Riporto questo bell’articolo letto su ANSA. Riassume notizie interessanti sulla simbologia associata nel tempo ai pesci.

 

Dai primi Cristiani al film della Cavani, la simbologia del pesce nella storia

Il pesce è un simbolo spesso associato alla protesta o alla rivendicazione di indipendenza e autonomia. Oltre al movimento delle “Sardine”, diventato famoso in questi giorni per la sua contrarietà al messaggio politico della Lega e di Salvini e per la capacità di riempire le piazze di mezza Italia,  in molti si sono richiamati, nei secoli, alla simbologia del pesce.
Nell’antichità
Tra i primi furono i Cristiani, soprattutto durante le persecuzioni. E l’immagine del pesce venne scelta per diversi motivi. Prima di tutto perché le lettere della parola greca “ΙΧΘΥΣ”, formano l’acronimo di “Iēsous Christos Theou Yios Sōtēr”, che significa “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”. Ma l’Ichthys era usato anche per indicare le catacombe. Secondo quanto si tramanda, quando un cristiano incontrava uno straniero per strada, tracciava un arco per terra e se lo straniero completava il disegno con un arco opposto, voleva dire che anche lui era un cristiano. Ma i Greci e i Romani usavano l’immagine del pesce molto prima dei Cristiani. Perciò, questi ultimi, lo preferivano a quello della croce perché attirava meno sospetti.
Secondo la mitologia giapponese, la terra è un pesce gigante che abita nelle acque del mare. Mentre in altre tradizioni orientali è un pesce che trasporta il sole di notte nel mare.
In molte culture viene considerato una sorta di “eroe” perché l’acqua è anche il simbolo del degrado, della distruzione delle forme. E in questo ambiente, il pesce è l’eroe che riesce ad affrontare il caos. Nel folklore orientale slavo, si racconta di un re senza figli, che, ascoltando il consiglio dei saggi, cattura il “pesce d’Oro” e lo divide tra la regina, la cuoca e il cane che si trasformano subito in tre eroi.
Nel Medioevo, il pesce è l’essenza spirituale, che sopravvive nascondendosi sotto il velo delle cose visibili. Nella tradizione alchemica è collegato alla rinascita mistica. E fa parte degli Otto Simboli del buon auspicio tibetani che sono segno di prestigio.

