Bron e Arihanna soci dal 1999
L’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) è un’associazione italiana d’arma, apartitica, fondata nel 1919, con sede in via Marsala, 9 a Milano.
Storia
È il 15 ottobre 1872, fra le pieghe di un decreto reale che prevede l’allargamento del numero dei distretti militari, viene indicato che alcuni siano istituiti in zone alpine con in organico una compagnia distrettuale a reclutamento ed addestramento secondo particolari compiti di montagna. È l’atto ufficiale di nascita del Corpo degli Alpini.
Da quel primo decreto sono passati 140 anni di storia nella quale emergono le caratteristiche dell’Alpino: senso del dovere, attaccamento alle tradizioni, orgoglio degli emblemi che lo caratterizzano, spirito di Corpo, solidarietà fra commilitoni e la continuità di questi valori anche una volta in congedo.
Questa continuità di valori è la base su cui poggia l’Associazione Nazionale Alpini.
Al termine della Grande Guerra, prospettata come completamento dell’Unità d’Italia, i reduci, che hanno vissuto grandi sacrifici, ritengono d’avere diritto non solo ad un clima di pace ma anche di riconoscenza. La realtà è ben diversa, scioperi, lotte di piazza, derisione, disprezzo, ostilità, negazione di quei valori per i quali hanno combattuto, fanno nascere spontaneamente la ferma presa di posizione di gran parte di loro. Il reclutamento su base valligiana, la spontanea solidarietà del montanaro, i sentimenti di fratellanza nati e rafforzati nei lunghi mesi vissuti fianco a fianco nella particolarità unica della guerra in montagna, la consapevolezza di poter sempre e comunque contare in ogni situazione sul commilitone, contribuiscono a rafforzare i vincoli mantenendoli intatti anche una volta rientrati alla vita civile.
In questo clima e con questi sentimenti, un buon numero di essi frequentano abitualmente la birreria Spaten Brau di Milano nella certezza di trovare un ambiente di comuni idee e di solidarietà.
Fra ricordi, ancora così vivi e presenti, commenti e semplici chiacchiere, comincia a delinearsi la proposta di costituire un sodalizio fra quanti hanno militato negli alpini. Il 12 giugno 1919 si tiene una prima riunione per concretizzare l’idea. Fra le decisioni viene approvato un concetto fondamentale: la possibilità d’iscrizione non solo a quanti hanno svolto servizio militare negli alpini dal 1872 (anno di nascita del Corpo), ai reduci delle Campagne d’Africa 1887, 1895, 1911-12 e della Grande Guerra appena conclusa, ma in futuro, anche a quanti sarebbero stati chiamati al servizio di leva negli alpini.
È il concetto della continuità associativa del sodalizio.
I promotori convocano l’assemblea costitutiva per la sera di martedì 8 luglio 1919. A questa prima assemblea che si tiene nella sala dell’Associazione Capimastri di Milano partecipano circa una sessantina di reduci alpini che approvano la costituzione ufficiale dell’Associazione Nazionale Alpini, il primo Statuto Sociale ed il Consiglio Direttivo. La notizia comincia a diffondersi prima in tutta la Lombardia poi nelle altre Regioni e da ogni parte pervengono numerose richieste di aggregazione. Questo fatto, non previsto dai soci fondatori, porta a dover modificare lo Statuto iniziale introducendo le Sezioni, normalmente costituite nei Capoluoghi di Provincia, quale succursale locale della Sede Centrale. La grande spontanea massiccia adesione e la necessità pratica di incrementare la diffusione, si completa con l’introduzione fra le norme statutarie della possibilità di aggregarsi in Gruppi, normalmente costituiti nei Comuni, con rappresentanza locale della Sezione. Si concretizza, così, la capillarizzazione e la diffusione su tutto il territorio, dalle Alpi al mare, punto di forza ancora oggi dell’Associazione che conta in Italia ben 80 Sezioni e oltre 4.500 Gruppi, con 30 Sezioni all’estero.
Fin dalle prime riunioni, i promotori ritenevano fra i doveri associativi quello di ritrovarsi ogni anno per ricordare e onorare i compagni caduti. Ben lontano dal concetto di Adunata Nazionale che verrà più tardi introdotto, questi Convegni erano indetti in località di montagna già teatro di battaglie degli alpini nel corso della guerra. Il primo Convegno viene organizzato dalla Sede Centrale nei giorni 5-6-7 settembre 1920 sull’Ortigara. Dai 400 soci previsti, nei tre giorni giungono oltre duemila reduci alpini provenienti anche da località dove ancora non si erano costituite Sezioni e Gruppi.
Il ventennio
Con l’avvento del nuovo Regime politico teso a militarizzare tutto e tutti, anche l’Associazione come tutte ne è coinvolta, più nelle formalità che nei concetti fondamentali.
I Direttivi Nazionali di Sezione e di Gruppo non sono più eletti ma nominati dall’alto ed i Presidenti si chiamano ora “Comandanti”. La stessa Associazione è rinominata 10º Reggimento Alpini, le Sezioni “Battaglioni”, le Sottosezioni “Compagnie”, i Gruppi “Plotoni”, le segreterie “Furerie”. Nel 1928 alla guida dell’associazione arriva Angelo Manaresi e lo resta fino al 1943 [1]. Anche gli alpini saranno coinvolti da altre due guerre e quella più dolorosa di contrapposizione fratricida su versanti ideologici diversi. Pur nella drammaticità degli eventi, chiari e netti sono gli esempi di solidarietà fra alpini in congedo ed in armi con sottoscrizioni, raccolta ed invio al fronte di generi di conforto, aiuti alle famiglie bisognose, ecc.
