Una ricerca ha studiato le gerarchie sociali di 45 macachi reso e come lo status sociale attivi o disattivi geni che interessano il sistema immunitario
Chi patisce uno status sociale più basso vive meno e peggio, perché soffre più stress e questo ha inevitabili conseguenze per la salute. Ciò non vale soltanto dentro le società umane, ma anche per alcuni nostri parenti: in questo caso, parliamo del macaco rhesus. La sofferenza patita in fondo alla gerarchia lascia tracce nell’attivazione di particolari geni, rendendo più debole il sistema immunitario. Non solo: il cambiamento resta, anche una volta aumentato il proprio rango.
Questo è quanto hanno osservato i ricercatori della Duke University di Chicago e recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio, durato più di un anno, ha coinvolto 45 femmine di macaco reso del Centro nazionale di ricerche sui primati Yerkes di Atlanta, negli Stati Uniti.
Di norma queste scimmie in cattività gareggiano per ottenere un alto rango all’interno del gruppo. Questo garantisce, ovviamente, dei privilegi: chi gode di una posizione apicale ha precedenza sul cibo, sugli spazi e persino sulla toelettatura. Chi resta inferiore in questa gerarchia sociale deve farsi da parte.
I ricercatori hanno pensato di seguire passo passo queste dinamiche e osservare che conseguenze potessero avere a livello microbiologico. Hanno costruito gruppi di cinque macachi che non si conoscevano in precedenza e che dunque non avevano già stabilito relazioni gerarchiche. Ma non hanno diviso simultaneamente i macachi, bensì introdotto nei vari gruppi un macaco alla volta. Al vertice della gerarchia andava chi era arrivato prima. Banalmente, chi tardi arriva male alloggia: le ultime femmine a entrare nel gruppo dovevano sottostare al volere delle prime ed erano prese di mira, subendo molto più stress.
Che il rango nel gruppo sociale avesse conseguenze su certi geni implicati nel funzionamento del sistema immunitario, rendendo più esposti al rischio di malattie i subordinati, erano già note in uno studio precedente cui i ricercatori di Chicago hanno fatto riferimento.
Dopo un anno, però, gli studiosi hanno rifatto i gruppi di scimmie, sempre da cinque ma cambiando l’ordine d’ingresso. Le gerarchie mutavano: alcune che prima erano in basso ora potevano trovarsi al vertice, altre erano decadute dal proprio precedente rango.
Studiando 3735 geni, i ricercatori hanno osservato che la caduta di rango aveva una diretta conseguenza sulla disattivazione di certi geni, rendendo più debole il sistema immunitario. Ma, soprattutto, sorprendentemente le femmine che avevano in passato subito la subordinazione e le angherie conseguenti ne portavano ancora le conseguenze genetiche, anche una volta divenute dominanti. Conclude Jenny Tung, coautrice del lavoro: “Il corpo ricorda il fatto che ha avuto uno status sociale basso in passato. E questo suggerisce che ci siano dei processi di “inscrizione biologica” al lavoro anche in età adulta”. Che valga anche per il bullismo o l’ingiustizia sociale tra gli esseri umani?
FONTE
Questo è quanto hanno osservato i ricercatori della Duke University di Chicago e recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio, durato più di un anno, ha coinvolto 45 femmine di macaco reso del Centro nazionale di ricerche sui primati Yerkes di Atlanta, negli Stati Uniti.
Di norma queste scimmie in cattività gareggiano per ottenere un alto rango all’interno del gruppo. Questo garantisce, ovviamente, dei privilegi: chi gode di una posizione apicale ha precedenza sul cibo, sugli spazi e persino sulla toelettatura. Chi resta inferiore in questa gerarchia sociale deve farsi da parte.
I ricercatori hanno pensato di seguire passo passo queste dinamiche e osservare che conseguenze potessero avere a livello microbiologico. Hanno costruito gruppi di cinque macachi che non si conoscevano in precedenza e che dunque non avevano già stabilito relazioni gerarchiche. Ma non hanno diviso simultaneamente i macachi, bensì introdotto nei vari gruppi un macaco alla volta. Al vertice della gerarchia andava chi era arrivato prima. Banalmente, chi tardi arriva male alloggia: le ultime femmine a entrare nel gruppo dovevano sottostare al volere delle prime ed erano prese di mira, subendo molto più stress.
Che il rango nel gruppo sociale avesse conseguenze su certi geni implicati nel funzionamento del sistema immunitario, rendendo più esposti al rischio di malattie i subordinati, erano già note in uno studio precedente cui i ricercatori di Chicago hanno fatto riferimento.
Dopo un anno, però, gli studiosi hanno rifatto i gruppi di scimmie, sempre da cinque ma cambiando l’ordine d’ingresso. Le gerarchie mutavano: alcune che prima erano in basso ora potevano trovarsi al vertice, altre erano decadute dal proprio precedente rango.
Studiando 3735 geni, i ricercatori hanno osservato che la caduta di rango aveva una diretta conseguenza sulla disattivazione di certi geni, rendendo più debole il sistema immunitario. Ma, soprattutto, sorprendentemente le femmine che avevano in passato subito la subordinazione e le angherie conseguenti ne portavano ancora le conseguenze genetiche, anche una volta divenute dominanti. Conclude Jenny Tung, coautrice del lavoro: “Il corpo ricorda il fatto che ha avuto uno status sociale basso in passato. E questo suggerisce che ci siano dei processi di “inscrizione biologica” al lavoro anche in età adulta”. Che valga anche per il bullismo o l’ingiustizia sociale tra gli esseri umani?
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