Lo sapevi che…
La prima forma di assicurazione risale all’Antico Egitto?
Risale all’Antico Egitto, al 2700 a.C., la prima forma di assicurazione. Venne istituita una cassa mutua per le spese funebri dei tagliapietre. Era l’epoca in cui ciascun regnante voleva emulare le gesta di chi lo precedeva, in fatto di costruzioni, e l’attività del tagliapietre era assai richiesta, ma anche abbastanza pericolosa. Esempi di mutualità e di solidarietà simili si trovano anche nelle antiche civiltà greca, romana e del Medio Oriente, e possono essere considerati come i germi delle assicurazioni per le imprese e di altro tipo in uso al giorno d’oggi.
1778 a.c. ca. Il Codice di Hammurabi protegge le abitazioni e tutela il prestito
Il codice di Hammurabi contiene regole per la protezione delle abitazioni e introduce una forma primordiale di copertura assicurativa contenuta in una raccolta di leggi ritenuta antecedente la Legge mosaica. Una norma riguarda i proprietari di navi, che possono ottenere prestiti per finanziare le proprie spedizioni commerciali; se una nave va dispersa, il proprietario non è obbligato a ripagare il prestito. L’elevato numero di spedizioni che vanno a buon fine è tale da garantire il pagamento degli interessi e coprire il rischio a cui si espone chi presta il denaro.
01/03/1000 a.C. A Gerusalemme gli operai edili costituiscono un fondo per le vittime degli incidenti sul lavoro
Gerusalemme è occupata dai Gebusei (1000 a.C. circa) fino alla conquista di David, il quale fa della città la capitale del proprio regno e costruisce sull’acropoli una reggia, molti altri edifici, e ordina la ricostruzione delle mura di cinta. Successivamente, Salomone erige al posto della reggia il tempio di Dio; in questa occasione, gli operai che costruiscono il tempio si associano e costituiscono un fondo per le vittime degli infortuni sul lavoro.
800 a.C. ca. Si sviluppa il prestito sulle merci esposte al rischio marittimo
Le prime forme di assicurazione nascono dall’esigenza di fornire strumenti di protezione al commercio marittimo e fluviale. E’ un tipo particolare di prestito che si sviluppa sotto l’impulso dell’espansione della civiltà fenicia, attorno all’800 a.C., poi largamente praticato ad Atene ed in tutto il Mediterraneo. Il debitore restituisce la somma presa in prestito soltanto nel caso in cui la merce garantita arrivi integra al porto di destinazione; il tasso d’interesse della somma da restituire cresce in proporzione al rischio della perdita della merce per la difficoltà dell’itinerario.
100 a.C. ca. Nasce a Roma un fondo per legionari in caso di decesso
Associazioni mutualistiche di tipo professionale o corporativo nascono già nell’antico Egitto, poi in Grecia e nell’antica Roma, dove si sviluppano in modo particolare fra i legionari, che hanno l’usanza di ripartire il bottino di guerra tra i sopravvissuti alla campagna militare. A parere di alcuni storici, attorno all’anno 100 a.C. i legionari costituiscono una vera e propria associazione, dotata di un fondo per costituire un capitale in caso di morte. Sono le prime forme di “mutualità” organizzata, il cui limite, rispetto al moderno concetto di assicurazione, è proprio il “fondo” che va costantemente alimentato nel caso dei legionari, se il fondo si esaurisce cessano le erogazioni.
976 d.C. Nascono a Venezia le “Collegantiae”
Le “Collegantiae”, strumenti finanziari a protezione del traffico mercantile, nascono nel medioevo e sopravvivono alcuni secoli. Sono contratti che tutelano la comunione di interessi di vari soggetti, grazie ad un prestito erogato per finanziare un trasporto di merci via nave; se il viaggio va a buon fine, si ha la restituzione del capitale con un interesse prefissato; chi dispone di capitali può investirli in una spedizione marittima che risulterà fortemente remunerativa, senza esporsi ad un rischio elevato. Il primo atto di una “Collegantia” è documentato a Venezia nel 976, ma atti analoghi si ritrovano in molti porti italiani: a Genova, dove sono chiamati “Commende”, ad Amalfi definiti “Colonne”, e a Pisa denominati “Societas Maris”. Rapidamente si diffondono anche in Spagna, Francia e in tutta l’Europa continentale.
1168 d.C. ca. Nascono le “Securitates”
Nel medioevo, dal bisogno di sicurezza, nascono le “Securitates”, termine che copre un’ampia gamma di significati che si fondano tutti sulla “garanzia”, intesa come protezione giuridica o materiale; chi affronta rischi personali o sul proprio patrimonio cerca un soggetto in grado di tutelarlo. Alcune si collocano nell’ambito del diritto pubblico, sotto forma di atti di autorizzazione o protezione del sovrano, come, ad esempio, la “carta securitatis” che garantisce libertà di transito e di commercio in un dato territorio. Differenti forme di “securitates” sono di pertinenza del diritto privato, laddove un soggetto contrae l’obbligo di tutelare una persona o i suoi beni, sia tramite l’utilizzo di una scorta armata, sia mediante una garanzia di tipo fideiussorio, sia sottoscrivendo l’impegno ad un intervento diretto che, se fallisce, obbliga il soggetto a risarcire l’eventuale danno. Ancora nel diritto privato, un terzo tipo di “securitas” si riferisce alla protezione del trasporto di persone e merci via mare; non siamo ancora però al significato odierno di assicurazione, che vede chi assicura come un soggetto terzo che non ha un interesse specifico nell’oggetto assicurato.
1191-1192 d.C. I trasportatori italiani assicurano persone e cose sulle navi
Tra le “securitates”, ovvero le garanzie che nel medioevo tutelano i rischi degli individui e dei beni, vi sono quelle dei vettori italiani, proprietari di imbarcazioni e noleggiatori, per la tutela di passeggeri e merci. I quattro patti genovesi del 1191 e 1192 riguardano specificamente i contratti di trasporto: i vettori “assicurano”, nelle persone e nei beni, chi viaggia per nave, citando la formula “defendere et salvare predictas res”. In questi scritti, il termine “securare” è espressione generica di garanzia e indica un dovere di protezione inerente al contratto, un obbligo ulteriore del vettore nei confronti dei trasportati, rispetto al puro e semplice trasporto. In questi contratti non si ravvisa ancora il ruolo dell’assicuratore come soggetto estraneo allo specifico evento tutelato (secondo il concetto moderno di assicurazione); i primi “assicuratori” coincidono con chi organizza il trasporto e quindi ha un diretto interesse nel buon esito del viaggio.
