Il riciclo conviene: l’economia circolare rende 8 volte gli investimenti
Bilancio dell’Europa sui risultati del pacchetto ambientale: generati 147 miliardi di euro di valore. Ora l’obiettivo di recuperare il 60% dei rifiuti
La circolarità conviene. A dirlo sono i nuovi dati pubblicati dalla Commissione europea sull’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare adottato nel dicembre 2015. Nel 2016, le attività circolari che includono la riparazione, il riutilizzo e il riciclo hanno generato un valore aggiunto di quasi 147 miliardi di euro a livello comunitario, a fronte di investimenti di circa 17,5 miliardi di euro. Un valore moltiplicato per otto volte.
Non si tratta solo di un giro d’affari generato a partire da attività esistenti, ma anche di business che sono nati in virtù della spinta verso un’economia sempre più circolare e meno lineare. Nello stesso anno, l’economia circolare ha impiegato oltre quattro milioni di lavoratori, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. Altri posti di lavoro saranno creati nei prossimi anni, al fine di soddisfare la domanda generata da mercati pienamente funzionanti per le materie prime secondarie.
Le regole europee
Nel dicembre 2015, per facilitare il passaggio a un’economia maggiormente circolare, la Commissione ha presentato un primo pacchetto normativo, che comprendeva la revisione di proposte legislative sui rifiuti, nonché un piano d’azione globale.
L’obiettivo è “chiudere il cerchio” e affrontare tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto: dalla produzione e consumo alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. Il piano d’azione comprendeva inoltre una serie di azioni volte ad individuare ostacoli di mercato o ad aumentare la circolarità in settori specifici, quali materie plastiche, rifiuti alimentari, materie prime critiche, biomassa e prodotti a base biologica, nonché misure di intervento in settori quali l’innovazione e gli investimenti.
Nel 2018 questa prima serie di misure è stata integrata dal secondo pacchetto sull’economia circolare, tra cui la nuova strategia europea per le materie plastiche nell’economia circolare, il quadro di monitoraggio degli indicatori per l’economia circolare, una comunicazione sull’interfaccia tra prodotti chimici e legislazione sui rifiuti.
La Commissione ha inoltre presentato una proposta di direttiva sulla plastica e gli attrezzi da pesca monouso, le fonti più importanti per ciò che concerne l’inquinamento marino. La Circular Plastics Alliance, di recente istituzione, faciliterà i prossimi passi delle aziende per colmare l’attuale divario tra offerta e domanda di plastica riciclata, migliorare la qualità e l’economia del riciclo del materiale e centrare l’obiettivo europeo dei 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata entro il 2025.
In risposta all’appello della Commissione, 70 aziende e organizzazioni imprenditoriali hanno presentato impegni volontari per produrre o utilizzare più plastica riciclata entro il 2025. Gli impegni presentati finora dall’industria aumenteranno il mercato delle materie plastiche riciclate fino almeno al 60% , ma sono necessari ulteriori sforzi per garantire il raggiungimento dell’obiettivo desiderato.
Gli obiettivi specifici riguardano il riciclo per gli imballaggi in plastica, fissato al 55% entro il 2030, gli obblighi per la raccolta differenziata e i miglioramenti negli schemi di responsabilità estesa del produttore. La Commissione ha inoltre fissato al 25% la percentuale di plastica riciclata che dovrà essere utilizzata per la produzione di bottiglie in pet dal 2025, che si alzerà fino al 30% per tutte le bottiglie di plastica a partire dal 2030. Si punta inoltre alla raccolta differenziata del 90% per le bottiglie di plastica entro il 2029 (77% delle bottiglie entro il 2025) e l’introduzione di specifici requisiti di progettazione per collegare i tappi alle bottiglie.
Nonostante questi sforzi, in media, i materiali riciclati soddisfano meno del 12% della domanda europea di materiali. A livello globale, la circolarità si applicherebbe solo al 9% dell’economia, ci sono quindi ampi margini per un miglioramento. La Commissione ha fissato degli obiettivi di riciclo ambiziosi ma realistici: entro il 2030, il 70% di tutti i rifiuti di imballaggio e il 60% dei rifiuti urbani (65% entro il 2035) dovrebbero essere riciclati, riducendo del 10% il conferimento in discarica dei rifiuti urbani.
