Ogni sera due o tre pipistrelli ci svolazzano sulla testa … appena trovo il tempo voglio costruire una casetta in legno o acquistarne una per vedere se nidificano!


I Pipistrelli

chirotteri, o pipistrelli, sono gli unici mammiferi in grado di volare attivamente. La parte anatomica che consente loro di volare deriva dalla trasformazione dell’arto anteriore e in particolare della mano, mentre le ossa del braccio e dell’avambraccio formano il telaio osseo su cui si tende la membrana alare, detta patagio. In Italia esistono 35 specie, tutte attive di notte, che vivono di giorno in caverne, tronchi cavi o in cantine e soffitte. Si cibano di insetti che catturano in volo durante le prime ore notturne. Per orientarsi in volo e per catturare la preda utilizzano un sistema di eco-localizzazione: emettono ultrasuoni dalla bocca o dal naso e ricostruiscono una mappa dell’ambiente circostante attraverso gli echi di risposta.
Il pipistrello albo-limbato (Pipistrellus kuhli) è il più piccolo e il più diffuso dei pipistrelli europei. Il colore varia da marrone grigiastro a marrone scuro. Occupa molti ambienti: boschi, zone coltivate, edifici e d’inverno anche grotte. Vola ancora in autunno inoltrato ed è uno degli ultimi chirotteri ad andare in letargo. I grandi alberi morti lungo il corso della Dora Riparia e i grandi alberi isolati del parco, sono siti di rifugio ottimali per questa specie di pipistrello. La nottola (Nyctalus noctula) è un grande pipistrello migratore con folto pelo marrone dorato. Vive nei boschi, dove trascorre il letargo invernale appeso agli alberi. In estate si trova in grandi colonie in tronchi cavi o in nidi di picchi. Si può ritrovare anche nelle fessure esterne degli edifici. La sera emerge presto, a volte prima del tramonto.

FONTE

Pipistrello albolimbato – Pipistrellus kuhlii

 

Lunghezza testa-corpo: 40-47 mm

Lunghezza coda: 30-34 mm
Apertura alare: 20-24 cm
Peso: 5-10 grammi

Francia ed Europa meridionale, isole mediterranee comprese; a E sino al Kazakistan, al Pakistan, al Kashmir e all’India nord-orientale, attraverso il Caucaso; Cipro, Asia sud-occidentale, Canarie e Africa settentrionale, orientale e sud-orientale.
In Italia la specie è nota per l’intero territorio.

Pipistrello nano – Pipistrellus pipistrellus

Lunghezza testa-corpo: 36-51 mm
Lunghezza coda: 23-36 mm
Apertura alare: 18-24 cm
Peso: 3,5-8,5 grammi

Dall’Europa (a N sin poco oltre il 60° parallelo, in Norvegia ad esempio sino a 62°45’ di latitudine), dall’Africa nord-occidentale e dalla Libia (Cirenaica) al Kashmir e alla Cina nord-occidentale, attraverso l’Asia sud-occidentale, ove a N si spinge all’incirca sino a 45° di latitudine N, mentre a S raggiunge i 35° nella parte sud-occidentale e i 25° nella parte orientale (India nord-orientale e Birmania settentrionale); presente anche nelle Isole Maltesi e in quelle maggiori del Mediterraneo, con esclusione di Cipro.
In Italia la specie è nota per l’intero territorio.

FONTE


Ecolocalizzazione

Sistema di identificazione dei bersagli tramite ecolocalizzazione

Esempi di treni di impulsi in diverse specie di pipistrelli

I primi esperimenti condotti sui pipistrelli per determinare i metodi di navigazione e localizzazione furono inizialmente compiuti da Lazzaro Spallanzani nel 1793, il quale intuì che gli organi fondamentali non erano gli occhi, i quali venivano coperti o asportati durante le prove senza influenzare i loro movimenti, bensì le orecchie, che se danneggiate impedivano a loro di evitare gli ostacoli o di catturare le prede. Tale visione però non fu accettata inizialmente dall’allora comunità scientifica, sostanzialmente perché contraddiceva il senso comune. Fu soltanto con lo sviluppo tecnologico e la possibilità di individuare gli ultrasuoni che nel 1938 Don Griffin dimostrò che i pipistrelli utilizzavano fasci di suoni ad alta frequenza per orientarsi e catturare le prede, semplicemente analizzando i suoni che venivano riflessi dagli oggetti che si trovavano lungo il loro percorso. Tuttavia non sono gli unici animali che utilizzano questo sistema in natura. Anche gli odontoceti, le focene, alcune specie di toporagni e tenrec, il guaciaro e alcune specie di rondoni hanno sviluppato funzionalità simili principalmente per orientarsi negli ambienti oscuri dove vivono, come le caverne, il sottosuolo o le profondità marine.

