Sei appena stato vittima di un cyber bullo che ha pubblicato online i tuoi dati personali? Hai toccato con mano il pericoloso Doxxing. Scopri i dettagli e segui i consigli per difenderti.

La diffusione di Internet e dei social network ha dato origine ad una serie di minacce capaci di violare la privacy delle persone e arrivare a rovinare le loro vite. Una di queste è il doxxing o doxing, un fenomeno abbastanza datato, ma ancora poco conosciuto. Conta vittime in tutto il mondo, inclusa l’Italia. Ma in cosa consiste esattamente?
La parola doxxing deriva dall’espressione inglese “dropping docs“, che in italiano si traduce con “lancio di documenti“. Docs o Dox è un neologismo che nasce agli inizi del 2000 e si riferisce a tutti i documenti in Microsoft Word che circolano in rete. La pratica del doxxing è una forma di stalking online. Si tratta di una vera e propria persecuzione psicologica e verbale esercitata nei confronti di specifici utenti. L’obiettivo è denigrare pubblicamente le vittime e peggiorare la loro reputazione.
Spesso, tutto inizia per vendetta, altre volte i cyberbulli si divertono a usare il doxing per danneggiare utenti a caso. Quindi non è necessario essere conosciuti, anzi spesso le vittime sono persone normali, che magari sono iscritte a diverse piattaforme social da cui è possibile estrapolare le loro informazioni personali. Da qui parte l’incubo. Vediamo nel dettaglio come inizia, in cosa consiste e soprattutto come è possibile difendersi dal doxxing.

Doxxing: come inizia l’incubo?

Tutto inizia con la scelta del malcapitato utente, che può avvenire nelle circostanze più disparate. Per esempio, la spirale si attiva quando due persone discutono nei commenti di un post pubblicato su Facebook. Uno insulta l’altro. Quest’ultimo decide quindi di vendicarsi e inizia a cercare informazioni personali sulla sua vittima, qualcosa che possa danneggiarla.
All’inizio accede al suo profilo e raccoglie tutte le informazioni pubbliche. In seguito, fa una ricerca online e magari trova altri dati interessanti: dati anagrafici, eventuali relazioni o matrimoni, figli, lavoro, fino all’indirizzo e-mail o addirittura il numero di telefono. Se la privacy sui profili social del malcapitato non ha particolari restrizioni, alcune sue fotografie e video possono essere trovati e divulgati, magari con commenti sgraditi che lo umiliano o denigrano pubblicamente.
Ogni azione di doxxing è svolta con finalità malvagie, mirate a danneggiare la controparte, punirla o sottoporla alla gogna pubblica. Questa pericolosa invasione della privacy può addirittura evolversi in vero e proprio stalking. La diffusione delle informazioni personali è sempre mirata al cosiddetto “shaming online” che può anche rovinare per sempre la vita di una persona. Nei casi più gravi la sua reputazione è talmente danneggiata da fargli perdere il lavoro o rovinare i rapporti in famiglia. Molte delle vittime, sono costrette a cancellare i propri account da ogni piattaforma e cambiare identità.
Dopo aver compreso cosa è il doxxing in linea generale, scendiamo nel dettaglio. Esistono infatti diverse attività che possono essere ricondotte allo stesso fenomeno.

Tipologie di doxxing

I modi per praticare doxxing non sono tutti uguali, negli anni il fenomeno è diventato sempre più articolato e complesso. Esistono però tre macro categorie che si riferiscono alla stessa minaccia:

  • Divulgazione online di informazioni personali che identificano l’utente nel presente
  • Divulgazione di informazioni relative al passato, che spesso un utente vuole mantenere nascoste
  • Divulgazione di informazioni che potrebbero danneggiare non solo l’utente ma anche i suoi amici o parenti

Insomma, le vie dei cosiddetti doxer sono infinite e non portano mai a niente di buono. D’altronde oggi rovinare la reputazione di una persona è molto più facile del previsto. Pensiamo a tutti i social network, forum e piattaforme a cui ognuno di noi è iscritto, a tutte le informazioni personali che circolano in rete, a quante di queste sono pubbliche, accessibili a tutti. Trovarle e prelevarle è molto semplice anche per una persona con capacità tecniche limitate. Spesso basta una semplice ricerca su Google.
Come se non bastasse esistono però anche delle tecniche specifiche per effettuare atti di doxxing. Anche in questo caso esistono degli specialisti in grado di sabotare profili privati e rubare tutto ciò che contengono solo per danneggiare i proprietari.

Strumenti per compiere atti di doxxing

Purtroppo, c’è chi non si limita ad una ricerca online, ma si affida a tool specifici per portare a termine il doxxing. Vediamo alcuni dei principali metodi e tecniche:

  • Sniffing (o Packet Sniffing). Tecnica usata per l’intercettazione passiva dei dati che vengono trasmetti in rete. Gli strumenti usati si chiamano sniffer e possono essere usati a scopi benevoli o malevoli. Naturalmente nel doxxing, gli sniffer sono sfruttati per rubare informazioni personali dagli utenti, aggirando la loro impostazione sulla privacy. Per esempio, sono usati per rubare password, numeri di carta di identità, email e altre informazioni personali
  • Indirizzo IP. Stringa alfanumerica che identifica il dispositivo da cui si naviga e può essere usato per diversi scopi illeciti, per esempio per geolocalizzare la macchina o conoscere il prodotto e modello di smartphone usato per navigare
  • Reverse Look-up. Permette al doxer di conoscere le informazioni personali di una persona, come l’email, il nome e il cognome o l’indirizzo di casa, tramite il suo numero di telefono
  • Social media. I doxer alle prime armi, ma anche gli esperti, possono trovare all’interno dei social network tantissime informazioni da usare contro una persona. Questo succede soprattutto quando l’utente trascura le proprie restrizioni sulla privacy

Purtroppo, molte persone sono inconsapevoli dei rischi legati alle piattaforme social, dove quotidianamente vengono caricate milioni di fotografie, video, testi e file di ogni genere. In questi casi, se un malintenzionato volesse danneggiare un utente, potrebbe affidarsi con profitto al suo profilo su Facebook & Co.

Come difendersi dal doxxing?

Chiunque potrebbe diventare vittima di uno stalker o doxer online, fortunatamente esistono dei modi per difendersi. Innanzitutto, occorre restringere al massimo le impostazioni sulla privacy in tutte le piattaforme a cui si è iscritti. È assolutamente sconsigliato rendere i post pubblici, ed in particolare le foto o altri dati personali. Ma anche le brevi biografie pubblicate sui social possono essere usate contro un utente.
Ecco perché è fondamentale fare molta attenzione a tutto ciò che si pubblica, soprattutto evitare di scrivere commenti sotto post pubblici che potrebbero ledere la sensibilità di terzi. Un altro modo per difendersi dal doxing è non inserire mai il proprio numero di telefono o indirizzo online. Inoltre, è importare seguire e leggere bene ogni aggiornamento sulla privacy eseguito dai servizi a cui si è iscritti.
Purtroppo, il doxxing non è ancora considerato illegale o sanzionato. Infatti, si tratta di informazioni che sono già reperibili online, quindi possono essere divulgate anche da terze parti. Se però a queste sono accostante ad affermazioni che danneggiano l’utente, si può querelare per calunnia o minaccia. Nonostante il doxing non sia penalizzato a livello legale, quasi tutte le app e piattaforme hanno adottato delle politiche ad hoc, in modo da proteggere la privacy e la reputazione dei propri iscritti.
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