale.
FONTE: wikipedia