Rubiana (Rubiana in francoprovenzale; Rubian-a in piemontese, Rubiane in francese) è un comune italiano di 2.384 abitanti che si trova nella Val di Susa, in città metropolitana di Torino, in Piemonte.

Geografia fisica

Essa è collocata in una conca al centro di un anfiteatro montuoso, compreso tra i monti Curt, Rognoso, Civrari, Sapei, Rocca Sella e il Colle del Lys. In posizione più centrale si trova invece il Monte Arpon. La superficie totale del comune è di 26,76 km² e va dai 2.234 m di Punta della Croce ai 525 m della borgata Molino. Il principale corso d’acqua è il torrente Messa.
È molto ricca di verde con boschi di castagni, querce, faggi, larici, pini, prati e pascoli, ed è stata in passato abbondante produttrice di frutta (castagne, mele, ciliegie).

Storia

La prima segnalazione di Rubiana è su un documento del 1029, ma la zona era già abitata da secoli – in epoca pre-romana – prima dai Liguri o poi dai Celti e Gallo-Celti. Il toponimo “Rubiana” potrebbe derivare o dal nome di una delle divinità dei Celti, il dio Arubianus, o dal latino ruber-rosso, colore predominante rossastro del terreno dovuto alla massiccia presenza di ferro. Nel Settecento fu costruito nei pressi di Mompellato un piccolo santuario, successivamente ampliato, dedicato alla Madonna della Bassa. Parte del territorio comunale ricade nel Parco Naturale di interesse provinciale del Col del Lys.
FONTE

Comune di Rubiana

Localizzazione
StatoItalia Italia
RegioneRegione-Piemonte-Stemma.svg Piemonte
Città metropolitanaCittà metropolitana di Torino - Stemma.png Torino
Territorio
Coordinate45°08′N 7°23′ECoordinate: 45°08′N 7°23′E (Mappa)
Altitudine640 (min 525 – max 2,234) m s.l.m.
Superficie26,94 km²
Abitanti2 386 (30-6-2018)
Densità88,57 ab./km²
FrazioniFavella, Mompellato
Comuni confinantiAlmese, Caprie, Condove, Val della Torre, Villar Dora, Viù
Altre informazioni
Cod. postale10040
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001229
Cod. catastaleH627
TargaTO
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)
Nome abitantirubianini (su sito comune Rubianesi)

Storia (dal sito del Comune)

La conca smeralda di Rubiana, si distende, a forma di trapezio, in un ampio anfiteatro montuoso, sulla sinistra della Dora Riparia, compreso tra il monte Curt, il Santuario della Bassa, il Colle del Lys, il monte Rognoso, il Monte Civrari, il Monte Sapei e Rocca Sella, confina a valle con i comuni di Almese e Villardora degradando dai m. 2234 di Punta della Croce ai m. 520 della borgata Molino.
La superficie totale è di 26.76 Kmq. Ricca di verde, con boschi di castagni, querce, faggi, larici, pini, prati e pascoli, è stata in passato abbondante produttrice di frutta (castagne, mele, ciliegie) ed anche di latticini che venivano settimanalmente portati per la vendita al Mercato di Almese mentre la frutta veniva portata fino ai mercati di Torino.
Le vigne, un tempo diffuse nel versante sud della collina morenica, sono state in buona parte sostituite da numerose ville costruite negli anni scorsi.
Rubiana appare la prima volta su un documento dell’anno 1029, quando il Marchese Manfredi di Torino e la moglie Berta fecero dono di questa terra all’Abbazia di SanGiusto in Susa, perciò a quell’epoca Rubiana era già una pieve fiorente, degna di comparire, insieme ad altri paesi della valle nell’elenco di una donazione. Era soggetta al controllo del castellano che risiedeva nel castello di S. Mauro, presso Almese.
Le ricerche storiche ci dicono che i primi abitanti della valle furono i Liguri, poi subentrarono i Celti o Gallo-Celti, popolazioni che prima di subire l’influsso romano e poi cristiano, adoravano le divinità delle foreste dove si recavano a compiere atti di culto.
Fra le divinità vi era il dio Arubianus, dal quale potrebbe derivare il nome Rubiana, che altri storici fanno invece derivare dal latino “ruber-rosso”, colore predominante rossastro del terreno.
Il colore del terreno indica notevole presenza di minerale di ferro ed infatti nella storia del paese nei secoli XVI e XVII si fa cenno ad un’intensa attività estrattiva nelle zone del Monte Arpon, con trasporto per mezzo di muli lungo il rio del Ferro fino al Fornello.
In questa borgata il minerale veniva ridotto a ferro per mezzo del carbone di legna. La produzione di carbone di legna è stata un’altra delle risorse naturali di Rubiana fino all’ottocento; anch’esso veniva trasportato con carri e venduto sui mercati di città.
Le abitazioni sono sparse sul territorio in circa 100 borgate suddivise tra il Capoluogo e le Frazionidi Favella e Mompellato.
La strada provinciale che da Almese sale al Colle del Lys, attraversa il paese e mette in collegamento la Valle di Susa con le Valli di Lanzo. Il clima salubre e la comoda vicinanza con Torino (30 Km.), hanno fatto di Rubiana uno splendido centro di villeggiatura estiva, molto adatta agli anziani ed ai bambini, oltre che meta turistica per il week-end, con notevoli possibilità di passeggiate ed escursioni.
La rete di mulattiere e sentieri attraversa il territorio, che, oltrei 1000 metri, presenta una bassa vegetazione di montagna con rododendri, mirtilli, lamponi genzianelle, narcisi. La valle è attraversata dal Torrente Messa, alimentato dai numerosi affluenti laterali (rivi); esso fornisce ancora oggi acqua ad alcune delle “Bealere” di irrigazione realizzate nei secoli scorsi dai rubianesi, oltre ai “Mulini dei cereali” ormai in disuso.
Le glaciazioni hanno lasciato tracce nell’erosione del terreno, nella formazione di una collina morenica verso sud e di piccoli cocuzzoli rocciosi sparsi sul territorio detti “Mollar” (Fornero, Brunatto, Micè, Magò, Pertica, ecc.)

