Il DIAMANTE MANDARINO (Taeniopygia guttata)
Il diamante mandarino, conosciuto anche come diamantino o, meno correttamente, come bengalino (Taeniopygia guttata Vieillot, 1817) è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi.
Tassonomia
In passato il diamante mandarino è stato classificato nel genere Lonchura col nome di Lonchura guttata: in seguito esso è stato spostato nel genere Poephila assieme ad altre specie di diamante australiano. Attualmente, esso viene ascritto al genere Taeniopygia assieme al diamante di Bichenov (che alcuni autori preferirebbero collocare in un proprio genere Stizoptera, sicché Taeniopygia diverrebbe anch’esso un genere monospecifico col solo diamante mandarino ascritto), che nell’ambito della sottofamiglia Lonchurinae forma un clade con il diamante variopinto.
Vengono generalmente riconosciute due sottospecie di diamante mandarino:
Taeniopygia guttata guttata, endemica dell’isola indonesiana di Timor, caratterizzata da taglia media minore e dall’assenza delle striature nere sul petto;
Taeniopygia guttata castanotis, di taglia maggiore, diffusa in Australia e capostipite degli attuali diamanti mandarini che vengono allevati come uccelli da gabbia;
Il nome scientifico della specie deriva dal latino gutta (“goccia”), in riferimento alla caratteristica striscia nera sotto gli occhi che ricorda una lacrima che riga la faccia.
Distribuzione ed habitat
Il diamante mandarino è naturalmente diffuso in ampie zone costiere dell’Australia orientale e meridionale, oltre che su varie isole della Sonda come Flores, Timor, Alor, Wetar e Sumba. Questo uccello è stato inoltre introdotto in buona parte dell’Indonesia ed in Tasmania, dove si è naturalizzato: grazie alla sua resistenza e rusticità, inoltre, popolazioni di individui sfuggiti alla cattività si trovano sparse anche nell’emisfero boreale.
L’habitat originario del diamante mandarino è rappresentato dalle aree di savana e dalle aree secche subtropicali a copertura erbosa e con presenza sporadica di cespugli od alberi. Si tratta tuttavia di una specie molto rustica e adattabile che tollera un ampio range di temperature e può vivere in ambienti che vanno dal semidesertico al temperato, passando per aree a forte disturbo antropico dove si adatta molto bene alla convivenza con l’uomo: la sua presenza è tuttavia legata alla concomitante presenza di fonti permanenti d’acqua dolce.
Descrizione
Dimensioni
Si tratta di uccelli di piccole dimensioni, che misurano fra gli 8 e i 12 cm di lunghezza per un peso che può raggiungere i 12 grammi: a parità d’età, i due sessi hanno dimensioni simili. Gli esemplari domestici, anche nelle varietà “ancestrali” (ossia con forma e colore immutate rispetto agli esemplari selvatici), tendono ad essere più pesanti per via della nutrizione più costante, arrivando ai 40 g di peso.
Aspetto
Il corpo è piuttosto robusto ed arrotondato, con coda dai margini squadrati e becco tozzo e robusto.
Questa specie presenta un netto dimorfismo sessuale per quel che concerne la colorazione del piumaggio: ambo i sessi si presentano di colore grigio topo sul dorso, con tendenza a schiarirsi nella zona ventrale, fino a divenire bianco su ventre e sottocoda, mentre sulle ali il grigio tende a sfumare nel brunastro. La coda è nera con bande bianche, e sotto gli occhi è presente una caratteristica “lacrima” nera che raggiunge il mento e delimita due mustacchi di colore bianco sporco ai lati del becco. Il maschio di diamante mandarino presenta inoltre una caratteristica macchia di colore arancio su ciascuna guancia (anch’essa delimitata dalla “lacrima”), un disegno zebrato su gola e petto, dove tale disegno culmina in una banda orizzontale nera, oltre a una bavetta anch’essa nera sul mento ed una banda di color rosso mattone punteggiata di bianco sui fianchi. Il becco è di colore arancio-rosato nella femmina, mentre nel maschio esso si presenta di colore rosso corallo: le zampe sono di color arancio in ambo i sessi.
