Seconda gita fuori porta senza la nostra amata Margot 🐕 seduta bella comoda sui sedili posteriori dell’auto o nella sua cuccia ad aspettarci a casa… 

Non torniamo da tanti anni e questa volta siamo qui per assistere all’edizione notturna del famoso carnevale. Credo iniziativa post Covid-19, perchè a mia memoria sino al 2014-2015 si festeggiava il Carnevale solo con una bella sfilata di carri dopo pranzo.

Esperienza proprio bella e da ripetere: molto organizzati, imponente servizio di sicurezza, carri stupendi, gruppi danzanti bravissimi e con costumi elaborati, ottima musica, tante persone… cosa volere di più!

 

 

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Carnevale di Nizza

Il Carnevale di Nizza è, insieme al Carnevale di Rio de Janeiro e al Carnevale veneziano, uno dei principali eventi carnevaleschi del mondo. Si svolge ogni anno a febbraio e talvolta all’inizio di marzo (a seconda della data mobile del Carnevale nel Calendario gregoriano) a Nizza, in Costa Azzurra.

Storia
L’esistenza del Carnevale di Nizza è certificata fin dal 1294, quando il conte di Provenza, Carlo II d’Angiò, scrisse di aver passato a Nizza “i gioiosi giorni del carnevale”.

Nel 1873 un cittadino nizzardo, Andriot Saëtone, creò un comitato per il Carnevale guidato dall’artista locale Alexis Mossa, che ideò una parata di carri e maschere e concorsi.

In epoca moderna, il Carnevale prevede che venga scelto un tema, in relazione al quale gli artisti creano dei carri allegorici e delle figure in cartapesta che poi sfilano per il centro cittadino partendo dalla Place Masséna, mentre sulla Promenade des Anglais si svolgono le “battaglie dei fiori”. La festa dura 15 giorni e si conclude con una cerimonia di chiusura che prevede uno spettacolo pirotecnico e la cremazione della figura del Re del Carnevale.

A partire dal 2014 al classico carnevale si è aggiunta una celebrazione molto particolare chiamata “Lu Queernaval”, evento ufficiale del carnevale e organizzato per celebrare i valori di accoglienza e i colori della bandiera arcobaleno e della cultura LGBTQ+. Nel 2023 l’edizione de “Lu Queernaval” è stata particolarmente apprezzata e celebrata dai nizzardi e dalla stampa in quanto è stato volutamente l’unico evento gratuito per poter permettere a tutti i cittadini di partecipare ed essere parte di questo importante evento per la comunità LGBTQ+ della Costa Azzurra.

Nel 2022 l’evento ha attirato a Nizza oltre centomila visitatori.

FONTE


Ville de Nice
Nizza – Stemma
Nizza – Bandiera

Nizza

Origini del nome

Il toponimo originale della città è, in italiano, Nizza, e Nissa o Niça in nizzardo. Il toponimo francese della città è invece Nice. I suoi abitanti vengono chiamati nizzardi (niçois o niçards in francese). Nella parlata locale il termine più comune è nissart. L’aggettivazione “Nizza Marittima”, per differenziarla da Nizza Monferrato, è d’epoca sabauda.

Secondo alcune fonti, l’etimologia del nome trarrebbe origine dal greco antico Νίκαια, che a sua volta deriva da Nike, cioè “vittoria”[7]. Un’altra ipotesi fa tuttavia risalire il nome della città al toponimo etrusco-italico Nikaïa.

Storia

Fondata attorno al 350 a.C. dai coloni greci della città di Focea con il nome di Nikaia (Νίκαια), la città si trasformò velocemente in un importante porto commerciale della costa ligure. Nicaea in età romana rimase sempre nella regione romana di Liguria. Nel 641 la provincia bizantina della Liguria fu conquistata dal re longobardo Rotari che creò il ducato della Liguria con Genova come capitale. In questo periodo venne fondato il monastero di Cimiez e in seguito l’abbazia di Saint-Pons. Nizza con tutta la Liguria farà parte quindi del Regno longobardo che diventerà poi con Carlo Magno il Regnum Italiæ. Fra il IX e X secolo la città lottò contro i Saraceni che mantenevano il controllo sull’entroterra.

Durante il Medioevo Nizza partecipò alle numerose guerre italiane mantenendo le sue libertà comunali. Come alleata di Pisa fu nemica di Genova, mentre tanto i re di Francia quanto gli imperatori del Sacro Romano Impero cercarono di portarla sotto il proprio controllo.

Nel XIII e XIV secolo la città cadde più volte sotto il dominio dei conti di Provenza, ma riguadagnò presto l’autonomia, pur se a prezzo di accordi con Genova. Nel 1388 il comune di Nizza si mise sotto la protezione della famiglia comitale di Savoia, guidata da Amedeo VII, in funzione antiprovenzale (contea di Nizza; dedizione di Nizza alla Savoia).

La città, ormai importante base marittima, soffrì durante la guerra del 1535 tra Francia e Impero, anche a causa dell’epidemia di peste; il conflitto ebbe termine con il Trattato di Nizza.[9] Dieci anni dopo la città respinse l’assedio franco-ottomano del 1543 ma fu costretta ad arrendersi al corsaro turco Khayr al-Din Barbarossa, che la saccheggiò. La peste ricomparve nel 1550 e nel 1580.

