Il 2022 lavorativo, che ufficialmente incomincia domani, si prospetta intenso: non potrò quindi coltivare ancora l’orto che vorrei… ma posso fare esperimenti per capire e imparare .
Proseguiamo quindi con le patate. Ho tre varietà da seminare: pasta gialla, viola e silane. Le ho fatte germogliare in cantina e ora le pianterò parte in terrapieno e parte nelle balle di paglia per vedere quale metodologia di coltivazione rende di più.
(26/6) Oggi ho raccolto le prime quattro piante di patata (due a pasta gialla e due viola peruviane) perchè il verde superiore ha iniziato a seccare. Forse la siccità che ci ha colpiti (ma tutte le altre piante sono verdi) o forse qualche malattia… non so, ma le ho raccolte e sono piccole ma belle.
(09/07) Oggi ho raccolto altre due piante: una peruviana e una pasta gialla. Devo dire che mi da soddisfazione: vengono a bene! Non so se in futuro pianterò più le peruviane perchè oggettivamente non sono così facili da trovare nella terra, dato lo stesso colore della buccia.
(28/08) Ho raccolto tutto per lasciare spazio alla coltivazione dei cavoli. Sono proprio soddisfatto: le patate che hanno reso di più sono le silane. Non ho visto particolari vantaggi nel coltivarle nelle balle di paglia, anche se una forte pacciamatura è utile per mantenere l’umidità in questo periodo di siccità anomala. Il prossimo anno le ripianterò!
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Patata
La patata è un tubero commestibile ottenuto dalle piante della specie Solanum tuberosum, molto utilizzato a scopo alimentare previa cottura.
Storia
Originaria delle Ande, la patata fu domesticata nella regione del lago Titicaca e divenne uno degli alimenti principali degli Inca, che ne svilupparono un gran numero di varietà per adattarla ai diversi ambienti delle regioni da loro abitate.
I primi europei a conoscere la patata furono i conquistadores spagnoli del Perù: la prima descrizione scritta della pianta risale al 1537. La patata giunse in Europa intorno alla metà del XVI secolo: è segnalata in Spagna nel 1573, un po’ più tardi nei Paesi Bassi e in Italia (allora possedimenti spagnoli), in Inghilterra nel 1588 (portatavi da Walter Raleigh), in Germania alla fine del secolo; in Italia venne chiamata tartuffolo o tartufo bianco. Presente nei giardini botanici, a lungo il suo rilievo nell’agricoltura e nell’alimentazione fu marginale, e veniva considerata un cibo adatto prevalentemente agli animali. A sfavore della diffusione della patata giocavano vari fattori. Le prime varietà importate dal Sudamerica erano poco adatte alla coltivazione nei climi europei e davano raccolti scarsi. L’aspetto del tubero, deforme e irregolare, agli occhi degli europei di allora appariva strano e antiestetico, e alcuni erboristi suggerirono che potesse provocare la lebbra. La patata non era citata nella Bibbia, e secondo alcuni religiosi ciò significava che Dio non intendeva che gli uomini se ne cibassero. La patata fu perfino associata alla stregoneria e al demonio.
La patata si affermò soltanto a partire dalla metà del XVIII secolo, quando il rapido incremento della popolazione in Europa, con l’aumento delle necessità di cibo, rese necessaria l’adozione di coltivazioni, come la patata e il mais, che avevano un rendimento maggiore rispetto ai cereali. La patata poteva infatti fornire una quantità di calorie di 2-4 volte superiore a parità di superficie coltivata rispetto al frumento, alla segale e all’avena; inoltre aveva tempi di maturazione minori.
Già all’inizio del Settecento i governi di alcuni stati europei cercarono di stimolare la diffusione della patata: tra i primi vi furono quelli di Federico Guglielmo I e di Federico il Grande di Prussia. Anche scienziati e pubblicisti iniziarono a scrivere opere che ne illustravano i vantaggi e le proprietà nutritive. Ma l’impulso più forte per l’affermarsi di questa pianta venne dalla carenza di cibo causata dalle guerre e dalle frequenti carestie, in particolare dalla guerra dei Sette Anni (1756-1763) e dalla carestia del 1770-72. Oltre alla maggiore produttività, la patata, crescendo sottoterra, subiva danni minori dagli eserciti di passaggio. Così, a partire dal 1770 circa, la patata si diffuse rapidamente in Germania, Fiandre, Francia nordorientale, Inghilterra, Irlanda, poi in Scandinavia, Polonia e Russia, e nei primi decenni dell’Ottocento nell’Italia nordorientale. Un ruolo importante per la diffusione della patata in Francia spettò a Antoine-Augustin Parmentier, farmacista e agronomo che conobbe questa coltivazione mentre era prigioniero dei prussiani durante la guerra dei Sette Anni. Convinto della grande utilità e salubrità della patata, Parmentier fece grandi sforzi per diffonderne la coltivazione e l’utilizzo alimentare e culinario. In un periodo di tempo relativamente breve, la patata divenne così l’alimento fondamentale nell’alimentazione delle classi umili in gran parte dell’Europa centrale e settentrionale, soppiantando in parte i cereali.
