E così presto anche un’altra esperienza che mi ripromisi di vivere presto diverrà realtà! Da domani sino a fine novembre ci siamo iscritti a una scuola di Kayak, con la possibilità -più avanti- di provare anche canoa canadese e piroga polinesiana…
Speriamo sia gratificante come immagino!
Poi vi racconterò!
31.07.2009: 1° giorno di lezione
Oggi iniziato corso di Kayak! E’ una sensazione stupenda relazionarsi con l’acqua… elemento a me alieno sino a due anni fa! Ora si impara bene e poi si fa corso di Vela! Voglio essere come un fiume: nato sulle alte vette, cresciuto su monti e colline, maturato in pianura… invecchierò al mare!
KAYAK
Il Kayak è un tipo di canoa originariamente utilizzata dagli Inuit. Si differenzia dalla canoa propriamente detta (o canoa canadese) per essere concepita per l’uso in propulsione e manovra di una pagaia a doppia pala, mentre la canoa canadese viene spinta e manovrata con l’uso della pagaia a pala singola.
La parola “kayak” significa “barca degli uomini”, e si contrappone a umiak, “barca delle donne”. I primi kayak erano fatti di legno ricoperto da pelli di animali ed erano costruiti direttamente dagli uomini che intendevano utilizzarli.
Struttura dei kayak moderni
Il disegno dei diversi tipi di kayak disponibili si fonda sostanzialmente su 3 compromessi: tra direzionalità e manovrabilità, tra stabilità primaria e secondaria ed infine tra velocità generale e stabilità laterale.
Lunghezza
In linea generale, un kayak lungo risulta più veloce mentre un kayak corto può virare molto più velocemente – la velocità massima potenziale di un kayak lungo è determinata dalla minore sezione trasversa dell’opera viva (la parte immersa dello scafo). I kayak costruiti per coprire lunghe distanze, come i kayak da mare o lago, sono più lunghi, generalmente tra i 4,90 e i 5,80 metri. La lunghezza massima ammessa dalla ICF per un kayak da acqua piatta K1 è 5,20 metri. I kayak da “acqua bianca” (così detti perché progettati per l’uso nell’alto corso dei fiumi e dei torrenti con rapide di alta difficoltà), che nelle condizioni d’uso normali sono spinti dalla corrente, sono piuttosto corti affinché possano offrire la massima manovrabilità. Raramente superano i 2,50 metri di lunghezza ed alcuni kayak particolari, come quelli da gioco, arrivano a misurare appena 1,85 metri di lunghezza. Il design dei kayak da turismo “all round” si basa sul compromesso tra stabilità, direzionalità e manovrabilità mantenendo, inoltre, i costi entro termini ragionevoli: la loro lunghezza normalmente varia da un minimo di 2,75 metri ad un massimo di 4,50 metri.
Curvatura dello scafo
La lunghezza da sola non consente di prevedere la manovrabilità di un kayak la quale deve esser abbinata alla curvatura del kayak dalla prua alla poppa (o rocker). Un kayak decisamente curvato presenta una superficie di contatto con l’acqua molto inferiore rispetto a quella di un kayak privo di curvatura. Per esempio, un kayak di 5,48 metri privo di curvatura sarà interamente in acqua da prua a poppa. Al contrario, la prua e la poppa di un kayak di pari lunghezza ma con una certa curvatura potrà avere una superficie di contatto con l’acqua di una lunghezza pari solo a 4,87 metri. La curvatura si mostra più evidente agli estremi e per certi versi influisce sulla maneggevolezza. Analogamente, sebbene i kayak da acqua bianca siano relativamente più corti rispetto agli altri kayak, il fatto stesso che la curvatura di questi sia accentuata fa si che la loro superficie di contatto risulti decisamente inferiore a tutto vantaggio della manovrabilità.
Forma dello scafo
Il disegno dello scafo si suddivide in diverse categorie basate sulla forma da prua a poppa e sulla forma della chiglia in sezione laterale.
Nella prima categoria si distingue in scafo:
Simmetrico: la parte più larga del kayak è a metà tra poppa e prua
A pesce: la parte più larga è prima del punto centrale, dunque verso prua
A rapa: la parte più larga è dopo il punto centrale, dunque verso poppa
L’assenza o presenza di un fondo modellato a V, anche solo parzialmente, incide sulla stabilità direzionale (intesa come capacità a mantenere una traiettoria rettilinea) e per converso alla manovrabilità del kayak. Con un fondo a V la direzionalità di un kayak migliora ma si riduce la manovrabilità. Alcuni kayak moderni presentano chiglie spiccatamente a V in coincidenza della poppa e della prua che divengono poi blande o inesistenti nel mezzo. La forma della chiglia si caratterizza per la rotondità (o piattezza) del fondo e per l’assenza o presenza, unitamente alla sua ampiezza, dell’angolo della chiglia.
La scelta di progettazione dei suddetti fattori incide sulla stabilità primaria e su quella secondaria. Per stabilità primaria si intende la resistenza del kayak al rollio mentre per secondaria la resistenza al ribaltamento. Sebbene tutti i kayak ondeggiano, i kayak più ampi, che hanno le linee di galleggiamento più lontane rispetto all’asse centrale, presentano maggior resistenza al rollio e, quindi, sembrano aver meno probabilità di ribaltarsi rispetto a kayak più stretti con linee di galleggiamento più prossime all’asse centrale. Le barche a fondo piatto trasmettono la sensazione di esser più stabili rispetto a quelle a fondo arrotondato o a V che, di contro, presentano un galleggiamento più uniforme. La stabilità secondaria si riferisce alla resistenza finale al ribaltamento nel momento in cui il kayak si trova nel massimo punto di sbilanciamento consentito. Nel momento in cui sono sbilanciate, le barche dal fondo arrotondato offrono all’acqua un maggior superficie al contrario di quelle a fondo piatto.
Mentre i kayak dal fondo piatto hanno maggior stabilità primaria, di solito presentano una stabilità secondaria inferiore: nel momento in cui iniziano a rollare e raggiungono il punto di ribaltamento, si ribaltano velocemente ed improvvisamente. Le barche dal fondo arrotondato, invece, si comportano all’opposto: minore stabilità primaria ma maggior stabilità secondaria. La conformazione dell’angolo della chiglia (ove presente) può, talvolta, migliorare la stabilità secondaria poiché aumenta la superficie della canoa a contatto con l’acqua durante la fase di squilibrio. I kayak da mare, disegnati per affrontare il mare aperto e condizioni dure, sono generalmente più stretti (54-64 cm) con maggior stabilità secondaria rispetto agli altri kayak che sono normalmente più larghi (66-76+ cm) con fondo più piatto e, dunque, maggior stabilità primaria. I kayak con moderata stabilità primaria ma eccellente secondaria sono considerati più idonei in mare, soprattutto in condizioni difficoltose.
Fino a poco tempo fa, i kayak da acque bianche avevano fondi molto arrotondati unitamente a scafi molti curvati, ma recenti cambiamenti nella filosofia costruttiva hanno creato kayak con fondi molto piatti che consentono di avere una seduta coincidente alla linea di galleggiamento anziché sotto di essa.