Torino, sparisce la società storica che fu (anche) di Agnelli
La storia della Sai dalla fondazione all’era Ligresti, affondata dagli scandali giudiziari, e alla fusione Unipol
Un altro pezzo della Torino economica sparisce per sempre. Un marchio che fu legato strettamente alla famiglia Agnelli e che poi era passato sotto il dominio della famiglia Ligresti, affondata nelle inchieste giudiziarie. Ma un marchio che faceva parte di un ideale skyline della città né più né meno del marchio Fiat in grande sopra la palazzina di Mirafiori (da anni, ormai, è in basso assieme agli altri brand): quello di Sai, altrimenti detta Società Assicuratrice Industriale.
La Sai scompare dal mercato, pur continuando a esistere ma come parte del gruppo Unipol, che l’aveva rilevata nel 2013. Nelle scorse settimane, il consiglio di amministrazione di Unipol ha deciso di cancellare quella che era UnipolSai, fondendola nella capogruppo.
La Società Assicuratrice Industriale nasce in realtà a Milano, nel 1921, da una cordata di grandi nomi dell’imprenditoria di quegli anni, tra cui i Pirelli, i Marzotto, ma soprattutto lui: Giovanni Agnelli senior, il patriarca della dinastia. E non è certo un caso che poi la sede passò velocemente a Torino. Dove, per decenni, il marchio azzurro e bianco Sai ha svettato su grattacielo di corso Galileo Galilei, praticamente attaccato a quello che ospitava il quotidiano di famiglia, La Stampa.
Sotto il controllo degli Agnelli la Sai fu parte della creazione della Sava, la società di finanziamento per l’acquisto a rate di automobili (Fiat, ovviamente) e anche dell’Ifi, l’Istituto finanziario che fu la cassaforte della Famiglia per molto tempo. Fiat uscì da Sai nel 1973, in piena crisi industriale, quando subentrò Liquigas. Una decina di anni dopo, un gruppo di imprenditori e azionisti – tra cui un ingegnere e costruttore edile venuto dal sud, Salvatore Ligresti, sostenuto da Mediobanca di Enrico Cuccia – prese il controllo. Ligresti nel 1988 divenne presidente.
Fu l’inizio di una lunga era di acquisizioni e apparenti enormi guadagni, con la dinastia Ligresti – i figli Jonella e Alessandro, soprattutto, che gli subentrarono negli incarichi operativi dopo il suo arresto e la condanna in Tangentopoli – a reggere le sorte della società. Fino al 2011, quando FonSai (dopo la fusione con Fondiaria) è sull’orlo della bancarotta. Ligresti finisce sotto accusa a Milano e Torino, lui e le due figlie vengono arrestati e condannati (ma poi prosciolti in appello). La Sai, passa di mano. Ligresti muore a Milano nel 2018.
Da FonSai a UnipolSai: un gruppo con una raccolta premi per 15 miliardi di euro, ma un evidente doppione dal momento che le due compagnie operavano insieme e, dunque, non vi era ragione, secondo il consiglio di amministrazione, di mantenere un secondo brand, che era di fatto una seconda compagnia non una semplice divisione. Da qui la decisione dell’accorpamento: una fusione che ha immediatamente soddisfatto il mercato, regalando al titolo oltre il 5% di guadagno in Borsa.