Il dopoguerra
Con la caduta del Regime fascista e il ritorno alla pace nel 1945, anche l’Associazione Nazionale Alpini forzatamente decimata nei ranghi, riprende gradatamente la rinascita e l’ordinamento originario. Alle generazioni di ex combattenti si affiancano i giovani di leva verso i quali sono riposte le aspettative e la continuità dei valori. L’esperienza di una nuova coscienza civica vissuta nel periodo del servizio militare dalle generazioni più giovani, che li ha visti operare in varie occasioni di emergenza in soccorso alle popolazioni colpite da calamità, diventa patrimonio di nuovi concetti che può sintetizzarsi nel motto di un nuovo indirizzo onorare i morti aiutando i vivi.
Dal piccolo Gruppo alle grandi Sezioni cominciano a delinearsi sempre più spontanee iniziative rivolte alla solidarietà, senza enfasi e pubblicità, quasi con pudore per un comportamento ritenuto normale. La svolta decisiva che coinvolge unitariamente tutta l’Associazione avviene all’indomani del tremendo terremoto che nel maggio 1976 sconvolge il Friuli. La Sede Nazionale chiama tutti i soci ad un grande gesto di solidarietà realizzando un imponente progetto di soccorso e di ricostruzione al quale gli alpini rispondono con fattivo entusiasmo: per l’impegno ed i risultati raggiunti, all’Associazione viene conferita la medaglia d’oro al merito civile, risultando il primo ed unico esempio del genere di un alto riconoscimento civico ad un’associazione. Sull’esempio degli alpini che hanno dimostrato grande capacità organizzativa ed operativa, comincia a delinearsi nelle autorità governative l’idea di costituire un organismo di volontariato. Sono le basi della futura Protezione Civile che vede oggi numerose associazioni o enti morali, con un ordinamento riconosciuto con legge dello Stato. Anche l’Associazione Nazionale Alpini è iscritta all’Albo del Volontariato di Protezione Civile, nella quale operano soci alpini e soci aggregati uniti (in un numero di circa 13.000 unità) riconosciuti indistintamente dall’unico appellativo di Volontario.
La nascita della Protezione Civile ANA
Dal 1987 anno in cui nasce ufficialmente la protezione civile degli Alpini, piccole e grandi opere di civile solidarietà ne hanno caratterizzato l’impegno su iniziativa del piccolo gruppo, delle sezioni o Sede Nazionale. Molte Regioni italiane, colpite da calamità, hanno espresso un riconoscente ringraziamento ai volontari accorsi con generoso altruismo, ma anche da territori esteri come l’Armenia, l’Albania e la Francia che ci hanno visto operare, sono giunti sinceri apprezzamenti. Questo vasto impegno è stato più volte riconosciuto anche dalle Istituzioni con il conferimento all’Associazione Nazionale Alpini di una medaglia di benemerenza al merito civile (Basilicata e Campania 1980), una medaglia di bronzo al merito civile (Valtellina e Valbrembana 1987, Armenia 1989), una medaglia d’oro al valore civile (Piemonte e Alta Emilia 1994), una medaglia d’oro di benemerenza concessa dalla Croce Rossa Italiana (Aosta 2003) ed una, recente, medaglia d’argento al merito civile per le attività dell’ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini.
Oltre alla protezione civile in senso stretto, infatti, l’ANA, sempre sulla scorta dell’esperienza maturata in Friuli, si è dotata di un ospedale da campo in grado di portare soccorso qualificato ed efficiente nelle zone disastrate.
Con i primi fondi messi a disposizione dalla Associazione Nazionale Alpini ed i primi contributi dello Stato, nel 1986, in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini a Bergamo, vengono presentate le prime grandi unità dell’Ospedale da Campo dell’Associazione Nazionale Alpini per la Protezione Civile.
Nell’anno successivo il battesimo del fuoco. Nel 1987 la Valtellina e la Val Brembana vivevano l’incubo di una drammatica alluvione.
Le Unità Sanitarie Mobili dell’Ospedale da Campo, allora in fase di allestimento, ed un’équipe medica elistrasportata vengono inviate nei luoghi maggiormente colpiti e forniscono un contributo deciso alle opere di soccorso.
L’Ospedale da campo
Nell’aprile del 1988 il Ministro della Protezione Civile inaugura a Milano le strutture del Primo Ospedale da Campo dell’Associazione Nazionale Alpini, ultimato e pronto all’impiego con la nuova sala operatoria formata da shelter assemblati secondo una progettazione esclusiva e da un’ampia antisala, che può essere utilizzata, come peraltro già avvenuto, per soddisfare esigenze importati ed emergenti di presidi ospedalieri nazionali, in sostituzione di sale operatorie temporaneamente inagibili.
