La storia di Taranto vede principalmente la fondazione da parte degli Spartani e l’alleanza con Pirro, Re dell’Epiro, in chiave anti-romana. Approfondendo la storia dell’Epiro ricordi che l’arcipelogo posto avanti le sue coste vedono l’Itaca di Ulisse, Corfù, Cefalonia e la Zante di Foscolo! Sarebbe interessante visitare questi luoghi…


ISOLE IONIE

Le Isole Ionie (in greco Ιόνια νησιάIónia nisiá; in greco antico: Ἰόνιοι ΝῆσοιIónioi Nêsoi; in veneto Ìxołe Ionie) costituiscono un arcipelago greco nel Mar Ionio. Tradizionalmente denominato con il termine di Eptaneso, cioè “Le Sette Isole” (in greco EπτάνησαEptánīsa; in greco antico: ἙπτάνησοςHeptánēsos), l’arcipelago comprende in realtà numerose altre isole oltre alle sette maggiori.

Costituiscono di per sé una regione storica ben distinta con forti influenze culturali italiane e in modo particolare veneziane che si svilupparono a partire dal plurisecolare dominio veneziano, il quale assicurò che le isole non venissero assoggettate dall’Impero Ottomano. L’arcipelago divenne infine parte del moderno stato greco nel 1864. Dal punto di vista amministrativo, le isole appartengono oggi alla regione delle Isole Ionie, fatta eccezione per Cerigo che fa parte della regione dell’Attica.

Etimologia

Tradizionalmente, in greco antico l’aggettivo Ionios (Ἰόνιος), epiteto per il tratto di mare tra l’Epiro e l’Italia, prende origine dal racconto mitologico secondo il quale la sacerdotessa Io vi nuotò attraverso.

 

Geografia fisica

La regione storica delle isole Ionie è costituita da sette isole maggiori (e dagli isolotti circonvicini), che formavano il cosiddetto “Eptaneso”, cioè “Le Sette Isole”.

Da nord a sud, sono:

  • Corfù (Κέρκυρα)
  • Passo, chiamata anche Paxos o Paxi (Παξοί)
  • Leucade, chiamata anche Lefkàda o Santa Maura (Λευκάδα)
  • Itaca (Ιθάκη)
  • Cefalonia (Κεφαλλονιά)
  • Zante, chiamata anche Zacinto (Ζάκυνθος)
  • Cerigo (Κύθηρα)

Di queste sette isole maggiori, l’attuale regione amministrativa non include l’isola di Cerigo, che oggi rientra nell’Attica.

Sono isole per lo più montuose, con un clima caldo e umido.

Storia

Nell’antica Grecia vi si trovava la città di Alalcomene.

 

Età romana e bizantina

A partire dal IV secolo a.C. la maggior parte delle isole passarono in orbita macedone, tant’è che alcune di esse rimasero sotto il controllo macedone fino al 146 a.C., quando la penisola greca venne gradualmente annessa nell’impero romano. Dopo quattro secoli di pace sotto Roma, l’arcipelago passò quindi all’impero romano d’Oriente e dunque all’impero bizantino.

 

Medioevo

Maio di Monopoli (1197-1260), fuggito dalla città pugliese insieme ad alcuni compagni per avere ucciso una persona di rango elevato, trovò rifugio nell’isola di Cefalonia, impadronendosene. Successivamente riuscì a conquistare anche le isole di Zante e Itaca divenendone conte. I discendenti di Maio controllarono Zante, Cefalonia e Itaca fino all’inizio del XIV secolo.

Corfù divenne una dipendenza della Repubblica di Venezia nel 1204, Citera nel 1393, Zante nel 1482, Cefalonia e Itaca nel 1483, Leucade nel 1502.

Le isole Ionie furono la sola parte della Grecia a sottrarsi al dominio ottomano. Durante quegli anni le classi dirigenti si convertirono al cattolicesimo e adottarono la lingua veneta, mentre la maggior parte del popolo continuava a parlare greco e a essere di religione ortodossa.

 

Età moderna

Nel 1797 dopo la caduta della Repubblica di Venezia occupata dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte e il trattato di Campoformio le isole passarono alla Francia e furono suddivise nei dipartimenti di Corfù, Itaca e del Mar Egeo.

Nel 1799 l’ammiraglio russo Fëdor Fëdorovič Ušakov, alla guida di forze russo-turche, le strappò ai Francesi e nel marzo 1800 con il trattato di Costantinopoli lo zar Paolo I le costituì in stato autonomo (Repubblica Settinsulare) sotto sovranità ottomana; la Repubblica Settinsulare fu il primo governo semiautonomo greco dopo molti secoli e adottò come emblema il Leone di San Marco. Nel 1807 la Francia conquistò nuovamente le isole Ionie, ma nel 1809 la Gran Bretagna, sotto la guida di Stuart e di Church, le riconquistò tutte, tranne Corfù, e nel 1815 il Congresso di Vienna avallò la creazione del protettorato britannico degli Stati Uniti delle Isole Ionie. Nel 1848 la popolazione greca delle isole Ionie si ribellò agli inglesi chiedendo l’unione alla Grecia; l’unione avvenne soltanto nel 1863 con l’avvento al trono di Giorgio I, un sovrano filoinglese. Durante la seconda guerra mondiale le Ionie vennero occupate dalle truppe italiane e il 10 agosto 1941 le isole di Corfù, Cefalonia, Zante, Leucade e alcune isole minori vennero ufficialmente annesse al territorio metropolitano italiano come parte della “Grande Comunità del Nuovo Impero Romano”.