Sono state inoltre selezionate in cattività numerose varianti (circa 50 accreditate) di colore di questo uccello, fra cui “bianco”, “pezzato”, “guancia nera”, “petto nero” etc., le cui particolarità sono facilmente intuibili dal nome.
Biologia
Un maschio di diamante mandarino della varietà “guancia nera” cerca il cibo al suolo.
Si tratta di uccelli diurni e dalle abitudini gregarie, che tendono a muoversi in piccoli stormi di almeno una decina di esemplari d’ambo i sessi, che si tengono in contatto fra loro mediante richiami emessi molto di frequente e che consistono in dei brevi cinguettii la cui complessità è maggiore nei maschi, dove è riscontrabile una diversità individuale del canto con similitudini direttamente proporzionali alla strettezza della parentela fra gli esemplari: ciascun maschio tende infatti a ricalcare il proprio canto su quello del proprio padre, apportando qualche piccola variante che può provenire dall’ascolto di canti di altri maschi o da suoni dell’ambiente circostante. Recenti studi hanno dimostrato che esibirsi in assoli canori alle femmine è un’esperienza gratificante per i maschi. Le femmine, dal canto loro, non sono in grado di formulare canti articolati in quanto durante lo sviluppo embrionale non avviene la produzione degli estrogeni in ormoni simil-testosteronici, i quali presiedono allo sviluppo dell’area cerebrale preposta all’evoluzione dell’abilità canora.
I richiami hanno inoltre la funzione di identificare ciascun uccello nell’ambito del gruppo, con gli appartenenti allo stesso che tendono a scacciare gli estranei, specialmente durante il periodo riproduttivo.
Questi uccelli tendono ad essere sedentari, ma non esitano a compiere spostamenti anche di notevole entità in caso di scarsità di cibo od acqua.
Alimentazione
Si tratta di uccelli principalmente granivori, che si nutrono principalmente di miglio ben maturo; tuttavia, grazie al grosso becco i diamanti mandarini sono in grado di avere ragione anche di semi molto duri, purché di piccole dimensioni. Altri cibi assai graditi sono frutta, verdura e bacche, mentre è abbastanza raro che questi uccelli si cibino anche di piccoli insetti e larve: ciò avviene specialmente durante il periodo riproduttivo e durante la muta, ossia quando è richiesta una maggiore quantità di nutrienti per far fronte alla deposizione ed alla cura dei nidiacei o alla ricrescita del piumaggio.
In cattività, essi accettano di buon grado una comune miscela di semi per esotici, integrata di tanto in tanto con pezzi di frutta e verdura e pastone all’uovo.
Si tratta di uccelletti molto voraci, che tendono a nutrirsi velocemente lasciando cadere molto cibo al suolo: questo comportamento in natura risulta molto utile per la dispersione dei semi.
Riproduzione
L’evento riproduttivo avviene generalmente in concomitanza con le piogge e non segue una stagionalità precisa, dimodoché i diamanti mandarini sono in grado di riprodursi non appena le condizioni atmosferiche si mostrino favorevoli. Il corteggiamento consiste in una serie di richiami vocali anche elaborati da parte del maschio, che al contempo si esibisce in una sorta di danza fatta di saltelli attorno alla femmina: una volta formatesi, le coppie restano assieme per tutta la vita, sebbene non siano rari casi di infedelà da parte di ambo i partner.
Ambedue i sessi collaborano nella costruzione del nido, che comincia circa una settimana prima della deposizione: mentre il maschio si occupa dell’architettura generale del nido, la femmina provvede alla sua imbottitura. Il nido ha una caratteristica forma sferica, misura circa 15 cm di diametro e si compone di vari strati di materiale filamentoso finemente intrecciato (principalmente steli d’erba e piccole radici di lunghezza inferiore ai 5 cm, ma anche lanugine, piume, foglie ed in cattività sfilacci di iuta). Il nido viene generalmente ubicato in un luogo appartato e sopraelevato, come la cavità di un albero, il folto di un cespuglio, una tana abbandonata, o anche una cavità nel muro di un edificio: all’interno di esso la femmina depone dalle 2 alle 8 (nella maggior parte dei casi 5) uova di circa 15 mm di lunghezza, deponendone generalmente uno al giorno cominciando a covare attivamente solo dopo la deposizione del secondo o del terzo. Durante la cova (che dura all’incirca due settimane) il maschio tende a sorvegliare i paraggi appollaiandosi sulla sommità del nido e segnalando l’eventuale presenza di pericoli oppure scacciando eventuali rivali (siano essi anche i suoi stessi figli, appartenenti ad una covata precedente): ambo i sessi tuttavia dormono insieme nel nido durante la notte.
