Stamane leggevo questi due articoli, che riporto a memoria. Io lo dico da tanto tempo… 😉
La sindrome della ragazza fortunata: che cos’è e perché dovresti temerla
“Io penso positivo perchè son vivo e finchè son vivo” Fermo fermo, lo sappiamo che la stai cantando pure tu. Erano i primi anni 90 e un giovanissimo Lorenzo Jovanotti riempiva le radio con questo motivetto allegro e coinvolgente. Un invito al pensiero positivo che allora, quando le possibilità che il mondo ti sorridesse erano decisamente più alte, poteva funzionare. Oggi il mondo è cambiato purtroppo, e di cose positive a cui pensare ne sono rimaste ben poche.
La benda indossata dalla dea fortuna diventa sempre più spessa, quindi, essere fortunati è complicato. Qualcuno però, crede ancora nella forza del pensiero positivo. I social, per esempio, sono pieni di belle ragazze sorridenti che ti dicono che si, se ce l’hanno fatta loro puoi farcela anche tu. Anche con i tuoi pochi mezzi. Perchè per attrarre eventi positivi nella propria vita, basta pensare positivo. Questo è il mantra delle influencer che si fanno portavoce della Lucky Girl Syndrome.
La sindrome della ragazza fortunata riguarda proprio quella parte dei social che si impegna tantissimo ad educare al pensiero positivo, nonostante tutto e tutti. Qualunque cosa possa succedere nella vita, sarà il pensiero positivo a risollevare le sorti. Chi pensa positivo, attrae positivo. Senza scuse.
Sindrome della ragazza fortunata: ecco perchè è pericolosa
Ma è davvero tutto cosi semplice? Ovviamente no, anzi. Diversi esperti di psicologia, interpellati per commentare il fenomeno, hanno sottolineato quanto questa ostinazione al pensiero positivo possa invece essere deleteria, soprattutto per le nuove generazioni. I giovani non sono pronti alla crudezza del mondo reale. Convincerli che nonostante tutto, se penseranno positivo tutto andrà bene, potrebbe rendere l’approccio alla realtà abbastanza traumatico. I giovani dovrebbero essere piuttosto educati al fatto che fallire i propri obbiettivi è naturale, può capitare a tutti. La maggior parte delle cose della vita sono imprevedibili, e il flusso degli eventi è impossibile da controllare. Piuttosto che pensare sempre positivo, sarebbe tutti che tutti imparassero ad affrontare la vita preparandosi a dovere.
Una buona strategia sarebbe quella di mettere a fuoco i propri desideri più grandi e pensare non solo alla strada giusta per realizzarli, ma anche a quali sarebbero gli ostacoli che potremmo trovarci davanti. Preparare un piano d’azione per provare ad aggirare quegli ostacoli potrebbe essere un’ottima palestra per addestrarsi a questo mondo. Meglio arrivare preparati a tutto, che ostinarsi a vedere arcobaleni dove non ci sono.
Diventate guerriere, non ragazze fortunate.
Di Angelica Avallone
Sindrome della Ragazza Fortunata, cos’è e quali sono i pericoli della positività tossica?
La Sindrome della Ragazza Fortunata (Lucky Girl Syndrome) nasce alla fine del 2022. L’ha introdotta la tiktoker Laura Galebe, con un video pubblicato proprio in vista delle ultime battute dell’anno, un momento in cui si esprimono desideri e si fanno nuovi propositi. In pratica, per fare in modo che le cose vadano per il meglio, basta ripetersi frasi del tipo “Sono così fortunata. Sono una delle persone più fortunate che io conosca. Tutto si risolverà per il meglio per me“. Ma è davvero così?
Il trend della Sindrome della Ragazza Fortunata
Su TikTok si sono rapidamente moltiplicati i video ispirati da quello originale. Secondo Galebe, convincersi di essere persone molto fortunate, è una condizione sufficiente per fare effettivamente funzionare le cose nella nostra vita. A costo di illudersi e convincersi che sia così: affinché la Sindrome della Ragazza Fortunata funzioni, bisogna davvero crederci.
I sogni espressi da chiunque si cimenti nella pratica sono molto vari e anche diversi tra loro. Dalle richieste legate alla vita di tutti i giorni, come trovare una casa con determinate caratteristiche, a cose come ricevere un invito a un determinato evento o anche pubblicare un video che diventi virale su TikTok. Analizzare la Sindrome della Ragazza Fortunata restituisce anche un efficace ritratto della Gen Z e delle sue aspirazioni.
Una moderna Law of Assumption
I più attenti hanno sottolineato che si tratto di una versione “moderna” della celebre Law of Assumption, teorizzata nel 1969 da Neville Goddard, uno dei più noti teorici del New Thought. Secondo Goddard, tutto ciò che consideriamo vero, alla fine si realizza: la chiave è, dunque, assumere l’identità della persona che si vuole diventare e iniziare ad agire come quella persona. Quindi, al di là dei desideri specifici, basterebbe anche solo pensare di essere fortunati, per avere ciò che ci spetterebbe di diritto.
I pericoli della Lucky Girl Syndrome
Gli esperti, infatti, parlano di un ottimismo “tossico”, che può dare vita a modelli di pensiero nocivi. Attraverso le pagine di Glamour, Laura Hampson spiega: “Alcune persone sono fortunate e spesso le cose possono funzionare per loro, ma questo dipende anche da un altro fattore importante: il privilegio“. Dietro la Sindrome della Ragazza Fortunata, c’è nella maggior parte dei casi una forte dose di autocompiacimento.
Cercare di ignorare i sentimenti negativi può funzionare nel breve periodo, sottolinea la career coach Lisa Quinn su Harper’s Bazaar, ma alla lunga non regge. Quei sentimenti si ripresenteranno. Se ne è parlato anche sul Guardian, dove la giornalista Alyx Gorman ha messo in luce un altro aspetto potenzialmente tossico: la colpevolizzazione della vittima. Autoconvincersi di essere fortunati e di meritare ogni bene e che tutti i desideri si realizzino, infatti, può portare a pensare che se non accade, è per una mancanza personale.
Sindrome della Ragazza Fortunata: i dubbi
Certo, questa pratica è semplice e approcciabile da tutti: non ci vuole molto a ripetere frasi come “Le cose per me vanno sempre bene, sono davvero una persona fortunata”, ma così si finisce per avere l’illusione di essere responsabili del proprio destino sotto ogni punto di vista. I dubbi sulla Sindrome della Ragazza Fortunata sono molti, ma bisogna anche sottolineare che, secondo alcuni, si tratti di una pratica più che valida.
All’opposto di chi non si fida, c’è, invece, chi sostiene questa tecnica, spiegando come possa essere un rimedio al burnout: si abbandona l’idea che si debba sempre essere e fare di più, per riconoscere che si può ottenere ciò che si vuole, anche restando ciò che si è. Va anche aggiunto, però, che esistono diverse prove del fatto che il pensiero positivo da solo non basti e abbia dei limiti.
Assumere una mentalità positiva e propositiva può aiutare a intraprendere azioni che migliorano la nostra vita, ma è molto importante avere consapevolezza del fatto che non basta questo atteggiamento per ottenere tutto ciò che si vuole.