In Irlanda la dieta delle classi più povere era basata esclusivamente su latte e patate, mentre il grano era utilizzato per pagare i canoni spettanti ai proprietari inglesi. La grande carestia del 1845-49 fu dovuta alla diffusione di un fungo (Phytophthora infestans) che determinò la perdita di buona parte dei raccolti nel giro di pochi anni; la popolazione irlandese diminuì drasticamente, falcidiata da fame, malattie ed emigrazione.
La patata era considerata un alimento di bassa qualità da destinare all’autoconsumo dei contadini e agli strati sociali inferiori, oltre che agli animali, mentre le coltivazioni di migliore qualità erano destinate alla vendita. Non mancarono resistenze da parte dei contadini, che vedevano nell’adozione della patata un impoverimento della loro alimentazione, anche per la cattiva qualità delle varietà inizialmente disponibili, e perché la patata veniva proposta, del tutto erroneamente, come adatta per la produzione di pane. Ma all’inizio dell’Ottocento ci si rese conto che la patata poteva essere utilizzata anche per preparazioni raffinate, come dimostra la sua comparsa nei libri di ricette di quel periodo.
Classificazione
Pur in presenza di un gran numero di varietà in commercio, queste vengono generalmente suddivise in quattro tipi:
- Patate novelle, caratteristiche per la buccia sottile, vengono raccolte quando la maturazione non è completa. Sono a breve conservazione e andrebbero bollite con la buccia.
- Patate a pasta bianca, dalla polpa farinosa che si spappola durante la cottura. Sono adatte ad essere schiacciate, per esempio nel purè, nelle crocchette o negli gnocchi.
- Patate a pasta gialla, dalla polpa compatta, derivano il loro colore dalla presenza di caroteni. Sono impiegate per le patatine fritte industriali e casalinghe, ma sono adatte anche per le insalate e le cotture in forno.
- Patate a buccia rossa e pasta gialla, caratterizzate dalla polpa soda che le rende indicate per le cotture intense quali cartoccio, forno e frittura.
Piatti tipici
Le patate sono molto popolari in Europa. In Italia sono utilizzate per preparare gnocchi e purè, oppure accompagnano i pasti bollite, arrostite o saltate; di solito vengono consumate senza buccia. Tra i piatti regionali, citiamo l’mbriulata siciliana e la pitta pugliese, il gâteau di patate tipico soprattutto in Lazio, Campania e Calabria. In Svizzera accompagnano la raclette, oppure, nel rösti, ormai quasi un piatto nazionale, sono grattugiate e poi cotte. Le patate sono anche l’ingrediente principale di molte minestre o zuppe.
In Irlanda il “side plate” (piattino laterale sempre presente nelle tavole apparecchiate) ha precisamente la funzione di accogliere una, due o più patate sempre in accompagnamento a qualsiasi secondo piatto. Se con il primo (solitamente una zuppa) in tavola era presente del pane, viene portato via perché carni e pesce si accompagnano con verdure miste ma soprattutto e sempre con patate bollite.
Le patate schiacciate sono un ingrediente importante di molti piatti inglesi, come la shepherd’s pie. Le patate novelle sono considerate prelibate in Europa Settentrionale (Danimarca, Svezia, Finlandia): servite lesse e insaporite con aneto, fanno da contorno alle aringhe del Baltico. Il piatto nazionale della cucina lituana, gli cepelinai, è una sorta di gnocco, ottenuto da patate grattugiate e ripieno di carne e/o formaggio.
Si dice scherzosamente che gli inglesi parlino soprattutto del tempo atmosferico; ebbene invece gli irlandesi, immancabilmente, ad ogni pasto disquisiscono sulla bontà e la qualità delle patate, tanto più apprezzate quanto più farinose e capaci quindi di trattenere il burro salato che si usa per condirle. “Ball of flour” (palla di farina) è il miglior “complimento” per una patata in Irlanda. Molti (ma non tutti) la mangiano con la buccia. Persino nei ristoranti cinesi in Irlanda, qualsiasi piatto prevede, oltre ai classici tipi di riso, l’accompagnamento di patate fritte.
Distillazione delle patate
Dalla distillazione delle patate si ricava un prodotto alcolico (vodka) considerato normalmente di bassa qualità: la prima legge svizzera in tema di sostanze spiritose fu appunto dettata dalla necessità di reprimere gli abusi nel settore.