I pulli alla nascita sono completamente implumi e si differenziano di circa un giorno d’età l’uno dall’altro, sicché in covate particolarmente numerose non è raro che i nidiacei più grandi si discostino anche di una settimana dagli ultimi schiusi, il che spesso porta alla morte per inedia di questi ultimi, incapaci di competere adeguatamente per il cibo. Come anche negli altri estrildidi, i nidiacei posseggono un disegno particolare e papille in rilievo sul palato, caratteristiche queste che essendo specie-specifiche permettono ai genitori di riconoscerli come conspecifici e di stimolare l’imbeccata vedendo il becco aperto. I diamantini sono genitori solerti ed imbeccano frequentemente i propri pulli, con entrambi i genitori che si alternano in questa operazione.
Ai nidiacei cominciano a spuntare le prime penne attorno alla settimana di vita, mentre tra le due e le tre settimane dalla schiusa essi cominciano generalmente ad avventurarsi fuori dal nido e, qualche giorno dopo, ad involarsi. Essi continuato tuttavia a passare la notte nel nido assieme ai genitori per altre due settimane dopo l’involo, quando si allontanano volontariamente oppure vengono scacciati in maniera aggressiva dai genitori in procinto di portare avanti una nuova nidiata.
Gli esemplari giovani si presentano solitamente di colorazione molto simile a quella delle femmine, eccezion fatta per il becco, che è di colore nero fino al mese di vita, quando esso assume la colorazione tipica del sesso dell’animale: le guance del maschio cominciano a colorarsi attorno ai due mesi dalla schiusa.
La maturità sessuale viene raggiunta dopo i tre mesi, con le femmine che a parità d’età tendono ad accoppiarsi più tardi.
L’aspettativa di vita del diamante mandarino in natura si aggira attorno ai 2-3 anni, mentre in cattività questi animali sono più longevi e vivono fino a 7 anni.
Rapporti con l’uomo
Il diamante mandarino, in virtù della sua rusticità e resistenza, unite alla bella colorazione ed alla vivacità, viene allevato e riprodotto in cattività da secoli. Proprio in virtù della facilità di riproduzione, alla monogamia che rende possibile l’allevamento di numerosi esemplari in un unico ambiente ed alla velocità del ciclo vitale, questo uccello viene utilizzato anche come organismo modello nella ricerca scientifica, in particolare per quello che concerne il sistema uditivo ed il meccanismo di raccolta ed immagazzinamento dati nel cervello.
Conservazione
Nelle aree dove è naturalmente diffuso, il diamante mandarino è molto comune e ben rappresentato, tanto da essere considerato come “a rischio minimo” dallo IUCN. Le popolazioni di questo uccello soffrono tuttavia l’inquinamento, la distruzione dell’habitat e la pressione predatoria da parte di altri animali (soprattutto topi e ratti che depredano i nidi, ma anche dasiuri).
Pur non essendo minacciato, il diamante mandarino (come anche tutte le specie native) nella sua forma selvatica è protetto in Australia dal 1960 e ne viene severamente proibita l’esportazione, a meno di specifiche deroghe concesse dal governo.
FONTE
IL DIAMANTINO MANDARINO: UCCELLI DA VOLIERA
Introduzione:
Il diamante mandarino (Taeniopygia (Poephyla) Guttata Castanotis), è un simpatico ed elegante passeriforme appartenente alla famiglia degli Estrildidi. Le caratteristiche principali di questa specie sono la straordinaria adattabilità alla vita captiva, un carattere abbastanza vivace, delle colorazioni estremamente varie e la forte “amicizia” che tende a creare con l’allevatore. Vive mediamente 8-10 anni.
