Indice
- Felici ma scontenti: perché le relazioni non ci soddisfano più?
- 7 segnali che dicono che tuo marito è “infelicemente” sposato
- Non sposarti se il partner mostra questi nove segnali
- 4 errori imperdonabili che ho fatto come moglie (ora sono un’ex moglie)
Felici ma scontenti: perché le relazioni non ci soddisfano più?
Nell’era delle dating app, delle convivenze easy, dei flirt complicati, le relazioni ci soddisfano sempre di meno. Cerchiamo affetti che difficilmente troviamo e, se li troviamo, facciamo fatica a tenerli stretti o non sempre ne restiamo appagate. Proviamo a capire insieme come mai la curva di domanda e quella di offerta nel “mercato delle relazioni”, non si incontrino più
C’erano una volta un Lui e una Lei.
Lui aveva i suoi bisogni, lei i propri.
Tra i bisogni di lui c’era quello di avere lei, e tra quelli di lei c’era il desiderio di stare accanto lui. Lui aveva delle “cose” da dare a lei, lei ne aveva “altre ancora” che voleva ricevere da lui. E viceversa.
Si scambiavano molto a vicenda. Ma ogni tanto arrivavano quei momenti in cui nessuno dei due si sentiva pienamente appagato dall’altro. Era come se d’un tratto non si capissero più. Si amavano tanto, ma le aspettative reciproche non potevano fare a meno di essere, ogni tanto, deluse. Allora sopraggiungeva la sensazione che tra loro “mancasse qualcosa”. Qualcosa che avrebbe potuto dare “un valore aggiunto” al legame. Ma nessuno dei due riusciva a individuare con esattezza di cosa si trattasse… Continuarono a nutrire e ad autoregolare la relazione tra alti e bassi, promesse e compromessi. E vissero così un po’ felici e un po’ scontenti: contenti di stare insieme ma non sempre soddisfatti.
Nell’era delle dating app, delle convivenze easy, delle frasi d’amore su tumblr e dei flirt complicati, le relazioni ci soddisfano sempre di meno ed è come se i gesti romantici stessero perdendo il loro valore. Per riscoprire il valore delle relazioni moderne proviamo a riprendere le fila di quell’ “economia del sentimento” di cui ha parlato per primo l’economista Adam Smith. E capire insieme, passo dopo passo, come mai la curva di domanda e quella di offerta, nel “mercato delle relazioni”, non si incontrino più
LA MICROECONOMIA PER CAPIRE LE RELAZIONI DI COPPIA Era il 1759, quando Adam Smith affrontò per primo il tema della società e delle relazioni nella sua opera “Teoria dei sentimenti morali”. Sembrerà strano ma, nonostante la società sia cambiata, la logica che regola le relazioni pare essere rimasta la stessa. Smith parlava di tre pilastri su cui costruire un “mercato felice” di lunga durata. Empatia, condivisione e amore di sé. Considerava le relazioni affettive come parte integrante ed essenziale per il funzionamento di un sistema più grande: la società. E tutte – dico tutte – le relazioni si fondavano sull’arte del baratto. Do ut des, direbbero i latini.
“L’inclinazione a barattare e scambiare una cosa con un’altra è comune a tutti gli uomini” – Adam Smith
LA RELAZIONE COME SCAMBIO Che ci piaccia oppure no, nessuna relazione moderna esula dallo scambio. Così è stato, così sarà. Siamo tutte “prede” delle aspettative, esattamente come siamo tutte disposte a dare amore nella speranza di riceverlo. Chiaramente l’amore è un pensiero che non si dovrebbe avere. Sarebbe meraviglioso donare all’altro senza il timore né la probabilità né la preoccupazione di “restarci fregate”. Eppure, a volte, il baratto non è presidiato da alcun lieto fine. Anzi. Ci sono storie in cui, dopo “l’ultimo scambio di arresto”, ci pentiamo quasi di aver dato troppo. Troppa energia, troppa attenzione, troppo di noi a qualcuno che non lo meritava affatto.