1234-1236 d.C. Decretali Pontificie di Gregorio IX e “contratto in convenzione”
La diffusione dei prestiti ad usura preoccupa la Chiesa Cattolica, che decide di condannare tutte le forme di prestito ad interesse, relativi a trasporti via mare e via terra (Decretale “Naviganti”, 1236). La decisione di papa Gregorio IX fa riferimento sia alla tradizione biblica, che alle parole di Cristo («fate del bene e prestate senza sperare nulla e il vostro premio sarà grande…») e si concentra contro l’usura (concessione di prestiti a tasso d’interesse superiore a quello legale o abituale); sono ammesse altre forme di prestito, secondo la teoria del giusto prezzo (che accetta una remunerazione proporzionale per i servizi resi dai prestatori). Le norme pontificie contribuiscono indirettamente a sviluppare la pratica della convenzione di assicurazione; ovvero, di un sistema di copertura contro i rischi che aggira il decreto di papa Gregorio IX. Prima dell’imbarco il proprietario della merce si preoccupa di venderla, impegnandosi a ricomprarla al suo ritorno ad un prezzo stabilito superiore a quello della precedente vendita. La differenza tra il prezzo d’acquisto e di vendita rappresenta il costo del rischio, il premio (dal latino praemium alea, ricompensa del rischio) e sostituisce l’interesse, vietato dalla Chiesa.
1287-1337 d.C. Palermo. Atti notarili di “prestiti a scopo assicurativo”
Nel medioevo ci sono vari modi per trasferire il rischio mare (“periculum maris”) dal proprietario dei beni trasportati ad un altro soggetto; tra gli atti di cui è pervenuta documentazione vi sono i cosiddetti “prestiti a scopo assicurativo”, nei quali il mercante, noleggiatore o caricatore delle merci, riceve dall’armatore, o proprietario della nave o dal capitano, un prestito in denaro che sarà rimborsato, solo in caso di esito positivo del viaggio, insieme ad un forte interesse. La somma prestata copre una parte del valore delle merci (in genere dal 25 al 30% ca.) e costituisce una forma di copertura assicurativa. Questo tipo di contratti è documentato a Palermo e nei principali porti siciliani dal 1287 al 1337; all’epoca, la capitale siciliana è al centro di importanti rotte commerciali che coinvolgono mercanti locali, toscani, genovesi, catalani e arabi. A differenza dei contratti che, nella stessa epoca, vengono redatti in altri importanti porti italiani (ad es. Genova e Pisa), negli atti notarili palermitani l’interesse, ovvero il premio, non è indicato in modo esplicito, ma è nascosto nell’importo totale, per evitare che possa essere interpretato come usura, duramente condannata dalla Chiesa.
XII-XIII secolo. I cristiani e l’usura
“Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli” (Matteo 19,24) e “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo” (Matteo 6, 19-20). “E se prestate a quelli dai quali sperate di ricevere, qual grazia ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per riceverne altrettanto” (Luca 6,34). Le parole di Gesù costringono da sempre il mondo cristiano ad interrogarsi sul rapporto tra fede e ricchezza, tra spiritualità e ricerca del (giusto?) profitto. Nei secoli della ripresa economica dell’Europa (XI-XIII sec.) e del diffondersi dell’economia monetaria, successivi al lungo periodo di instabilità politica seguita alle invasioni barbariche, la riflessione dei cristiani si articola in alcune tappe fondamentali: la decretale “Consuluit” di papa Urbano III (1187), che ribadisce la condanna dell’usura e la decretale “Naviganti” di papa Gregorio IX (1236) che considera usura qualsiasi remunerazione del capitale prestato a copertura del rischio del trasporto marittimo ( il cd. “prestito marittimo”). Tale condanna radicale di una modalità operativa fondamentale per l’intera economia europea, pare eccessiva anche a molti esperti di diritto canonico e ad alcuni teologi. Gli argomenti introdotti per mitigare la condanna pontificia evidenziano la relazione tra “rischio” e “ricompensa”; questa deve essere proporzionata al danno eventualmente subito dal prestatore che, in caso di naufragio, perde la somma prestata. Secondo questa interpretazione, la ricompensa del prestatore non sarebbe cioè la “ratione mutui” (il prezzo del mutuo), ma occorre considerare l’aspetto della “susceptio periculi” (l’assunzione da parte del creditore dei rischi del viaggio); non si tratta quindi di interesse, ma di “pretium periculi” (compenso per il rischio corso).
15/03/1318 d.C. E’ in vigore il “Breve del Porto di Cagliari”
A partire dall’inizio del 1200, per oltre un secolo, la città di Cagliari è sottoposta alla dominazione pisana; nell’XI secolo pisani e genovesi, a seconda delle circostanze alleati o antagonisti per il controllo della Sardegna, hanno sconfitto i saraceni, rendendo sicure la navigazione e le coste. Pisa amministra la città tramite suoi rappresentanti, affiancati da un consiglio eletto dai cittadini, secondo il codice amministrativo-legislativo chiamato: “Breve di Castel di Castro”; un altro codice detto: “Breve del Porto di Cagliari” (“Breve Portus Kallaretani”), entrato in vigore il 15 marzo 1318, disciplina le attività marittime, vero polmone dell’economia cittadina. Una norma dello statuto contiene la frase: “naulegare u sigurare” che è stata variamente interpretata, anche nel senso assicurativo vero e proprio. Mentre è certo il significato di “naulegare”= noleggiare, il termine “sigurare” (derivato dal latino “securare”) è controverso. Poiché in altri documenti dell’epoca “sigurare” viene utilizzato come “fornire garanzia, cauzione o fideiussione”, l’opinione prevalente degli studiosi è che si voglia indicare l’obbligo da parte del capitano di garantire l’efficienza della nave ed il trasporto delle merci a destinazione.
XI-XIV sec. d.C. La “commenda”
Il percorso storico che porta alla definizione dello strumento “assicurazione a premio” passa dapprima per forme di tutela di tipo mutualistico, miranti a garantire gli associati da un danno alla propria vita, alla salute o ai beni; poi, già nel mondo antico, si ha la prima globalizzazione. Si ampliano i commerci marittimi e terrestri e i finanziatori delle spedizioni che si assumono il rischio del trasporto (cioè perdono la somma investita in caso di naufragio o di attacco da parte di pirati o briganti) chiedono, in aggiunta al rimborso del prestito, una ricompensa commisurata al valore delle merci. L’accento si sposta dalla tutela da un possibile danno alla ricerca imprenditoriale del profitto. In età comunale, quando l’Italia è sede di alcuni dei più attivi centri economici del continente, sono documentate diverse forme contrattuali che formalizzano questa relazione; tra queste, una delle più diffuse è la “commenda”, da alcuni definita: “il contratto tipo del commercio marittimo”, in forte espansione a partire dal X secolo. Chi sovvenziona (in tutto o in parte) la spedizione è il “commendans” (dal latino “cum” (con) e “mandare”), ovvero il “creditor” della somma prestata; in caso di esito positivo, acquisisce il diritto, oltre al capitale restituito, di una quota parte degli utili (di solito i tre quarti). Il mercante, o altra figura che organizza il trasporto, è il “commendatarius”, ovvero il “debitor”, ed è remunerato con un quarto dell’utile. In caso di perdita delle merci, poiché il viaggio è “ad tuum risicum”, “ad tuam fortunam” (a tuo rischio), è il finanziatore a sopportare il danno. La flessibilità di questa formula ne garantisce il successo; come pure il vantaggio dovuto al fatto che l’esistenza del rischio la pone generalmente al riparo dalla condanna ecclesiastica dell’usura.