Questa specie in natura è diffusa principalmente in Australia, nelle zone umide della savana, e lungo le rive di corsi d’acqua. E’ anche possibile incontrarlo nelle aride praterie e nelle sterpaglie di cui è ricco quasi tutto il continente oceanico compresi arcipelaghi ed atolli. E’ stata introdotta in Europa come nuovo ceppo domestico all’inizio del ottocento.
E’ un uccellino che ama molto bagnarsi, caratteristica che conserva anche in cattività. Secondo gli studi di alcuni naturalisti, questa specie ha sviluppato la possibilità di bere – forse a causa della carenza di acque dolci in special modo negli atolli – anche acqua marina.
E’ un uccello molto socievole è tranquillo, caratteristica che in natura lo porta a vivere in comunità molto numerose, dominando un limitato territorio nei pressi del nido, costruito ad altezze modeste sugli arbusti ma anche sugli alberi dove rami e foglie sono più fitte.
Purtroppo però questa specie in natura si è molto ridotta a causa della riduzione degli ambienti naturali, dovuta all’opera dell’uomo e principalmente all’uso di pesticidi e alla diffusione di malattie infettive.
Il loro aspetto e dimorfismo sessuale.
Il Diamante mandarino è lungo circa 10-12 cm. La livrea tipica presenta il vertice e le parti superiori del groppone e delle copritrici grigi, con sfumature brunastre ed evidenti mustacchi bianchi bordati di nero.
Dalla gola a metà petto è presente una barratura trasversale nera su fondo grigio cenere, che termina nel mezzo del petto con una spessa banda nera. Il resto del ventre è caratterizzato da un beige chiaro che sfuma verso la cloaca nel bianco. Il maschio è distinto dalla femmina per la presenza di un’ampia macchia auricolare di colore arancio acceso e, da un numero variabile di “puntinature” bianco candido sui fianchi.
Altri modi per riconoscere il sesso dei nostri diamantini sono:
1. Il colore del becco, che è rosso molto acceso nel maschio e sull’arancione nella femmina.
2. Il canto: infatti solo il maschio canta, mentre la femmina si limita solo ad un Pee Pee, se così posso esprimermi.
3. In alcuni tipi di mutazioni bisogna vedere se è presente una “goccia” di colore blu sotto l’occhio; se è presente è maschio se non femminuccia, ma questa regola non vale sempre.
Esistono tante mutazioni del diamante mandarino: grigio, bianco, isabella, faccia nera, diluito, mascherato, dorso chiaro e bruno. Ci sono poi mutazioni poco conosciute come la George, l’arricciato e ventre nero.
Allevamento.
L’allevamento del diamante mandarino non presenta molti problemi, anzi è l’ideale per chi vuole cominciare a coltivare la propria passione ornitologica. E’ un uccellino molto resistente sia al caldo che al freddo, ma quello che bisogna assolutamente evitare è di esporlo a correnti d’aria fredda, o a continui sbalzi di temperatura, che sono assolutamente dannosi alla loro salute. Evitiamo quindi di spostare la gabbia in continuazione da un luogo all’altro e di alloggiarla in luogo riparato ma areato.
A proposito di gabbia… Come alloggiare i nostri piccoli amici?
Per quanto riguarda la gabbia, qualcuno consiglia dimensioni minime di almeno 42x24x33 (cm), ma io, data la vivacità di questa specie, mi sento di consigliare una misura minima di almeno 64x39x37cm o ancora meglio di 90x40x44 cm. Personalmente ho adottato quest’ultima soluzione; ho infatti una gabbia da allevamento in alluminio, con mangiatoie laterali estraibili per una facile pulizia e con divisorio.
Mi raccomando i posatoi, devono essere della dimensione giusta e devono permettere una facile pulizia sia interna che esterna. Dico anche interna perché può capitare che se la trascurate, internamente possano formarsi acari, che attaccando i nostri amici potrebbero portare a conseguenze molto serie se non mortali. Per controllare basta guardare se sono presenti piccoli puntini rossi sui posatoi o quant’altro nella gabbia.