(Alcune notizie sono tratte da: E. Patria RUBIANA “Una Comunità diValsusa” Vol. I e N. Bartolomasi “Valsusa Antica” Vol. I)

Origine del nome del comune
Il nome “Rubiana” potrebbe derivare o dal nome di una delle divinità dei Celti, il dio Arubianus, o dal latino ruber-rosso, colore predominante rossastro del terreno dovuto alla massiccia presenza di ferro.

ARUBIANUS

Jupiter Arubianus et Bedaius

I(ovi) O(ptimo) M(aximo) Arubiano / et Bedaio sancto / Tul(lius) Iuvenis / b(ene)f(icarius) co(n)s(ularis) leg(ionis) II / Ital(icae) Antoninian(ae) / v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) / Idib(us) Mais (!) d(omino) [[[n(ostro)]]] / [[[Imp(eratore) Antonino]]] // II et Sacerdote co(n)s(ulibus)

Il nome è celtico per “timone” o “Dio del campo arato”. A volte è usato anche per il dio locale dell’insediamento romano-celtico Arrubium (detenuto Măcin, Romania), i suoi seguaci avrebbero diffuso le sue pratiche religiose in altre zone. Il nome potrebbe essere analogo ad Arawn .

Nel periodo gallo-romano Arubiano era identificato con il dio Giove , quindi è forse un dio del cielo o padre degli dei. Giove invece era considerato un dio protettore degli insediamenti romani, quindi ciò può valere anche per una divinità locale.

Epoca di fondazione (primi nuclei abitativi)
Come testimoniano ritrovamenti archeologici, la zona di Rubiana è frequentata in epoca romana come luogo di transito commerciale.
Ma il nome di Rubiana è citato per la prima volta in epoca medievale nell’elenco dei beni patrimoniali che vengono attribuiti all’Abbazia di San Giusto di Susa al momento della sua fondazione nel 1029 da parte del marchese Olderico Manfredi e di Alarico, vescovo di Asti.

Descrizione degli avvenimenti storici più significativi e della storia della comunità dalle origini ai giorni nostri
Come testimoniano ritrovamenti archeologici, la zona di Rubiana è frequentata in epoca romana come luogo di transito commerciale. Ma il nome di Rubiana è citato per la prima volta in epoca medievale nell’elenco dei beni patrimoniali che vengono attribuiti all’Abbazia di San Giusto di Susa al momento della sua fondazione nel 1029 da parte del marchese Olderico Manfredi e di Alarico, vescovo di Asti.
Nel 1414 Rubiana dipenderà dal potere dei monaci di Susa fino alla soppressione dell’Abbazia, avvenuta nel 1786, anche perchè il paese fa parte della castellania abbaziale di San Mauro che comprende anche San Mauro e Almese.
Alla soppressione dell’Abbazia di San Giusto, che appartiene al Regio Patrimonio, Rubiana viene ceduto al conte Chiavarrina. La storia del paese procede senza episodi degni di nota fino alla seconda guerra mondiale, quando quella zona si distingue per la lotta antifascista: 33 partigiani cadono in uno scontro a fuoco.
Presso il Colle del Lys è stato costruito un monumento alla memoria ed un centro di documentazione storica sulla Resistenza, punto di riferimento per tutta la zona occidentale di Torino.

