(Riporto integralmente dal BG2 questo articolo datato Maggio 2013.
Nella foto sono con il mitico Giorgio Figus, fumettista del settimanale disneyano Topolino)
“Il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi”. Un’intervista a Bron ElGram.
Cari Esploratori Erranti, amici e simpatizzanti vari,
Appena troverò il tempo per editare e montare immagini e spezzoni dei filmati realizzati, pubblicherò un breve video in YouTube e lo condividerò sui principali social network. Per ora, se volete, potete leggere la trascrizione testuale dell’evento: certamente troverete molte risposte alle domande che potreste esservi posti in merito al progetto “Cattedrale del Silenzio”!
Ciao Fabrizio! Grazie di essere qui con noi oggi!
Grazie a voi! Siete stati gentilissimi ad invitarmi!
Ti abbiamo chiesto di raggiungerci nella nostra Redazione dopo averti visto girovagare con un cappello a cilindro verde per “Torino Comics 2013”, il “Salone del Fumetto” che il capoluogo piemontese ha ospitato lo scorso fine settimana nel Padiglione 3 di Lingotto Fiere per la sua 19° edizione. Il tuo non è un costume “tradizionale”, non ricorda nessun personaggio di alcun titolo conosciuto… cosa diamine combini?
Il mio costume rappresentava una parte di me stesso… ovvero “Bron ElGram”, il bardo protagonista dei “Racconti di MondOltre” nonché “Guardiano” della “Gilda Esploratori Erranti”.
Non ci conoscete? Siamo famosi!
Aspetta. “Bron ElGram”, “MondOltre”, “Gilda Esploratori Erranti”. Cercando in Google compaiono migliaia di risultati: immagini, video in YouTube, profili in FaceBook, Twitter e GooglePlus e alcuni Forum di discussione… dire “famosi” è un po’ eccessivo, ma non siete nemmeno degli sconosciuti nel web!
Scherzi a parte… questi nomi rappresentano le parole chiave di un progetto di più ampio respiro battezzato, da almeno vent’anni, “La Cattedrale del Silenzio”.
Ho partecipato al Salone del Fumetto e ho accettato entusiasta il Vostro invito proprio perché spero che, illustrando ad un pubblico sempre più vasto la rotta cui io e mia moglie Arianna stiamo cercando di orientare un nostro “eventuale prossimo futuro”, daremo risposte a domande che ci giungono da più parti e, magari, riusciremo a coinvolgere nuovi Esploratori Erranti in questa avventura!
Mmm… una soluzione alternativa alle carenze occupazionali di questo periodo di crisi?
No… cioè si… diciamo “ni”! Personalmente sono impiegato (per ora, incrociando le dita!) come tecnico di prodotto specializzato in responsabilità civile professionale, tutela legale e assistenza per un primario gruppo assicurativo nazionale e non credo che, nel breve periodo, il progetto possa produrre guadagni tali da farmi pensare di cessare questa attività e avviare un’impresa che permetta di creare posti di lavoro.
Ma è innegabile che il progetto discende dalla crisi dei principi, dei valori e degli obiettivi che stiamo vivendo in questo particolare periodo storico e dalla volontà di porsi delle domande sul perché della sua origine, così da trovare qualche soluzione. Quindi se, come crediamo, stiamo facendo un buon lavoro e il progetto decollerà, già nel medio periodo potremo coinvolgere altri soggetti con diverse qualifiche, capacità e professionalità.
Sarebbe stupendo poter riuscire a creare un luogo di lavoro professionale ma fuori dagli standard diffusi, nel quale privilegiare la qualità degli spazi (ampi, luminosi e verdi), l’interazione tra colleghi nello sviluppo dei singoli progetti e la garanzia del cercare di applicare meritocrazia e giusta retribuzione con la maggior oggettività possibile. Ma qui già sforiamo nella dimensione del sogno…
E a che punto siete con le risposte che cercate?