Per il periodo 2016-2020, la Commissione ha stanziato investimenti per oltre 10 miliardi di euro, al fine di favorire la transizione verso l’economia circolare.
FONTE
Economia circolare
Cerchiamo di capire cos’è l’economia circolare, su quali pilastri si fonda, quali sono i suoi obiettivi, quali gli esempi più virtuosi presenti in Italia e i concorsi che si pongono l’obiettivo di promuoverne la diffusione, e premiare chi lo fa già:
Economia circolare definizione
L’economia circolare è un modello di economia in grado di rigenerarsi da sola, sfruttando fonti biologiche e tecniche disponibili, che così vengono rigenerate e valorizzate. In questo modo come disse Lavoisier “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Questo tipo di economia si contrappone a quella tradizionale, definita lineare.
Caratteristiche dell’economia lineare sono: l’estrazione di materie prime nuove e consumo di massa che genera, una volta consumato il prodotto, materiale di scarto. La differenza tra i due modelli è evidente. Il primo ricicla gli scarti per produrre nuovi prodotti ed evitare di estrarre nuove materie prime, con tutta una serie di vantaggi a livello ambientale, sociale e climatico. L’economia lineare invece, fondata sulla produzione di rifiuti, genera solo inquinamento e surriscaldamento e crea disuguaglianze sociali enormi, a causa delle guerre che si scatenano per accaparrarsi le fonti più importanti di materie prime.
I principi dell’economia circolare
L’economia circolare si fonda principalmente su tre principi:
- il primo considera i rifiuti prodotti da industrie e privati, non come materia di scarto, ma come materiale riutilizzabile. In sostanza una seconda materia prima;
- il secondo punta a scongiurare lo spreco a monte. La soluzione potrebbe essere quella di condividere con altri consumatori beni, ancora in buono stato e poco usati, per evitare di buttarli o lasciarli giacere negli scatoloni, inutilizzati;
- il terzo infine si pone l’obiettivo di arrestare la morte precoce della materia. L’imperativo è riparare piuttosto che buttare.
Gli obiettivi dell’economia circolare
L’economia circolare non è solo un modello economico, ma una vera e propria filosofia che persegue principalmente tre finalità:
- allungare la vita del prodotto;
- produrre ex novo prodotti destinati a durare più a lungo;
- ridurre i rifiuti attraverso il riciclo.
I rifiuti per l’economia circolare
Per l’economia circolare i rifiuti non esistono. Tutto può essere riutilizzato e reimmesso nel ciclo produttivo, per creare nuova materia. Per questo è importante creare prodotti con materiali atossici e progettati fin dall’inizio per poter essere riutilizzati. Solo così è possibile ridurre, se non addirittura azzerare gli scarti produttivi.
Esempi di economia circolare in Italia
In Italia ci sono diverse e importanti realtà di economia circolare, che da qualche anno credono in una forma di produzione più rispettosa dell’ambiente e del valore delle cose, spesso buttate via anche quando si potrebbero riparare.
Daccapo – Centro di Ri-Uso di Capannori
Centro di raccolta solidale creato su iniziativa della Caritas e dell’associazione “Ascolta la mia voce” in cui si possono donare oggetti che non servono più o farli riparare. Attraverso un processo di trasformazione gli oggetti acquistano nuova vita e vengono reimmessi sul mercato. Le sedi in tutto sono tre: due tra Lucca e Capannori che effettuano la raccolta e la riparazione e un Emporio in cui invece poter “acquistare” gli oggetti attraverso una donazione. Un modo per dare lavoro a persone in situazioni di difficoltà. Parte fondamentale del centro è infatti il laboratorio di falegnameria in si riparano pezzi d’arredo e biciclette e si insegna un mestiere.
C.R.E.A., il Centro Riuso ed Educazione Ambientale (Pergine Valsugana – Trentino)
In questo centro è possibile donare o cedere in contro vendita oggetti e materiali in buone condizioni d’uso. Dalle posate, agli oggetti d’arredo, dai libri all’abbigliamento, dalle macchine fotografiche ai piccoli elettrodomestici. Questo centro si rivolge a tutti cittadini al fine di stimolare e diffondere la cultura del riuso, per dare, come dice la locandina “una seconda vita a ciò che non usiamo più”.