Territorio

Rubiana e il suo territorio
Orografia generale

Rubiana è un comune geograficamente inquadrabile nell’area della bassa Valle di Susa, il cui territorio è adagiato nella bella e aperta conca valliva della Val Messa. Dal punto di vista orografico l’area è inquadrabile nelle Alpi Graie sud orientali – Catena del Rocciamelone. In tempi piuttosto recenti, con la riforma delle comunità montane, il comune di Rubiana ha aderito all’Unione Alpi Graie con i comuni di Viù, Lemie, Usseglio e Groscavallo, tutti geograficamente nelle Valli di Lanzo. La Val Messa (e con essa il territorio di Rubiana) è delimitata a ovest dalla Val Sessi, a nord dalla Valle di Viù (Rio Richiaglio), a est dalla Val Casternone, mentre, a sud, digrada verso il fondo della Valle di Susa. La testata valliva di spartiacque con la Valle di Viù, è dominata dalla Punta della Croce 2234 m dalla cui vetta, con andamento sud-sudest, si abbassa una dorsale che culmina con la Rocca Sella, nota meta escursionistica e alpinistica e punto panoramico su tutta la bassa Valle di Susa. Questa costiera con prevalenza di cime modeste e tondeggianti come il M.Sapei 1615 m (vd.foto 1), vegetate e a tratti rocciose, costituisce il fianco destro idrografico della Val Messa e al contempo lo spartiacque divisorio con l’adiacente Val Sessi. Nella testata della Val Messa si delinea la morbida depressione del Colle del Lis che permette di accedere alla Valle di Viù, mentre il fianco sinistro idrografico è delimitato a nord dal Monte Arpone 1602 m (vd.foto 2), importante nodo orografico tra la Val Messa, la Valle di Viù, la Val Casternone e la Val Ceronda. Dalla sua modesta elevazione, con andamento sud-sudest, scende la costiera di spartiacque con la Val Casternone culminante con il M.Curt 1323 m e più a sudest con il M.Musinè), a dominare gli abitati di Rubiana .

 
La “Gestione Cantonale

La maggior parte del territorio del comune di Rubiana si trova a una quota superiore agli 800 metri e, quest’area denominata Montagna, un tempo ospitava i borghi più abitati. Le attività dei residenti dell’alta Val Messa erano la pastorizia e l’allevamento, praticate su terre che erano in buona parte del feudo di San Giusto, cui doveva essere pagato un censo annuo. La parte restante di pascolo e di terreni era di proprietà dei mandriani e dei montanari, sulle cui spalle ricadeva circa il 60% del carico fiscale della comunità rubianese. L’amministrazione comunale, però, era in maggioranza costituita di persone che risiedevano nella parte mediana e nella parte bassa di Rubiana, ossia nel Traverso e nel Piano. Questo perché l’attività dei rubianesi di medio e fondovalle era improntata sul commercio, in prevalenza frutta e prodotti locali, determinando una classe sociale borghese e benestante che era geograficamente facilitata nei rapporti con Almese, sede del potere abbaziale, e con Avigliana, centro di potere del Ducato. Una classe sociale che annoverava anche persone di studio con incarichi di avvocatura e notariato, che meglio dei montanari sapeva far fronte agli ostacoli e ai cavilli della burocrazia.

Un’OASI di tranquillità e natura alle porte di Torino
La Val Messa e il territorio di Rubiana occupano una posizione piuttosto particolare e privilegiata nel panorama prealpino e alpino occidentale. Innanzi tutto, il “disegno della natura” ha posto quest’area geograficamente nella bassa Valle di Susa conferendo nello stesso tempo un habitat quasi a sé stante, chiuso in una conca di montagne dalle forme dolci e arrotondate. Poi, ha regalato un’esposizione favorevole a meridione, cui si aggiunge una quota che va dal piano collinare a quello alpino inferiore, e che permette un benessere residenziale fatto di aria salubre con clima temperato e soleggiato. Non è un caso, dunque, che nel passato come oggi Rubiana sia meta apprezzata di villeggiatura, vicinissima alla città di Torino, comoda anche per un rapido accesso alle adiacenti valli di Susa, Sangone e Lanzo. Un dolce susseguirsi di alture e versanti ricoperti di boschi rigogliosi, in cui vale la pena concedersi brevi passeggiate o più lunghe escursioni sul filo della storia e delle particolarità naturalistiche, di cui Rubiana è ricca. Inoltre è possibile praticare l’arrampicata sportiva oppure ¬classica, d’inverno praticare lo sci nordico e lo sci alpino al Colle del Lis e le escursioni con le racchette da neve, il tutto, a poco più di trenta chilometri dal centro di Torino! l’attività estrattiva e la lavorazione del minerale del FERRO

Si è già parlato della natura geologica dell’area e della presenza di rocce i cui minerali accessori sono spesso il ferro, il rame, l’amianto, il talco. In particolare, come attestano alcuni documenti, l’estrazione di minerali del ferro nella Val Messa è riferibile a tempi molto antichi. E’ nota, infatti, l‘esistenza di un martinetto ad Almese già verso la fine del 1300 e, al termine del secolo successivo, i Conti Provana possedevano una fucina in Villar Almese. Ancor prima della scoperta dei filoni di magnetite in Val Messa, è quasi certo che a Rubiana vi fosse una fonderia che lavorava il minerale proveniente dall’adiacente Valle di Viù. Il “Giacimento della Tavolata” o della “Tavolà” com’è riportato nei documenti più antichi, fu scoperto ai piedi del M.Arpon verso la fine del 1500.

