Se una c’è una cosa che non manca all’Eremo sono i ragni. Sono animali che conosco poco e cui ho dedicato poca attenzione in passato ma credo che in futuro ve ne dedicherò maggiormente. Anche per tutelare la mia salute e quella dei miei cari… perché è un attimo passare guai per un morso o una puntura. Per esempio qualche mese fa mi sono trovato due piccoli buchi sul collo, il rigonfiamento delle ghiandole linfatiche, nausea e febbriciattola. Potrebbe essere stato un “ragno lupo”, anche se non ne ho alcuna certezza. La certezza è che ne ho già incontrati tanti, soprattutto nel capanno degli attrezzi e devo dire che sono molto aggressivi.
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LYCOSIDAE
Lycosidae Sundevall, 1833 è una famiglia di ragni appartenente all’infraordine Araneomorphae.
Etimologia
Il nome deriva dal greco λύκος, lỳkos, cioè “lupo”, a causa della loro robustezza, agilità, abilità nella caccia all’agguato, nonché per la vista acuta, e del suffisso -idae, che designa l’appartenenza ad una famiglia.
Caratteristiche
Noti comunemente come ragni-lupo, hanno struttura robusta, dimorfismo sessuale poco accentuato, lunghezza anche oltre i 7 centimetri. Gli ocelli sono otto e sistemati in tre file: la fila inferiore consiste di quattro piccoli occhi, la fila mediana due grandi occhi, ed è questa caratteristica macroscopica che li contraddistingue dai Pisauridae, ed infine la fila superiore che ha due occhi di grandezza media. Oltre ad una vista acutissima, hanno anche una sensibilità tattile accentuata.
L’opistosoma è allungato, normalmente di lunghezza doppia del cefalotorace. Le zampe sono otto, suddivise in sette segmenti, al termine di ciascuno di esse vi è un piccolo artiglio.
Comportamento
Vivono in modo alquanto solitario e cacciano da soli o inseguendo la preda per brevi tratti o, soprattutto, tendendo agguati. Sono gli unici ragni a portare con sé le loro uova in un sacco ovigero posto sull’addome e ben legato alle filiere; nonostante questo ingombro riescono a cacciare ugualmente. Altrettanto uniche sono le prime cure parentali che ricevono: appena nati rimangono in massa avvinghiati all’addome della madre e alcuni sulle sue zampe.
Uscendo di notte con una pila è possibile scorgerli nel buio in quanto i loro occhi riflettono ottimamente la luce. Il loro tipo di caccia fa sì che abbiano una colorazione alquanto mimetica e con colori poco vivaci.
Habitat
Questi ragni si rinvengono in molti tipi di habitat: da quelli litoranei a quelli entroterra. Questi includono terreno boscoso, foresta litoranea e bagnata, prati alpini e giardini suburbani. Si disperdono per via aerea e questo ha fatto in modo da renderli molto adattabili. Anche la natura vagabonda di molte specie ha contribuito ad una diffusione pressoché mondiale. Solo alcune specie costruiscono cunicoli con o senza porta-trappola, come i ragni della famiglia Liphistiidae o Ctenizidae.
Distribuzione
La famiglia ha distribuzione pressoché cosmopolita. Il genere Hogna, diffuso soprattutto negli USA, vanta le dimensioni maggiori: i soli cefalotorace ed addome superano la lunghezza di un grosso pollice umano.
Tossicità
Se provocati in continuazione o irritati possono dare morsi difensivi e in alcuni casi occorre ricorrere a cure mediche. Sintomi del loro morso velenoso sono gonfiore, lievi dolori localizzati, prurito intenso e diarrea fulminante. Sebbene di solito vengano considerati innocui per gli esseri umani, il morso di alcune specie può essere doloroso. In passato si sono avute notizie di morsi mortali; questi sembrano però in parte da attribuire ad altri ragni più velenosi, o ad infezioni sopraggiunte posteriormente per morsi non curati.