Di qui, in avanti, la struttura sanitaria campale dell’Ana si è distinta in importanti operazioni nazionali ed internazionali: nel dicembre del 1988 in Armenia per il terremoto; in occasione dell’alluvione del Piemonte del 1994, ad Asti e Alessandria viene inviata la Colonna Sanitaria Mobile ed allestiti Posti Medici Avanzati nelle due città, operativi per oltre un mese; nel settembre del 1997 in Umbria per il terremoto; nel 1999 in Kosovo; nel 2000 a Roma per il Giubileo; nel novembre del 2000, in seguito ad alluvione e successivo dissesto idrogeologico, a Macugnaga dove sette frazioni sono rimaste isolate; nel settembre del 2004 in Ossezia, in seguito alla nota strage compiuta da terroristi nella scuola di Beslan. Infine in Sri Lanka a seguito del tragico tsunami l’Ospedale da Campo è rimasto per oltre sette mesi nella zona di Trincomalee con 144 volontari che si sono alternati in turni, lavorando giorno e notte, per offrire non solo un’assistenza sanitaria di ottimo livello, ma anche un sorriso e tanta umanità ad una popolazione che oltre alle poche cose che possedeva, oltre agli affetti più cari, per colpa dello tsunami aveva perso anche il coraggio di esistere.
Va comunque precisato che le attività di Protezione Civile e dell’Ospedale da Campo sono solo due dei campi nella miriade di iniziative ed opere di solidarietà espresse dagli alpini. Tale attività è talmente vasta che è possibile elencare solo le operazioni di maggior respiro, perché è insito e naturale per gli alpini la generosa spontaneità ed il piacere intimo di realizzarla come semplice dovere civico.
Con le delibere del 2017 e 2018 il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione ha sancito l’unione delle squadre sanitarie di autoprotezione della Protezione Civile Ana e dell’Ospedale da Campo, creando un’unica Sanità Alpina al fine di meglio operare e supportare il Dipartimento nazionale di Protezione Civile e le Forze Armate con i quali si è rafforzata la collaborazione. Questa integrazione, suggellata dalla nuova denominazione dell’Ospedale da Campo in “Sanità Alpina – Ospedale da Campo” e della sua unità operativa ora chiamata “Gruppo d’Intervento Medico Chirurgico Alpino” (Gimca), ha aumentato considerevolmente la funzionalità della compagine sanitaria dell’Ana.
Descrizione
Scopi
Gli scopi dell’associazione riportati all’art. 2 dello Statuto sono i seguenti:
tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Per il conseguimento degli scopi associativi l’Associazione Nazionale Alpini, che non ha scopo di lucro, si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri soci.
Composizione
L’associazione è così composta:
Italia: 80 Sezioni – circa 4.500 Gruppi.
Estero: 30 Sezioni, 8 Gruppi autonomi (5 del Canada, Colombia, Slovacchia e Vienna) e circa 130 Gruppi.
Totale iscritti: soci (264.220) + aggregati (81.281) = 345.501 (dati al 26 marzo 2019).
Soci
Possono farvi parte tutti coloro hanno prestato servizio nelle truppe alpine dell’Esercito Italiano per un periodo di almeno 2 mesi e coloro che non avendo potuto, per cause di forza maggiore, prestarvi servizio per tale periodo di tempo, vi hanno conseguito una ricompensa al valore, oppure il riconoscimento di ferita od invalidità per causa di servizio.
È possibile inoltre associarsi all’ANA come “Aggregato” pur non avendo prestato servizio nelle Truppe Alpine.
Adunate nazionali
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Adunata nazionale degli alpini .
L’Adunata Nazionale degli Alpini è una manifestazione nata nel 1920, a cadenza annuale, che si svolge generalmente la seconda domenica di maggio in una città d’Italia scelta di volta in volta dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini per ricordare la prima adunata spontanea tenutasi sul Monte Ortigara, nel vicentino.
Opere di solidarietà e di impegno civile
Tra le numerose opere a favore del prossimo l’Associazione ha costruito in due anni di lavoro volontario dei propri soci (1992/’93), un asilo a Rossosch, al posto di quella che fu la sede del comando del Corpo d’Armata alpino nel 1942, durante la campagna di Russia. Per i due anni di lavoro i volontari sono stati 721 suddivisi in 21 turni. Le ore di lavoro sono state 99.643. Nel settembre 2003, se ne è celebrato il decennale ed è stato inaugurato un parco con un monumento.
Analoga operazione, su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo mons. Sudar, è stata condotta a termine nel 2002, per ampliare un istituto scolastico multietnico a Zenica (Bosnia) che ospita studenti delle tre etnie: bosniaca, serba e musulmana.
In Mozambico dove nel 1993-’94 gli alpini di leva parteciparono alla operazione umanitaria disposta dalle Nazioni Unite, in un paese sconvolto dalla guerriglia, l’ANA ha costruito un collegio femminile, un centro nutrizionale di accoglienza per bambini sottonutriti e un centro di alfabetizzazione e promozione della donna.
Numerosi interventi sono stati promossi negli anni anche sul territorio nazionale. Nel comune di Ripabottoni (Campobasso) è stata costruita una casa di riposo (2011). Nell’Abruzzo terremotato sono stati impegnati 8.500 volontari della Protezione civile ANA e il 14 novembre 2009 è stato inaugurato il “Villaggio ANA” a Fossa (L’Aquila) dove, grazie alle somme raccolte dall’Associazione e da altri enti, sono state costruite 33 case per gli sfollati del Comune abruzzese. Sempre a Fossa è stata costruita la chiesa di San Lorenzo (inaugurata il 27 novembre 2010) e oltre a numerosi altri interventi effettuati sul territorio del capoluogo abruzzese.