1335 – 1410 d.C. “In nome di Dio e del Guadagno”
Tra la fine del secolo XIII e l’inizio del XIV la grande espansione dei mercati e dei capitali sta alla base della creazione o del perfezionamento di strumenti ed istituti commerciali e giuridici adeguati alle mutate condizioni. Nascono la contabilità a partita doppia, si diffonde l’uso della lettera di cambio e di una forma primordiale di assegno; i contratti che regolano la spedizione di merci via mare sono maggiormente dettagliati. Anche gli operatori cambiano ruolo: i mercanti non accompagnano più le merci, ma aprono sedi commerciali in grado di gestire molti affari contemporaneamente, in diverse sedi in Italia e all’estero; ma occorre sempre ricordare che il contesto in cui si trovano ad operare è fortemente influenzato dalla fede. In quest’epoca, tutti credono che vi siano delle potenze ultraterrene che agiscono in modo misterioso ed imperscrutabile nel mondo e nella storia e che, dopo la morte, giudicheranno le azioni compiute. La ricompensa o la punizione divina, in questo mondo e nell’altro, sono sempre sullo sfondo in cui operano questi uomini, che devono, almeno in apparenza, osservare un comportamento rispettoso dell’etica professata dalla chiesa cattolica e non incorrere nel reato di arricchimento illecito, cioè di usura. Un esponente di spicco di questa nuova generazione di imprenditori è Francesco di Marco Datini (1335 – 1410) di Prato che, nella prima pagina del suo libro dei conti, scrive la frase: “In nome di Dio e del Guadagno”, significativa dell’immagine pubblica che intende proporre e forse anche delle sue intime convinzioni. Francesco Datini muore senza figli e lascia tutti i suoi beni (circa centomila fiorini d’oro e 420 immobili) ai poveri. La sua compagnia ha sedi ad Avignone, Barcellona, Catania, Genova, Maiorca, Pisa, Prato, Valencia e casa madre a Firenze. Dal punto di vista storico, l’Archivio Datini è il più importante archivio mercantile medievale: si è conservato praticamente integro e consta di circa 150.000 lettere, documenti, libri contabili e oggetti, tra cui circa 400 contratti che, tra i primi, possiamo definire di assicurazione in senso proprio.
XIV secolo d.C. Perché nasce l’assicurazione a premio?
Le forme contrattuali finora esaminate: la commenda, il prestito marittimo, le varie “securitates”, prevedono, per lo più, una copertura dal rischio della perdita delle merci come elemento accessorio all’interno di un contratto di trasporto; come pure l’”assicuratore” può essere chi organizza il trasporto, il mercante, il noleggiatore, lo spedizioniere o chiunque voglia investire un capitale di rischio, lautamente remunerato dagli utili realizzati in caso di esito positivo del viaggio. Si tratta di figure che hanno tutte un diretto interesse nell’attività di trasporto; questo implica che la tutela ha dei limiti e che il rischio non viene trasferito al di fuori dell’affare, ma continua a pesare al suo interno. Il passaggio che porta alla nascita di una attività imprenditoriale che non ha una diretta cointeressenza nel rischio a cui fornisce una tutela, svolto da un soggetto che è terzo rispetto al possessore delle merci e a chi fornisce il prestito che finanzia la spedizione, è il passaggio storico che conduce all’assicurazione a premio, come noi la concepiamo; l’assunzione del rischio altrui diviene una operazione speculativa autonoma. I fattori che favoriscono questa evoluzione sono molteplici ma, in ultima analisi, tutti legati alla grandiosa espansione economica tra i secoli XIII e XIV. Da un lato vi è la crescita dei commerci, per i quali si costruiscono navi più sicure e capienti che possono trasportare anche merci di valore più basso; dall’altro, la presenza di una crescente attività bancaria con strumenti nuovi (lettera di cambio) e di notevoli capitali che contribuiscono a creare un mercato che necessita, per la propria sopravvivenza e sviluppo, di strumenti di tutela più adeguati e meno costosi di quelli finora utilizzati.
XIV sec. La peste nera e la ricchezza
Tra il X ed il XIV secolo la popolazione europea raddoppia e vasti territori sono resi coltivabili. Le aree più sviluppate sono l’Inghilterra meridionale, le valli della Senna e della Loira in Francia, la valle del Reno e le città anseatiche in Germania, le Fiandre, i Paesi Bassi e l’Italia. Le città europee sono sovrappopolate, le condizioni igieniche sono pessime, gli impianti idrici e fognari insufficienti o inesistenti, i rifiuti sono gettati direttamente in strada. Cosi, quando nel 1347 nei porti di Messina e Costantinopoli attraccano navi provenienti dall’Oriente che trasportano topi infetti, l’epidemia dilaga; nel corso degli anni successivi (1347 – 1353) risale il continente da sud verso nord, fino ad arrivare nelle isole britanniche, in Scandinavia, nei paesi baltici e in Russia. Alla fine si conteranno tra 20 e 25 milioni di morti in Europa, più di un terzo della popolazione dell’epoca. Le conseguenze economiche e sociali immediate sono devastanti; lo spopolamento delle campagne causa un crollo della produzione agricola, la scarsità di mano d’opera specializzata paralizza le attività manufatturiere. Tuttavia i superstiti sono diventati più ricchi perché hanno ereditato, ora hanno più soldi da destinare ai consumi; i salariati agricoli e industriali sono pochi e possono strappare condizioni di vita e di lavoro migliori. La scarsità di braccia e la crescita del costo medio del lavoro stimolano le invenzioni tese ad accrescere la produttività; così, una enorme tragedia si trasforma in una grande opportunità di crescita. Negli stessi anni si va precisando la forma giuridica dell’assicurazione a premio, una invenzione italiana che gradualmente si diffonde nelle città; dalle registrazioni contabili della Compagnia del Bene (1319 – 1320), ad un atto di quietanza grossetano del 1329, agli atti notarili lucchesi del 1334, che però si prestano a differenti interpretazioni. Forse il primo contratto in assoluto di assicurazione a premio è quello rogato dal notaio genovese Tommaso Casanova il 20 febbraio 1343, seguito da numerosi altri nel corso degli anni successivi.