FELICI MA SCONTENTI Se guardiamo un attimo la realtà dei fatti, o meglio delle relazioni a conti fatti, ci accorgiamo che non tutte le coppie sono soddisfatte in pieno della loro relazione. Se da un lato ci sono legami saldi, appagati e che si reggono in piedi, dall’altro ce ne sono altrettanti che fanno fatica ad auto-conservarsi. Allo stesso modo è difficile scovare una single che sia felice al 100% di esserlo. Insomma, c’è sempre una piccola parte di noi che, nelle relazioni o nella singletudine, rimane scontenta.
IL VERO VALORE DEL SENTIMENTO La domanda arriva spontanea. Come mai, in una società piena di stimoli, svaghi e incontri a portata di smart-phone, trovare – o tenersi stretta – la persona giusta è diventato così complicato? Per dirla in termini economici, è come se nel sistema uomo-donna la curva di domanda e quella di offerta non si incontrassero più. O è come se si incontrassero ma in alcuni casi il valore dello scambio fosse basso, o addirittura pari a zero. I gesti romantici hanno perso parte del valore che avevano una volta. E questo non tanto per il gesto di per sé né per la sua forma. Quanto per il suo contenuto del gesto che è diventato sempre meno consistente e autentico.
Unire sentimento ed economia non è, quindi, un proposito così strano: ha il suo senso, il suo perché. Ed è esattamente il contrario di quel sembra: significa opporsi all’amore commerciale e svalutato. Quello dei “ti amo” detti pour parler, dei regali pensati per far colpo, delle cene offerte con doppio fine, dei giuramenti fatti ma senza crederci.
Osserviamo ora le relazioni che ci circondano, quelle che viviamo e quelle degli altri. È un po’ come se avessimo perso di vista il vero “valore” del sentimento: la sua consistenza. E, di riflesso, si fosse alzata la soglia della sicurezza affettiva. Tanto che ci sembra sempre più complicato raggiungerla!
VI SENTITE APPAGATE DALL’AMORE? Per sicurezza, meglio dubitare di tutto: potrebbe essere questo il motto di una relazione moderna. Basta guardare i precedenti affettivi di ciascuna di noi. Quanti uomini abbiamo conosciuto, di quanti ci siamo fidate, con quanti ci siamo lasciate andare per poi chiudere la storia con il commento finale “Credevo fosse quello giusto, mi sbagliavo”?
“Penso, dunque, sono” scriveva Cartesio nel 1600.
“Penso, dunque, sono single” potremmo dire oggi.
Ripensate adesso all’ultima storia che avete chiuso. O, più in generale, ai motivi per cui le vostre relazioni passate sono finite. Noterete che a un certo punto tra voi e l’altro era venuto a mancare un equilibrio, un punto di incontro. Come se, a un tratto, ciò che davate voi non avesse trovato più una corrispondenza rispetto a ciò che ricevevate da lui. “Non mi sentivo abbastanza amata”, “Mi sono accorta che ero sempre io a venirgli incontro”. Oppure: “Ho iniziato a trascurarlo perché non ero più coinvolta”. O ancora: “Diceva di amarmi… Diceva.”
Pensate ora a una relazione che state vivendo – se la state vivendo! – e nella quale vi sentite appagate e amate. Quanto amore stato investendo nei confronti dell’altro? Quanto tempo state dedicando? Probabilmente lo stesso che a voi torna indietro. Per questo non ci state pensando. Quando non sentiamo la mancanza di un “bene” all’interno della coppia è perché quel “bene” non ci manca affatto. Neanche un po’. E non ci manca nella misura in cui è a nostra completa disposizione: la relazione affettiva in corso produce amore e sia noi che l’altro ne risultiamo appagati.