In seguito al terremoto del 2016-2017 l’ANA ha avviato una raccolta di fondi per aiutare le popolazioni del Centro Italia, costruendo edifici polifunzionali a Campotosto (2017), Arquata del Tronto (2019), Accumoli, Preci e una stalla a Visso (2018). Numerosi altri interventi sono stati annunciati a Lucoli, Sefro, Sarnano, Amandola e Camerino.
Questi i maggiori interventi:
Dicembre 1908 – gli alpini in armi partecipano nelle operazioni di soccorso alle popolazioni della Calabria e Sicilia colpite dal terremoto. È il primo impiego di alpini al fuori dei compiti istituzionali.
Dicembre 1923 – gli alpini in armi partecipano alle operazioni di soccorso a seguito del disastroso crollo della diga del Gleno in Val di Scalve nel bergamasco. La Sede Centrale dell’Associazione Nazionale Alpini invita i soci ad una sottoscrizione di solidarietà, ma già all’indomani del disastro alcune decine di alpini in congedo accorrono volontariamente sul luogo per “dare una mano” risultando il primo esempio di spontanea solidarietà.
Ottobre 1939 – a Irma in Valtrompia, nel bresciano, è ultimata la Casa dell’Alpino, destinata come casa vacanze ad ospitare gratuitamente i figli bisognosi di Caduti alpini. Prima iniziativa del genere, ora aperta anche a tutti i ragazzi, continua la sua benemerita missione.
Giugno 1957 – gli alpini in armi operano in soccorso alle popolazioni del Piemonte colpite da alluvioni in particolare nella Valle Varaita nel cuneese.
Ottobre 1963 – sciagura della diga del Vajont a Longarone in provincia di Belluno – intervento di soccorso degli alpini in armi. Le bandiere del 7º alpini e del 6º artiglieria da montagna sono decorate di medaglia d’oro al valore civile. Dal 1963 ad oggi i reparti elicotteri e aviazione leggera del 4º Corpo d’Armata Alpino hanno svolto numerosissime operazioni di soccorso in montagna meritando diverse ricompense al valore civile.
Novembre 1966 – intervento di soccorso degli alpini in armi nel Trentino-Alto Adige e Provincia di Belluno colpite da alluvioni.
Maggio 1976 – nel Friuli colpito da terremoto i volontari dell’Ass. Naz. Alpini intervengono con immediati soccorsi proseguiti con l’opera di ricostruzione fino alla primavera 1978. Questo grande impegno civile viene riconosciuto con il conferimento all’Ass. Naz. Alpini della medaglia d’oro al merito civile. Sull’esempio degli alpini il Governo italiano getta le basi e costituisce la Protezione Civile. Operano ai soccorsi con gli alpini in congedo anche gli alpini in armi.
Estate 1977 – dopo due anni di lavoro volontario con il contributo di tutti i Gruppi della Sezione di Bergamo viene inaugurato il Centro rieducazione handicappati di Endine Gaiano.
Dicembre 1979 – realizzata dal Gruppo alpini di Cinisello Balsamo, Milano, viene inaugurata la Casa di pronta accoglienza, destinata ad offrire un primo soccorso a chi ne ha bisogno.
Autunno 1980 – soccorsi in Basilicata e Campania colpite dal terremoto. All’Ass. Naz. Alpini viene conferita la medaglia di benemerenza al merito civile. Operano sul luogo anche gli alpini in armi di stanza in Abruzzo ed il Battaglione Alpini Saluzzo (2º Rgt. Alpini) che dalla sua sede di Borgo San Dalmazzo viene dislocato in Basilicata: a Potenza, Baragiano Scalo ed in altre località
Aprile 1982 – per ricordare il loro cappellano alpino di Sezione, viene inaugurata la Baita don Onofrio, realizzata e destinata ad un villaggio di orfani.
Estate 1982 – viene inaugurata la Casa per anziani di Redona, Bergamo, frutto del lavoro di ristrutturazione di un vecchio edificio.
Gennaio 1984 – viene inaugurata a Brescia la Scuola Nikolajewka, scuola di mestieri per spastici e miodistrofici, realizzata sostenendo i maggiori oneri dalla Sezione con il contributo di Salò, Valle Camonica, Bergamo ed il lavoro dei genieri alpini del battaglione Iseo.
Estate 1984 – il terremoto colpisce l’Abruzzo che vede l’impiego per il primo soccorso degli alpini in armi di stanza nella Regione.
Dicembre 1984 – per iniziativa del Gruppo Padova-Sud è completato il Centro di assistenza per bambini handicappati “Il Fienile”.
Febbraio 1987 – nasce ufficialmente la Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini iscritta all’Albo Nazionale del Volontariato.
Estate 1987 – soccorsi per le alluvioni in Valtellina e Val Brembana che vedono all’opera congiuntamente gli alpini in congedo e gli alpini in armi.
Settembre 1987 – per iniziativa e lavoro del Gruppo di Dalmine, Bergamo, viene inaugurato il Centro polifunzionale per handicappati.