Aspetti culturali
Le religioni induiste assegnano alla patata un valore nutritivo e spirituale molto basso, quello del tamas, che è l’attributo infimo della materia, il più distante e separato dagli dei, e quindi incapace di elevare, di operare in senso religioso, cioè di connettere la terra col cielo.
Analogamente, il filosofo ed esoterista Rudolf Steiner considera la patata un alimento che impoverisce e indebolisce l’organismo, perché a differenza delle graminacee come la segale, il frumento, ecc., trattandosi di un tubero cresciuto nell’oscurità, non può venir digerita completamente dall’intestino, almeno da un punto di vista animico-spirituale, e per questo arriva a sottrarre forze alla testa, inducendola a pensieri rozzi e grossolani. La diffusione di mentalità e filosofie materialiste a partire dagli ultimi secoli è dovuta secondo Steiner all’introduzione della patata su larga scala nell’alimentazione, specialmente tra i ceti meno abbienti del Nord-Europa. Steiner attribuisce alla patata anche la causa di malformazioni del feto, che svilupperebbe un alto rischio di diventare idrocefalo nel caso di un consumo eccessivo di questo tubero da parte della madre.
Una certa caratteristica di ottusità e grossolanità è rimarcata da alcune espressioni della lingua italiana come «sacco di patate», «naso a patata», oppure anche «spirito di patata» per indicare una battuta spiritosa non riuscita.
Una coltivazione di patate nel proprio giardino
Germinazione
A partire da marzo, potrete lasciare pre-germinare alcune patate. Per questo, basterà sistemare i tuberi in uno scaffale aperto, al buio. Con l’aumento della temperatura, diminuirà la durata della germinazione. Ideali sarebbero 10-15 gradi Celsius. Di conseguenza, le piante di patata potranno essere piantate ad aprile, quando il tempo sarà mite e asciutto, in un terreno soffice e senza erbe infestanti, dopo 3-6 settimane di germinazione.
Piantagione
Per fare questo, aiutandosi con uno spago si potrà creare un solco nel quale verrà inserita una patata ogni 30 cm. Se le file saranno distanziate di circa 70 cm tra loro, le piante avranno sufficiente spazio per espandersi. Inoltre, dopo la pioggia si asciugheranno più facilmente, prevenendo così le malattie.
Piantagione
Per fare questo, aiutandosi con uno spago si potrà creare un solco nel quale verrà inserita una patata ogni 30 cm. Se le file saranno distanziate di circa 70 cm tra loro, le piante avranno sufficiente spazio per espandersi. Inoltre, dopo la pioggia si asciugheranno più facilmente, prevenendo così le malattie.
La cura delle patate
Irrigazione:
Per una crescita sana, il terreno dovrebbe essere sempre umido. Soprattutto nei lunghi periodi di siccità, le piante devono essere irrigate o inumidite.
Concimazione:
Dal momento che le patate sono piante esigenti dal punto di vista nutrizionale, hanno bisogno di un terreno ricco. Già a primavera, quindi, si dovrebbe incorporare nel terreno del compost, dello stallatico equino oppure cornunghia. Dopo la piantagione, può essere somministrato del concime a lenta cessione per assicurare una raccolta di tuberi corposi e profumati.
La raccolta:
Quando le foglie assumeranno un colore marrone dopo circa tre mesi dalla piantagione e appassiranno, è il momento giusto per il raccolto. Innanzitutto, si dovrà smuovere la terra con cura usando un forcone prima di poter estrarre la pianta. Poi passate di nuovo il forcone nel terreno. Spesso riemergono altre patate. Per fare in modo che la buccia si indurisca e la terra cada più facilmente, conviene lasciare asciugare le patate al sole.
Avete riscontrato delle parti verdi sulle patate? In caso affermativo, queste parti dovrebbero essere eliminate prima del consumo, a causo dell’alto contenuto di solanina.
Conservazione:
Le patate sane e non danneggiate sono ideali per la conservazione. Per questo, è importante disporre di un luogo buio, fresco ma al riparo dalle gelate, come ad esempio una cantina. Disponendo le patate in strati sottili dentro a ceste arieggiate, è possibile prevenire la formazione di marciume. I tuberi possono essere conservati in cumuli di terra asciutta. Per tenere lontani i topi, la buca nel terreno dovrebbe però essere rivestita con una rete di metallo o tavole di legno.
Se a marzo vi saranno rimaste delle patate e le piante non sono state colpite da una malattia durante l’estate, potrete lasciarle germogliare di nuovo.