Indagare l’economia del sentimento vuol dire esplorare le scelte individuali che si fanno nella coppia. Comprendere quali risorse del “mercato sentimentale” sono a nostra disposizione, quali scarseggiano e perché. Rendersi conto che per dedicare del tempo a qualcuno bisogna rinunciare a qualcos’altro. E che non è tutto amore quel che sembra. O che si spaccia per tale. Ma, soprattutto, occuparsi dell’economia del sentimento significa approcciarsi allo studio delle relazioni moderne nell’ottica di riscoprirne il valore . E quindi nella prospettiva di ritrovare la formula – per dirla alla Smith – di una felicità d’insieme duratura.
FONTE
7 segnali che dicono che tuo marito è “infelicemente” sposato
Hai il vago sospetto che tuo marito sia insoddisfatto del vostro matrimonio? Qui, alcuni psicologi e consulenti matrimoniali ci descrivono 7 segnali che indicano che il coniuge potrebbe non essere soddisfatto della vostra relazione.
1. Sente di non poter “vincere”.
Non credere che i tuoi sospiri e i commenti che fai sottovoce passino inosservati. Gli uomini infelici del matrimonio spesso dicono di sentire che le mogli non sono mai contente di loro, come dice Kurt Smith, analista matrimoniale e familiare specializzato in consulenze maschili.
“Alcuni mariti hanno la sensazione di non riuscire a rendere felice la propria moglie. A prescindere dall’argomento sul tavolo, non fanno mai abbastanza, fanno troppo oppure non ne ne fanno mai una giusta” ha spiegato.
Per bilanciare tanta negatività, Smith dice che le mogli dovrebbero sforzarsi di riconoscere quanto di positivo e utile i loro mariti fanno in casa o per la famiglia.
“Il problema è che molti uomini pensano che le compagne si accorgano solo dei loro errori. Quando sentiamo di non poter vincere, smettiamo di provarci”.
2. Alza gli occhi al cielo ogni volta che gli chiedi di andare ad una festa.
È bellissimo andare alle feste in coppia. Trovare il tempo per una serata fuori è sempre un bene. Ma per alcuni uomini, la pressione di essere il tuo “più uno” ad ogni matrimonio, evento di lavoro e festa a tema può essere un po’ schiacciante, come spieta Betsy Ross, psicoterapeuta specializzata in divorzio, dal Massachussetts.
“Molti uomini infelici si lamentano perché sentono la pressione delle compagne, quando in realtà non vorrebbero fare assolutamente nulla. A volte vuoi solo rilassarti per una sera”, ha spiegato.
Se sentite spesso la frase “lasciami stare” o altre variazioni sul tema, la dottoressa Ross vi suggerisce di assecondarli.
“Gli uomini vogliono passare più tempo da soli, ma questo potrebbe convincerli a darvi una mano o a cercare di passare più tempo con voi senza bisogno di chiederlo”.
3. Si lamenta della tua petulanza.
Sembra un cliché, ma la psicologa e mediatrice divorzista Kristin Davin ci conferma che le lamentele sulle mogli petulanti sono una costante nel suo studio di New York. Detto questo, forse la faccenda è un po’ più complicata.
“Spesso (ma non sempre) le donne si lamentano perché gli uomini non mantengono la parola. Quante volte avete parlato di fare qualcosa e lui si è impegnato a portare a termine un compito senza mai finirlo? Credo molto spesso” ha spiegato la dottoressa. “Le donne si sentono bloccate: continuano a provarci, a parlare con lui per affrontare la questione, ma invano. Lui interpreta la richiesta come una fastidiosa insistenza. Tu vuoi credergli ma lui non mantiene mai le sue promesse”.
Come evitare queste conversazioni ripetitive e fastidiose?
“Prova a cambiare discorso. Di’ qualcosa come: questa cosa è davvero importante per me, quanto dovrò aspettare perché venga portata a termine? C’è qualche ostacolo da superare? Se non verrà fatta entro un ragionevole periodo di tempo, possiamo chiamare qualcuno che se ne occupi?