Dicembre 1987 – a Chiuduno, Bergamo, i Gruppi della valle Calepio e del basso Sebino consegnano il nuovo fabbricato completato nelle opere murarie, alla Comunità “Emmaus” per il recupero dei tossicodipendenti e disadattati.
Aprile 1988 – diventa operativa e viene presentata la grande struttura della Protezione Civile alpina, l’ospedale da campo aviotrasportabile.
Ottobre 1988 – per iniziativa della Sezione di Casale Monferrato, dopo quattro anni di lavoro al quale collaborano le Sezioni di Alessandria, Cusio-Omegna e Torino, è completato il Centro diurno di assistenza per ragazzi portatori di handicap.
Aprile 1989 – per iniziativa della Sezione di Treviso, che ha provveduto a ristrutturare un grosso complesso rustico, avviene l’inaugurazione dell’opera donata alla Piccola Comunità di Conegliano per il recupero dei tossicodipendenti.
Autunno 1989 – il grande ospedale da campo dell’Ass. Naz. Alpini opera in Armenia disastrata dal terremoto. L’ospedale viene donato, per conto del Governo Italiano, a quella popolazione. Per gli interventi di soccorso del 1987 e 1989 viene conferita all’Ass. Naz. Alpini la medaglia di bronzo al merito civile.
Autunno 1990 – interventi di soccorso per l’alluvione che ha colpito le Province di Bergamo e Brescia.
Primavera 1991 – iniziano i lavori nella cittadina di Rossosch in Russia per costruire su iniziativa dell’Associazione Nazionale Alpini, con fondi propri e con il lavoro volontario dei soci, un asilo in memoria dei Caduti alpini nella Campagna 1942/43. L’asilo ultimato nell’autunno 1993 viene donato dall’Associazione Nazionale Alpini a quella popolazione.
Maggio 1992 – per iniziativa della Sezione di Biella, che ha ristrutturato una vecchia cascina, viene inaugurato il centro di rieducazione per handicappati “Carrubi”, donato alla locale associazione di assistenza famiglie disabili A.N.F.F.A.S.
Settembre 1992 – si concludono i lavori del Gruppo di Amandola, Ancona, che ha ricostruito una chiesetta del XVI secolo da anni abbandonata e diroccata dedicata alla Madonna della pace.
Primavera 1993 – il Gruppo di Travagliato, Brescia, completati i lavori, consegna ai responsabili della cooperativa “il Vomere” che la gestiranno, una casa-lavoro per handicappati.
Estate 1993 – il Nucleo di Protezione Civile della Sezione di Lecco raccoglie tonnellate di materiale di prima necessità e lo consegna a quattro campi profughi dell’ex Jugoslavia.
Marzo 1994 – il Gruppo valle Sabbia, Sezione “Monte Suello” di Salò, dona all’associazione A.I.A.S. un pulmino attrezzato al trasporto di ragazzi handicappati dall’abitazione alla scuola.
Settembre 1994 – il Gruppo di Cinisello Balsamo, Milano, provvede a ristrutturare la scuola elementare e media di Seghet, paese della costa dalmata vicino a Spalato.
Autunno 1994 – massicci interventi di soccorso in Piemonte e Alta Emilia colpite da alluvione. All’Associazione Nazionale Alpini viene conferita la medaglia d’oro al valore civile. Operano ai soccorsi con gli alpini in congedo anche gli alpini in armi.
Primavera 1995 – il Gruppo di Endine Gaiano, Bergamo, realizza una casa-laboratorio per disabili.
Primavera 1995 – per iniziativa della Sede Nazionale, con appello a tutte le Sezioni, iniziano i lavori di ristrutturazione della scuola “Bovio” di Alessandria resa inagibile dall’alluvione.
Luglio 1996 – si conclude la ristrutturazione di un vecchio edificio a Putzu Idu, Oristano, lavoro intrapreso dalla Sezione di Trento per aiutare le suore del Sacro Cuore che vi ospitano e assistono bambini orfani o handicappati.
Estate 1996 – interventi di soccorso in Versilia colpita da alluvione.
Estate 1997 – interventi di soccorso ai terremotati di Umbria e Marche. Operano assieme agli alpini in congedo anche gli alpini in armi.
Aprile 1998 – inaugurato e donato al Comune un centro sociale realizzato dal Gruppo Motta di Livenza, Treviso.
Primavera 1998 – con il concorso dei Gruppi della Sezione di Treviso viene ristrutturato ad Oderzo un padiglione inutilizzato dell’ex ospedale psichiatrico donato poi all’associazione famiglie disabili ANFFaS.
Primavera 1999 – interventi di soccorso ed allestimento dei campi di Kukës e Valona in Albania per raccogliere i profughi coinvolti dalla guerra in Kosovo. A Valona opera anche il grande ospedale da campo dell’Ass. Naz. Alpini. Un contingente di alpini in armi è presente sul territorio come forza internazionale di pace.
Autunno 1999 – per iniziativa delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto viene restaurato il monastero delle Clarisse di San Quirino, Assisi, devastato dal terremoto.
Autunno 1999 – per iniziativa della Sezione di Piacenza viene ricostruito a Foligno il laboratorio scientifico per ricerche e sperimentazioni divenuto inagibile a causa del terremoto.