Osservando la realtà che ci circonda, credo che siamo incappati in un “momento critico” del naturale svolgimento della vita di quell’essere collettivo chiamato Cultura o Civiltà. Se infatti un singolo essere vivente (salvo varie ed eventuali) nasce, cresce, matura, raggiunge l’apice della parabola della propria esistenza e poi, spesso malvolentieri, inizia una progressiva discesa sino al concludere il proprio cammino e passare il testimone alle nuove generazioni… noi, ampliando la scala di analisi, stiamo vivendo il momento del “spesso malvolentieri” della cosiddetta Civiltà Occidentale.
La reazione degli Esploratori Erranti a questo contesto è un atteggiamento biofilo, creativo e oggettivamente ottimista. Tanto non abbiamo scelto noi di essere “qui ed ora”, tanto basta guardarsi intorno per vedere che poteva andare molto peggio e, infine, tanto lagnarsi serve a nulla! Quindi cerchiamo di vedere il famoso “bicchiere” comunque pieno e tentiamo di cogliere in ogni criticità delle opportunità costruttive. Alla fin fine, come diceva il grande Faber (cui probabilmente devo il mio nome): “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”!
Quindi quale ricetta proponete per uscirne?
Il problema principale è che sta cambiando tutto troppo rapidamente. Una girandola di suoni, odori e colori sempre più veloce, nella quale rimanere fermi nelle proprie convinzioni/tradizioni è praticamente impossibile, mentre è sin troppo facile perdere la rotta e/o il rispetto di se stessi e degli altri, confusi dall’incessante susseguirsi incalzante di eventi ed emozioni.
E poi sono, comunque, dolori. Perché è inutile raccontarcela: un “vaso” è bello e funzionale sino a che rimane integro… i cocci incollati, di “vaso” hanno solo il nome!
“Buon Senso” e “Leggi della Fisica” ci indicano che l’unica soluzione è riuscire a vibrare ad una frequenza il più possibile affine a quella del flusso degli eventi, così da diventarne parte e non esserne più travolti subendone danno. Parallelamente “Esperienza” e “Tradizione” ci insegnano che l’unico modo di reggere con il minor sforzo possibile una tensione costante è quello di essere se stessi, di realizzare quelle potenzialità spesso latenti che, se espresse, possono caratterizzarci, contraddistinguerci, potenziarci e realizzare la nostra esistenza con beneficio nostro e di tutto il sistema.
E tu questo percorso l’hai compiuto (o lo stai compiendo) con quel cilindro verde?
Alla ricerca del proprio “essere”, la mia indagine personale mi ha riportato all’infanzia/adolescenza e alla creatività artistica/progettuale che contraddistingue questa età. Ho chiarito a me stesso che il mio primo imperativo esistenziale è rappresentato dal conoscere, comprendere e rappresentare la realtà che mi circonda così da definire le mie coordinate esistenziali nell’universo e, compreso dove sono, cercare di intuire da dove vengo, dove vado e perchè. Una necessità comune a molti, credo.
Ma “tra il dire e il fare…” Così una cosa è avere (più o meno) chiaro in mente cosa si vuole “fare da grande”, un’altra è attuarlo. Solitamente sono necessari molti passaggi lavorativi intermedi, salute e tanta fortuna perché un soggetto realizzi le proprie aspettative professionali e soddisfi l’imperativo costituzionale: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Per quanto mi riguarda, l’idea di cosa volevo “fare da grande” l’ho definita presto, diciamo intorno ai 10-12 anni, dopo aver letteralmente divorato le opere di Michael Ende e di Terry Brooks, decine di LibriGame di Lupo Solitario e aver rivisto non so quante volte StarWars di George Lucas e Indiana Jones di Steven Spielberg: avrei creato un universo di fantasia tutto mio, con fulcro nei forti contrasti culturali/politici/sociali della mia realtà quotidiana ed esteso in ogni direzione sino a remote dimensioni che nemmeno ancora potevo immaginare. Un’ambientazione di fantasia per mezzo della quale avrei potuto disperdere nell’universo reale piccole scintille di coscienza, esprimendo concetti, sollevando questioni, proponendo ipotesi… evitando lo sterile/interessato confronto diretto con le comunità politica e scientifica istituzionali e confidando che, forse, un giorno queste scintille avrebbero contribuito ad accendere i grandi fuochi che guidano il popolo umano da millenni nella notte delle proprie angosce esistenziali. Questa sarebbe stata l’eredità che avrei lasciato ai posteri.