22/02/1399 d.C. “Guadagnamo meno e viviamo sicuri”
“Da noi aveste ordine di non mandare niuna nostra roba senza sicurtà e così vi sia detto per tutte”. Il rimprovero è contenuto in una lettera del 24 maggio 1398, inviata da Francesco Datini (uno dei più importanti uomini d’affari dell’epoca) ad un suo socio a Genova, che aveva inviato una partita di merci da Genova a Barcellona senza assicurazione. Un altro socio di Datini gli scrive il 22 febbraio 1399: “Non abiate pensiero ch’io mandi nostra merchatantia (mercanzia) in niuna parte senza sichurtà; io voglio che noi guadagnamo innanzi meno e viviamo sichuri”. Questi operatori economici hanno una chiara consapevolezza dell’importanza di assicurare i propri beni, anche al prezzo di sacrificare una parte dei guadagni; ovvero, l’assicurazione è già ritenuta una pratica affidabile e di comune prudenza commerciale. Ma come opera un assicuratore in un’epoca in cui non vi sono basi scientifiche per il calcolo del rischio e del premio corrispondente? Prima di tutto c’è una meticolosa raccolta di informazioni, per valutare l’opportunità di concedere o meno l’assicurazione, in base alla consistenza e alla prevedibilità del rischio; vengono esaminate la natura e il valore del carico, le caratteristiche della nave, le doti del capitano e dell’equipaggio, la durata e la pericolosità dell’itinerario e del mare; questo è possibile grazie ad una fitta rete di mediatori e procuratori d’affari, i “sensali”. Il rischio viene suddiviso in più soggetti (a volte anche decine) che co-assicurano una spedizione; per la stessa ragione si assicurano più spedizioni con tipi differenti di navi e carichi. Nella stessa ottica, l’operatore economico può svolgere in un affare il ruolo di assicuratore e in un altro il ruolo di assicurato; inoltre, abbiamo i primi esempi di ri-assicurazione.
22/06/1419 Le scommesse sulla vita a Venezia
I primi interventi normativi delle pubbliche autorità tesi a disciplinare l’attività assicurativa avvengono a Genova, Firenze, Venezia, Savona e Barcellona. A Genova, dove si ritiene venga stilato il primo contratto assicurativo vero e proprio (1343), si ha anche la legge più antica, un decreto del doge Gabriele Adorno del 22 ottobre 1369. A Venezia, il Senato prende posizione (“parte” emessa il 22 giugno 1419) su un fenomeno diffuso che rischia di inasprire i rapporti, spesso molto tesi tra la Serenissima e lo Stato Pontificio (Venezia subisce la scomunica papale – l’interdetto – nel 1312, e ancora nel 1509 e nel 1606), ovvero le scommesse sulla persona del Papa. Il Senato afferma che il Pontefice sarebbe dispiaciuto (“remaneret male contentus”) nell’apprendere che a Rialto si scommette sulla sua vita e vieta queste pratiche sotto pena di forti sanzioni pecuniarie; da rilevare che le scommesse sono chiamate “securitates” o sicurtà, termini che in altre città italiane indicano contratti a contenuto assicurativo. In seguito il Senato veneziano regolamenta anche i contratti assicurativi (1424 e 1457), che assumono forme similari a quelli contemporanei fiorentini e pisani, e differiscono da quelli genovesi, in quanto fanno menzione esplicita del premio. Nel 1468 il Maggior Consiglio fissa termini temporali precisi per la denuncia del sinistro e regole per il recupero della merce.
09/05/1402 La schiavitù e la sichurtà
“Ihesus. Al nome di Dio, amen. A dì 9 di maggio 1402, Pisa. … I detti asichuratori fenno sichurtà e asichurorono (assicurarono), da Porto Pisano a Barzalona (Barcellona), posta e discharicha la schiava in terra a salvamento … Chominciano gli asichuratori a chorrere ongni rischio … come la detta nave arà fatto o faciesse o farà o avesse fatto vela da Porto Pisano … per insino che … la detta roba non sarà posta e discharicha o vero schiava a Barzalona salva in terra … Dio la mandi salva, amen ”. Le frasi che precedono sono tratte da un contratto stipulato a Pisa, nel quale Michele di Monduccio dichiara di avere assicurato il trasporto via nave di una schiava di nome Margherita, di proprietà di Francesco di Marco da Prato, da Pisa a Barcellona. La garanzia decorre dalla partenza, lungo tutti i porti toccati durante il viaggio, fino a che la schiava non sarà arrivata a Barcellona “salva in terra”; il contratto indica il premio pagato – 3 fiorini e mezzo – ed il valore che l’assicuratore si impegna a rimborsare – 50 fiorini – nel caso che: “disastro intervenisse della detta schiava“. Vengono precisati i tempi e le modalità per la denuncia dell’eventuale sinistro e si afferma anche che il rimborso potrà avvenire in uno qualsiasi dei porti in cui l’assicurato ha una attività ma senza: “vantagio di chambio di moneta”. Il contratto evidenzia due aspetti, solo in apparenza contradditori, che per essere compresi vanno collocati nell’epoca cui appartengono: da un lato il riferimento costante alla religione, perché tutte le attività umane e, a maggior ragione, quelle che presentano rischi, sono poste sotto la protezione divina; dall’altra, una mentalità imprenditoriale che fornisce un servizio di elevato livello tecnico. Ci colpisce fortemente il contrasto tra i valori cristiani costantemente esibiti e lo stato giuridico degli schiavi che è esattamente pari a quello di una qualsiasi mercanzia, una balla di lana, un carico di olio o di frumento e, come tale, ha un valore che può essere esattamente calcolato e quindi assicurato.
1435-1484 Le Ordinanze di Barcellona
Alla metà deI ‘400 la corona aragonese estende i suoi domini sulla Catalogna, la Corsica, la Sardegna (1420), tutta l’Italia meridionale con capitale Napoli (1443), fino ai Balcani. Il suo porto principale è Barcellona e le attività marittime – assicurazioni comprese – vengono disciplinate tramite ordinanze in lingua catalana emesse dai “Consoli del mare” la cui giurisdizione si estende gradualmente ai nuovi territori conquistati. Le principali ordinanze catalane sulle assicurazioni sono cinque (1435, 1436, 1458, 1461 e 1484) e costituiscono uno dei primi tentativi di dare una veste giuridica organica ai vari aspetti delle garanzie fornite al trasporto marittimo; particolarmente importante è l’ordinanza del 1484 nella quale vengono normati i limiti posti alle assicurazioni, la forma e gli effetti del contratto, le modalità di pagamento del premio e dell’indennizzo e il ruolo degli intermediari (notai e sensali). Le ordinanze sul trasporto e sulle assicurazioni marittime vengono pubblicate in varie raccolte, la più completa delle quali (“editio princeps”) risale al 1484 e prende il nome di “Llibre del consolat de mar” (“Libro del consolato del mare”). E’ noto l’interesse dei mercanti fiorentini e della famiglia dei Medici per il “Llibre”; la traduzione italiana del 1519, pubblicata a stampa, è promossa dai Consoli della Mercanzia e dedicata a Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico; come pure è documentato il suo utilizzo (in specie l’ordinanza del 1484) in molti collegi arbitrali commerciali italiani, dato che le norme che contiene sono particolarmente utili a ricomporre liti e controversie tra assicurati e assicuratori.
