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Ho sempre adorato l’Erica: la regina della fascia di territorio compresa tra i boschi alti di confine e le brughiere ai piedi delle falesie di granito che si ergono nelle mie valli. Macchie di color fucsia o bianco che addolciscono gli aspri panorami. E poi, forse sbagliando, l’ho sempre considerata il punto di contatto con le culture del nord, celtica e norrena, poiché in quelle lande impera.
NOTA GIUGNO 2023: Non mi par vero, ma sono riuscito a far morire le nostre piante d’erica. Certo complice la più importante siccità registrata alle nostre latitudini negli ultimi due anni. Però la responsabilità è in buona parte mia: considerandola una essenza molto selvatica, non l’ho seguita con le dovute attenzioni: prima ne ho piantate un po’ nelle gronde in plastica dell’area dedicata alle succulente (e qui si sono sicuramente bruciate le radici). Poi l’ho trapiantata in terrapieno in pieno sud e i mesi di inverno senza una goccia d’acqua hanno concluso l’opera. Più avanti, finito di bonificare il bosco, ne acquisterò di nuove e le metterò a dimora in pietraia.
NOTA FEBBRAIO 2024: Ho acquistato due nuove piante di erica. All’agraria mi hanno detto che probabilmente le altre che ho acquistato erano annuali, mentre queste sono perenni. Le ho posizionate vicino alla verbena peruviana e alla rosa di Duncan, vicino a due oggelli del nuovo impianto di irrigazione e pacciamandole con aghi di cedro in modo da inacidire il terreno. Speriamo ora attecchiscano e crescano rigogliose.
👁🗨 CHECK 02-2024: 🟢
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Erica
Erica L. è un genere della famiglia delle Ericacee, comprendente circa 850 specie sempreverdi a portamento arbustivo.
Etimologia
Il nome generico Erica assegnato da Linneo, deriva dal latino erīcē, una pianta descritta da Plinio, a sua volta adattamento di un’antica parola greca, ἐρείκη eréikē, usata da Eschilo e Teocrito e imparentata con l’antico irlandese froech, con il lettone virši e il lituano virži.
Nonostante la similitudine, il nome Erica non deriva direttamente dalla pianta (il cui appellativo è d’origine greco-latina) bensì dal nome scandinavo Erik (antico Eirikr; femminile Erika), sebbene in Italia e nei Paesi di lingua tedesca (dov’è frequente la forma maschile Erich) sia stato promosso dall’erronea associazione con il nome della pianta.
Calluna ed Erica
Il genere Calluna che comprende attualmente una sola specie, ovvero il brugo (Calluna vulgaris), faceva parte del genere ma è stato separato; si distingue dal genere affine Erica perché ha foglie più piccole (inferiori a 2–3 mm) e la corolla e il calice divisi in quattro parti (tetramero e non pentamero come l’Erica). Spesso comunque le due piante vengono confuse: infatti il brugo a volte è chiamato anche falsa erica, o erica selvatica o ancora più impropriamente erica. Spesso viene confusa con l’erica carnea, che è molto simile come portamento, dimensione e colore.
Utilizzo
Tutte le specie di Erica e di Calluna sono piante mellifere, si può ottenere un buon miele monoflorale e sono bottinate dalle api.
Erica carnea
L’Erica carnea si presenta come una pianta spontanea perenne appartenente alla famiglia delle ericacee e al genere dell’erica.
Habitat
È una pianta che forma dei cuscini fioriti dato il suo sviluppo per lo più in larghezza. Tipica delle Alpi, Appennini settentrionali ed Alpi Apuane; vive a quote fino ai 2500 m s.l.m. in prati e pascoli, su pendii rocciosi e soleggiati e nelle zone luminose al limitare dei boschi di conifere. Appartiene alla famiglia delle Ericacee.
Descrizione
Dal fusto sottile e legnoso spuntano foglioline aghiformi dal colore verde vivo, che lo ricoprono per la sua totalità. Possono presentarsi anche di color bronzeo o giallo scuro, in particolari condizioni di esposizione alla luce. L’erica carnea ha fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. I fiori riuniti in grappoli apicali sono di colore rosa più o meno sfumato. La forma della corolla richiama una botte ed è formata dalla fusione dei singoli petali fra loro. Dalla sommità della corolla si intravedono 8 stami scuri e uno stilo più lungo, che viene urtato dagli insetti che si posano sul fiore, favorendone l’impollinazione. Fiorisce da febbraio a giugno. È una pianta suffruticosa, spesso come erbacea, sempreverde e aghifoglia, più grande in larghezza rispetto all’altezza. È una pianta molto robusta e spesso capita di vedere i fiori rosei spuntare nella neve, annunciando la primavera.
Esiste anche una mutazione naturale dai fiori molto chiari, a volte totalmente bianchi, classificata come Erica carnea var. albina.
Utilizzi del fiore
I fiori sono officinali e la pianta è medicinale, hanno proprietà diuretiche assai potenti e servono per la preparazione di tisane urinarie. Hanno inoltre azione antisettica dovuta alla presenza di arbutina; sono usati in casi di cistiti, specie quelle prostatiche, preferiti ad altri preparati, in quanto non tossici.
È pianta molto visitata dalle api per il polline ed il nettare, da cui esse producono un ottimo miele.
Etimologia
L’epiteto specifico carnea si riferisce al colore dei fiori simile a quello della carne viva (latino carō, carnis).
Erica e Calluna
Spesso la pianta viene confusa: infatti il brugo (Calluna vulgaris) a volte è chiamato anche falsa erica, o erica selvatica o ancora più impropriamente erica. Per la similitudine con questa specie, Erica carnea, per quanto riguarda il portamento, la dimensione e il colore, comunemente se ne sbaglia il nome.
Erica × darleyensis
Erica × darleyensis ( Darley Dale Heath ), è una pianta ibrida tra le eriche E. carnea ed E. erigena , probabilmente di origine orticola. È un arbusto cespuglioso che cresce fino a 60 cm (24 pollici) di altezza per 75 cm (30 pollici) di larghezza, con fiori a forma di urna da bianchi a rosa-rosati a fine inverno e all’inizio della primavera. A differenza di alcune piante di questo genere, non ha particolari esigenze di terreno acido ma richiede un drenaggio netto in pieno sole. È particolarmente adatto come tappezzante , ad esempio come piantagione di conifere .
La piantina è stata trovata in un vivaio a Darley Dale , Derbyshire, Regno Unito, prima del 1900.
Ha dato origine a un gran numero di cultivar e le seguenti hanno ottenuto l’ Award of Garden Merit della Royal Horticultural Society :
- E. × darleyensis ‘Arthur Johnson’
- E. × darleyensis ‘Furzey’
- E. × darleyensis ‘Ghost Hills’
- E. × darleyensis ‘JW Porter’
- E. × darleyensis ‘Jenny Porter’
- E. × darleyensis ‘Rote di Kramer’
- E. × darleyensis f. albiflora ‘Bianco Perfezione’