Ai giorni nostri…
Negli anni ’60, si ispira al simbolo del pesce le celebre regista italiana Liliana Cavani nel suo bellissimo film “I Cannibali” nel quale ripropone in chiave moderna il mito di Antigone. Il misterioso ragazzo che decide di aiutare la giovane Antigone a seppellire i cadaveri dei manifestanti, lasciati senza sepoltura dalla polizia come monito per gli altri cittadini a non disobbedire, si presenta con il disegno di un pesce, probabile riferimento alla religione cristiana. E proprio come una sorta di Gesù, lo strano personaggio, interpretato da un giovanissimo Pierre Clementi, viene rinchiuso tra i pazzi e ucciso insieme ad Antigone.
L’aringa
Non tutti i pesci sono uguali. Alcuni conquistano la ribalta più di altri. Ed è quello che capita all’aringa usata da Boris Johnson per protestare contro l’Unione Europea. Tanto da far parlare i quotidiani britannici di “aringa-gate”. Durante un comizio a Londra, l’ultimo delle “primarie” tra i Conservatori, Johnson si esibisce in uno show: tira fuori da una borsa un’aringa affumicata sottovuoto, che racconta di aver ricevuto da un pescatore dell’isola di Man, e comincia ad agitarla davanti al pubblico gridando: “Ecco vedete, questa aringa, secondo le leggi europee e i burocrati di Bruxelles, deve essere incartata con questa borsa del ghiaccio. Che cosa costosa, inquinante e inutile! Ecco che cos’è l’Unione Europea!”. Ma l’Unione Europea si irrita e smentice. Con un portavoce della commissione Ue che dichiara: “Il caso descritto dal signor Johnson esula dalla legislazione europea e dunque fa riferimento totalmente a quella britannica. Le nostre norme, inoltre, si applicano al pesce fresco, non a quello confezionato, come nel caso citato da Johnson”. Una gaffe tutta in chiave britannica che il componente lituano della Commissione Europea, Vytenis Andriukaitis, sintetizza con un tweet ironico: “Il pesce puzza sempre dalla testa…”.
Il ‘pesce rosso’ a Bologna
Nel Carnevale del ’77, proprio mentre infuria la protesta, il movimento studentesco bolognese ricorre alla figura del drago per aprire i cortei, ma è poi con delle mongolfiere, anche a forma di pesce, che manifesta davanti al carcere di San Giovanni in Monte per salutare ed esprimere solidarietà a ‘tutti quei compagni’ arrestati durante i disordini dei mesi precedenti. L’happening politico-teatrale, accompagnato dalle canzoni scritte da Enrico Palandri di Radio Alice (tra cui appunto la ‘Canzone del pesce’), nasce da un’idea del poeta e drammaturgo Giuliano Scabia.
La Carpa
La carpa è sempre in movimento ed è dotata di grande forza ed energia. Nuota spesso controcorrente e in Giappone è l’emblema dell’anticonformismo, di chi è capace di superare ogni avversità. Una leggenda narra della risalita di una carpa lungo il Fiume Giallo. Una volta attraversata la Porta del Drago, si trasforma in un dragone e diventa immortale.
Ma di carpe si parla a lungo anche durante la Rivoluzione francese. Danton le attacca pesantemente dando vita a quella che alcuni storici hanno definito ironicamente la “Congiura delle carpe”. In Francia, a quei tempi, esistono almeno 14mila tra stagni e laghetti artificiali dedicati al loro allevamento. Che sono tra le ultime proprietà rimaste nelle mani dell’alto clero e dell’aristocrazia. Per i rivoluzionari si tratta di “spazio sprecato” che va convertito al pascolo. Danton, sul punto, fa un discorso che si conclude più o meno così: “Noi siamo tutti contro la congiura delle carpe perché vogliamo il regno del montone…”.
Il Salmone
Nella politica italiana, oltre agli innumerevoli esempi di piante elette a emblema di partito (l’edera, l’ulivo, la margherita…) o di animali, come l’Asinello de I Democratici di Arturo Parisi o il Gabbiano di Antonio Di Pietro, anche il salmone acquista una sua valenza simbolica.  A sceglierlo è un gruppo di Radicali che vuole trasmigrare verso il centrodestra. “E’ stata una goliardata ma non troppo”, raccontano alcuni tra i fondatori di quella formazione politica: Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e Peppino Calderisi. “Quando varammo la scissione dai Radicali tutti davano per certa la vittoria del centrosinistra alle prossime politiche, ma noi decidemmo lo stesso di cercare un’alleanza con il centrodestra. Nuotando controcorrente, appunto, come il salmone…”.
La Spigola
La “Protesta della spigola”, invece, è più recente. Il 1 aprile del 2014, mentre nell’Aula della Camera si dibatte il disegno di legge che punta a cancellare il reato di immigrazione clandestina, il deputato della Lega Gianluca Buonanno tira fuori da una borsa una spigola fresca e comincia a sbatterla sul banco. “Quando ho sentito che oggi in quest’Aula si facevano questi discorsi – spiega nel suo intervento – pensavo che fossimo davanti ad un pesce d’Aprile. Altro che sardine! Qui c’è chi si lamenta che gli immigrati siano trattati peggio dei turisti. Diamo le spigole ai nostri poveri, ai nostri pensionati!”. Viene richiamato all’ordine, ma lui continua a sventolare fieramente il pesce. Fino a quando Di Maio, allora presidente di Montecitorio, non lo espelle dall’emiciclo.
Lo Squalo
E’ per eccellenza il simbolo della forza e dell’indipendenza. Vivono nel mare da circa 400 milioni di anni e tatuarseli addosso, ad esempio, significa voler sopravvivere a qualsiasi ostacolo e avversità.
Ancora le sardine
Per tornare a loro, non vanno dimenticate quelle di Sant’Antonio da Padova. Quelle rese celebri dal “Sermone dei pesci”. Arrivato a Rimini, le autorità ordinano di accogliere Sant’Antonio con un ‘muro di silenzio’. Nessun cittadino può rivolgergli la parola e tutti lo devono ignorare. Così a lui non resta che rivolgersi al mare e, riferendosi agli indifferenti e ‘obbedienti’ riminesi, dice: “Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio, ecco, mi rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra incredulità”. All’improvviso, dall’acqua, affiorano migliaia di sardine ‘disobbedienti’ per ascoltare le parole del santo.
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