Tratte dal libro “Vengo prima io” della sessuologa Roberta Rossi, una guida al piacere femminile realizzata grazie alle esperienze di 16mila donne
Un libro che parla di piacere femminile. Sì, ce ne è ancora bisogno, soprattutto di un testo come “Vengo prima io”, scritto per Fabbri Editori da Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma e Presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica. E’ un libro, più precisamente una guida all’orgasmo delle donne, scritto dalle donne. Perché quello che si trova sfogliando le 350 pagine che lo compongono altro non è che la risposta alle domande ricevute da oltre 16mila donne. Ovvero quelle che hanno espresso le loro opinioni e raccontato le loro esperienze partendo da un questionario pubblicato online da Roberta Rossi, che nella sezione Salute di Repubblica.it ha un blog.
Dall’anatomia all’autoerotismo, dal clitoride al sesso orale, dalla penetrazione vaginale alla sessualità anale, passando per temi come i sex toys, le fantasie sessuali, la sessualità in coppia, nelle varie fasi della vita, la pornografia, l’educazione sessuale e la contraccezione. Un libro importante, da leggere da sole ma soprattutto con il partner, da utilizzare come base per parlare con i figli, da non sottovalutare. Perché anche le più esperte, quelle che credono di conoscersi bene, troveranno alcuni spunti interessanti. Noi ne abbiamo selezionati dieci, dieci approfondimenti che forse ad alcuni faranno sorridire – perché considerati banali – o forse stupiranno, spiegati con degli estratti dal testo di Roberta Rossi. Eccoli.
1- Conoscete Shere Hite?
La prima donna a chiedere alle donne di raccontare le loro esperienze, dopo anni di predominanza maschile nella sessuologia, è stata la studiosa e scrittrice Shere Hite. Nei primi anni Settanta grazie alla sessuologa tedesca le donne iniziarono a parlare del loro piacere e si scoprì “tanto per fare un solo esempio, che moltissime donne non raggiungevano l’orgasmo durante il rapporto sessuale penetrativo mentre questo avveniva regolarmente con l’autoerotismo e che, con ogni probabilità, tale risultato non era da considerarsi anomalo o disfunzionale”, spiega Chiara Simonelli, professoressa dell’Università La Sapienza, nella prefazione del libro. Per iniziare a parlare di vagina, insomma, è importante ricordare il lavoro e il valore di pionere della sessuologia come Share Hite che ancora oggi è attiva nel campo della consulenza. Perché se negli Settanta, e anche grazie ai movimenti femministi, le donne hanno imparato a gestire la loro vagina, solo oggi iniziano a conoscerla meglio.
2- No, la vulva non è la vagina.
Lo spiega perfettamente Roberta Rossi nelle pagine di ‘Vengo prima io’: “La vulva è la zona che comprende tutti gli organi sessuali visibili dall’esterno. È delimitata in alto dal pube (se vogliamo essere precise, dalla sinfisi pubica, cioè il punto in cui si uniscono le due ossa del bacino, sul davanti), in basso dall’ano, lateralmente dalle pieghe inguinali. Può essere che finora l’abbiate chiamata vagina, invece di vulva: è molto comune, ma è un’imprecisione. La prima, lo si indovina facilmente, è la vagina: un canale decisamente elastico, che collega il collo dell’utero alla vulva. Quando siamo in piedi, la vagina si estende in alto e leggermente indietro, tra l’uretra nella parte anteriore e il retto nella parte posteriore”.
3- Orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo sono la stessa cosa.
“O, meglio, c’è un solo tipo di orgasmo: l’orgasmo. Differenziare tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale è fuorviante: ci porta a pensare che tra le due sensazioni esista una differenza fondamentale che invece non c’è. La maggior parte delle donne arriva al piacere con una stimolazione diretta o indiretta del clitoride. Usiamo la definizione di “stimolazione indiretta” del clitoride per quei casi in cui, durante la penetrazione, le grandi e piccole labbra si tendono o muovono per via della vostra posizione o dei movimenti che fate insieme ai partner, causando una frizione o una trazione meccanica sul clitoride. Quindi, anche se in quei momenti non lo state stimolando attivamente (non lo state toccando con mani o sex toys, né voi né i vostri partner, insomma), il clitoride viene comunque coinvolto: indirettamente, appunto. E conta molto di più della penetrazione che state ricevendo, dal punto di vista del vostro piacere. Le donne che riportano di aver avuto un orgasmo durante la penetrazione probabilmente non sono consapevoli del fatto che il clitoride è sempre coinvolto e per questo motivo parlano di orgasmo vaginale”.