12/10/1492 Il Nuovo Mondo cambia tutto
I secoli che vanno dal XIII al XV vedono l’Italia come protagonista; posta al centro del mediterraneo, è il naturale crocevia delle rotte commerciali con il medio oriente e l’Asia da una parte e con il nord Europa e il nord Africa dall’altra. I mercanti di Lucca, Genova, Pisa, Firenze, poi Venezia, mettono in atto una aggressiva strategia commerciale alla conquista di nuovi mercati e creano efficaci strumenti finanziari a sostegno delle loro attività: nascono così le banche (da banco), la lettera di credito (assegno), la lettera di cambio (cambiale), i contratti di assicurazione (di “sichurtà”) e le prime legislazioni sulle assicurazioni promulgate dagli stati italiani e adottate in tutta Europa. La scoperta del continente americano (1492) cambia lo scenario; il mediterraneo perde gradualmente la sua centralità e le potenze che si affacciano sull’Atlantico, dapprima Spagna e Portogallo, poi Inghilterra, Francia e Olanda accrescono la propria importanza. La vertiginosa crescita del traffico marittimo da e per le Americhe e l’enorme afflusso di ricchezza nei porti iberici costringe la Spagna – che per prima aveva dato una disciplina organica alle assicurazioni con l’ordinanza di Barcellona del 1484 – ad intervenire ripetutamente con nuove ordinanze (Burgos (1538), Siviglia (1556), Bilbao (1569)); tra le innovazioni introdotte, viene definita giuridicamente la figura del sensale che assume un ruolo ufficiale come intermediario tra le parti, nella definizione, stipulazione e successiva trascrizione dei contratti in appositi volumi cui viene dato valore legale.
01/03/1465 Per qualsiasi causa di morte
Il 19 settembre 1399, nel registro della rappresentanza di Barcellona della Compagnia Datini (casa madre Firenze), si trova la prima assicurazione sulla vita che ci è pervenuta; è a copertura del rischio di morte del mercante fiorentino Filippozzo Soldani, in occasione di un viaggio di ritorno, via mare, da Barcellona all’Italia. Il valore assicurato è di 350 fiorini d’Aragona, meno di un terzo della stima che lo stesso Soldani aveva fatto di sé stesso (1.050 fiorini). Nel tempo, i contratti tendono ad offrire copertura per cause generiche di morte che, in alcuni casi, vengono descritte in modo molto dettagliato; in questo senso, è esemplare la scrittura privata “di sichurtà” mediante la quale, a Firenze, il 1 marzo 1465, Benedetto d’Antonio Salutati assume, per un anno, il rischio di morte di Francesco di Domenico di Barnaba degli Agli. Si specifica che l’assicurato è tutelato contro il rischio: “di morte di fuocho o d’acqua, e di morte di veleno o di pistolemza (pestilenza), e di morte di choltello e d’ogni altro ferro, e di morte subitana e di morte naturale o accidentale, e d’ogni altra morte di che potessi morire o fussi morto, o di dì o di notte, ed etiam (anche) di morte di che non si potessi immaginare né pensare, della quale morte Iddio ghuardi!“.
1425 ca. I francescani e il denaro
“Non possedete nulla né in questo mondo né nell’altro. Credete di possedere a lungo le vanità di questo secolo, ma vi ingannate (FF 204)”. Le parole di Francesco d’Assisi indicano una linea di radicale povertà evangelica; tuttavia, il movimento di cui è fondatore, anche a causa dell’enorme successo popolare e del suo peso crescente nella Chiesa, non seguirà questa indicazione. I francescani però, saranno sempre molto attenti all’aspetto etico delle attività economiche e nei secoli si proporranno di educare il popolo cristiano a comportamenti rispettosi della fede, ma tali da non pregiudicare il benessere materiale della comunità. Punto di arrivo di una riflessione che dura da più di un secolo, è il pensiero di San Bernardino da Siena (1380 – 1446). Una delle sue opere più importanti è: “De contractibus et usuris” (“I contratti e l’usura”, 1425 ca.) nel quale afferma che il valore sociale delle attività dei “mercatores” (mercanti) è dato dalla sua “utilitas generalis” (pubblica utilità); Bernardino condanna accaparratori e monopolisti, perché la libera circolazione di merci e denaro è l’essenza stessa di una economia produttiva ed etica. Così la creazione di ricchezza “viva” è legata al lavoro e non all’impiego di denaro (ricchezza “morta”), come è quella prodotta dal prestito ad interesse, considerato “usura”, quindi “execrabilis”. Qui Bernardino tocca anche il tema delle “securitates” (assicurazioni), riconoscendo che la finalità prevalente di questo tipo di contratti non è il puro e semplice arricchimento, ma quello di corrispondere ad un bisogno di sicurezza e quindi di pubblica utilità; e conclude che, come tali, le “securitates” sono “tolerabilis”.
1494 La Scienza dei numeri
Luca Bartolomeo de Pacioli nasce a Borgo Sansepolcro nel 1445 circa. Monaco francescano, Luca Pacioli è un valente matematico e insegna a Perugia, Firenze, Venezia, Milano, Pisa, Bologna e Roma. Nel 1497 si reca a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, dove collabora con Leonardo da Vinci; lascia Milano nel 1499, quando si profila l’arrivo delle truppe francesi di Luigi XII e si reca a Mantova, alla corte di Isabella d’Este, e poi a Venezia. Per Isabella scrive il trattato “De ludo scachorum” sul gioco degli scacchi. La sua opera più importante è la: “Summa de arithmetica, geometria, proportioni e proportionalità” (Venezia, 1494); scritta in volgare italiano, con molti vocaboli latini e greci, il volume contiene un trattato generale di aritmetica e di algebra, e molte procedure di calcolo già comunemente utilizzate a scopi commerciali (con riferimento a monete, pesi e misure in uso nei diversi stati italiani). Uno dei capitoli della “Summa” è intitolato “Tractatus de computis et scripturis” (Trattato di calcolo e scrittura contabile) e definisce aritmeticamente il concetto di partita doppia (“dare et avere”), già in uso nell’ambiente mercantile; inoltre, propone alcuni problemi matematici, la cui risoluzione, avvenuta nel XVII secolo per opera di Blaise Pascal e Pierre de Fermat, segna l’inizio della costruzione del moderno calcolo delle probabilità, base matematica della gestione scientifica del rischio.
20/09/1547 Italiani a Londra
“E quando voi ci scrivete de’ nomi di navi chatalane, fatelo in parlare fiorentino e nonne in chatalano, chè noi, che siamo di qua nella bassa Mangna (costa continentale della Manica) e in Fiandra, vi scriviano piure i’ llingua toschana, a ciò che voi intendiate… mettete il nome dè padroni e sopranomi in lingua toschana e sarete intesi da noi altri di qua”. La frase compare in una lettera, datata 18 maggio 1408, in partenza dalla rappresentanza di Bruges della Compagnia Orlandini verso Valencia; è uno dei tanti esempi dai quali si ricava che il toscano (la lingua volgare italiana) è l’idioma usato in tutta Europa in materia di assicurazioni. Sul tracciato del decumano della Londra (Londinium) romana, sorge Lombard Street, oggi a due passi dalla Bank of England e dalla City; il nome deriva dalla concessione del terreno da parte del re Edoardo I (1239-1307) a commercianti e prestatori di denaro italiani che qui avevano le loro botteghe. Anche i primi contratti delle assicurazioni marittime (le più antiche) ricalcano i modelli toscani, in specie fiorentini (codificati con lo Statuto del 1523) e sono scritti in lingua italiana; tra questi, vi è uno dei più antichi documenti assicurativi inglesi, un contratto, datato 20 settembre 1547, a copertura di un trasporto di malvasia di Candia su una nave veneziana.