Gennaio 2000 – interventi di soccorso nella Regione della Dordogna, Francia, colpita da devastante maltempo.
Autunno 2000 – interventi di soccorso in Valle d’Aosta e Piemonte colpite da alluvioni, interventi di controllo e rafforzamento degli argini del fiume Po nelle zone più a rischio di allagamento a seguito dell’onda di piena che ha innalzato il livello delle acque.
Primavera 2001 – Interventi in Valle d’Aosta per la pulizia degli alvei torrentizi interessati dalle piene nel corso dell’anno 2000.
Anno 2001 – Ristrutturazione ed ampliamento della scuola interetnica a Zenica, in Bosnia a 60 chilometri da Sarajevo con utilizzo di fondi raccolti dalla associazione per oltre 800 milioni di lire ed il lavoro di volontari e tecnici alpini.
Giugno 2001 – Operazione zaini alpini: gli alpini in concomitanza ad una partita di calcio tra la Nazionale Italiana Cantanti e la Associazione Mondiale Piloti organizzano una grande raccolta di viveri, cancelleria e giocattoli da inviare in Kenya. Si raccolgono 4723 scatoloni che riempiono ben 12 containers per un valore di oltre 800 milioni di lire, che giungono, sotto il controllo dell’A.N.A., ai missionari Comboniani.
Aprile 2002 – Intervento di emergenza per l’incidente aereo a Milano dove un velivolo impattava contro il palazzo della Regione Lombardia.
Ottobre 2002 – Intervento di soccorso per il terremoto in Molise. Le colonne mobili regionali, composte in larga parte da alpini, convengono da tutte le parti d’Italia per portare aiuto alla popolazione molisana. La Associazione Nazionale Alpini inizia a pensare ad un intervento emblematico puntando la attenzione sul paese di Ripabottoni per la realizzazione di una casa per anziani.
Novembre 2002 – Interventi di emergenza per le alluvioni in Valsassina, Valtellina e nelle valli bergamasche con intervento delle strutture di Protezione Civile.
Anno 2003 – l’Associazione Alpini ha impegnato i propri volontari in operazioni di antincendio boschivo per oltre 800 giornate. Nel dicembre dello stesso anno si è poi verificato un intervento di 10 giorni in Iran per soccorrere le popolazioni vittime del terremoto
Anno 2004 – Intervento di soccorso per il terremoto in Lombardia con 1.091 giornate di lavoro. Intervento in Bielorussia a Beslan in soccorso alla popolazione travolta dal grave attentato terroristico ad una scuola.
Maggio 2004 – Gli Alpini del Gruppo Padova sud decidono di donare la propria sede all’Associazione disabili Il Fienile, fondata nel 1984 dallo stesso Gruppo, avendo quest’ultima necessità di ulteriori spazi per garantire una più adeguata sistemazione agli assistiti.
Gennaio 2005 – Intervento di soccorso nello Sri Lanka dei nostri volontari e dell’ospedale da Campo per il maremoto che ha colpito il Sud – est Asiatico.
Ottobre 2005 – In Mozambico a Lalaua, i nostri volontari hanno dato il via alla costruzione di un edificio destinato a collegio femminile. Le giovani che vi saranno ospitate riceveranno una preparazione di base dalle suore, oltre che una elementare educazione scolastica e professionale, il che è già moltissimo vista la situazione socio economica del territorio.
Dal 2006 gli alpini in congedo hanno dato vita ad una lunga serie di attività volte a collaborare con i reparti in armi destinati in missione all’estero, per aiutarli a portare un aiuto concreto e pratico là dove c’è necessità di ogni cosa anche nella speranza di contribuire alla sicurezza dei ragazzi in armi nel teatro operativo. Il ragionamento è semplice: se un reparto armato, oltre alla sicurezza, offre anche concreti esempi di solidarietà, si guadagnerà la stima e l’affetto delle popolazioni locali in tempi assai brevi e ciò non potrà che avere effetti positivi anche per i nostri ragazzi.
Nel 2008 – In Piemonte i volontari hanno collaborato per risolvere l’emergenza neve.
Nel 2009-2010 – 8500 volontari (per circa 750.000 ore lavorate) sono intervenuti in Abruzzo, in aiuto alla popolazione colpita dal devastante sisma del 6 aprile 2009. A Fossa, in provincia de L’Aquila, l’ANA ha costruito un villaggio di 33 case e una chiesa, con annesso oratorio, grazie alle offerte dei soci, di semplici cittadini e al contributo di vari enti e istituzioni.
Nel 2012 – 6300 volontari (per circa 5 mesi e 40000 giornate lavorative) sono intervenuti in Pianura Padana in occasione del terremoto. In Emilia, nella zona terremotata di Casumaro, l’Associazione ha costruito una scuola materna intitolata a mons. Enelio Franzoni. In 8800 volontari sono intervenuti per le alluvioni in Veneto e Toscana.
Nel 2014 – 1140 volontari per l’esondazione del fiume Secchia, 1200 per l’emergenza neve in Friuli Venezia Giulia e 10000 per l’emergenza idrogeologica in Nord e Centro Italia.
Nel 2015 – 1100 volontari hanno prestato servizio in occasione dell’Expo a Milano.
Nel 2016-2017 – 14.000 giornate/uomo per l’assistenza alla popolazione successive al terremoto in Centro Italia.
