In questi giorni ho riletto e riordinato un po’ di appunti presi nei primi anni del nuovo millenio per realizzare il mio primo “almanacco” (“The Wise Bron Al Manachk 2002“)… ora, rivisti e corretti i calcoli fatti in passato, adattati alle esigenze della praticità quotidiana i periodi e le nomenclature, semplificato il tutto sulla base dell’esperienza (ormai noi -in famiglia- adottiamo questo calendario da oltre 25 anni e, tramite la Gilda Esploratori di Kaladish, nei Giochi di Ruolo da almeno 20 sporadicamente con almeno 200 amici), SONO A PRESENTARVI L’ELABORATO DEFINITIVO CHE RAPPRESENTERA’ LO STRUMENTO DEFINITIVO PER COMPUTARE IL TEMPO DEGLI ESPLORATORI ERRANTI (in MondOltre, in altre realtà virtuali o di fantasia e -per chi vuole- anche nella vita reale). ECCO QUINDI A VOI IL CALENDARIO ARBOREO DELLA GILDA!
In sintesi, si tratta di un calendario luni-solare composta da 13 mesi convenzionalmente di 28 giorni (4 settimane di 7 giorni dedicati a Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno e Sole, con nomenclatura latina o greca). I nomi dei mesi sono quelli degli alberi la cui denominazione ha origine etimologica (in irlandese arcaico) nella consonante dell’alfabeto Ogham tradizionalmente accetato. Ogni 4, un anno sarà bisesto e quindi febbraio avrà 29 giorni. Il 1° settembre sarà festivo per segnare la ripresa delle attività lavorative dopo la pausa estiva. Le 5 vocali dell’alfabeto Ogham sono collegate (con l’albero di riferimento) ai due equinozi e ai due solstizi, oltre che al 25 dicembre. I 5 dittonghi utilizzati nell’ultimo periodo celtico più che dai druidi, dai monaci residenti nei territori celtici per trascrivere suoni latini o greci, sono collegati alle 4 festività celtiche principali e al giorno del compleanno del fruitore del calendario.
2 Novembre – 29 Novembre > Beth [b] B BETULLA
30 Novembre – 27 Dicembre > Luis [l] L SORBO SELVATICO
28 Dicembre – 24 Gennaio > Fearn F [v] ONTANO
25 Gennaio – 21 Febbraio > Saille S [s] SALICE
22 Febbraio – 21 Marzo > Nion N [n] FRASSINO
+ 29 febbraio ogni 4 anni > Uath H [muta] BIANCOSPINO
22 Marzo – 18 Aprile > Duir D [d] QUERCIA
19 Aprile – 16 Maggio > Tinne T [t] AGRIFOGLIO
17 Maggio – 13 Giugno > Coll C [k] NOCCIOLO
14 Giugno – 11 Luglio > Ceirt Q [k] MELO SELVATICO
12 Luglio – 8 Agosto > Muin M [m] VITE
9 Agosto – 5 Settembre > Gort G [g] EDERA
1 Settembre > Ngétal NG [ng] GIUNCO
6 Settembre – 3 Ottobre > Straif Z [s] PRUGNOLO
4 Ottobre – 31 Ottobre > Ruis R [r] SAMBUCO
25 dicembre > Ailm A [a] ABETE BIANCO
20/21 marzo PRIMAVERA > Onn O [o] GINESTRONE
20/21 giugno ESTATE > Ur U [u] ERICA
22/23 settembre AUTUNNO > Eadad E [e] PIOPPO BIANCO
21/22 dicembre INVERNO > Ibor I [i] TASSO
1 Novembre: Samhain > Eabad EA [ea] PIOPPO TREMULO
1 Febbraio: Imbolc > Or OI [oi] BERRETTA DEL PRETE
1 Maggio: Beltaine > Uillin UI [ui] CAPRIFOGLIO
1 Agosto: Lughnasad > Ifin IO [io] UVA SPINA
Compleanno > Emancholl AE [ae] FAGGIO
NOTA 1: Questo calendario non ha alcuna base scientifica o storica. Si tratta di una mia invenzione, un semplice strumento per determinare il computo del tempo all’interno di ambientazioni di fantasia per giochi di ruolo o racconti/romanzi. I riferimenti storici sono certi e i calcoli relativamente corretti, ma lo studio non ha alcuna pretesa di ergersi a punto di riferimento riconosciuto nella complessa materia.