1552 – Il diritto e i mercanti
Si stima che dal 1493 al 1529 nelle cosiddette Indie occidentali siano state estratte circa 22 tonnellate di oro; nel XVI secolo l’America fornirà oltre un terzo dell’oro mondiale, nel XVII secolo oltre la metà e nel secolo successivo i due terzi; analogo discorso vale per l’argento, molti altri minerali preziosi, materie prime, prodotti agricoli. A loro volta le colonie necessitano di una grande quantità di beni che non sono ancora in grado di produrre. L’interscambio commerciale tra le due sponde dell’Atlantico cresce vertiginosamente e cresce in parallelo la necessità di stabilire norme giuridiche certe per il trasporto e le relative coperture assicurative; in particolare, occorre definire la natura giuridica dell’assicurazione a premio (in uso a partire dalla metà del XIV secolo). Nel 1552 Pedro de Santarém (Pietro Santerna) pubblica il primo studio specifico, il: “Tractatus de assicurationibus et sponsionibus Mercatorum” (“Trattato sulle assicurazioni e sulle garanzie del commercio”, edito a Venezia) dove certifica la realtà di fatto, sostenendo che i contratti assicurativi sono di tipo nuovo ed autonomo rispetto agli altri contratti commerciali, sono leciti perché non usurari, e differiscono dalle scommesse; Santarém introduce la definizione del contratto secondo: “il principio della buona fede” che obbliga l’assicurato a dire la verità sulla sussistenza del rischio. Questa tesi viene fatta propria e approfondita dal fondatore del diritto commerciale, Benvenuto Stracca (1509-1578) nel: “De Assecurationibus, Tractatus “ (1569) e da Sigismondo Scaccia: “Tractatus de commerciis et cambio” (1618).
1513 – Il Principe, l’economia, il diritto
“… così, al presente, volendo riconoscere la virtù di uno spirito italiano, era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ell’è di presente […], sanza capo, sanza ordine, battuta, spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d’ogni sorte ruina”. Così, nel 1513, nelle pagine conclusive del “Principe”, Niccolò Machiavelli descrive la situazione della penisola: percorsa da eserciti stranieri che se ne disputano il controllo, divisa tra stati perennemente in lotta, deboli politicamente e militarmente, impoverita dalle guerre e dalle carestie. Machiavelli polemizza duramente con le classi dirigenti italiane che rinunciano al rischio imprenditoriale per investire capitali nella più sicura rendita fondiaria, preparando il proprio declino. Fortemente ridimensionata nell’economia reale, l’Italia conserva un ruolo importante nel diritto: il giurista anconetano Benvenuto Stracca (1509-1578), è ritenuto il fondatore del diritto commerciale, per via del: “De Mercatura sive de Mercatore Tractatus” (“Trattato sul commercio ossia sui mercanti”, 1553) nel quale, per la prima volta, il diritto commerciale viene considerato come una disciplina autonoma e distinta sia dal diritto civile, sia da quello canonico. Nell’ambito dei contratti mercantili vengono analizzati anche i contratti e le garanzie assicurative (“sponsiones”), che saranno poi oggetto di uno dei primi approfonditi studi specifici: “De Assecurationibus, Tractatus “ (1569).
1625 – La Riforma, la guerra, gli affari
Alla metà del XVI secolo i Paesi Bassi sono uno dei possedimenti più importanti della Corona spagnola; da oltre un secolo protagonisti del commercio tra la parte settentrionale e quella latina dell’Europa, si vedono ora favoriti dalle nuove rotte atlantiche; assieme alle colonie americane, forniscono la maggior parte dei finanziamenti alle guerre intraprese dalla monarchia iberica. Nelle provincie del nord si è fortemente radicata la Riforma protestante, nella sua versione calvinista; il fatto ha implicazioni non solo religiose (il conflitto con i cattolici), ma anche politiche, sociali ed economiche, perché Calvino sostiene che la vocazione umana è servire la sovranità di Dio, la gloria di Dio, e indica al credente un comportamento etico ispirato ai valori del lavoro, della moderazione nella vita privata, del risparmio. Alcuni studiosi (Max Weber, tra i primi) hanno sostenuto la tesi – ora controversa – che questi valori siano alla base della nascita della moderna società capitalistica. La dura repressione religiosa, l’azzeramento dell’autonomia politica ed amministrativa, la spoliazione delle risorse economiche condotte dagli spagnoli, sono alla base della lunga e sanguinosa guerra d’indipendenza dei Paesi Bassi durata ottant’anni (1568 – 1648); il conflitto è parte del più generale conflitto europeo tra le potenze cattoliche e gli stati riformati, noto come guerra dei Trent’anni (1618 – 1648). Si comprende quindi come il maggiore giurista olandese, Huig Van Groot (o Hugo Grotius, 1583 – 1645), considerato il padre del diritto internazionale, ponga al centro della sua riflessione il tema della pace e della sicurezza delle nazioni e degli individui (“De jure belli ac pacis” – “Il diritto di guerra e di pace” -, 1625); nel volume, Grotius fornisce una propria definizione del contratto di assicurazione, sottolineando l’importanza che in esso assume la sussistenza del rischio.
1653 La Guerra dei Trent’anni e l’assicurazione sulla vita
La definizione di assicurazione sulla vita, in senso moderno, ha una lunga gestazione. Forme di tutela mutualistica contro le infermità e la morte sono antichissime, in particolare tra le categorie di lavoratori ad alto rischio (ad es. i manovali egiziani o i legionari romani). Nei secoli successivi, i contratti contro il rischio di morte assumono talvolta la forma di scommessa sulla vita di re, papi, principi o imperatori. Nell’Italia centrale, nel XV e XVI secolo, si diffonde l’uso di stipulare un contratto di assicurazione alla nascita delle figlie femmine; la somma versata viene restituita, decuplicata, alla giovane il giorno delle nozze (cosiddetta “assicurazione dotale”), a patto che ella raggiunga il diciottesimo anno di età; il sistema si regge sull’elevatissima mortalità infantile che mantiene bassa la probabilità del raggiungimento dell’età adulta. Il banchiere napoletano Lorenzo Tonti (1602 ca. – 1684 ca.) è l’inventore di uno strumento finanziario che associa molte persone che, tramite l’acquisto di una quota di un fondo comune (la “tontina” o “tontine”), si garantiscono una rendita vitalizia; i sottoscrittori sono suddivisi per fasce d’età, per tener conto delle diverse probabilità di morte. L’importo di rata della rendita dipende dal numero di superstiti per quella fascia di età, in quel momento; è crescente al decrescere del numero di superstiti, fino all’ultimo sopravissuto che acquisisce tutto. Lo strumento ha la caratteristica, molto persuasiva per chi eroga la rendita, di raccogliere in breve tempo capitali consistenti. Di conseguenza, alla metà del XVII secolo, Tonti propone la sua invenzione a molti governi. Ricordiamo che le maggiori potenze europee sono appena uscite dalla Guerra dei Trent’anni (1618 – 1648) che ha devastato l’Europa centrale, bruciato enormi risorse e dissestato le finanze di tutti gli stati in conflitto. Il Cardinale Mazarino, reggente di Francia, a causa della giovane età del re Luigi XIV (Il “Re Sole”), promuove le “tontine royale” (1653), con risultati molto controversi. Occorrerà attendere la creazione delle tavole di mortalità per disporre di criteri matematici obiettivi per il calcolo del premio e della rendita.