Partii bene, realizzando con un bel gruppo di amici un LibroGame di 200 pagine e un plastico tridimensionale di 2 mq per l’esame di Licenza Media. Poi mio padre, con il suo “pragmatismo esistenziale”, mi ricordò che “avevo una bocca sotto il naso e che se volevo mangiare dovevo contribuire alla gestione delle attività familiari”… gelando così sul nascere ogni mia velleità letteraria e inaugurando una fase esistenziale durata 25 anni nei quali ho cercato di maturare una coscienza il più possibile globale della nostra cultura (sia nei suoi aspetti teorici che pratici) e di accumulare un po’ di capitale/patrimonio… poiché senza “benestanza” (in senso lato) non si potrà mai godere di quella Libertà e di quell’Otium che permettono l’elaborazione e la maturazione di concetti complessi capaci di elevare il nostro spirito e le nostre azioni.
Venticinque anni di studio e lavoro. Sono tanti per un giovane come te! E cos’hai fatto in questo periodo, se vuoi raccontarcelo?
Ho dedicato gli ultimi 25 anni del mio tempo a conoscere me stesso e a scoprire un po’ del Pianeta (ho cambiato domicilio 16 volte e residenza 4), studiando (istituzionalmente e/o da autodidatta) giurisprudenza, criminologia, informatica, architettura, storia/filosofia e apicoltura oltre ad imparare a cavarmela un po’ con l’inglese e il francese. Condivido la mia esistenza dal 1995 con Arianna. Ho ristrutturato completamente con le mie mani 6 case e ho lavorato con/per una cinquantina di datori di lavoro e/o grandi clienti: principalmente sino al 2001 come idraulico, fotografo, giornalista, militare (paracadutista-alpino), disegnatore tecnico/grafico e informatico. Dal 2001 come impiegato prima in una centrale operativa di assistenza e poi, negli ultimi 8 anni, nella direzione di una primaria compagnia assicurativa nazionale dove mi occupo di responsabilità civile professionale, tutela legale e assistenza. Ho praticato diversi sport (in particolar modo legati all’ambiente acquatico e montano) e ho conseguito le patenti di guida A-B-C-D-E oltre che, spero a breve, il brevetto di volo VDS.
Ah! Dimenticavo di dire che oltre ai giochi da tavolo e ai videogame di genere Action/RPG/Simulation adoro gli animali: in casa ospitiamo da anni due gatti trovatelli, una cucciolona meticcia semi-bracco ungherese abbandonata, acquari, terrari… e stiamo imparando a prenderci cura di api e cavalli!
Diciamo che non hai avuto il tempo di annoiarti: immagino tu sia molto soddisfatto dei risultati raggiunti!
Più che altro il fatto è che, non avendo particolari rapporti con la mia famiglia natia dall’adolescenza, ho dovuto “responsabilizzarmi” molto presto e credo che, quando ci sei, o si gioca bene o tanto vale giocare e buttare via tempo ed energie! Però non sono ancora soddisfatto. O meglio: sono soddisfatto ma non sono realizzato, perché quella che sto vivendo non è la mia dimensione.