4. Accumula straordinari.
Ovviamente lavorare di più può essere un modo per migliorarsi, ma se lui lavora fino a tardi, nei weekend o anche durate le vacanze, forse sta usando il lavoro come una scusa per non trascorrere del tempo con la famiglia, come spiega Ross.
“Di solito le mogli hanno un limite di tolleranza per il tempo trascorso lontano dal partner. Quando un marito inizia a dedicare sempre più tempo ed energie al lavoro, significa che sta investendo sempre meno sul matrimonio. Molti mariti infelici con cui ho lavorato investono sempre più tempo sulla carriera o, in generale, perseguono interessi che non comprendono matrimonio e vita familiare”.
5. Sente di essere punito per qualcosa che ha fatto in passato.
Ad un certo punto è necessario lasciarsi alle spalle i problemi coniugali del passato, come spiega Smith. Ad esempio se ha ammesso, ha chiesto scusa e si è fatto perdonare per aver avuto una storia (e tu gli hai accordato il tuo perdono) non puoi continuare a punirlo.
“Tutti commettiamo errori, ma alcuni uomini si sentono irrimediabilmente avvolti dall’ombra delle stupidaggini commesse in passato”, spiega Smith. “Sanno che se faranno un altro errore, sentiranno parlare anche di quelli che hanno commesso 5, 10 o 15 anni fa”.
6. Non capisce perché gli rendi la vita difficile ogni volta che vuole uscire con gli amici.
Se siete sempre in conflitto ogni volta che ci sono gli incontri settimanali del fantacalcio, cercate di affrontare il vero nocciolo della questione. Se ad infastirti è il suo bisogno di spazio e tempo per se stesso, forse dovresti rivedere la tua posizione, come suggerisce la dottoressa Davin.
“Lo spazio è fondamentale in una relazone. Vedila in questo modo: il tuo matrimonio dovrebbe essere una relazione interdipendente, non un rapporto di dipendenza e “trappole”. Il tempo passato lontani crea più spazio nella coppia. Una spazio di cui entrambi i partner hanno bisogno per crescere, evolversi e sentire la mancanza l’uno dell’altro”.
7. Evita le conversazioni importanti.
Forse pensi che una discussione sia il modo migliore per parlare delle cose che più ti seccano negli ultimi tempi, ma non è detto che sia così anche per tuo marito. La dottoressa Devin ammette che gli uomini spesso hanno bisogno di più tempo e spazio per elaborare i problemi.
“Si tratta di un malessere comune, una specie di danza tra chi “insegue” e chi “si allontana”. In linea generale, quando c’è disaccordo molte donne vogliono parlarne subito, sono loro ad inseguire. Gli uomini? Non sono dello stesso avviso. Vogliono prendere le distanze, hanno bisogno di allontanarsi in una dimensione dove poter riflettere”.
La soluzione al dilemma è trovare un accordo e ritornare sul problema a mente fredda. Ma per la vostra salute mentale “è meglio farlo prima che dopo”.
Questo post è stato pubblicato originariamente su HuffPost US ed è stato tradotto dall’inglese da Milena Sanfilippo.
FONTE
Non sposarti se il partner mostra questi nove segnali
Gli esperti dicono che vale la pena di spingere il freno se una di queste cose si verifica prima del matrimonio
By Kelsey Borresen
Questo post è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo
Per le coppie fidanzate con un matrimonio all’orizzonte, è importante fare il punto della relazione prima, e non dopo, aver percorso la navata.
Anziché spendere tempo ed energie nella pianificazione del matrimonio, pensa a investire un po’ di quelle preziose risorse nella relazione – soprattutto se nutri dubbi sulla tua volontà di coltivare un rapporto lungo una vita con quella persona.