Il 12 agosto 1953 un vasto terremoto con magnitudo 7.2 causò numerosi danni, in particolare nelle isole di Cefalonia e Zante che furono praticamente rase al suolo. La ricostruzione avvenne sulla base di regole ben precise, che permisero di non avere più danneggiamenti nei numerosi episodi sismici avvenuti successivamente.

FONTE


Pirro

Pirro (in greco antico: ΠύρροςPýrrhos, “il colore del fuoco, rosso biondo”; Epiro, 318 a.C. – Argo, 272 a.C.) è stato re dell’Epiro tra il 306 e il 300 a.C. e di nuovo nel periodo 298-272 a.C.

Appartenente alla casa degli Eacidi (che dichiarava di discendere da Neottolemo, figlio di Achille) e imparentata agli Argeadi e quindi ad Alessandro Magno, dal 306 a.C. fu re della sua gente, i Molossi, tribù preponderante dell’antico Epiro nei periodi 288-285 a.C. e 273-272 a.C. La storia lo accredita come uno dei principali antagonisti della Repubblica romana.

Fu uno dei condottieri alessandrini più rilevanti, tanto che Annibale lo ritenne il più astuto degli strateghi. Fu però anche abile diplomatico e valido propagandista del proprio stesso mito: diffuse la voce che Achille e Eracle fossero suoi avi. Il libro di storie di Timeo di Tauromenio si conclude con le sue gesta e Plutarco gli dedicò una delle sue Vite parallele, raffrontandolo a Gaio Mario.

FONTE


Ugo Foscolo

Niccolò Foscolo, detto Ugo (Zante, 6 febbraio 1778 – Londra, 10 settembre 1827), è stato un poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore e critico letterario italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo.

Fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestarono e cominciarono ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l’età napoleonica e la prima Restaurazione.

Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l’isola greca di Zacinto/Zákynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l’Italia, che considerava la propria madrepatria). La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (militò nelle forze armate degli Stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero, dei suoi sentimenti italiani e delle sue convinzioni repubblicane), ed egli, privo di fede religiosa e incapace di trovare felicità nell’amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni.

Come molti intellettuali della sua epoca, si sentì però attratto dalle splendide immagini dell’Ellade, simbolo di armonia e di virtù, in cui il suo razionalismo e il suo titanismo di stampo romantico si stemperavano in immagini serene di compostezza neoclassica, secondo l’insegnamento del Winckelmann.

Tornato per breve tempo a vivere stabilmente in Italia e nel Lombardo-Veneto (allora ancora parte del Regno d’Italia napoleonico) nel 1813, partì presto in un nuovo volontario esilio e morì povero qualche anno dopo a Londra, nel sobborgo di Turnham Green. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1871, le sue ceneri furono riportate per decreto del governo italiano in patria e inumate nella basilica di Santa Croce a Firenze, il Tempio dell’Itale Glorie da lui cantato nei Sepolcri (1806).

Anni di formazione a Zante (1778-1792)

Trascorse parte della sua fanciullezza in Dalmazia, essendosi trasferito nel 1785 con la famiglia a Spalato, dove Andrea si era spostato l’anno precedente per prendere il posto di priore e chirurgo nel locale ospedale militare, in sostituzione del defunto padre Niccolò; presso il seminario arcivescovile di quella città compì come esterno i suoi primi studi, seguito da monsignor Francesco Gianuizzi fino a quando la morte improvvisa del padre, avvenuta il 13 ottobre 1788, lo costrinse a ritornare a Zante, dove continuò la scuola e apprese i primi elementi del greco antico, dimostrandosi però allievo ribelle alla disciplina e non troppo propenso allo studio. Il carattere passionale e avverso alle ingiustizie di Foscolo si ravvisava già in un episodio degli anni di Zante: la popolazione voleva un giorno dare l’assalto al ghetto ebraico della piccola città, ricercando negli ebrei un capro espiatorio, come spesso accadeva. Foscolo riuscì però a impedire l’assalto: mentre le porte stavano per cedere, il giovanissimo Ugo balzò sul muro di cinta e gridò alla folla: “Vigliacchi, indietro, vigliacchi!”. La folla ne rimase impressionata e si disperse, rinunciando al proposito.

Il trasferimento a Venezia (1789)

Nei primi mesi del 1789 la madre si trasferì a Venezia; Ugo e Giovanni rimasero a Zante, Giovanni presso la nonna materna Rubina e Ugo presso una zia materna, mentre Costantino e Rubina soggiornarono assieme ad altre due zie paterne a Corfù. Nel 1792, accompagnato dal Provveditore dell’isola, Paolo Paruta, poté raggiungere la madre e i fratelli a Venezia e stabilirsi con loro nella piccola casa in Campo de le gate, nel sestiere Castello.

FONTE