Ho cercato ripetutamente, negli ultimi venti anni, di integrarmi nelle strutture organizzative a me preesistenti, sia pubbliche che private e di consolidata autorità e autorevolezza, che il Destino ha interposto al mio cammino. Associazioni, Organizzazioni e Società di cui condivido in gran parte principi e finalità e che stimo e rispetto per l’impegno che quotidianamente, anche da secoli, profondono per creare benessere sociale materiale e/o spirituale e di cui sono orgoglioso di essere stato, per periodi più o meno lunghi, parte… ma non sono mai riuscito a sentirle “mie” tanto da limitare la mia libertà personale di pensiero e di azione per divenirne membro completamente integrato.
Concludere da queste parole che io [proprio io] sia un soggetto “asociale”, “dissociato” o “sociopatico” mi pare però quanto mai esagerato. Piuttosto credo che diversi fattori abbiamo contribuito a rafforzare in me un particolare “spirito di autogestione e autodeterminazione” che mal si adatta all’integrazione in una struttura a me estranea e che, sino a quando non sarà appagato, non credo mi permetterà di vivere sereno.
Una sorta di “Orgoglio Nerd”?
Anche, ma non solo.
Sono tanti i fattori fisici, somatici, psicologici, familiari ed esterni che concorrono a caratterizzare la “diversità” di taluni soggetti così condannati e, al contempo, favoriti dalla sorte (perché, diciamocelo, una vita “normale” è, se non alienante, di una noia mortale!) a dover elaborare un linguaggio per poter comunicare con gli altri.
Nel mio specifico caso io credo che la particolare formazione interdisciplinare, amalgama di esperienze pratiche sconosciute agli studiosi e di concetti astratti ignoti agli artigiani, mi permetta di affrontare problematiche in modo differente dalla maggior parte dei soggetti specializzati, consentendomi di osservare nelle diverse situazioni punti di contatto e fratture spesso ignorate. Inoltre la crescita in un contesto protestante (valdese) e liberalsocialista, più vicino alla cultura europea continentale che quella mediterranea e le esperienze lavorative accumulate, intrise di ripetute prese di coscienza su quante ingiustizie, raccomandazioni e immeritevolezze affliggano un sistema produttivo e istituzionale nazionale, in perenne instabile equilibrio tra modesti centri di potere basati sul servilismo gerontocratico e sul clientelismo familiare… ancor più amplificata, nella mia coscienza, dalla involontaria mancata maturazione di un concetto di appartenenza a una “gens” (forse, avessi avuto una “famiglia” e quindi anche i lati positivi del clientelismo, avrei imparato a digerire molte meglio situazioni che invece considero immorali, irrazionali e quindi intollerabili), abbiano innescato in me la necessità di attivarmi progressivamente per concretizzare il mio progetto esistenziale denominato, sin dai tempi del Liceo, “La Cattedrale del Silenzio”.
“La Cattedrale del Silenzio” che si aggiunge a “MondOltre” e “Gilda Esploratori Erranti”. Dopo averci raccontato qualcosa di Fabrizio-Bron ElGram perché non ci spieghi cosa intendi con questi nomi?
Certamente! Anzi scusate se mi sono dilungato troppo nella presentazione, ma credo sia importante per valorizzare il prodotto, qualificarne prima l’autore.
“La Cattedrale del Silenzio” è il nome con il quale definisco il mio “Progetto Esistenziale”, nella più ampia accezione del termine. Questo si articola, per ora, in cinque “sotto-progetti concreti”:
1. “KuboSphera”: E’ il progetto multidimensionale di riordino e organizzazione delle nozioni e del materiale raccolto nel cammino della mia esistenza. E’ un’enorme enciclopedia multidimensionale che consta di una sezione “Materiale”, una “Digitale”, e una “Virtuale”;
2. Il “BroomGulf”: E’ il nuovo blog-forum della Gilda Esploratori Erranti. Solo per fornirvi alcuni dati è online da 40 giorni e conta già 500 messaggi e 11.000 visite da 16 regioni italiane e altri 6 stati nel mondo! (Se volete visitarlo, l’indirizzo è https://www.gildaesploratorierranti.net/
3. La “Gilda Esploratori Erranti”: Rappresenta in primo luogo il gruppo degli amici “speciali” che Fabrizio-Bron ElGram ha riunito intorno a se negli ultimi vent’anni. Da qui l’associazione ludico-sportivo-culturale che riunisce gli Esploratori Erranti ovvero i “Viaggiatori solitari e affabili, particolarmente curiosi, che aspirano al vedere Oltre”;
4. “MondOltre”: E’ l’ambientazione steampunk-medieval fantasy nella quale si sviluppano le avventure di Bron ElGram;
5. “ObbeGame”: E’ il nome in codice con il quale indichiamo da un lustro la piattaforma virtuale che rappresenterà l’epicentro di tutti i progetti precedenti e di tutti i membri della network. In pratica i siti web, le wiki, le tecke multimediali e i giochi online che stiamo passo passo realizzando.