Di seguito, alcuni consulenti matrimoniali svelano quali sono i comportamenti abbastanza seri da legittimare un rinvio del matrimonio fino a quando non avrete risolto la situazione. E se le cose non migliorano, forse è il caso di rivalutare la relazione in toto.
1. Spesso mette prima di te altre persone e altri piani.
Il partner cancella piani fatti con te quando spunta fuori qualcosa di meglio da fare con gli amici? O forse risponde a una telefonata di lavoro, non urgente, mentre siete fuori a cena per festeggiare il tuo compleanno. Questo potrebbe indicare che non dà la priorità a te e alla vostra relazione. “Le persone si sposano per tanti motivi”, ha spiegato ad HuffPost Aaron Anderson, consulente matrimoniale e famigliare. “Non sempre è per amore. Assicurati di non sposare qualcuno che vuole unirsi a te per convenienza. Assicurati che ti metta al primo posto. Non vuoi mica fare la parte del coniuge comprensivo per il resto della tua vita, o ben presto inizierai a sentirti uno zerbino”.
2. Non comunicate bene.
Anziché intavolare un confronto produttivo su un argomento spinoso – come il sesso, problemi di famiglia o soldi – il partner tende a litigare con te oppure evita del tutto la discussione. È stato già detto mille volte, ma la comunicazione è la base di un matrimonio solido. Se non riuscite a parlare candidamente delle questioni più delicate, forse non siete ancora pronti per il matrimonio.
“I problemi che emergono quando le difficoltà pendenti restano irrisolte possono rovinare la relazione”, dice ad HuffPost Tina Tessina, psicoterapeuta e co-autrice di How to be a Couple and Still be free. “Impegnatevi a parlare di qualsiasi cosa vi appare difficile: è fondamentale sapere fino a che punto riuscirete a dipanare le situazioni complicate che emergeranno nel corso di una vita insieme”
E se non riuscite a trovare un modo per discuterne senza degenerare in un litigio infuocato, potrebbe essere saggio rivolgersi a un terapista di coppia che può aiutarvi ad affinare le vostre capacità comunicative.
“Se questo non funziona, forse non funzionerà neanche la relazione”, conclude Tessina.
3. Ti ha tradito
L’infedeltà non deve per forza metter fine ai giochi, ma di certo si tratta di qualcosa che può rallentare il percorso verso il matrimonio. Se il partner si mostra sinceramente pentito ed è disposto a rivelare le cause che lo hanno portato a essere infedele, è un buon segno. Prima di convolare a nozze, vale la pena anche analizzare più da vicino qualsiasi problema soggiacente alla relazione che potrebbe aver contribuito al tradimento.
“Anche se non sono d’accordo con il detto ‘Chi tradisce una volta, tradisce sempre’, ci sono fondamentali cambiamenti di mentalità e atteggiamento per evitare che si ripeta”, spiega ad HuffPost Kurt Smith, analista specializzato nel counseling maschile. “Questi nuovi cambiamenti dovrebbero essere verificati prima di sposarsi”
4. Avete smesso di fare sesso, o di parlarne.
Nel corso di una relazione, è normale che il desiderio sessuale di entrambi tenda a oscillare. L’importante è essere capaci di avere un confronto sano su questi inevitabili alti e bassi, ed esprimere quello che vi piace ( e che non vi piace) a letto. Se il partner ti boicotta o si rifiuta di prendere sul serio le tue preoccupazioni, è improbabile che questi problemi di risolvano come per magia dopo aver detto “Lo voglio”.
“Se percepisci tensioni nella relazione sessuale già adesso, immagina come dovrai sentirti negli anni a venire”, ha spiegato Anderson. “Non si può fare sesso mediocre per una vita intera. La gente crede che le difficoltà sessuali non siano un buon motivo per metter fine a un fidanzamento, ma si dimostra molto meno comprensiva quando diventano causa di tradimento o divorzio. Prendete una decisione adesso o risolvete il problema prima di sposarvi”.