1662 La Rivoluzione scientifica e la demografia
«Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che ‘l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna» e « … nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalla autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie». Queste riflessioni di Galileo Galilei illustrano bene l’atteggiamento del fondatore del metodo scientifico sperimentale: antiaccademico e intellettualmente indipendente rispetto alla tradizione o alla interpretazione letterale dei testi sacri. I processi e le condanne di Giordano Bruno (condotto al rogo il 17 febbraio 1600) e dello stesso Galileo, costretto ad abiurare la teoria eliocentrica copernicana (22 giugno 1633), chiudono molti ambiti di ricerca agli scienziati italiani. L’indagine scientifica si svilupperà nel nord dell’Europa. In Inghilterra si ha un notevole progresso delle scienze biologiche, chimiche, fisiche e matematiche: John Napier (1550 – 1617) pubblica nel 1614 la “Mirifici logarithmorum canonis descriptio” (Descrizione della regola meravigliosa dei logaritmi) mediante i quali Keplero riuscirà ad elaborare i dati astronomici e a formulare le sue leggi. John Graunt (1620 – 1674) conduce delle indagini sulla popolazione londinese, registrando la natalità, le malattie e la mortalità; calcola la prima tavola di mortalità (1662) suddividendo i decessi per età, sesso e causa di morte; come tale viene considerato tra i fondatori della demografia. Le tavole di mortalità consentono di conoscere il tasso di mortalità (decessi annuali per mille abitanti) per gruppi omogenei e di fare una previsione (inferenza) sulla probabile durata media della vita umana (speranza di vita) a partire da un campione; sono quindi indispensabili per il calcolo del premio e della rendita nell’assicurazione sulla vita, che ora può fondarsi sui rigorosi criteri matematici, tali da garantire la corretta gestione economica dell’operazione.
02/09/1666 Il Grande Incendio di Londra
I londinesi lo hanno chiamato The Great Fire (Il Grande Incendio), avvenuto mentre Londra si sta appena riprendendo dalla grande epidemia di peste che mieterà tra 75.000 e 100.000 vittime, in Inghilterra, nel 1665 e 1666. L’incendio, che ha inizio il 2 settembre e dura quattro giorni, distrugge 430 ettari, l’80% della City, 13.200 abitazioni, 89 chiese, la Royal Exchange (Borsa), molti edifici pubblici e la Cattedrale di Saint Paul, mentre il numero di vittime è limitato. Fin dal 1575, presso la Royal Exchange londinese, viene aperta una Camera delle Assicurazioni sull’esempio di quella di Anversa, per la registrazione delle polizze, quasi esclusivamente di trasporto marittimo; invece, l’assicurazione contro gli incendi stenta a decollare, per la difficoltà a rompere il circolo vizioso tra premi troppo alti e pochi immobili assicurati che impedisce la costituzione delle riserve necessarie a fare fronte ai risarcimenti; inoltre, le caratteristiche di questa attività richiedono una organizzazione permanente e personale specializzato. Il primo contratto di cui si sia a conoscenza viene stipulato ad Amburgo nel 1591 a tutela di una fabbrica di birra; nella città anseatica è attiva una cassa municipale di assicurazione (“Feuer Kassa”). A Londra, dopo il 1666, l’opera di ricostruzione è decisiva per l’affermarsi dell’assicurazione privata contro gli incendi, perché i proprietari di immobili vogliono tutelarsi da ulteriori rischi; l’anno successivo un costruttore edile, Nicholas Barbon, crea un ufficio di assicurazione che si trasformerà poi nel Fire Office (1680, in seguito Phenix dal 1705), primo esempio di compagnia di assicurazione incendio a premio fisso; la compagnia istituisce il primo corpo di pompieri privato.
1681 Il Re Sole e il diritto marittimo
A metà del XVII secolo la Francia è una delle maggiori potenze continentali, governata da un cardinale italiano, Giulio Mazzarino (1602–1661), che esercita la reggenza per conto del giovane re Luigi XIV di Borbone (“il Re Sole”, 1638–1715). Alla morte del cardinale (1661) il re assume direttamente il controllo dell’attività di governo, facendo a meno del primo ministro; nomina Jean-Baptiste Colbert (1619-1683), controllore generale delle finanze (1665) e successivamente ministro della giustizia e della marina. Colbert dovrà in primo luogo finanziare le guerre intraprese dal sovrano contro gli stati vicini e avrà piena consapevolezza della necessità di uno stato efficiente per sostenere e sviluppare l’economia. Sarà proprio Colbert ad introdurre significative riforme nell’amministrazione dello stato, dotando la Francia di un corpo di funzionari competenti e mettendo ordine nel caos giuridico e tributario scaturito dalle innumerevoli legislazioni e consuetudini locali di impronta ancora medievale. Come ministro della giustizia emette una ordinanza (“Ordonnance”) che riforma il codice civile (1667) e una che razionalizza il codice di procedura penale (1670) dove è prevista e minuziosamente descritta la pratica della tortura; emana la “Ordonnance de la Marine” (1681) che riprende il “Guidon de la mer” (Guida del mare), codice pubblicato nel 1647 ma redatto presumibilmente a Marsiglia tra il 1556 ed il 1584; le norme concernenti le assicurazione contenute nel Guidon hanno diffusione solo nei porti francesi, mediterranei e atlantici. Invece la “Ordonnance du Commerce” (1673) e soprattutto la citata “Ordonnance de la Marine” avranno una amplissima influenza sulla disciplina commerciale europea nei secoli XVII-XVIII e saranno la base per il “Code de Commerce” napoleonico (1807); esse costituiscono un modello per la codificazione del diritto marittimo e delle assicurazioni marittime; infatti, nella “Ordonnance de la Marine” vi è un capitolo: “Des Assurances”, in cui si definiscono i principi fondamentali dell’attività assicurativa.