 L’importanza secolare dell’attività mineraria in Rubiana è testimoniata anche da alcuni toponimi o idronimi che ne richiamano la memoria: Rio del Ferro, Borgata Ferro, Fornello. Nel 1590 il feudatario di San Giusto diede la concessione di sfruttamento dei nuovi giacimenti (e di quelli che in futuro sarebbero stati individuati sul territorio) alla Società degli scopritori Bellandino. con un canone annuo a favore dell’Abbazia di cinque scudi d’oro. Verso la fine del XVII secolo l’attività estrattiva iniziò un lento declino, dovuto in parte anche all’impulso che la lavorazione dei materiali ferrosi supportata da nuove tecnologie stava vivendo in Europa. Un tentativo di ripresa dell’attività mineraria alla Tavolata vi fu nel 1850.

Nonostante nel territorio rubianese fossero stati individuati numerosi giacimenti, oggi è nota soltanto una di quelle miniere: la Tavolata. Tutti i giacimenti che un tempo esistevano a Rubiana erano di tipo superficiale (o comunque se ne sfruttò la parte superficiale), dunque, l’attività estrattiva era a cielo aperto e di cava, con l’asportazione del suolo fino alla scoperta del filone. Questa tecnica spiega anche le opposizioni degli agricoltori, che vedevano nell’attività estrattiva un danno irreparabile per la crescita di nuova erba. Il minerale estratto era di due tipi: un “ferro terroso” definito dallo Jervis come limonite bruna terrosa, e la magnetite. Presso il M.Arpon di fronte alle borgate di Tabone e Favella, dove vi era la Miniera della Tavolata, è oggi ancora possibile vedere degli accumuli di detrito di scarto e, talvolta, trovarvi in mezzo qualche campione di magnetite

Aspetti vegetazionali e flora

Il territorio del comune di Rubiana comprende una superficie di 26,76 Kmq, di cui la maggior parte – tralasciando le aree edificate, come densità concentrate in buona parte attorno al capoluogo – è interessata da boschi e aree agricolo-pastorali, cui seguono in estensione la brughiera, le rupi e i macereti. Oggi le aree boschive del comune di Rubiana sono molto estese e le latifoglie comprendono: castagno, rovere, tiglio, frassino, robinia, faggio, nocciolo, betulla, ciliegio. Le latifoglie, distribuite secondo i piani vegetazionali, occupano prevalentemente la porzione centrale del territorio. Sul fianco sinistro idrografico, lungo le creste tondeggianti del M. Arpone con suolo impiantato sulle rocce del Massiccio Ultrabasico di Lanzo, predominano le conifere. Il bosco con grande presenza di larici, pino mugo (vd.foto a lato) a comportamento prostrato, pino nero, si alterna nella parte più a nord con macereti e brughiera, con sorbo, acero montano e ginepro.

Più rari sono l’abete bianco, l’abete rosso, il pino silvestre. Scendendo lungo la medesima dorsale, il larice cede spazi sempre maggiori al pino nero, che è stato oggetto di rimboschimento nella Val Messa nel 1919 e nel 1931, in particolare nell‘area del Mont Curt un tempo pressoché privo di vegetazione. In prossimità di alcune zone sulle dorsali vallive della destra idrografica, alle quote maggiori troviamo le praterie rupestri e i cespuglieti, che dividono lo spazio con i macereti. Scendendo di quota verso sud-est e lungo la dorsale, dal tondeggiante Monte Sapei, i margini dei macereti e delle pietraie si ripopolano progressivamente di conifere, larici e pini, mentre, scendendo verso le borgate del Traverso, la faggeta e il bosco misto diventano padroni incontrastati del territorio.

I prati, le praterie e le brughiere della Val Messa offrono una notevole varietà floreale secondo l’altitudine, l‘esposizione e la natura del suolo. Tra le specie più interessanti, all‘interno soprattutto del territorio del Parco Provinciale del Colle del Lis, potremo ammirare varie genziane e orchidee, così come diverse gigliacee, segnalando un endemismo piuttosto raro: l’Euforbia Gibelliana, che fu riconosciuta come specie a se stante nel 1892 dal botanico Paolo Pella Terminiamo rilevando anche un altro aspetto importante che riguarda la vegetazione: la geografia del territorio, che vede la Val Messa “protetta” su tre lati da dorsali montuose e con un clima temperato, ha favorito in passato un’importante frutticoltura soprattutto nella parte bassa del territorio di Rubiana, e la coltivazione della vite sulle colline di origine morenica.