5. Sta facendo i conti con una dipendenza: droghe, alcol, gioco d’azzardo.
Anche in questo caso non dev’essere per forza una causa di rottura, ammesso che il partner si impegni davvero nella guarigione. Ma le dipendenze non curate possono mettere in crisi la relazione, perciò non dovresti limitarti a guardare altrove – a prescindere da quanto ami il partner. Se è pronto e disposto a chiedere aiuto, è un conto. Ma rifiutarsi di ammetterlo è ben altra cosa.
“Le dipendenze non si risolvono facilmente”, ha spiegato Smith a HuffPost. “Sarebbe un grave errore pensare di cambiare il comportamento del partner rispetto al problema. Non so dirvi quante coppie che ho seguito hanno sottovalutato il problema all’inizio perché convinte che non sarebbe diventato tanto grave”
6. Il partner ha appena vissuto un evento importante, come un cambio di carriera, un trasferimento, la malattia o la morte di un genitore
Di certo non sono motivi per annullare un matrimonio, ma forse potrebbero farvi riconsiderare le tempistiche delle nozze. Forse è il caso di posticipare il matrimonio finché le cose non si stabilizzano e la vita del partner ritorna ad un certo livello di normalità.
“Cercare di costruire una relazione su un terreno instabile non è mai una buona idea”, ha detto ad HuffPost Susan Pease Gouda, consulente matrimoniale e coautrice di The New I Do: Reshaping Marriage for Skeptics, Realists and Rebels. “Una coppia che seguivo stava affrontando le ripercussioni della malattia di un padre, che aveva portato il neosposo ad allontanarsi dalla moglie. Anche se, da un lato, lei lo capiva, dall’altro era risentita per tutte le cure che il marito doveva dedicare al padre. Dal suo punto di vista, quello doveva essere il loro periodo da novelli sposi”.
“Dal canto suo, lui era risentito perché la moglie non capiva la relazione padre-figlio”, continua Gadoua. “Ripensandoci, la moglie si rese conto che suo marito non era totalmente presente nel giorno delle nozze e nei mesi precedenti. D’istinto sapeva che non era nelle condizioni ideali per sposarsi, ma pensava che avrebbero superato la tempesta insieme”.
7. Tende ad imporsi ed è emotivamente instabile.
Capitano a tutti giornate belle e brutte. Nei giorni no, forse non diamo il meglio e magari siamo scontrosi e irascibili. Ma per il partner comportarsi male è l’eccezione o la regola? Se, troppo spesso, il partner ha accessi emotivi, cerca di controllarti (che potrebbe indicare un abuso psicologico) o adotta comportamenti narcisisti, sei di fronte a campanelli d’allarme importanti da non ignorare, ha spiegato Smith ad HuffPost.
“Un atteggiamento simile dovrebbe essere affrontato con un professionista della salute mentale per determinarne la gravità”, continua Smith. “Se caratteristiche come queste, o altre, ti portano a paventare un problema, non dovresti ignorarle. Sono tra i motivi principali per cui le coppie si rivolgono al consulente matrimoniale più avanti”.
8. Affronta un serio problema di salute mentale.
Ogni anno, quasi un americano adulto su cinque affronta una patologia legata alla salute mentale. È molto diffuso. Ma se il partner sta affrontando un problema grave, debilitante, lo stress di un matrimonio imminente potrà solo aggravare un carico mentale ed emotivo già pesante.
“Una coppia si rivolse a me per la terapia prematrimoniale un mese prima delle nozze e, ad ogni seduta, lui scivolava sempre di più in un buco nero di depressione”, ha detto ad HuffPost Laura Heck, consulente di coppia e creatrice delle serie online per la terapia di coppia “ForBetter”. “Si rivolse a un analista specializzato in depressione, che gli consigliò di farsi ricoverare in ospedale per qualche giorno per evitare che di farsi del male. Si trattava di un campanello d’allarme grave e, a quel punto, doveva essere chiaro che la data del matrimonio non era più la priorità numero uno”.