Eco Sistemi S.r.l – Rovereto
Questa società si occupa di depurazione delle acque, grazie a un sistema brevettato nel 2014, che sfrutta l’aerazione naturale. Costi ridotti grazie all’impiego di materiali di scarto (i tappi di plastica delle bottiglie sono infatti l’habitat in cui far crescere il film biologico attivo). Grazie al meccanismo RCBR – Rotating Cell Bioflm Reacto la Eco sistemi riesca a depurare le acque reflue anche da sostanze poco biodegradabili.
Carte ecologiche Favini
Non poteva mancare la carta tra gli esempi più significativi di prodotto realizzato con materiali di scarto. La gamma “Crush” di Favini però si distingue per i materiali utilizzati, ovvero sottoprodotti dell’industria agroalimentare come agrumi, uva, ciliegie, kiwi, nocciole, mandorle, lavanda, mais, olive e caffè. Carte colorate dalla consistenza tattile particolare, realizzate nel laboratorio di Rossano Veneto dopo un complesso trattamento dei materiali di scarto impiegando elettricità idroelettrica autoprodotta.
I concorsi per premiare l’economia circolare
Sono ormai diverse le iniziative anche in Italia per diffondere la conoscenza e la diffusione del concetto di economia circolare. Due concorsi in particolare, uno patrocinato dal Ministero dell’ambiente e l’altro di Confindustria meritano di essere evidenziati:
Concorso “Storie di economia circolare”
Da segnalare questo concorso a premi (da 2000 a 4500 euro) “Storie di Economia Circolare” dedicato a chi racconta storie virtuose di economia circolare in Italia e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente. Dedicato a professionisti di settore (giornalisti, scrittori, storyteller, videomaker, fotografi, fumettisti), e a chi ha voglia di raccontare storie significative, che descrivono piccoli o grandi esempi di cambiamento economico.
L’iscrizione al concorso è gratuita e i materiali devono essere inviati entro e non oltre il 30 giugno 2019. Bene sapere però che il concorso ha cadenza annuale. Per cui chi non dovesse riuscire a presentare il proprio progetto entro la fine di giungo, può sempre partecipare l’anno prossimo. Chi vuole saperne di più sui dettagli del concorso e su come presentare domande può trovare tutte le informazioni che desidera a questo indirizzo: concorso@economiacircolare.com.
Il concorso di Confindustria
Ormai agli sgoccioli (marzo 2019) il concorso di Confindustria che vuole premiare il “best performer dell’economia circolare” che nel triennio 2016-2018 ha messo in atto cicli produttivi sostenibili Scopo di questa competizione è promuovere questo nuovo modello per fare economia, mettendone in evidenza vantaggi, sviluppare collaborazioni e raccogliere dati qualitativi e quantitativi e mappare le migliori best practice aziendali. Possono partecipare si le piccole medie imprese che quelle più grandi. Tutti gli interessati non devono fare altro che visitare questa pagina https://economiacircolare.confindustria.it/concorso/
I vantaggi dell’economia circolare
Oltre ad essere ormai una necessità, a fronte del costante aumento della domanda di materie prime e della contemporanea scarsità delle risorse, l’economia circolare porta con sè numerosi vantaggi e non solo di ordine ambientale o di impatto sul clima. In virtù di misure quali la prevenzione dei rifiuti, il riutilizzo dei materiali e l’ecodesign, le imprese di tutta Europa otterrebbero un risparmio netto pari all’8% del loro fatturato annuo (in valori assoluti circa 600 miliardi), riducendo al contempo le emissioni totali di gas serra del 2-4% (dati Parlamento Europeo).
Inoltre, l’economia circolare comporta tra i vari benefici anche una maggiore sicurezza circa la disponibilità delle materie prime, un aumento della competitività e un impulso all’innovazione e alla crescita economica, nonchè un incremento dell’occupazione. Secondo le stime, infatti, nell’Ue grazie alla transizione verso l’economia circolare si creeranno quasi 600mila nuovi posti di lavoro.
Benefici che, naturalmente, si ripercuoterebbero anche nei confronti dei consumatori finali, i quali potrebbero contare su prodotti maggiormente durevoli e innovativi, tali da far risparmiare e migliorare la qualità della vita.