L’ipoclorito di sodio è il sale di sodio dell’acido ipocloroso. La sua formula chimica è NaClO.
Diluito variabilmente dall’1% al 25% circa in soluzione acquosa, di colore giallo-paglierino e dal caratteristico odore penetrante, è noto nell’uso comune come sbiancante e disinfettante, con i seguenti nomi:
– Candeggina, dal verbo candeggiare, che significa rendere candido, bianco, usata per detergere, disinfettare sanitari e pavimenti, smacchiare e sbiancare i capi di abbigliamento non colorati.
– Varichina, Varechina o Varecchina.
– Amuchina.
– Nettorina o Nitorina, nome commerciale usato soprattutto nel nord-Italia, specialmente in Romagna, cui nome vuol dire rendere splendente, cioè nitido, limpido, pulito, bianco.
– Neveina o Niveina, usato al centro e sud Italia, e che significa, appunto, rendere bianco come la neve.
– Conegrina o Cunegrina, prestiti della lingua piemontese e di quella lombarda. Di etimo ignoto, ma forse da cum-egro, cioè di o con azione, intendendo l’azione chimica.
– Acqua di Labarraque, dal chimico francese che la studiò, Antoine Germain Labarraque (1777-1850).
Caratteristiche
Puro, l’ipoclorito di sodio è un sale pentaidrato (NaClO·5 H2O) che fonde a circa 18 °C ed è particolarmente instabile. Sia per sfregamento sia per riscaldamento a temperature superiori a 35 °C può decomporsi in maniera anche violenta. Proprio per questo non viene mai commercializzato e impiegato puro. Viene invece usato in soluzione acquosa, a concentrazione generalmente non superiore al 25%.
Chimicamente è ottenuto da un forte alcale, l’idrossido di sodio (soda caustica) quasi neutralizzato da un acido debole, che impartisce alla soluzione finale un pH alcalino; una soluzione di 160 g di ipoclorito di sodio in un litro d’acqua ha un pH di circa 12. Industrialmente, viene ottenuto per gorgogliamento del cloro gassoso nell’idrossido di sodio, secondo la reazione
\mathrm{Cl}_2 + 2 \mathrm{NaOH} \longrightarrow \mathrm{NaClO} + \mathrm{NaCl} + \mathrm{H}_2 \mathrm{O}
Essendo una base chimica, l’ipoclorito di sodio viene talvolta confuso con la stessa liscivia, nome comune dell’idrossido di sodio (soda caustica), molto più corrosiva.
Altri usi
Per la sua azione ossidante, oltre che esser utilizzato come sbiancante e disinfettante, l’ipoclorito di sodio è uno sporicida, un fungicida e un virocida.
Viene anche utilizzato, titolato in cloro attivo al 5% e spesso riscaldato, come principale irrigante endocanalare in endodonzia (branca dell’odontoiatria).
In chimica organica trova applicazioni come agente ossidante, ad esempio nell’epossidazione di Jacobsen.
Precauzioni
Candeggina e soluzioni varie di ipoclorito di sodio sono irritanti e caustiche; è bene pertanto maneggiarle usando un paio di guanti di gomma e avendo cura di evitare il contatto con gli occhi. Non devono inoltre essere mescolate né all’acido cloridrico (acido muriatico per gli usi domestici) con cui sviluppano cloro, tossico, né all’ammoniaca con cui sviluppano clorammine, irritanti, né all’etanolo. Le soluzioni di ipoclorito di sodio sono sensibili alla luce e al calore e hanno una durata limitata nel tempo. Devono quindi essere conservate al riparo dalla luce e lontano da fonti di calore. Se acquistate in supermercato è meglio preferire i prodotti confezionati in bottiglie non trasparenti in grado di proteggere il prodotto dalla luce.
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