 

Fauna
La fauna del territorio di Rubiana, della Val Messa e del Parco Provinciale del Colle del Lis, è piuttosto variegata. Tra i mammiferi sono presenti: la volpe, il tasso, la faina, la donnola, il riccio, la talpa, vari roditori come le arvicole montane, il ghiro e il topo quercino. Tra gli ungulati, notevole è la presenza del cinghiale che assieme al capriolo è responsabile di non pochi danni alla cotica erbosa e alle coltivazioni. Risalendo la strada che conduce al Colle del Lis, soprattutto dopo il crepuscolo, è facile imbattersi nel capriolo che attraversa la carreggiata, spesso balzando fuori dalla vegetazione d’¬improvviso. Nelle zone più impervie ed elevate della Val Messa, specialmente nel massiccio del Civrari, sono frequenti gli avvistamenti di camosci, mentre nei pressi del Monte Arpone è stato più volte segnalato l’avvistamento di mufloni provenienti dalle vicine Valli di Lanzo, dove erano stati introdotti negli anni ¬’80. Tra gli anfibi, piuttosto diffusi sono la rana alpina, il rospo e la salamandra, mentre tra i sauri vi sono l’innocuo orbettino e il ramarro. I colubridi sono ben rappresentati dal biacco, che predilige gli ambienti boscosi, mentre la vipera (aspis) è piuttosto diffusa sul territorio nei luoghi assolati, sui margini dei sentieri e nelle pietraie. Anche l’avifauna è abbastanza ricca di esemplari e comprende: lo sparviero, la poiana, il falco pecchiaiolo, il nibbio, l’albanella reale e, più raramente, l’aquila reale, che proveniente dalla Valli di Lanzo allarga fin qui i suoi estesi territori di caccia. Nel territorio del parco ma non solo, vi sono i galli forcelli, le coturnici, le più rare pernici. Numerosissimi gli uccelli di bosco, impossibili da elencare qui in modo esaustivo. Tra questi vi sono: lo stagionale codirosso, la nocciolaia, la ghiandaia, il passero, la cincia, il fringuello.

 
il PARCO naturale del Colle del LIS

Istituito dalla Provincia di Torino nel 2004, il Parco Naturale del Colle del Lis si colloca nella rete ecologica regionale ed è amministrato dalla Città Metropolitana di Torino. Esteso per 361,70 ettari tra i comuni di Rubiana e Viù, interessa i versanti nordovest e sudovest del Monte Arpone, a est del Colle del Lis, mentre il suo confine meridionale è delineato dalla strada da cui si accede al Santuario della Madonna della Bassa. All’interno dell’area protetta si estende una rete di percorsi segnalati da cartellonistica e bacheche esplicative, che guidano il visitatore alla scoperta di peculiarità naturalistiche e geologiche. In frazione Favella, il comune di Rubiana ha messo a disposizione l’edificio della vecchia scuola ristrutturato con il contributo della Comunità Montana, che è diventato così la Casa del Parco, un centro documentario e informativo inaugurato il 21 marzo del 2009. La Casa del Parco è aperta al pubblico la prima e la terza domenica di ogni mese, dalle ore 10,00 alle ore 16,00.

 

Mappe e Analisi rischi ISTAT – Settembre 2020

(cliccare sulle immagini per ingrandirle a tutto schermo 😉)

 


Monte Curt

Il monte Curt, detto anche monte Curto (mont Curt in piemontese), è una montagna delle Alpi Graie alta 1.323 m. Si trova all’inizio della Val di Susa ed interessa i comuni di Almese, Rubiana e Val della Torre. Per quanto meno nota del vicino Musinè è facilmente individuabile da Torino e da una vasta area della pianura circostante.

Toponimo

Il nome “Curt” in piemontese significa corto; su alcune carte topografiche è riportato il toponimo “Monte Curto”, italianizzazione del nome originario.
Anche il vertice geodetico individuato sulla cima della montagna dall’IGM è denominato Monte Curto (cod.055052).

Descrizione

Il Curt (a sin.) e il Musinè (a dx.) visti dal Lago grande di Avigliana

Situato nella Città Metropolitana di Torino, circa 20 km ad ovest del capoluogo, il Monte Curt ricade nei territori comunali di Almese e Rubiana (a loro volta appartenenti alla Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone) e in quello di Val della Torre (Comunità Montana Val Ceronda e Casternone).
La montagna appartiene alla cresta spartiacque che separa il bacino della Dora Riparia da quello della Stura di Lanzo, ed è separata dal Monte Musinè (1150 m) da una lunga costiera boscosa che ha il suo punto più basso nel Colle della Bassetta (945 m). Seguendo lo spartiacque nella direzione opposta la prima montagna rilevante che si incontra è il Monte Arpone (1602 m).