Per fondo gabbia, consiglio tutolo di mais in vendita in tutte le uccellerie, o in alternativa lettiera specifica per pappagallini ondulati (si tratta di piccole pietrine). Assolutamente da evitare giornali o carta stampata, poiché i diamantini sono amanti del becchettare tutto ciò che trovano sul fondo della gabbia e potrebbero ingerirne; l’inchiostro presente su di essa è tossico per i nostri piccoli amici.
Un’altra cosa fondamentale è il bagnetto! Infatti come già detto sono amanti dell’acqua. Bisogna quindi fornire loro una vaschetta con acqua pulita, in cui loro si divertiranno a tuffarsi dentro e lavarsi. Un solo consiglio: è necessario cambiare l’acqua tutti i giorni e se sono presenti più coppie in una gabbia anche due volte al giorno.
Alimentazione.
L’alimentazione del diamante mandarino non è particolarmente critica; la normale miscela per esotici di piccola taglia in vendita in tutte le uccellerie, costituisce la base della loro alimentazione.
E’ consigliabile però adottare due diversi tipi di miscele in base al periodo dell’anno:
Periodo da marzo a ottobre, per 1 kg di misto:
• Panico giallo: 40%.
• Scagliola: 20%.
• Miglio Bianco: 15%.
• Panico rosso: 10%.
• Niger: 5%
• Miglio Rosso: 5%
• Semi condizionati 5%.
Periodo da novembre a febbraio, per 1 kg di misto:
• Panico giallo: 30%.
• Scagliola: 15%.
• Miglio Bianco: 15%.
• Panico rosso: 10%.
• Niger: 10%
• Miglio Rosso: 10%
• Semi condizionati 10%.
Oltre alla miscela di cui sopra non devono mai mancare: osso di seppia, grit marino a base di gusci d’ostrica triturato e durante il periodo riproduttivo pastone giallo. Quest’ultimo va somministrato circa una settimana prima la deposizione e durante la nascita e lo svezzamento dei pulli, accompagnato da pastone per insettivori. Sono anche ghiotti di spighe di panico, ma vanno somministrate con moderazione per non squilibrare la dieta.
Si può fornire anche rosso d’uovo sodo, bollito per almeno 15 minuti. Attenzione però che le uova provengano da allevamenti sani perché potrebbero essere state trattate con antibiotici.
Per quanto riguarda le verdure e la frutta, vanno bene: spinaci, lattuga, borsa di pastore, carota, mela, mandarino etc.. Da evitare il peperone e non somministrare assolutamente il prezzemolo, che è tossico.
Esistono inoltre preparati polivitaminici da somministrare nell’acqua o in polvere, “spruzzato” sui loro semi. Personalmente ne consiglio la somministrazione solo in caso di patologia e mai per periodi superiori a 10gg consecutivi, poiché un eccesso di vitamine può causare più problemi che non una mancanza. Io credo che una dieta sana ed equilibrata, senza squilibri od eccessi fornisca loro tutto ciò di cui hanno bisogno senza dover ricorrere a questi prodotti.
A proposito per chi volesse preparare un buon pastoncino casalingo vi fornisco una ricetta facile facile che utilizzo io:
mescolare in parti uguali sino ad amalgamarli bene, rosso d’uovo sodo, pane finemente grattuggiato (o meglio ancora delle fette biscottate o dei biscotti polverizzati) e carota fresca grattuggiata. Il composto va leggermente bagnato con acqua minerale o meglio ancora con succo di mela naturale in modo che risulti soffice e umido. Si può aggiungere una puntina di coltello di sali minerali o di polvere di osso di seppia.
Per le specie più delicate è opportuno addizionare un apposito complesso polivitaminico oppure del lievito di birra (apportatore di vitamina b, di proteine e di preziosi fementi in sintesi) in dose da mezzo o un grammo al giorno per nidiata.
Questo pastone va preparato giornalmente perchè la carota, specie nei mesi caldi irrancidisce facilmente. La si può conservare in frigorifero per un paio di giorni ma non bisogna somministrarlo a freddo ai volatili. Se il pastone all’uovo viene preparato di volta in volta si può addizionare ad esso anche della polpa di mela grattugiata.
