Riporto integralmente questo interessante testo letto su L’ORA DEL PELLICE nella sezione BOX INSPIRATION di MondOltre perchè, tempo al tempo, mi riprometto di approfondire l’argomento che mi coinvolge molto:
La storia della missione mormone in Val Pellice, condotta a partire dal 1850 da uno degli apostoli della Chiesa dei Santi degli Ultimi giorni, Lorenzo Snow, durò circa dodici anni e convertì 170 persone (169 valdesi e un cattolico). Di queste, 72 (o 73, a seconda delle fonti) migrarono negli Stati Uniti, per la precisione nello Utah: fonti mormoni riportano che oggi, in conseguenza di quella migrazione, «decine di migliaia di membri [della Chiesa mormone] possono annoverare nel proprio retaggio i settantadue valdesi fedeli che lasciarono la casa dei loro padri per unirsi ai santi degli ultimi giorni delle Montagne rocciose».
Il primo valligiano a chiedere di essere battezzato fu – il 27 ottobre 1850 – un certo Jean Antoine Box (o Beux). È lo stesso Lorenzo Snow a riportare la data nella sua lettera al presidente della Chiesa, Brigham Young, datata La Tour, Vallée de Luserne, Piedmont, Italie, Novembre 1st, 1850.
La Chiesa dei santi degli ultimi giorni era stata fondata (o restaurata) appena vent’anni prima da Joseph Smith, un giovane predicatore che era stato arrestato e poi linciato nel 1844. I suoi seguaci si divisero in più gruppi, ma il più corposo aveva raggiunto lo Utah (all’epoca una terra selvaggia dell’Ovest), dove aveva iniziato l’opera di colonizzazione.
In quei primi anni pionieristici, Lorenzo Snow decise di partire per l’Europa per stabilirvi delle missioni. Insieme a due suoi collaboratori, era giunto a Torre Pellice dagli Stati Uniti – passando per Liverpool e Genova – alla fine di luglio del 1850. «Il paese in cui mi trovo ora – scrisse a Young – ha una sorprendente somiglianza con la valle del Gran Lago Salato. Il Piemonte è situato ai piedi delle Alpi, le montagne più alte d’Europa. I panorami di questa terra abbracciano tutta la varietà di una regione in cui il cielo e la terra sembrano incontrarsi».
Perché dirigersi tra i valdesi, per quest’opera proselitista? Perché i primi mormoni erano convinti che fossero discendenti diretti degli apostoli, i più puri eredi del cristianesimo delle origini. «Un fascio di luce sembrò scoppiare nella mia mente quando pensai [ai Valdesi]», affermò Snow. «Credo che il Signore abbia nascosto un popolo tra le Alpi».
Accolti con una certa benevolenza, anche per la guarigione considerata «miracolosa» di un bambino, figlio della famiglia che li ospitava in valle, i missionari mormoni strinsero buoni rapporti con Charles Beckwith, descritto da Snow come «un gentiluomo inglese qui residente, il cui nome ha un effetto quasi magico tra i protestanti». Beckwith assicurò ai mormoni che non si sarebbe opposto alla loro opera.
Snow e gli altri parteciparono a diversi incontri tra membri di chiesa, enunciando i propri principi. Sino a quando, il 27 ottobre 1850, si fece avanti il primo candidato alla conversione. Il battesimo avvenne nel fiume, il Pellice o l’Angrogna.
Felice per i risultati raggiunti, Snow salì sul monte Castelluzzo e profetizzò la diffusione della Chiesa mormone in Italia. L’altura fu ribattezzata Mount Bringham e tale è ancora chiamata dai membri della Chiesa dei Santi degli Ultimi giorni.
Le prime partenze di convertiti alla volta dello Utah avvennero tra il 1854 e il 1855, ma non divennero un fenomeno di massa come sperato da Snow.
Fonti: Lorenzo Snow, The Italian mission, Londra, 1851; Luca Pilone, L’emigrazione valdese nel Nord America, Dopocena con la storia, 2013/14; media-mormoni.it.
Immagine: Lorenzo Snow e il frontespizio della sua opera dedicata alla missione in Italia (e in particolare in Val Pellice).
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