Da qualche tempo ho iniziato a riflettere su questa evoluzione della cultura pop. Segnerò qui di seguito qualche appunto…


CHI SONO GLI ZOMBIE

Uno “zombie” è una figura popolare nella cultura, originariamente legata ai miti voodoo haitiani come un cadavere rianimato, ma oggi comunemente inteso come un “morto vivente” o un’entità senza anima, priva di coscienza, spesso usata in narrativa horror e in senso figurato per descrivere persone letargiche o prive di personalità, oltre che riferirsi a vecchi virus scoperti nel permafrost siberiano chiamati appunto “zombie”. 

Origini e significati

    • Origini Voodoo: Il concetto deriva dal folklore haitiano, dove uno zombi è una persona rianimata magicamente dopo la morte, controllata da un “bokor” (stregone).
    • Letteratura e Cinema: Introdotto nella cultura moderna, lo zombie è diventato un cadavere ambulante che attacca i vivi, spesso infettandoli (es. George A. Romero).
    • Senso figurato: In senso esteso, indica una persona svogliata, apatica, senza volontà, come se fosse morta dentro, o in uno stato di estremo decadimento fisico e mentale.
  • Filosofia: In filosofia, uno “zombie filosofico” è un essere identico a un umano ma privo di coscienza. 

In altri contesti

  • Musica: “Zombie” è anche il titolo di una famosa canzone del gruppo irlandese The Cranberries, che parla di violenza e guerra.
  • Scienza: “Virus zombie” si riferisce a vecchi virus patogeni scoperti nel permafrost siberiano, che potrebbero riattivarsi con lo scioglimento dei ghiacci. 
In sintesi, lo zombie è un potente archetipo culturale che rappresenta la morte rianimata, la perdita di sé, e minacce primitive, evolvendosi dal folklore mistico alle moderne paure scientifiche e sociali. 

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ZOMBIE NEI VIDEOGIOCHI

Gli zombie sono un nemico comune e versatile nei videogiochi, utilizzati in una vasta gamma di generi, dai survival horror agli sparatutto, grazie alla loro natura di avversari eticamente accettabili da eliminare in massa. La loro rappresentazione si è evoluta nel tempo, passando da lenti e inetti a veloci e aggressivi. 

Ruolo e Rappresentazione

La popolarità degli zombie nei videogiochi deriva principalmente dalla loro funzione di “carne da macello” che i giocatori possono affrontare senza remore morali. Servono come catalizzatore per vari tipi di gameplay: 
  • Sopravvivenza e Atmosfera: In molti titoli, gli zombie sono lenti e la minaccia principale è l’atmosfera opprimente, la scarsità di risorse e la tensione psicologica, come nella serie Resident Evil (soprattutto i titoli classici).
  • Azione e Combattimento: In altri giochi, come la modalità Zombi di Call of Duty o Dead Island 2, sono nemici che i giocatori possono eliminare in grandi quantità, spesso con un’enfasi sul combattimento frenetico e sull’umorismo.
  • Elemento Narrativo: Giochi come The Walking Dead: The Telltale Definitive Series utilizzano gli zombie come sfondo per esplorare le complesse dinamiche umane e le scelte morali in un mondo post-apocalittico, concentrandosi sulla narrazione e sui personaggi. 

Videogiochi Famosi

Ecco alcuni esempi di videogiochi che hanno utilizzato gli zombie in modi distintivi:
  • Resident Evil (serie): Spesso accreditata per aver reso popolare il genere survival horror, la serie presenta zombie lenti e terrificanti, ponendo l’accento sulla gestione delle risorse e la risoluzione di enigmi.
  • The Last of Us (serie): Caratterizzata da “infetti” che si evolvono in diverse fasi (come i famigerati Clicker), la serie è rinomata per la sua profonda narrazione e l’intensa azione stealth.
  • Left 4 Dead 2: Considerato uno dei migliori sparatutto cooperativi a tema zombie, eccelle nel gameplay multiplayer, dove la comunicazione e il lavoro di squadra sono fondamentali per sopravvivere contro orde implacabili.
  • Days Gone: Questo titolo open-world si distingue per le “orde” di zombie, gruppi di centinaia di non morti che inseguono il giocatore, offrendo momenti di alta adrenalina e richiedendo l’uso strategico dell’ambiente circostante.
  • Dead Rising (serie): Offre un approccio più leggero e sandbox, consentendo ai giocatori di utilizzare un’ampia varietà di oggetti come armi improvvisate per affrontare ondate di zombie, con un focus sul crafting e sull’esplorazione 
  • Inoltre:

a. Dead Space

Secondo le parole del suo stesso autore, Ben Wanat, Dead Space è una sorta di Resident Evil 4 ambientato nello spazio. L’azione si svolge sull’astronave USG Ishimura e la tua missione è esplorare i ponti per sfuggire all’orda famelica. Tenendo conto del buon lavoro fatto dagli sviluppatori e di alcune funzioni speciali come la possibilità di usare i laser, non potevamo che inserirlo tra i migliori giochi zombie.

b. Plants Vs. Zombies

Chi l’ha detto che i videogiochi con protagonisti (o, per meglio dire, antagonisti) gli zombie devono essere tutti caratterizzati da un’atmosfera cupa, oscura e triste? Perché non lasciare un po’ di spazio anche a sprite colorati e tondeggianti? È quello che devono aver pensato in PopCap Games quando hanno creato Plants Vs. Zombies, accattivante tower defense che ha nella sua semplicità e nell’immediatezza della sua struttura di gioco i suoi principali punti di forza. Un titolo adatto a tutti che, tra girasoli, sparapiselli (ribattezzati in Italia sparasemi), jalapeno e cactus, ha dato origine a una serie che nel corso degli anni è comparsa praticamente su computer, console e dispositivi mobile.