Nel 2017 – 587 giornate/uomo per l’emergenza neve in Centro Italia.
Nel 2018 – 750 giornate/uomo emergenza alluvione Veneto.
Libro verde della solidarietà
L’Associazione Nazionale Alpini ha 80 sezioni in Italia e 30 all’estero e oltre 4mila gruppi. Sezioni e Gruppi si adoperano nel corso dell’anno per aiutare il prossimo, sulla spinta del motto “Onorare i morti aiutando i vivi”. Ecco dunque gli alpini divenire in cento e cento paesi punto di riferimento per l’emergenza, dare vita a iniziative di solidarietà e di protezione civile, accorrere in occasione di grandi e piccole calamità, partecipare a manifestazioni pubbliche, raccogliere fondi da destinare a istituti o enti di assistenza e istituzioni locali, concorrere alla raccolta di generi alimentari di prima necessità indetta dal Banco Alimentare e assistere opere missionarie in ogni parte del mondo. Da un decennio a questa parte tutto questo fiume di generosità confluisce in un libro, il Libro verde della solidarietà. È un rendiconto approssimato… per difetto: perché gli alpini sono restii a dire ciò che fanno di bene, quindi non sempre registrano e comunicano il frutto del loro lavoro. Nonostante queste reticenze il risultato è grandioso!
Nel 2018 sono stati donati 6.231.842,78 euro e sono state 2 milioni e 604 mila le ore spese a favore della comunità che, monetizzate, si traducono in circa 71 milioni di euro. Il totale raggiunge la cifra straordinaria di 77.903.128,22 euro.
L’Alpino: il giornale dell’ANA
Il mensile associativo L’Alpino viene inviato ai soci esclusivamente in abbonamento ed ha una diffusione di 350.000 copie. Raggiunge gli iscritti in tutta Italia e in tanti Paesi del mondo, dall’Australia al Canada, dalla Svezia al Brasile, al Sud Africa. Ci sono inoltre altre quasi 200 tra testate di Sezione e notiziari di Gruppo: con queste la stampa alpina si colloca – con il suo milione e mezzo di lettori – fra le principali correnti nazionali di informazione, nel rispetto del principio di apartiticità.
Ogni anno i responsabili delle testate alpine si riuniscono in convegno itinerante, per discutere tematiche di interesse associativo. Fra rappresentanti delle testate alpine e osservatori, questo convegno che – grazie al fatto di essere organizzato ogni anno in una diversa località, in aggiunta all’accresciuto interesse associativo nei riguardi del mondo dell’informazione – è divenuto un appuntamento fondamentale per chi scrive sui giornali alpini. È l’unica occasione, infatti, di incontro ma anche di confronto dei direttori dei periodici sezionali e dei notiziari di gruppo, giornali sempre letti con grande attenzione e con spirito critico.
Esiste infine un canale informatico, il portale www.ana.it che contiene, fra l’altro, non solo il numero de L’Alpino del mese in corso ma anche i numeri precedenti. La redazione de L’Alpino cura anche la pubblicazione nel portale delle informazioni sull’ANA e di gran parte delle pagine del giornale.
Storia de L’Alpino
Cominciò quasi per caso. Nel 1919, quasi contemporaneamente alla fondazione Associazione Nazionale Alpini, tre ufficiali dell’8º reggimento alpini, reduci di guerra, mentre in libera uscita passeggiavano per Udine, ebbero l’idea di pubblicare un settimanale, in formato ridotto, per esaltare le glorie del reggimento, con i suoi battaglioni, il “Tolmezzo”, il “Cividale”, il “Gemona”, e dei battaglioni “Valle” e Monte” che avevano fatto parte dell’8º. I tre ufficiali erano Italo Balbo, Aldo Lomasti ed Enrico Villa e il settimanale era L’Alpino. Le prime 2.500 copie del giornale furono esaurite in poche ore.
Oggi, quelle copie consunte dal tempo, con la testata Liberty e quel sottotitolo “Di qui non si passa”, fanno sorridere; ma sono un pezzetto di storia degli alpini, che sono tutt’uno con la storia d’Italia. Oggi L’Alpino è il mensile ufficiale dell’Associazione Nazionale Alpini, che conta anche 78 testate di Sezione e centinaia di Gruppo. La tiratura di queste testate sezionali varia da alcune migliaia ad alcune decine di migliaia, mentre hanno una tiratura ridotta al numero di iscritti (al massimo alcune centinaia di soci) i giornali di gruppo.
Per quanto riguarda L’Alpino, ha 11 numeri ed è diretto, da giugno 2012, da Bruno Fasani. I suoi referenti sono i corrispondenti delle ottantuno sezioni, in Italia e all’estero. Come del resto tutte le cariche associative, i collaboratori sono tutti volontari che non percepiscono alcun emolumento (a parte, ovviamente, il personale amministrativo e di segreteria, indispensabile ad una associazione con un così rilevante numero di iscritti).