La semina delle patate: periodo e fase lunare
Quando seminare le patate
Il periodo di semina corretto per le patate, come per tutte le piante dell’orto, dipende dal clima, per questo può variare da una regione all’altra. In genere il momento migliore per mettere in campo i tuberi è la primavera, per cui in gran parte dell’Italia si piantano a partire da metà marzo. La tradizione contadina infatti indica il giorno di San Giuseppe (19 marzo) come designato a questa operazione agricola. Il periodo di semina varia anche in relazione alla varietà di patate da seminare: ne esistono a ciclo colturale più tardivo o precoce.
Per essere precisi bisogna tener conto delle temperature piuttosto che della data del calendario: devono aver superato i 10 gradi (anche come minime notturne non deve mai andare sotto gli 8 gradi), l’ideale sarebbe un clima compreso tra i 12 e i 20 gradi, anche il caldo eccessivo non è indicato.
La fase lunare adatta alla semina delle patate
Molti orticoltori ritengono che la luna abbia un influsso sulle attività agricole e che di conseguenza il momento della semina debba essere determinato anche dal calendario lunare, questo interessante tema può essere approfondito leggendo l’articolo sulla luna in agricoltura e visionando poi il calendario delle fasi. Benché non ci siano evidenze scientifiche si tratta di una pratica ancora oggi molto diffusa e la luna è ancora riferimento per la maggior parte dei contadini, la piantagione delle patate non fa eccezione.
Tornando alle patate per chi volesse piantarle nella corretta fase lunare la tradizione indica di farlo con luna calante, la teoria è che le linfe circolanti nella pianta siano stimolate ad andare verso la parte aerea durante la fase crescente, mentre la fase calante favorisce la parte sotterranea, dirottando lì molte energie. Essendo i tuberi che vogliamo raccogliere prodotti nel sottosuolo conviene quindi piantarli con luna calante.
Distanze e profondità di semina
I tuberi di patata vanno messi a 10 cm di profondità, si può tracciare facilmente con la zappa un solco che consente di mettere le patate a dimora più o meno a questa misura. Le file vanno distanziate tra loro 70/80 centimetri, mentre lungo la fila conviene disporre le patate a una distanza di 25/30 centimetri l’una dall’altra. Questo è il sesto d’impianto che consiglio perché permette di passare tra le file e lascia alle piante abbastanza spazio da avere luce. Una semina troppo fitta può portare a una minor circolazione d’aria che spesso causa malattie alle piante.
Tagliare i tuberi da seme
Le patate si piantano mettendo in campo i tuberi, questi non devono essere necessariamente utilizzati interi: se le patate sono abbastanza grandi (ovvero di peso superiore ai 50 grammi) possono essere divise, moltiplicando la semente. La regola da tener presente è che ogni pezzo pesi almeno 20 grammi e abbia un minimo di due gemme.
Eventualmente si può tenere le patate in un luogo luminoso qualche settimana prima della piantagione, in modo che sviluppino i germogli, facilitando l’operazione di taglio. Si tenga presente che il grosso delle gemme sta su un lato, bisogna tagliare facendo spicchi nel senso giusto, per evitare di ottenere pezzi privi di “occhi”. I tagli devono essere netti e si effettuano almeno 24 ore prima di impiantare i tuberi, per dar modo alla patata di rimarginarsi.
Come si seminano le patate
Per seminare le patate bisogna in primo luogo preparare il terreno: conviene vangarlo a fondo perché si presenti smosso e drenante. Può essere utile concimarlo con letame maturo, conviene metterlo circa un mese prima dell’impianto, incorporandolo con la zappa allo strato superficiale del suolo.
L’operazione di impianto in sé è semplicissima: con la zappa si traccia il solco, che deve seguire le distanze del sesto di impianto. In solco si può mettere una spolverata di cenere di legna (fonte di potassio) o dell’humus di lombrico, ma si può anche decidere di accontentarsi della concimazione di fondo già effettuata. Si pongono quindi i tuberi alla giusta distanza senza curare il verso in cui cadono, è importante però fare attenzione a non rompere eventuali germogli, si copre infine con la terra di risulta.
Si può anche decidere invece che scavare di mettere le patate sul terreno e spalare la terra sopra fino a coprirle, coltivandole in questo modo leggermente rialzate. Questo metodo è particolarmente utile in presenza di terreno pesante.
Il vero seme della patata
Praticamente tutti i coltivatori mettono nel terreno il tubero piuttosto che il seme, le piante di patata comunque, come la maggior parte dei vegetali, sono in grado di fiorire e fruttificare, producendo delle bacche tonde e verdi che contengono i semi veri e propri.
L’uso del seme di patata in agricoltura non è molto conveniente, perché la nascita della pianta è molto più lenta e richiede quindi più lavoro. Inoltre la moltiplicazione mediante tubero permette di mantenere inalterato il patrimonio genetico della pianta madre, preservando la varietà, la riproduzione da seme invece comporta un probabile “imbastardimento”, si per questo può usare per ottenere incroci varietali.
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