4- Le donne eiaculano (no, non è lo squirting) ed è merito delle ghiandole di Skene.
“Sono due piccoli organi di forma tondeggiante, si trovano nella zona del vestibolo della vagina vicino all’orifizio uretrale (cioè l’apertura da dove esce l’urina), ma sono all’interno, in profondità, quindi è impossibile vederle o toccarle da fuori. Comunicano con l’esterno attraverso due tubicini, i dotti di Skene. Queste ghiandole sono considerate la versione femminile della prostata maschile. Negli uomini, la funzione principale della prostata è quella di produrre ed emettere il liquido prostatico, una delle sostanze che compongono lo sperma. Le ghiandole di Skene, invece, sono ritenute le possibili responsabili – in alcune donne – della cosiddetta eiaculazione femminile, cioè il rilascio, in piccole quantità (tenete bene a mente questo dettaglio), di un fluido denso e biancastro nel momento dell’orgasmo.
5- Il punto g non è un punto e si chiama cuv.
“Nella parte interna e superiore della vagina, a circa tre centimetri di profondità, c’è una zona – percepibile solo quando la vagina è in stato di eccitazione – in cui si incontrano parte del clitoride interno (perché il clitoride è soprattutto interno, ricordate?), parte dell’uretra e della superficie della parete interna della vagina stessa. Quest’area è chiamata cuv per via delle iniziali delle strutture interessate (clitoride, uretra, vagina) che in qualche modo sono coinvolte nella risposta sessuale. Per individuarla potete inserire un dito o due all’interno della vagina tenendo il palmo rivolto verso l’alto e provare con un movimento simile a quello che fareste se voleste solleticarvi, muovendo la punta delle dita verso il palmo, da dentro”.
6- La vagina non è fatta per procurare piacere.
“Per molte donne è una notizia sorprendente, considerate tutte le informazioni contraddittorie o false che ricevono nel corso della vita riguardo ai loro genitali, eppure le cose stanno così: fatta eccezione per la zona cuv, che sembra essere molto sensibile ma con cui si riesce a interagire solo quando si è molto eccitate, la vagina, di per sé, non è fatta per procurare piacere. Non aspettatevi quindi di raggiungere l’orgasmo soltanto con la penetrazione. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: è fondamentale che ci sia anche una stimolazione diretta o indiretta del clitoride. E un buon livello di eccitazione”.
7- La differenza tra vaginismo e dispareunia.
“La dispareunia è una condizione clinica che fa sì che si provi dolore durante un rapporto vaginale. In questo caso, al contrario rispetto a quello che succede con il vaginismo, la penetrazione è possibile, ma lo sfregamento del pene o dei sex toys sulle pareti interne della vagina provoca dolore. Se il problema è che non siete abbastanza lubrificate, si risolve facilmente con una maggiore quantità (e qualità!) di stimolazioni, l’uso di un lubrificante e la certezza che la vostra mente sia nel posto giusto, lì con voi, e vi permetta di rilassarvi completamente”.
8- Tutta colpa di Freud.
“Facciamo un passo indietro. Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, agli inizi del Novecento rese popolare l’idea che le donne mature avessero un orgasmo vaginale mentre le donne inesperte, ma soprattutto immature, godessero per la stimolazione del clitoride. Non c’era alcuna prova scientifica a sostegno di questa teoria, tanto che lui stesso, qualche anno dopo, dichiarò di essersi sbagliato e ammise che la sessualità femminile era molto più complessa di come lui l’aveva inizialmente descritta”.
9- Non esiste una vulva brutta.
“Alcune di voi hanno preoccupazioni di tipo estetico riguardo alla propria vulva, specialmente rispetto alle piccole labbra. Vogliamo dirvi una cosa, però: le vulve “brutte” non esistono. Non ci sono una forma “giusta” e una “sbagliata”. Semplicemente ogni donna ha la sua. Il giudizio negativo o la sensazione di disagio che a volte proviamo per questa parte del nostro corpo derivano spesso da messaggi che ci sono stati trasmessi durante l’infanzia o da esperienze che abbiamo vissuto”.
10- Sì, soffiare nella vagina è pericoloso.
Alla domanda raccolta nei questionari: «È vero che non bisogna soffiare nel canale della vagina?» la risposta di Roberta Rossi è ferma: “È vero: non va fatto assolutamente! È una pratica pericolosa: potrebbe provocare un’embolia. È raro ma è possibile. Se il tuo partner o la tua partner comincia a soffiarti nella vagina, fermalo/a subito e spiegaglielo”.