Le notizie riportate dal mensile associativo riguardano l’attività delle sezioni e dei gruppi, dalle tantissime iniziative locali alla più articolata e complessa opera dei 13000 volontari della Protezione civile dell’ANA. Ma L’Alpino tratta pure problemi e argomenti che, anche se apparentemente non riguardano direttamente la vita associativa, si riflettono pesantemente su tutto il mondo alpino: come il nuovo modello di difesa, con la drastica riduzione dei reparti alpini, e la “sospensione” della leva obbligatoria, problema, quest’ultimo, che trova tutta la stampa alpina schierata in difesa di valori insostituibili, che sono indispensabili non soltanto agli alpini ma a tutto il Paese. Pur affondando nella tradizione, L’Alpino è un giornale moderno anche tecnologicamente. Computer e sistemi avanzati in redazione, stampa esterna d’avanguardia, tempi di chiusura quasi da quotidiano.
L’Alpino settimanale televisivo
A fine dicembre 2017 nasce L’Alpino settimanale televisivo, una finestra aperta sul mondo delle penne nere, per rimanere costantemente aggiornati sulle attività e gli appuntamenti dell’Associazione. Il settimanale di informazione è stato realizzato, su iniziativa della Presidenza Ana e del Consiglio Direttivo Nazionale, grazie a Tele Boario, l’emittente della Valcamonica con la quale l’Ana collabora da tempo in occasione delle Adunate nazionali e degli altri più importanti avvenimenti associativi.
L’appuntamento con il telegiornale alpino ha cadenza settimanale e può essere seguito sulle emittenti locali che hanno aderito e che coprono, in tutto o in parte, ben 15 Regioni italiane. Giorni e orari di trasmissione sono scelti dalle emittenti secondo i propri palinsesti, con una o due repliche a settimana, la maggior parte delle volte in prima serata. Dal giovedì successivo alla messa in onda le immagini potranno essere riviste in qualsiasi momento sul canale YouTube Ana (www.youtube.com/user/ANAalpini), accessibile anche dal portale www.ana.it.
Onorificenze
Il Labaro
Sul Labaro, simbolo dell’Associazione, sono appuntate 216 medaglie[2] così suddivise:
209 medaglie d’oro al valor militare di cui 16 a reparti e 193 individuali, conferite ad alpini inquadrati nei reparti alpini
4 medaglie d’oro al valor civile
1 medaglia d’oro al merito civile
1 medaglia d’oro al merito della Croce Rossa italiana (2004)
1 medaglia di pubblica benemerenza di I classe del Dipartimento della Protezione civile (per l’aiuto in occasione del terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo).
Esiste inoltre il medagliere dell’Associazione (che non sfila all’Adunata dell’ANA) che si fregia di 115 medaglie d’oro al valor militare, conferite alle “penne nere”, già in forza nei reparti delle truppe alpine, inquadrate in altre unità (non alpine).
All’ANA sono state conferite anche una medaglia d’argento al merito civile per quanto fatto in Italia e all’estero dall’Ospedale da campo ANA[3] e una medaglia di bronzo al merito civile per gli interventi della Protezione civile dell’ANA in Armenia e in Valtellina sconvolta da una alluvione.
Il 9 maggio 1977 viene concessa la medaglia d’oro al merito civile
Medaglia d’oro al merito civile – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al merito civile
«Associazione di soldati della montagna in congedo, in 57 anni di feconda attività ha posto in luce le nobili tradizioni delle truppe alpine, indirizzando la propria azione verso obiettivi di fraterna concordia, di rispetto delle Istituzioni e di amor di Patria. Sempre presente là dove le necessità delle genti montanare o le improvvise sciagure ne richiedevano l’aiuto, ha impegnato numerosissimi suoi soci nelle operazioni di immediato soccorso alle popolazioni colpite dal rovinoso terremoto del Friuli, mobilitandoli successivamente, tra enormi difficoltà e perigli, nell’umanissima e meritoria opera di assistenza e di ricostruzione. Gli Alpini in congedo, che nella circostanza hanno dato un contributo di sangue per alleviare le sofferenze delle comunità terremotate, si sono ancora una volta rivelati in possesso delle più elette doti di solidarietà e di generosa abnegazione, riscuotendo l’ammirazione e la gratitudine più ampie della Nazione[4].»
— Roma – Maggio-settembre 1976
Il 29 novembre 1995 viene concessa la medaglia d’oro al valor civile
Medaglia d’oro al valor civile – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor civile
«In occasione della violenta alluvione abbattutasi su Piemonte e Emilia-Romagna, che causava vittime e ingentissimi danni, l’Associazione Nazionale Alpini, dando prova ancora una volta di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva con uomini e mezzi in soccorso delle popolazioni colpite e, prodigandosi con immediatezza, efficacia e sensibilità in una generosa e instancabile opera di solidarietà, contribuiva a garantire il graduale ritorno alla normalità.»
— Novembre 1994
Conferita il 11 ottobre 2010:
Attestato e Medaglia di pubblica benemerenza di I classe del Dipartimento della protezione civile – nastrino per uniforme ordinaria Attestato e Medaglia di pubblica benemerenza di I classe del Dipartimento della protezione civile
«Per la partecipazione all’evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l’impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell’emergenza.»
— D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi del ai sensi dell’art.5, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre 2008,
5. Oltre che nell’ipotesi di cui al comma 4, la I classe di eccellenza si può conseguire, per atti di eccezionale rilevanza compiuti nel corso interventi di protezione civile, in seguito a segnalazione del Capo del Dipartimento della protezione civile, equivalente a 25 eventi.
FONTE