Possiamo davvero realizzare i gel igienizzanti per le mani a casa?
Girano online diverse “ricette” per prepararsi della “amuchina naturale”. Sfatiamo qualche mito e diamo qualche indicazione
Per capire la situazione un buon punto di partenza potrebbero forse essere anche i Google Trends. A partire dalla fine di gennaio le ricerche per “amuchina” sono esplose. Stessa sorte per il più generico “disinfettante mani” o “gel mani”. A esplodere però non sono state solo le ricerche su i gel disinfettanti. Complice la paura generata dai casi di infezioni da coronavirus in Italia sono schizzati anche i prezzi dei gel disinfettanti per le mani: boccette da 80 millilitri vendute a 35 euro su Amazon. Certo si trovano prodotti anche a meno, di poco sotto le 10 euro, per qualcosa però che ha un prezzo di mercato che in genere oscilla tra 1 e 3 euro. Non dovrebbe per questo comprendere come parallelamente all’impennata dei prezzi sia cominciati a spuntare sul web ricette per alternative ai classici gel igienizzanti per le mani. Nell’impossibilità di lavarsi le mani fuori casa, nel trovare gel igienizzanti da portarsi dietro, il fai da te è possibile?
Gel igienizzanti fai da te
I gel igienizzanti nella formula più classica sono dei prodotti consigliati per la pulizia della mani dai germi da usare quando non è possibile ricorrere ad acqua e sapone. Perché funzionino, ricordano i Center for Disease Control and Preventions americani (Cdc), devono contenere almeno il 60% di alcol. Che è possibile prodursi, volendo, anche da soli.
In un lungo post in materia il chimico e divulgatore Dario Bressanini spiega infatti cosa occorre per prepararsi un analogo della comune amuchina, smentendo formule che girano in rete e proponendo invece una ricetta elaborata dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità. Gli ingredienti sopo pochi, semplici e facilmente reperibili a ben vedere: acqua, alcol etilico, acqua ossigenata e glicerolo. Un mix che, dosato nelle giuste proporzioni, consente di mescolare potere antimicrobico disinfettante (grazie all’alcol e all’acqua ossigenata) ed umettante–emolliente (grazie alla glicerina, si trova facilmente online). Nel dettaglio, scrive Bressanini, la ricetta è questa (adattata dalle dosi dieci volte tanto che trovereste sul documento dell’Oms, e non a caso: le indicazioni riguardano le preparazioni in farmacia):
“1 Litro
833 ml di alcol etilico al 96%
42 ml di acqua ossigenata al 3%
15 ml di glicerina (glicerolo) al 98%
Acqua distillata oppure bollita e raffreddata quanto basta per arrivare a 1 litro. Mettete in una o più bottigliette.”
A ben vedere, però, online cercando alternative ai gel disinfettanti si incappa non di rado in ricette piuttosto lontane da quelle consigliate dall’Oms e che strizzano l’occhio al mantra ormai abusato del naturale/ecologico. Con ricette che invitano a pescare nelle dispense casalinghe. Con poche variazioni sul tema sul fronte naturale vengono infatti citati come disinfettanti aceto, succo di limone, bicarbonato di sodio, oli essenziali (vanno alla grande quelli di limone, menta o tea tree) o aloe vera. Funzionano? Sono in grado di fare quello che fanno i comuni gel disinfettanti quando usati come alternative?
Disinfettanti: devono contenere alcol
Qualche risposta, indiretta, potrebbe venire dalle istituzioni sanitarie. Perché un gel disinfettante per le mani possa funzionare, deve contenere almeno il 60% di alcol, meglio tra il 60-95%, perché, continuano dai Cdc, sono:“I più effettivi nell’uccidere i germi di quelli con più basse concentrazioni di alcol o igienizzanti che non ne contengono. Gli igenizzanti per le mani senza il 60-95% di alcol potrebbero non funzionare altrettanto bene per molti tipi di germi e semplicemente ridurre la crescita dei germi piuttosto che ucciderli del tutto”. Se ne deduce come un qualsiasi prodotto, anche home-made, perché possa avere efficacia come disinfettante – ovvero avere la capacità di eliminare tutti o quasi tutti i microrganismi patogeni – deve contenere per buona parte alcol (etilico o isopropilico gli alcol usati in ambito sanitario).
I preparati a base di alcol dalla loro hanno una serie di vantaggi per cui vengono raccomandati, riassumono dall’Oms, sottolineandone soprattutto l’importanza in contesti sanitari: sono economici, generalmente facilmente accessibili, agiscono velocemente e con un ampio spettro di azione antimicrobica.
La presenza di ingredienti alternativi nelle tante ricette che è possibile trovare online – cui il chimico Bressanini si rivolge definendoli “certi intrugli” – va ricercata nel fatto che, come spesso accade, qualcosa di vero nelle decantate proprietà attribuite ora a quell’ingrediente ora all’altro c’è. Nel caso degli oli essenziali, per esempio, è noto che alcuni composti abbiano attività antimicrobica, anche se alcuni batteri per esempio sono più suscettibili, riassume una recente review di ricercatori polacchi sul tema. Discorso analogo ancora per l’aceto, per cui le proprietà antimicrobiche sono non di rado state attribuite alla presenza di acido acetico.
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