c. Red Dead Redemption: Undead Nightmare

Il primo Red Dead Redemption ha un posto speciale nel nostro cuore. Non sapremmo quantificare il numero di ore che abbiamo speso a cavalcare il nostro fido destriero circondati dalla natura incontaminata, pronti a estrarre la nostra sei colpi in caso di necessità. Per difenderci da qualche animale selvatico troppo affettuoso. Per uccidere qualche malintenzionato. O per massacrare un’orda di zombie. Perché i morti viventi non sono solo una prerogativa dei nostri giorni, ma erano già belli arzilli e affamati già ai tempi del selvaggio West. Nel DLC denominato Undead Nightmare, Rockstar ha ripreso la formula, gli elementi cardine e le dinamiche dell’avventura base, condendo il tutto con qualche piccola novità e avvolgendo l’ambientazione in un’atmosfera tetra e lugubre. Il risultato è un’esperienza estremamente godibile e divertente, per quello che può essere considerato un dei migliori contenuti scaricabili (se non il migliore in assoluto) mai prodotti su computer/console.


ZOMBIE in wikipedia

Zombi AFI/ˈd͡zombi/ (in creolo haitiano zonbi), usato anche nell’ortografia inglese zombie, è un termine di origine haitiana, a sua volta proveniente dal bantu nzumbe, legato alla tradizione religiosa vudù. Zombi è entrato in epoca contemporanea nell’immaginario comune attraverso la letteratura e la cinematografia, per indicare la figura di un morto vivente, un cadavere ambulante.

Folclore haitiano

Secondo le credenze popolari haitiane, alcuni sacerdoti detti bokor sarebbero in grado di catturare una parte dell’anima, chiamata piccolo angelo guardiano, e detenerla in una piccola fiasca. Il rito produrrebbe nella vittima uno stato di letargia simile alla morte. Tali bokor sarebbero in grado di risuscitare la vittima, anche dopo diversi anni dalla sepoltura, restituendole una piccola parte dell’anima sottratta, per renderla uno schiavo indolente. Le popolazioni haitiane non temerebbero gli zombi in quanto minaccia, “bensì di divenire zombi essi stessi”. Il regime dittatoriale della famiglia Duvalier, al potere fino agli anni 1980, esasperava il clima di superstizione sugli zombi.

Reinterpretazione occidentale

Gli zombi nel film La notte dei morti viventi del 1968

Nella letteratura occidentale del passato, si indicavano per zombi individui privati di ogni volontà dalla dipendenza da droghe. Zombi è anche una droga futuribile citata nel racconto fantastico La porta sull’estate di Robert Heinlein, con la quale il protagonista viene totalmente asservito ai suoi falsi amici.

Un riferimento filmografico è costituito da quello che viene riconosciuto come il primo film del genereL’isola degli zombies (1932) con la star Bela Lugosi, nel ruolo di uno stregone che dispone della manodopera di schiavi drogati e, per volere di un innamorato, fa ritenere morta una giovane vittima.

Il concetto di “morto vivente” pare una reinterpretazione di quello che lo zombi rappresenta nella religione vuduista, ed è interessante come nel giro di una o due generazioni una parte di verità sia divenuta un mito sovrannaturale.

Nella figura dello zombi si intravede un’immagine speculare in negativo, di carattere diabolico, del concetto cristiano di resurrezione finale (dei corpi integri). “Quando non ci sarà più posto all’Inferno” – citazione ricorrente in parte della filmografia del genere – i corpi corrotti risorgono dandosi al cannibalismo (in letteratura sovente chiamato “eucaristia pagana”) in un disperato tentativo di assunzione dell’anima, dell’energia vitale, dalle proprie vittime.

Con La notte dei morti viventi del 1968, film culto capostipite del ciclo di George A. Romero, si inaugura l’immagine apocalittica di zombi quale la compagine di deceduti resuscitati e cannibali, decretando la fine di una civiltà. L’opera di Romero a sua volta si ispira al romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda (1954), dove un intero continente viene infettato da un patogeno che causa follia collettiva e violenza omicida (qui il termine “zombi” non era ancora usato). Un durissimo apologo satirico sociale si evidenzia nel secondo capitolo del ciclo di Romero, Zombi, del 1978, dove folle di non morti invadono un centro commerciale mimando le gestualità dei vivi.

Dal La notte dei morti viventi del 1968, Robert Kirkman trae ispirazione nel 2003 per il suo famosissimo e pluripremiato fumetto The Walking Dead, adattato in seguito per una serie TV che pur seguendo la trama generale si distacca molto da esso: The Walking Dead.

Nel numero 594 della collana di fantascienza Urania, pubblicato l’11 giugno 1972 nel romanzo H su Los Angeles di Robert Moore Williams, compare il termine “zombi”; probabilmente si tratta della prima citazione nota di questo termine in Italia.

Nel libro Il serpente e l’arcobaleno di Wade Davis, da cui è stato tratto l’omonimo film di Wes Craven, edito dopo la caduta del regime dittatoriale haitiano, viene analizzata la relazione tra zombi e vudù, nel caso Clairvius Narcisse: qui non si tratta di un cadavere risorto ma più realisticamente di un uomo scomodo alla polizia segreta, drogato per privarlo totalmente della sua volontà.

FONTE