Cenni storici

Sul versante valsusino del Monte Curt sono stati estratti per lungo tempo minerali ferrosi, dai quali deriva il nome l’antistante frazione Ferro di Rubiana. Nel corso della prima metà del Novecento lo stesso versante fu poi interessato da estesi lavori di rimboschimento con essenze resinose.
FONTE


Monte Rognoso

Il Monte Rognoso è una montagna delle Alpi Graie alta 1.952 m che fa parte del massiccio del Civrari. Si trova tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, ed interessa i comuni di Rubiana e Viù.

Descrizione

Il versante settentrionale visto da Col San Giovanni

La montagna appartiene alla cresta spartiacque che divide il bacino della Dora Riparia da quello della Stura di Lanzo. Si presenta come un cono quasi perfetto, ed è separata dalla vicina Punta della Croce da una depressione nota come Colle del Rognoso a quota 1.865 m. La punta si trova al confine tra la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone e la Comunità Montana Valli di Lanzo. Sulle sue pendici si svolse tra l’1 e il 2 luglio 1944 la battaglia tra i partigiani della 17ª Brigata Garibaldi e le truppe nazifasciste terminata con l’eccidio di 26 giovani partigiani.
FONTE


Monte Civrari

Il monte Civrari è una montagna delle Alpi Graie il cui punto culminante, la Punta Imperatoria, è alto 2.302 m. Si trova tra la valle di Susa e la valle di Viù, ed interessa i comuni di Condove, Lemie e Viù.

Etimologia

Il nome Civrari significa “monte delle capre” (dal piemontese ciavra, capra). Con tutta evidenza si tratta di un territorio particolarmente sfruttato in passato per il pascolo del bestiame.

Cenni storici

Tra gli abitanti del piccolo centro di Col San Giovanni era un tempo diffusa la credenza che nel laghetto collocato alle falde del Civrari fosse nascosto un grande tesoro. Il luogo era però ritenuto infestato dal diavolo e dalle masche, tanto che ogni anno il parroco di San Giovanni saliva dal paese per benedire lo specchio d’acqua.
Maria Savi Lopez nel suo “Leggende delle Alpi” racconta che gli alpigiani locali credessero il lì presente torrente Richiaglio sede della mitologica Corsa delle Fate.

Descrizione

Il Civrari non è una vetta isolata ma un gruppo di cime situate tra il colle della Frai (poco a ovest del colle del Lis), il colle del Colombardo e il colle della Bassa; oltre alla Punta Imperatoria comprende la Torretta del Prete (2.264 m), la punta della Croce (2.236 m), il monte Rognoso (1.952 m) e, in senso lato, anche le Punte di Costafiorita e la Punta Sourela (1.777 m). Verso nord il massiccio si presenta con una ripida e ampia parete rocciosa che domina le borgate del comune di Lemie. Tra le cime del gruppo si spinge la parte alta del bacino del rio Ricchiaglio, che ha andamento ovest-est ed è bagnata dal rio del Civrari. All’interno di questo vallone è annidato il piccolo Laghetto del Civrari (1.987 m). L’area si trovava al confine tra la Comunità montana Valle Susa e Val Sangone e la Comunità montana Valli di Lanzo, in seguito trasformate in unioni di comuni.

Sul punto culminante si trova il punto geodetico trigonometrico dell’IGM denominato monte Civrari (cod. 055037).
Il gruppo montuoso, data la posizione avanzata verso la pianura e la forte differenza altimetrica rispetto alla vette antistanti, è ben visibile dalla piana torinese e si distingue facilmente dalle montagne circostanti per la caratteristica forma trapezoidale.
FONTE


Monte Sapei

Il monte Sapei è una montagna delle Alpi Graie alta 1.624 m.

Geografia

Si trova all’inizio della val di Susa, tra il Rocca Sella e il monte Civrari, ed interessa i comuni di Caprie e di Rubiana. Sulla cima si trova il punto geodetico trigonometrico dell’IGM denominato Monte Sapei (cod. 055111). Data la bassa quota la montagna può essere salita con relativa facilità durante quasi tutto l’anno, portando eventualmente con sé le ciaspole durante l’inverno.
FONTE


Monte Caprasio (o Rocca Sella)

Il monte Caprasio, o rocca Sella, è una montagna delle Alpi Graie alta 1.508 m

Geografia

Si trova all’inizio della val di Susa, di fronte alla sacra di San Michele, ed interessa i comuni di Caprie, Rubiana e Villar Dora. La sua vetta rocciosa rappresenta il punto più alto del territorio comunale villardorese ed ospita una statua della Madonna (raggiungibile attraverso pochi passi di arrampicata al III grado) ed una cappella-rifugio sempre aperta posta poco più in basso (ben visibile dal comune di Rubiana).
Sulla cima si trova il punto geodetico trigonometrico dell’IGM denominato rocca Della Sella (cod. 055114).