Un ultima cosa da considerare è l’acqua che va cambiata tutti i giorni o addirittura 2 volte al giorno nel mesi più caldi. Non è una cattiva idea aggiungere all’acqua 1-2 gocce di limone che serve ad apportare vitamine e mantiene l’acqua pura più a lungo.
Riproduzione.
La riproduzione del diamante mandarino non dà eccessivi problemi, ma i soggetti devono aver superato l’anno di età. E’ importantissimo non permettere la riproduzione a soggetti più piccoli. Nel nostro paese avviene nel periodo primaverile-estivo, ma c’è da dire che ormai si è adattato a deporre tutto l’anno; cosa importante è concedere loro almeno due pause riproduttive l’anno della durata di circa 30-40gg l’una per consentire la muta e un riposo dei soggetti. Bisogna inoltre avere l’accortenza di non permettere alla coppia più di 3 covate all’anno per non pregiudicarne lo stato di salute, anche se molte persone ne hanno permesso 5 o 6 all’anno dicendo senza particolari problemi. Questo può anche essere vero ma alla lunga potrebbe portare ad un indebolimento dei genitori ed alla nascita di piccoli gracilini o malaticci.
I diamanti mandarini depongono, un massimo di 8 uova per covata, ma mediamente sono 5 che covano per circa 15 giorni; ma possono arrivare anche a 20 nel periodo invernale. Per la scelta del nido ci sono due strade: quello classico a pera, a loro molto gradito ma poco funzionale per il controllo delle uova,dei nascituri e per la pulizia in generale; e quello a cassetta di plastica, apribile superiormente, ma a loro poco gradito.
Come materiale per l’imbottitura forniremo i classici fili in vendita in tutte le uccellerie oppure stoffa tagliata a striscioline. Taluni usano fornire anche ovatta, ma lo sconsiglio perché potrebbe attaccarsi alle zampine e provocare sia danni fisici che la rottura accidentale delle uova. All’imbottitura del nido provvedono attivamente entrambi anche se di solito è il maschio che lo prepara a velocità record, per poi effettuare la sua danza di corteggiamento verso la femmina a cui seguirà l’accoppiamento che dura circa 2-3 secondi e generalmente nei soggetti più “timidi” avviene all’interno del nido.
La cova vera e propria avviene dopo la deposizione del 2-3 uovo, e per questo motivo la schiusa delle uova non è contemporanea ma avviene ad 1 giorno di distanza l’una dall’altra.
Quando nascono sono implumi, piccoli e di colore bruno. All’interno della gola hanno un particolare puttern, che permette ai genitori di identificarli come loro. Dopo circa 4 settimane abbandonano il nido, ed a 30-32 giorni è possibile separarli dai genitori dato che mangiano autonomamente. Anzi se non li si separa i genitori potrebbero attaccarli e scacciarli poiché devono prepararsi ad un’altra covata.
I diamanti mandarino posso ibridarsi con altri soggetti della stessa specie, come i passeri del giappone, il diamante codalunga, diamante guttato, diamante fetonte e zebrato etc…
Patologie.
I diamanti mandarino sono uccelli molto robusti e poche sono le patologia di cui possono essere portatori. Il segreto è dedicare loro il tempo necessario a garantire una buona pulizia della gabbia e un’alimentazione, come già detto prima, varia ed equilibrata.
I soggetti in buono stato di salute sono vispi e curiosi, hanno piumaggio lucido e pulito, non devono essere sonnolenti, né stare sul fondo della gabbia o cadere dai posatoi.
Ci sono vari sintomi che possono preannunciare malattie:
1. Il piumaggio arruffato, sporco e maleodorante.
2. Appetito irregolare, a volte scarso, a volte esagerato, a volte del tutto assente.
3. La cloaca sporca di feci, la sonnolenza e la perdita dell’equilibrio.
4. Se l’uccello ha le feci troppo liquide vuol dire che il cibo è troppo umido, o comunque povero di Sali minerali.
5. Se le zampe si gonfiano e si ricoprono di squame vuol dire che il posatoio specie se di plastica va cambiato con uno di legno, e si consiglia sempre di tagliare le unghie quando diventano troppo lunghe.