Ignorando il consiglio di Heck di posticipare le nozze, la coppia si sposò pochi giorni dopo le dimissioni del marito dall’ospedale.
“I matrimoni possono rivelarsi eventi stressanti; infatti, sulla scala dello stress percepito, durante gli eventi che ti cambiano la vita, il matrimonio totalizza un “punteggio” di 50 su 100″, spiega. “Chiunque può accusare un aumento dell’ansia o di patologie preesistenti; tuttavia, i pensieri suicidi o i comportamenti autolesionisti dovrebbero avere la precedenza e mettere in pausa la decisione di una data imminente. Consiglio di posticipare e andare alla fonte di questi sintomi”.
9. Ti nasconde dei segreti
Mettiamo che il partner abbia sforato col budget mensile oppure sia uscito a cena con un ex: te lo ha detto, oppure non ne ha parlato, sperando che tu non lo venga a sapere? Ammettere le proprie colpe non è facile, richiede onestà e vulnerabilità. Ma, alla fine, essere sinceri sui propri errori contribuisce a creare una base forte per un futuro insieme.
“Mentire al partner sul fatto che non si è rispettato un accordo fa più danni del gesto stesso”, ha spiegato Tessina. “Se sbagli, di’ la verità. Se il partner ha sbagliato, sii pronto/a ad ascoltarlo/a senza incolpare o alterarti, perché possiate arrivare a una soluzione”.
In ogni relazione serena la fiducia dev’essere reciproca, ha aggiunto Tessina.
“Stando a questa definizione, se c’è un segreto che non sei disposto a condividere, forse c’è qualcosa che non va con la fiducia tra voi”, ha ammesso. “Condividere segreti compromettenti è un ottimo modo per testare le possibilità di sopravvivenza del rapporto. Io sostengo la condivisione totale”.
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4 errori imperdonabili che ho fatto come moglie (ora sono un’ex moglie)
By Sloane Bradshaw
All’inizio è stato facile per me accusare mio marito di aver distrutto il nostro matrimonio durato dieci anni. È stato lui a tradire, ad andarsene senza voltarsi indietro. E ancora prima, era lui a tagliarmi fuori: preferiva buttarsi sul lavoro per sfuggire a tutto quello che ci stava succedendo.
Scaricavo le colpe su di lui come meccanismo di difesa per affrontare i primi, difficili mesi della nostra separazione e l’espressione “come si permette!” (con sussulto) era il mio mantra. Ho chiamato a raccolta un intero esercito di sostenitori che, come me, erano completamente inorriditi di fronte all’impudenza e alla faccia tosta di quell’uomo.
Perché, ovviamente, essere un bugiardo, un traditore, uno che abbadona la sua famiglia, batte tutte le cose che io ho fatto al nostro matrimonio nell’ultimo decennio. Giusto?
Sbagliato.
Per mesi, ho declinato ogni mia responsabilità per il fallimento del matrimonio, aggrappandomi all’immagine di me che avevo dipinto: una moglie dolce, altruista, che ha patito a lungo. Ma quando uno psicologo mi ha messo di fronte a tutte quelle stronzate, sono stata costretta ad esaminare attentamente le mie mancanze.
Non è stato bello.
Adesso riconosco gli errori che hanno davvero rovinato il mio matrimonio. Che possano servirvi da monito, prima che sia troppo tardi.