Ascensione alla vetta

La cappella sulla cima

Data la bassa quota la montagna può essere salita con relativa facilità durante tutto l’anno, portando eventualmente con sé ramponi e piccozza durante l’inverno. L’accesso è di tipo escursionistico e normalmente avviene partendo dalla frazione Comba di Caprie (1.070 m), dal sentiero che parte dietro al lavatoio. Dopo un breve tratto boscoso si giunge a un bivio (circa 1.200 m): a sinistra si va al colle Arponetto (1.397 m) e poi di lì al monte Sapei (1.624 m), a destra invece si imbocca un facile canalone (detto sentiero Tramontana) che porta direttamente in cima alla Rocca Sella in meno di 1 h. La difficoltà di questa via, che è la più breve ed anche la più panoramica per l’accesso alla vetta, è classificata come EE (escursionismo per esperti). Esiste anche un sentiero più facile ma più lungo, classificato come E (escursionismo facile), che dal colle Arponetto sulla destra conduce in vetta alla montagna.

Storia

Alla base del monte, intorno all’abitato dell’attuale frazione Celle di Caprie, nel medioevo si insediarono degli eremiti in grotte ed anfratti naturali. Il più noto di essi è San Giovanni Vincenzo, arcivescovo di Ravenna dal 986 al 997 con il nome di Giovanni XIII, ritiratosi ivi dal 997 al 12 gennaio dell’anno 1000 (data della sua morte).
FONTE


Colle del Lis

Il Colle del Lis (reso anche con la grafia Colle del Lys) è un valico alpino delle Alpi Graie situato in città metropolitana di Torino e che collega la bassa Valle di Susa con la Valle di Viù, più precisamente i comuni di Rubiana e di Viù.

Toponimo

Sulla cartografia ufficiale nazionale e su quella regionale del Piemonte il valico è chiamato colle del Lis mentre altre fonti, anche autorevoli come l’ex Provincia di Torino,rendono il toponimo con la grafia colle del Lys.

Descrizione

Il colle si apre tra il Monte Arpone e il Monte Pelà e si trova alla testata della Val Messa (tributaria della Dora Riparia) e del Vallone di Richiaglio (tributario della Stura di Viù). È raggiungibile in auto da Viù o da Rubiana tramite la SP 197 “del Colle del Lys” ed è un buon punto panoramico sulle vallate e sulla pianura torinese. Non lontano dal colle sorge il santuario della Madonna della Bassa.
Dal 2004 la zona è stata inclusa nel Parco Naturale di interesse provinciale del Col del Lys, inserendo nel sistema delle aree protette regionali un’area la cui tutela che era stata iniziata con l’istituzione, da parte della Provincia di Torino, di un Parco Pubblico Montano.

Cenni storici

Il monumento ai partigiani

La zona ha avuto una notevole importanza per la Resistenza durante la seconda guerra mondiale. In particolare attorno al colle si è svolta, tra l’1 e il 2 luglio 1944, una battaglia tra i partigiani della 17ª Brigata Garibaldi e le truppe nazifasciste, al termine della quale 26 giovani partigiani vennero catturati, torturati e trucidati sul posto (Eccidio del Colle del Lys). Nell’edificio della ex casa cantoniera, non lontano dal monumento eretto sul colle in ricordo dei 2024 partigiani caduti nelle vallate circostanti, è stato allestito un piccolo museo dedicato alla Resistenza. A partire dal 1996 ogni anno ad inizio luglio si svolge al colle del Lys il meeting internazionale Eurolys. L’evento riunisce giovani di vari paesi d’Europa sui temi della memoria degli eventi collegati alla Seconda Guerra mondiale, della partecipazione e della democrazia. In parallelo ad Eurolys il colle ospita anche la fase finale del concorso musicale Resistenza Elettrica, patrocinato dalla Provincia di Torino (oggi città metropolitana) e da numerosi altri enti locali e associazioni.

Escursionismo

Dal colle è agevolmente raggiungibile per tracce di sentiero il Monte Arpone. La salita al Monte Rognoso (passando per il Colle della Frai) è più impegnativa e avviene fuori sentiero per un pendio coperto di massi accatastati. Agevolmente raggiungibili sono invece il santuario della Madonna della Bassa e il Colle della Portia. Il Sentiero della Resistenza raggiunge il colle partendo da Toglie in Valle di Viù; sempre dal colle un breve tratto di strada sterrata consente di raggiungere il Colle della Frai, da dove si può proseguire per sentiero verso la parte occidentale dalla Val Messa.

Alpinismo e sci

Alcuni impianti di risalita, in parte ancora oggi in funzione, permettono la pratica dello sci da discesa nei pressi del colle. Sul versante settentrionale del Monte Arpone è stata aperta una pista di sci di fondo, con impianto di innevamento artificiale. Sul tratto finale della cresta occidentale della montagna, tradizionalmente frequentato nelle belle domeniche invernali da famiglie che lo utilizzavano come pista di discesa per bob e slittini, è stato realizzato uno snowpark. Sia il Monte Arpone  che il Monte Rognoso sono interessanti mete sci-alpinistiche.
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Monte Arpon

Il Monte Arpon (1.236 m s.l.m.) è una vetta delle Alpi Graie. Non deve essere confuso col vicino e quasi omonimo – ma più alto – Monte Arpone, sito alla convergenza tra i territori comunali di Rubiana, Viù e Val della Torre.