6. Esistono anche patologie più gravi come blocchi intestinali o influenze, che causano morie generali, ma in tali casi c’è poco da fare. L’unico rimedio è sopprimere gli esemplari malati e disinfestare gabbie e mangimi.
Patologie e problematiche durante la riproduzione:
Quando i pulli escono dal nido sono spesso attaccati da molti tipi di malattie, e quindi mettere una goccia di vitamine al giorno per una settimana nell’acqua del beverino, che va cambiata tutti i giorni, è consigliabile.
Può capitare che la femmina deponga uova con il guscio molto fragile, ciò significa che la sua dieta è povera di calcio, o che è troppo giovane.
Se il maschio tenderà a buttare le uova dal nido sta a significare che è di nuovo in calore o che non gli piace la compagna e quindi bisogna isolarlo per un po’ e poi rimetterlo assieme alla compagna, o cambiarlo direttamente.
Se i genitori abbandonano il nido significa che esso è troppo umido e sporco, o che è pieno di parassiti, e quindi bisogna toglierlo per disinfestarlo.
FONTE [ FabioSans 19/11/2003 10.43 sul forum freeforumzone.leonardo.it]
Il diamante mandarino
Classificazione
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Estrildidae
Genere: Taeniopygia
Specie: T. guttata
Esistono due sottospecie, T. g. guttata e T. g. castanotis, che si differenziano per la taglia e la colorazione (T. g. guttata è di taglia leggermente inferiore e il maschio non presenta le zebrature sotto la gola).
Origine e habitat naturale
Il diamante mandarino è originario dell’Australia centrale, Indonesia e Timor-Leste. Si trova in foreste e praterie vicino a corsi d’acqua. È un uccello gregario e forma gruppi costituiti da numerose coppie.
Descrizione
Questo uccellino, lungo 10 cm, presenta una netta distinzione di colorazione tra i due sessi, che sono quindi facilmente distinguibili. Il maschio ha una vistosa macchia colorata sulla guancia (in genere rossa o rosa salmone, a volte nera) e una banda nera sul petto. Il becco è rosso nel maschio e arancio nella femmina. In entrambi i sessi è presente una banda nera verticale sotto l’occhio (“lacrima”) e il petto è più chiaro del dorso. I piccoli sono grigi o bianchi e hanno il becco nero; la colorazione adulta compare a due mesi di vita. Nel corso degli anni sono state selezionate numerose variazioni di colore.
Questi passeriformi sono molto chiassosi ed emettono in continuazione i loro richiami. Il canto inizia nei maschi alla pubertà, mentre le femmine non cantano.
Longevità
In cattività la vita media del diamante mandarino, se ben accudito, è di circa 8 anni, anche se è possibile che arrivi a 12.
Allevamento
Poiché si tratta di animali molto socievoli, vanno sempre tenuti in coppia. I diamanti mandarini sono piuttosto robusti e si adattano anche a temperature basse, purché siano riparati dalla pioggia; se si evitano sbalzi di temperatura, possono vivere in un range di 5-30°C, anche se per la riproduzione richiedono almeno 15°C.
Vanno alloggiati in ampie gabbie o voliere in cui possano avere spazio a disposizione per volare. Le dimensioni della gabbia dovrebbero essere di almeno 100 x 50 x 40 cm per una coppia per permettere un’attività fisica ottimale. Nella gabbia oltre ai posatoi, ai recipienti per il cibo e ai beverini, vanno collocate le vaschette per il bagno, dal momento che i diamanti amano molto fare il bagno. Sul fondo si possono collocare dei fogli di carta, pratici da sostituire quotidianamente.
Sono uccellini che tendono a sporcare molto, cosa che va presa in considerazione nella collocazione della gabbia. Inoltre la gabbia deve essere sistemata in un luogo tranquillo, senza sbalzi di temperatura e correnti d’aria e al sicuro da cani e gatti. Questi uccellini sono piuttosto timidi e non amano essere afferrati.
Un’igiene accurata e regolare è essenziale per la salute di questi uccellini. Almeno una volta alla settimana i contenitori di cibo e acqua vanno lavati con cura e disinfettati.