1. Ho messo i figli al primo posto.
Amare i propri figli è semplice. Richiede uno sforzo minimo e loro ti amano in ogni caso. Il matrimonio è l’estremo opposto: è un lavoro. Ogni volta che il mio matrimonio iniziava a somigliare ad un lavoro, io mi chiamavo fuori e andavo a costruire un orso di peluche o al museo delle scienze con i bimbi al seguito. Spesso pianificavo queste avventure quando sapevo che mio marito non avrebbe potuto parteciparvi (e rovinare il mio divertimento). Mi dicevo che andava bene così perché lui preferiva lavorare e sembrava fosse sempre di cattivo umore durante le uscite di famiglia. Quasi tutte le notti preferivo accoccolarmi con i bimbi nel nostro letto, incolpando i suoi orari e il suo russare per questa organizzazione notturna. Di conseguenza, riuscivamo raramente a restare soli e uscire senza i bambini. Be’, forse solo una volta all’anno per il nostro anniversario.
2. Non ho stabilito (o rispettato) dei limiti con i miei genitori.
Erano spesso da noi, a volte arrivavano senza preavviso e si fiondavano dritti in casa. Ci “davano una mano”, facendo cose non richieste come piegare il bucato (nel modo sbagliato, ovviamente). Andavamo in vacanza con loro. Correggevano i nostri figli davanti a noi. La paura di turbare i miei genitori m’impediva di tracciare un confine e chiedere loro di non oltrepassarlo.
Più volte ho rivendicato l’autonomia della mia famiglia, ma poi non ho preteso che i miei facessero altrettanto. In pratica mio marito aveva sposato tutta la famiglia.
3. L’ho “evirato”.
Pensavo che l’amore avesse a che fare con l’onestà, ma sappiamo tutti che la verità fa male. Mentre diventavamo più sicuri (leggi: pigri) della nostra relazione, ho smesso di indorare la pillola. Parlavo male di lui con le mie amiche, con mia madre, con le colleghe. Continuamente. “Ci credi che non ha fatto così? e “Perché ha fatto cosà?”.
Anziché pompare il suo ego, l’ho schiacciato. Spesso lo sminuivo, dicendo che il suo lavoro non era importante o liquidando i suoi amici some degli “scrocconi”. Gli rimproveravo di fare le cose nel modo sbagliato, ma la verità è che non le stava facendo a modo mio. A volte gli parlavo come fosse un bambino. Controllavo le finanze di famiglia e lo mettevo sotto torchio per ogni centesimo che spendeva. Anche in camera da letto – sì, avete indovinato – stava sbagliando tutto ed io non avevo timore di farglielo notare. Mentre il matrimonio andava in pezzi, mi ritrovavo continuamente a cercare mancanze ed errori per giustificare la mia superiorità. Alla fine, non avevo più alcun rispetto per lui e mi assicuravo che lo sapesse, e lo sentisse, ogni giorno.
4. Non mi preoccupavo di capire quale fosse il giusto modo di litigare.
So che sembra strano suggerire che esista un modo giusto di litigare. Ma esiste. Tendevo a mantenere la pace in casa semplicemente restando in silenzio quando qualcosa mi infastidiva davvero. Come potete immaginare, tutte le piccole cose che mi facevano ammattire alla fine crescevano fino a diventare un gigantesco concentrato di rabbia repressa che, di tanto in tanto, esplodeva in un accesso d’ira “alla Hulk”, fortissima e sinceramente spaventosa. E per rabbia mi riferisco a quel tipo di rabbia clinico, da definizione medica. Dopo l’accaduto, giustificavo la mia collera dicendo che una donna può sopportare fino a un certo punto. Ripensandoci, ammetto di essere stata una vera stronza durante quegli episodi.
Non scrivo questo mea culpa nella speranza di riconquistare il mio ex o di chiedere il suo perdono. Scrivo queste cose perché non riesco a credere di aver nascosto la testa nella sabbia per tutto quel tempo. Spero che altre donne lì fuori tireranno fuori la loro testa e si guarderanno attentamente intorno. E anche se sto ancora male perché mio marito ha deciso di risolvere i nostri problemi nel letto di un’altra (quando dialogo e terapia avrebbero potuto aiutarci), so con certezza che il mio comportamento ha contribuito a spingerlo fino a quel punto.
Questo articolo è apparso per la prima volta su YourTango, è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo
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