La lingua italiana fu lingua ufficiale di governo a Nizza sin dal 1561, mentre un periodo di prosperità ebbe avvio nel 1600, con l’apertura dei porti da parte del duca di Guisa. Nizza tornò ai Savoia nel 1699, per essere solo pochi anni dopo nuovamente assediata dai francesi nel 1705. Le libertà comunali furono abolite definitivamente dai sabaudi nel 1775. Nel settembre 1792 fu occupata dalle truppe della Francia repubblicana diventando quartier generale dell’esercito transalpino. Annessa ai territori francesi, divenne capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime. Durante questo primo periodo francese si registrarono alcune rivolte (barbetismo), represse dal generale franco-nizzardo Andrea Massena. Nel 1814 Nizza tornò sotto sovranità sabauda.

Nel 1860, in base agli accordi di Plombières siglati da Cavour due anni prima, Nizza fu ceduta alla Francia in cambio del riconoscimento da parte di Napoleone III delle annessioni al Regno di Sardegna nell’Italia centrale. Il passaggio di sovranità, confermato dal trattato di Torino, fu consacrato da un plebiscito confermativo, nonostante l’opposizione del nizzardo Giuseppe Garibaldi. Il centralismo francese portò in breve alla chiusura dei giornali in lingua italiana, come il famoso La Voce di Nizza, e alla francesizzazione dei cognomi dei residenti (da Medico a Médecin, etc), mentre Nizza passò a dipendere istituzionalmente da Marsiglia. Più di un quarto della popolazione abbandonò la città per mantenere la cittadinanza sabauda (esodo nizzardo), mentre tra i rimasti serpeggiava il malcontento.

Nel 1871, dopo la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana, le liste filo-italiane ottennero la quasi totalità dei voti alle elezioni generali (26 534 voti su 29 428 voti espressi), e i filo-italiani scesero in strada al grido di Viva Nizza, Viva Garibaldi. Il governo francese inviò a Nizza 10 000 soldati, chiuse il giornale Il Diritto e incarcerò molteplici irredentisti. La popolazione di Nizza si sollevò dall’8 al 10 febbraio ma la rivolta fu repressa dalle truppe francesi (vespri nizzardi). Il 13 febbraio Garibaldi, cui era stato negato di prendere la parola davanti al parlamento francese riunito a Bordeaux per rivendicare la riunificazione del Nizzardo alla madrepatria italiana, si dimise da deputato. Il fallimento dei Vespri portò all’espulsione degli ultimi intellettuali irredentisti da Nizza.

La Belle Époque fece di Nizza una delle mete del turismo di alto bordo in Europa, anche grazie all’arrivo dell’elettrificazione. Vi affluirono nobili tedeschi, austriaci e russi per godere del mite inverno della riviera. Con la rivoluzione russa furono poi in molti a trasferirvisi in pianta stabile. L’arrivo di immigrati provenienti da ogni parte della Francia e dall’estero sommerse l’antico nucleo etnico nizzardo. Il rapporto con l’Italia si allentò sempre più fin quasi a scomparire negli anni trenta e quaranta del Novecento, complice anche la seconda guerra mondiale e l’aggressione nazifascista alla Francia.

Nel settembre 1939 Nizza divenne rifugio di molti stranieri sfollati, in particolare ebrei in cerca di un passaggio verso le colonie francesi in Nord Africa e verso le Americhe. Dopo il luglio del 1940 e l’instaurazione del regime di Vichy, le aggressioni antisemite accelerarono l’esodo, iniziando nel luglio 1941 e continuando fino al novembre 1942, quando Nizza fu occupata dalle truppe italiane. La popolazione nizzarda, molti dei quali erano recenti immigrati di discendenza italiana, mostrò una certa ambivalenza verso le forze di occupazione. All’indomani dell’8 settembre 1943 Nizza fu occupata dalle forze tedesche, con un intensificarsi della resistenza nizzarda. Nizza fu anche pesantemente bombardata il 26 maggio 1944 da aerei americani (1 000 morti o feriti e più di 5 600 persone senza fissa dimora) e subì la carestia dell’estate del 1944. La città fu liberata dai paracadutisti americani il 30 agosto 1944 (Operazione Dragoon).

Nella seconda metà del XX secolo, Nizza ha goduto di un boom economico principalmente guidato dal turismo e dalle costruzioni, segnato dall’amministrazione di Jean Médecin, sindaco per 33 anni dal 1928 al 1943 e dal 1947 al 1965, e del figlio Jacques Médecin, sindaco per 24 anni dal 1966 al 1990 (in seguito condannato per corruzione). Negli anni sessanta Nizza è stata una delle destinazioni dei Pieds-noirs, gli ex coloni francesi espulsi dall’Algeria, tra cui anche molti italo-algerini, il cui arrivo modificò la composizione sociale e demografica della città. Il 16 ottobre 1979 due tsunami colpirono la costa occidentale di Nizza, facendo tra le 8 e le 23 vittime.

Il 14 luglio 2016 Mohamed Lahouaiej-Bouhlel investì volontariamente con un camion la folla che osservava i fuochi d’artificio sulla Promenade des Anglais in occasione della festa nazionale francese. In questo attacco terroristico rimasero uccise 87 persone, tra le quali anche l’attentatore abbattuto dalla polizia, e altre 458 rimasero ferite. Il 29 ottobre 2020 la basilica di Notre Dame di Nizza è stata teatro di un attentato dove hanno trovato la morte tre persone.

Nel luglio 2021 Nizza è stata proclamata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità come “città di villeggiatura d’inverno della Riviera”[12].

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