Descrizione

La madonnina sulla cima e, sullo sfondo, il Musinè

La montagna si trova in Piemonte nella valle del torrente Messa, e fa parte del territorio comunale di Rubiana (Città metropolitana di Torino). È collocata sul crinale che divide le due vallette del Rio del Ferro (a nord) da quelle del torrente Bellacomba, entrambi tributari del Messa. A ovest una insellatura alla quota di circa 1.180 m la divide dal Rocca Sella, mentre verso est il crinale spartiacque procede con il Monte Gioran (1.034 m). Sul punto culminante si trova una piccola statua della Madonna.

Accesso alla cima

La punta può essere raggiunta Favella (Rubiana), con un percorso escursionistico la cui difficoltà è stimata come E. In alternativa si può percorrerne la cresta orientale, che però presenta difficoltà alpinistiche.
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Punta della Croce

La Punta della Croce è una montagna delle Alpi Graie alta 2.234 m che fa parte del massiccio del Civrari. Si trova tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, ed interessa i comuni di Condove, Rubiana e Viù.

Descrizione

La montagna innevata vista dal Monte Druina

La montagna appartiene alla cresta spartiacque che divide il bacino della Dora Riparia da quello della Stura di Lanzo. Rappresenta un nodo orografico di una certa importanza perché da essa si diparte il lungo costolone che separa la Val Messa (quella che parte da Villar Dora e termina su al colle del Lys) dal vallone del torrente Sessi (affluente della Dora in Val di Susa). È separata dalla Punta Imperatoria tramite una depressione chiamata Bocchetta del Civrari (2.169 m) e dal Monte Rognoso attraverso il Colle del Rognoso (1.865 m). Ai suoi piedi, circa 300 m più in basso, si osserva in direzione Nord il piccolissimo Laghetto del Civrari. Data però l’estrema vicinanza con la pianura (Torino dista solamente 30 km in linea d’aria) la montagna d’estate si trova spesso immersa nella nebbia fin dalla tarda mattinata. La punta si trova al confine tra la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone e la Comunità Montana Valli di Lanzo. Sulla cima si trova il punto geodetico trigonometrico dell’IGM denominato Punta Della Croce (cod. 055049).
La vetta della montagna risulta particolarmente “affollata”: sono infatti presenti ben 2 croci di vetta (di cui una dotata di specchio) poste a pochi metri l’una dall’altra, e vi è pure un parafulmine.
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Messa (torrente)

Il Messa (Méhi in franco-provenzale) è un torrente del Piemonte, affluente in sinistra idrografica della Dora Riparia. Il suo corso si sviluppa interamente nel territorio della città metropolitana di Torino.

Percorso

Il torrente si origina da alcuni rami sorgentizi che scendono verso sud-est dalla Punta della Croce e dal Monte Rognoso, in comune di Rubiana. Scendendo a valle il solco scavato dal torrente si approfondisce, formando a tratti delle vere e proprie gole, e il suo precorso si orienta quasi esattamente in senso nord-sud. Raggiunto l’abitato di Almese il Messa entra nel solco principale della Valle di Susa e devia progressivamente verso est. Dopo aver raccolto da sinistra le acque del suo principale affluente, il rio Morsino, lambisce l’abitato di Drubliaglio (comune di Avigliana), dove viene scavalcato dalla ex SS 24. Sovrappassato anche dall’autostrada del Frejus raggiunge infine la Dora Riparia, nella quale confluisce a quota 341 m s.l.m.

Principali affluenti

  • In sinistra idrografica:
    • rio della Bassa: è un breve corso d’acqua che drena il valloncello dominato dalla Madonna della Bassa e confluisce nel Messa presso la borgata Casei Superiore;
    • rio Morsino: raccoglie le acque dell’ampia conca compresa tra il monte Curt e il Musinè e, dopo aver attraversato l’abitato di Rivera, le convoglia nel Messa poco a monte di Drubiaglio.
  • In destra idrografica:
    • rio Bellacomba: nasce sul versante orientale del Roccasella e confluisce in destra idrografica nel Messa a valle del centro comunale di Rubiana.

Esondazioni

Il Messa, specie nel suo tratto più a valle, in occasione di precipitazioni particolarmente intense ha causato in passato notevoli danni con le sue esondazioni. Per questo il suo corso fu deviato varie volte e furono costruite numerose opere di difesa idraulica a protezione dell’abitato di Almese e delle borgate circostanti. 

Pesca

Sul torrente e su tutti i suoi affluenti e defluenti è in vigore la regolamentazione specifica per la pesca in acque salmonicole di particolare pregio.
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