Se oggi Dostojevsky scrivesse I fratelli Karamazov non parlerebbe di fede o coscienza, ma di sistema nervoso centrale. Come, la materia grigia, da oggetto di studio scientifico, è diventata protagonista in tutte le discipline, letteratura inclusa
Lo scorso settembre, durante il Festival della Mente di Sarzana, Lamberto Maffei, professore emerito di Neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e autore di Elogio della Ribellione (Il Mulino) ha affermato: “La ribellione nasce dal cervello, dalla riflessione“. È interessante come gli argomenti più distanti tra loro vengano ricondotti sempre più spesso alle dinamiche legate ai nostri processi cerebrali.
Soprattutto nelle pubblicazioni editoriali degli ultimi mesi, una rinnovata attenzione è dedicata, in particolare nella divulgazione scientifica più popolare, alle dinamiche e ai processi legati al sistema nervoso centrale. Quello che era stato il boom dell’interesse per l’apparato digerente, veicolato con saggi bestseller come L’intestino felice, ora viene replicato nell’ambito, appunto, del cervello: dalle neuroscienze alla più “banale” anatomia cerebrale, dalla neurobiologia fino alle ultime scoperte in fatto di intelligenza artificiale o replicata.
Ecco, ad esempio, che il saggio Qualche breve lezione sul cervello scritto dal fisiologo francese Jean-Didier Vincent (edito da Ponte alle Grazie) accompagna il lettore in un curiosissimo percorso storico attraverso le scoperte che più hanno caratterizzato lo studio della materia grigia: notevole infatti scoprire che, sebbene la ghiandola pineale fosse stata scoperta niente meno che da Cartesio, gli avanzamenti più consistenti in questo ambito si sono avuti solo negli ultimi cinquant’anni.
Impostazione leggermente diversa per il volume pubblicato da Vallardi Il cervello geniale (il riferimento ai titoli di Elena Ferrante è decisamente voluto), scritto da Estanislao Bachrach, laureato in Biologia Molecolare e ricercatore ad Harvard.
L’obiettivo è quello di approfondire le nozioni legate alle neuroscienze per avere un miglioramento immediato nelle proprie attività quotidiane: aumentare la concentrazione e la creatività, fare più attenzione alle percezione sensoriale, allontanare i cattivi pensieri allenando la positività… “Al posto di costringere il cervello a sfornare idee solo quando salta il ticchio al capo,” scrive Bachrach, “è meglio approfittare del fatto che la mente lavora 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, e ottimizzare la resa“.
Ma a popolarizzare una materia che di solito si crede riservata solo ad esperti e grandi studiosi è anche la narrativa. Harper Collins ha appena pubblicato Progetto Kinetics. Onda zeta, il primo romanzo di Patrick Hemstreet, fra le altre cose medico di guerra ma soprattutto neuroingegnere. Nel suo libro il neurologo Chuck Brenton studia le onde gamma prodotte dal cervello e ne scopre applicazioni sorprendenti in grado di manipolare le percezioni psichiche delle persone. Ovviamente si metteranno di mezzo interessi sbagliati e la storia prenderà la piega di un thriller piuttosto convenzionale seppure applicato a un tema decisamente innovativo.
È assolutamente intuitivo affermare che il nostro cervello domina qualsiasi nostro pensiero e qualsiasi nostra azione. Talmente intuitiva che questa considerazione viene data per scontata. Eppure la ricerca sui temi neurologici sta avendo in questi anni un’inedita accelerata, legata anche alle applicazioni in robotica e nelle reti neurali. Approfondire queste tematiche, anche solo con un semplice saggio o perfino un romanzo, può aiutare a non trovarsi del tutto spaesati di fronte a certi cambiamenti da far scoppiare il cervello.
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