Alimentazione
L’alimentazione è prevalentemente granivora, basata su semi di piccole dimensioni. In commercio si trovano miscele di semi per esotici, che vanno però integrate con vegetali freschi (ad esempio tarassaco, radicchio, carote grattugiate, cetriolo, vari tipi di frutta di stagione) e uovo sodo o pastoncino di qualità. Il cibo fresco va eliminato dopo poche ore e rinnovato con altro fresco, per evitare che vada a male e causi problemi di salute.
Dato il loro metabolismo elevato i diamanti mandarini devono avere sempre libero accesso al cibo e anche l’acqua deve essere sempre a disposizione, da cambiare tutti i giorni. Come fonte di calcio si può lasciare a disposizione un osso di seppia.
Riproduzione
La coppia costruisce il nido utilizzando diversi materiali che trova a disposizione, pertanto si può lasciare a disposizione del fieno morbido e sottile, tagliato a pezzetti. In commercio si trovano appositi nidi chiusi che i diamanti utilizzano facilmente; devono essere appesi all’interno della gabbia, in posizione elevata, accanto ad un posatoio, lontano dalle vaschette del cibo.
La femmina depone da 2 a 7 uova, con una media di 5. La schiusa richiede 14-16 giorni; i piccoli non nascono contemporaneamente perché la cova inizia prima che la femmina abbia terminato di deporre tutte le uova. I genitori si alternano sia nella cova che nel portare il cibo ai pulcini. I piccoli iniziano ad avventurarsi fuori dal nido a 3-4 settimane di età. La crescita è completa quando hanno 3 mesi.
FONTE
Piante, Frutta e Verdure Tossiche e Consigliate per Diamanti
NON USARE MAI:
Avocado, Alloro, Clematide, Colocasia, Croton, Falsa Acacia, Fitolacca, Lupino, Mughetto, Oleandro, Prezzemolo, Peperoni, Tabacco, Tasso e Vite del Canada.
TABELLA DEI VEGETALI NON TOSSICI e TOSSICI:
ALBERI NON TOSSICI Acacia, Betulla, Caco, Eucalipto, Faggio, Ficus, Frassino, Larice, Magnolia, Melo, Abete rosso, Pioppo, Quercia, Salice, Olmo
ALBERI TOSSICI: Acero rubrum, Albero frecce velenose, Ippocastano, Fico, Agrifoglio, Ginepro, Oleandro selvatico, Avocado, Filadelfo, Fitolacca, Tasso
ARBUSTI NON TOSSICI: Abelia, Ananas, Mangiafumo, Begonia, Buganvillea, Camelia, Dalia, Olivo di boemia, Gardenia, Rosa, Lillà
ARBUSTI TOSSICI: Bosso, Ortensia, Alloro di montagna, Liguastro, Albero da rosari, Sambuco, Edera
FRUTTA e VERDURA CHE SI PUO’ SOMMINISTRARE AI NOSTRI PICCOLI AMICI PENNUTI:
FRUTTO:
Mela a spicchi o grattugiata nel pastoncino, con parsimonia perchè lassativa
Pera a spicchi o grattugiata nel pastoncino, con parsimonia perchè lassativa
Agrumi (soprattutto limone) qualche goccia nel beverino
Fico Secco trito nel pastoncino dà un ottimo apporto energetico, soprattutto in inverno
Dattero qualche pezzetto nel pastone contribuisce ad aumentare l’apporto proteico
Kiwi a pezzetti nel pastoncino oppure a spicchi
ORTAGGIO:
Centonchio bianco vengono consumati sia il seme ancora verde, sia il piccolo fiore bianco sia le foglie più tenere
Cicoria la foglia può essere data o tritata o intera
Tarassaco la foglia può essere data o tritata o intera
Cavolo a foglia intera perchè se tritata emana gas dannosi
Spinaci a foglia intera
Lattuga a foglia intera ma con parsimonia perchè lassativa
Trifoglio non c’è nessuna controindicazione
Carota a pezzetti nel pastoncino, attenzione perchè fa in fretta ad andare a male, quindi cambio quotidiano del pastoncino soprattutto in estate
FONTE