Gli ultrasuoni vengono generati nella maggior parte delle forme attraverso la laringe, sebbene in alcuni rossetti questi vengano prodotti dallo schioccare della lingua sul palato. Il fascio di suoni successivamente fuoriesce dalla bocca oppure in alcune famiglie attraverso il naso. Una volta colpito il bersaglio l’eco di ritorno viene catturato dal padiglione auricolare ed elaborato successivamente all’interno dell’orecchio stesso, in una particolare zona detta fovea acustica, dove risiedono un gruppo di neuroni sintonizzati su una strettissima banda di alte frequenze. Normalmente tali impulsi vengono emessi a frequenze variabili da 25 a 100 kHz, anche se alcune specie possono arrivare a emettere suoni a 150 kHz. Due sistemi di ecolocalizzazione si sono evoluti indipendentemente. Il primo prevede un treno di impulsi a banda larga oppure stretta a ciclo di lavoro basso, separati da intervalli più lunghi della durata dell’impulso stesso.

Il secondo è composto da lunghi impulsi a banda stretta e ciclo di lavoro alto separati da intervalli molto più corti, in maniera tale che il suono emesso si sovrappone con l’eco di ritorno. Comunque ciò non produce effetti mascheranti poiché l’eco di ritorno mantiene qualche kHz più alto della frequenza di picco del segnale emesso grazie alla compensazione dell’effetto Doppler. Sostanzialmente la differenza tra le due modalità risiede nella metodologia di caccia e nelle caratteristiche ambientali dove essa si svolge. Infatti se la prima è utilizzata da forme che cacciano in spazi aperti e quindi possono individuare bersagli anche a notevole distanza, la seconda è utilizzata prevalentemente da abitanti della fitta vegetazione dove è necessario orientarsi abilmente tra ostacoli molto vicini tra loro.

Rapporti con l’uomo

I pipistrelli nella catena alimentare hanno un determinante ruolo nell’equilibrare le popolazioni di insetti, tra i quali anche i più dannosi per l’uomo e per le sue attività. Tuttavia un ruolo molto importante, in particolare nelle zone tropicali, è quello dell’impollinazione di molte specie floreali, sia selvatiche sia di interesse economico o nella dispersione di semi. Di notevole valore è anche la produzione di guano, reperibile all’interno delle grotte utilizzate come siti di riposo per molte specie gregarie, il quale è considerato una delle forme più pregiate di fertilizzante. Non da meno è da prendere in considerazione il fatto che alcuni pipistrelli frugivori vengono utilizzati da alcune popolazioni come fonte alimentare. La loro carne è considerata una prelibatezza nelle Seychelles, in Indocina, in Indonesia, nelle Filippine e in diverse isole dell’Oceano Pacifico. Recentemente i veri pipistrelli vampiri della sottofamiglia dei Desmodontini sono divenuti un importante oggetto di ricerche scientifiche nel campo medico, in virtù delle caratteristiche anticoagulanti di una proteina presente nella loro saliva, la desmoteplase che potrebbe avere notevoli vantaggi nelle cura e nella prevenzione di malattie come l’ischemia.

I pipistrelli nella cultura di massa

Illustrazione di Satana realizzata da Gustave Doré per il poema di John Milton Il paradiso perduto.

Fin dall’antichità il pipistrello ha destato un interesse particolare dovuto soprattutto alla sua attività notturna e al fatto di essere una creatura volante non appartenente al mondo degli uccelli. Le loro particolari abitudini e comportamenti li hanno inseriti nel folklore di innumerevoli culture, dalla Grecia antica agli Indiani d’America attraverso le civiltà pre-colombiane e le tribù africane. Tuttavia il loro ruolo, in particolare nell’ambito religioso, ha connotati diversi. Se tra i cinesi essi sono tenuti in grande riguardo, e per i buddisti sono considerati talvolta sacri, nella cultura cristiana, il pipistrello era visto come un essere vicino al diavolo e di esso era la trasposizione vivente. Il suo significato sinistro attraverso la sua associazione con le tenebre e le caverne è stato spesso rappresentato da artisti medioevali che raffiguravano le figure demoniache con ali di pipistrello, in contrapposizione alle figure angeliche ornate di ali piumate d’uccello. Fu per questo motivo che i primi esploratori nel vedere per la prima volta le gigantesche volpi volanti d’Australia credettero di avere di fronte un vero e proprio demone. Altri esempi risiedono nella cultura Maya dove esso rappresentava una potente divinità, nota con il nome di Zotz, che governava le caverne e il regno delle tenebre. Il grande scrittore dell’occulto Gustav Meyrink scrisse nel 1916 un’antologia di racconti esoterici intitolata Pipistrelli, pubblicata per la prima volta in Italia (2022) da Tre Editori con un’introduzione che indaga la misteriosa ragione di questo titolo.

FONTE