Ma se iniziassi a descrivere tutto nei minimi particolari non basterebbe una settimana: così chi volesse approfondire può visitare il nostro sito https://www.gildaesploratorierranti.net e leggersi con calma in particolare i testi KuboSphera 1, 3 e 4 nei quali è spiegato tutto con dovizia di particolari!
Un progetto complesso e articolato. In pratica però, l’obbiettivo è quello di creare un’associazione no profit o un’impresa produttrice di qualche prodotto?
Per il momento stiamo lavorando alacremente per riunire tutte le persone e riordinare tutto il materiale sparso per il mondo reale e virtuale negli ultimi cinque o sei anni, ovvero dal congelamento dell’Associazione J1Club e dalla chiusura del nostro server italiano di NeverWinterNights “Le Terre di Kaladish”. Ricompattato il gruppo di Esploratori Erranti (e stiamo parlando di un numero che oscilla tra i 500 e i 1.500 soggetti) e riordinato il materiale prodotto nel nuovo sito della Gilda, completeremo la descrizione organica dell’ambientazione di MondOltre e solo allora, valutando le risorse economiche e creative disponibili, decideremo quale sarà la forma istituzionale da adottare e quali saranno i principali campi di sviluppo.
In linea di principio comunque, il mio progetto ambisce molto più’ che a riunire un gruppo di amici che si ritrova occasionalmente per mangiare e bere in allegria, per giocare online, per fare insieme sport, visitare mostre o per contribuire a qualche iniziativa filantropica… gli Esploratori Erranti, col tempo, dovrebbero divenire soggetti pro-attivi di un universo parallelo -ma interagente con la realtà’- capace di creare emozioni, trasferire sapere e -magari- lasciare un segno positivo in questo Mondo sempre più confuso. Per ripetere un esempio che cito spesso “Nel Bosco della Vita tutti le erbe, gli alberi e gli arbusti hanno una loro bellezza, utilità e necessarietà per mantenere l’equilibrio della Vita: in questo contesto l’obiettivo di un EE non dev’essere in modo particolare quello di produrre fiori profumati o frutti succulenti. Un EE deve lavorare alacremente per divenire una pianta sana e imponente capace di dare riparo agli esseri del bosco in vita e offrire ottimo legname per realizzare mobili e strumenti che le sopravvivano quando sarà terminato il suo tempo”.
Quindi possiamo dire di aver assistito al debutto in società del tuo Mondo? Il 13 aprile c’eravamo anche noi a chiederci chi fosse “quel tipo con il cilindro verde”!
Sì sì è proprio così, spero di riuscire a concretizzare a breve il mio sogno, che inizia a trasformarsi in concreta realtà.
Le basi ormai sono solide, le fondamenta crescono e pian piano vedo solidificarsi la struttura. E’ molto emozionante!
Sì non c’è dubbio. Allora in bocca al lupo Fabrizio/Bron, ti ringraziamo per averci spiegato così chiaramente chi sei e ti chiediamo di tornare a trovarci prossimamente per aggiornarci sugli sviluppi.
Sono io che ringrazio Voi! Certamente, sarà un piacere tornare.