Ricordo che l’idea di un calendario arboreo risale ad Edward Davies, un antiquario del XIX secolo, che derivò l’idea dall’Ogygia di Ruairí Ó Flaitheartaigh. Questa Ogygia era una sorta di storia d’Irlanda scritta nel XVI secolo, nel quale si riportavano alcune informazioni relative alla scrittura ogamica, perlopiù desunte dal Libro di Ballymote, e si stabiliva una relazione tra le varie lettere di quella scrittura e una serie di alberi e arbusti da cui quelle lettere avrebbero tratto i nomi. L’Ogygia di Ó Flaitheartaigh non faceva alcuna menzione ad eventuali calendari: fu Edward Davies a stabilire che quei nomi di alberi, presi secondo la successione alfabetica, implicassero l’esistenza di un antico calendario celtico basato sulla loro successiva fioritura. Dunque il calendario arboreo fu né più né meno un’invenzione di Edward Davies. Questi era un sostenitore di Iolo Morgannwg (Edward Williams, 1747-1826), il quale, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, aveva rifondato una presunta «scienza druidica» basandosi su fonti e documenti contraffatti. In seguito Robert Graves fece del calendario arboreo di Davies il nucleo attorno al quale costruì, con La Dea bianca, le sue riflessioni sul significato del mito e la natura della poesia. Il libro di Graves offrì una gran quantità di profonde intuizioni alla moderna rinascita celtica e rese popolarissima l’idea di tale calendario arboreo. La suggestione esercitata da tali arcane «conoscenze» ha indotto molte persone – tra cui anche studiosi di una certa levatura – ad una grande quantità di asserzioni infondate riguardo al calendario arboreo, ancora oggi popolarissimo presso celtofili, romanzieri, neodruidi, wiccani e newagers, e tuttora seriamente trattato in un gran numero di pubblicazioni più o meno attendibili. Più prosaicamente, l’alfabeto ogamico fu semplicemente un metodo di scrittura dei Celti insulari, le cui lettere erano forse legate ai nomi degli alberi, ma non aveva alcun riferimento a calendari o simili.[1]
NOTA 2: In relazione alle principali festività dell’anno… rammento che per le popolazioni celtiche l’intero anno tropico era diviso da due feste importanti, dette anche “feste del fuoco”:
- il Samhain, che corrisponde all’attuale 31 ottobre-1º novembre: indicava l’ingresso nella parte oscura dell’anno, ovvero l’autunno-inverno, il ricovero del bestiame e del raccolto, un tempo di pausa, di freddo, e che fu poi collegato con l’attuale ricorrenza di Halloween.
- il Beltain o Beltane, che corrisponde all’attuale 30 aprile-1º maggio, che indicava l’inizio della primavera-estate, il risveglio della natura, la fecondità e l’abbondanza, il caldo, la “vigilia di maggio“, che si svolgeva sotto la protezione dello “Splendente”, cioè il dio Belanu. Fu poi assimilata con le varie feste della Regina di maggio, 1º maggio e Calendimaggio.
Esistevano poi altre ricorrenze, legate sempre a dei momenti astronomici, anche se non vi è traccia certa della loro importanza nella tradizione celtica, poiché i Celti, nel tempo, le accorparono nelle due feste maggiori sopracitate.
- Alban Eiler (rigenerazione o luce primaverile), ricorrenza legata all’equinozio di primavera, ovvero il 20-21 marzo, e che si fonderà presto con le antiche feste germaniche legate ad Ostara.
- Alban Elfed (o Elued) (rigenerazione o luce autunnale), ricorrenza legata all’equinozio di autunno, 21-22 settembre, era la ricorrenza in preparazione del Samhain, e veniva chiamata anche Mabon, dal nome della divinità celtica solitamente rappresentata da una cornucopia e una cesta, a indicare la raccolta della vita nelle sementi dei frutti autunnali, da conservare nell’inverno per il prossimo risveglio stagionale.
- l’Oimelc o Imbolc, 31 gennaio-1º febbraio, invece indicava il tempo dell’allontanamento dall’inverno, caratterizzato da un breve periodo di assenza di feste, ad eccezione di quelle femminili legate alla fertilità.
- il Lughnasadh segnava la riunione della tribù, o clan, in piena estate tra il 30 luglio e il 1º agosto.
- Alban Hefin (o Efin o Heruin), (rigenerazioneo luce estiva), corrisponde al solstizio d’estate del 21 giugno, dove Hefin poteva significare anche riva, poiché quel giorno la luce risplendeva sugli specchi d’acqua in maniera molto più diffusa, quasi a fondersi insieme al cielo in un’unica luce. Nella mitologia celtica, l’estate apparteneva al regno di Oak, il cui simbolo era l’albero di quercia.
- Il solstizio d’inverno del 21 dicembre, non fu identificato con un preciso nome celtico, in quanto fu subito assimilato ad altri rituali dell’Europa settentrionale, chiamati Yule prima, quindi assimilati dai Saturnali romani, conglobando anche altri riti, sempre legati allo stesso periodo invernale (come ad esempio il Nollag, ovvero il “periodo natalizio” gaelico). Nella mitologia celtica era rappresentato dall’albero di holly, in inglese “agrifoglio”.