Fine XVII sec. La Compagnia delle Indie: un modello
Nel XVII secolo si consolidano le rotte commerciali sia in direzione delle Indie Occidentali (Africa occidentale e America) che di quelle Orientali (territori ad est del Capo di Buona Speranza, Africa orientale e Asia). L’enorme incremento del numero di viaggi e di merci trasportate fanno aumentare in parallelo i rischi e la domanda di sicurezza, a tutela delle navi e dei carichi. La dimensione assunta da queste attività e la severità del rischio d’impresa sono tali che non possono più essere gestite come nei due secoli precedenti, lasciando fare quasi tutto agli intermediari (i “sensali o “broker”) e ripartendo il rischio tra soggetti che si associano di volta in volta per finanziare un singolo viaggio. Sorge la necessità di una organizzazione permanente, con personale specializzato, prodotti standardizzati, molti sottoscrittori e capitali adeguati a fronteggiare il rischio (sempre incombente) di perdite consistenti. Una organizzazione di questo tipo esiste dall’inizio del secolo: La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (1600) e la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (1602) nascono per far fronte alla necessità di armare intere flotte di navi, creare stazioni di rifornimento stabili, arruolare truppe per la difesa o l’acquisizione di nuovi territori. La Compagnia Britannica conquista India, Pakistan e Birmania, fonda Hong Kong e Singapore, occupa le Filippine e Giava (poi perdute), impianta la coltura del tè in India e invade la Cina con l’oppio vincendo anche due guerre (1839-1842 e 1856-1860). All’origine la compagnia è costituita da 125 azionisti e retta da un governatore e ventiquattro direttori. Con questo modello di riferimento, a partire dagli anni ottanta del ‘600, si costituiranno in Inghilterra le prime compagnie di assicurazione in forma di società di capitali (la prima è il Fire Office -1680).
21/02/1688 La Lloyd’s Coffee House
La London Gazette è il più antico giornale britannico ed è la pubblicazione ufficiale del Regno Unito. Nel 1688 pubblica un messaggio pubblicitario dal quale apprendiamo l’esistenza della Lloyd’s Coffee House, una caffetteria aperta da Edward Lloyd (1648–1713) a Londra, in Great Tower Street, vicina al Tamigi, poi trasferita (1691) in Lombard Street, nei pressi del Royal Exchange (Borsa). Lloyd pubblica dal 1696 un bollettino di notizie, il “Lloyd News”, relative al commercio e alla navigazione, a beneficio dei suoi clienti. Il caffè diventa un importante luogo d’incontro tra naviganti, armatori, commercianti, uomini d’affari, dove si scambiano informazioni, si fanno aste per collocare merci, si stipulano contratti per i trasporti marittimi e polizze di assicurazioni a copertura del carico e delle navi. In questo periodo l’Inghilterra è divenuta la più importante potenza marittima europea ed il mercato londinese delle assicurazioni il più ricco; è a Londra che vengono uniformati e standardizzati i contratti e si costituiscono le prime compagnie di assicurazione a premio sotto forma di società anonime di capitali. I “Lloyd’s” (nome che sceglieranno i frequentatori del locale quando si costituiranno in società nel 1771) non sono una compagnia vera e propria, ma piuttosto un consorzio, dove ogni assicuratore membro (“underwriter”) acquisisce individualmente (cioè senza vincoli solidali) una quota di rischio, in coassicurazione con gli altri singoli membri; fondamentale è l’attività di raccolta informazioni e di intermediazione svolta dai “broker”, anch’essi aderenti ai Lloyd’s, versione aggiornata dei medievali “sensali” o “mezzani di sichurtà”.
1705-06 La cometa e la speranza di vita
Edmond Halley (1656 – 1742) è uno degli scienziati britannici più importanti tra il XVII ed il XVIII secolo. Giovane astronomo si imbarca nel 1676 su una nave per l’isola di Sant’Elena e scopre 341 nuove stelle dell’emisfero australe. Comprende che la causa dei moti atmosferici è il riscaldamento solare e stabilìsce la relazione fra la pressione barometrica e l’altezza sul livello del mare. Studia la gravità, ma quando apprende che Newton ha già fornito una geniale soluzione al problema, lo convince a pubblicare le sue ricerche sotto forma di trattato (Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, – Principi matematici della filosofia naturale – uno dei testi scientifici più importanti di ogni epoca) pubblicato nel 1687 a spese dello stesso Halley. E’ famoso perché comprende che una cometa avvistata nel 1682, è la stessa già apparsa varie volte a partire dal 240 a.c., tra l’altro nel 12 a.c. (Cometa di Betlemme?), 1066, 1301, 1456, 1531, 1607 e ne ipotizza (1705) il ritorno nel 1758; quando questo puntualmente avviene, alla cometa viene dato il suo nome. Halley pubblica nel 1693 uno studio che utilizza i dati, molto accurati, degli archivi anagrafici della città polacca di Breslavia; analizzando nascite e morti in un determinato periodo, costruisce una tavola della mortalità e suggerisce che possa essere impiegata per determinare i contingenti di leva, le rendite vitalizie e l’importo dell’assicurazione sulla vita. Il lavoro di Halley e quello precedente di John Graunt (1620 – 1674) che calcola la prima tavola di mortalità della popolazione londinese (1662) suddividendo i decessi per età, sesso e causa di morte, sono contributi fondamentali per le scienze demografiche e, col tempo, questi strumenti verranno adottati dalle compagnie di assicurazioni sulla vita. La prima è la Amicable Society for a Perpetual Assurance Office (Società Mutua per un’Assicurazione Perpetua) fondata a Londra nel 1706.
1713 I dadi, le rendite e i grandi numeri
A partire dagli anni venti del ‘500 la città svizzera di Basilea accoglie il messaggio dei riformatori religiosi e diviene il rifugio di molti teologi e filosofi perseguitati dalle autorità cattoliche; tra questi il più importante è Giovanni Calvino (1509 – 1564), il maggior teologo della Riforma assieme allo stesso Lutero. Dalla città di Anversa, possedimento della corona spagnola, contesa tra cattolici e protestanti e oggetto delle violenze e dei saccheggi delle truppe del Duca d’Alba (1576) proviene la famiglia Bernoulli. In origine sono banchieri ma, a partire da Jakob (1654 – 1705), molti di loro diverranno valenti matematici. Jakob studia il volume: De ratiociniis in ludo aleae (Sui ragionamenti nel gioco dei dadi, 1657), opera del matematico olandese Christiaan Huygens che applica il calcolo delle probabilità al gioco; ispirandosi a questo lavoro e applicando il calcolo alle attività assicurative, un altro matematico olandese, Jan De Witt, pubblica il Trattato sulle rendite vitalizie (1671), dove introduce la nozione che prenderà il nome di “speranza matematica” e affronta il problema della rendita annuale dell’ultimo sopravvissuto tra due o più persone. Nel 1713 viene pubblicata postuma l’Ars Conjectandi sive stochastice (Arte di congetturare o stocastica) dove Jakob dimostra il Teorema che porta il suo nome, noto anche come “legge dei grandi numeri”, in cui descrive il comportamento della media di una sequenza di n campioni di una variabile casuale, indipendenti e caratterizzati dalla stessa probabilità (n misure della stessa grandezza, n lanci della stessa moneta, ecc.) al tendere all’ infinito del numero n dei campioni; il significato è che siamo ragionevolmente certi che la media che calcoliamo a partire da un numero elevato di campioni si avvicini progressivamente al suo vero valore al crescere indefinito del numero dei campioni.
1718 La dottrina degli azzardi
Gli Ugonotti sono i cristiani francesi che seguono i principi della Riforma protestante propugnati da Giovanni Calvino; si stima che all’epoca del massacro della notte di San Bartolomeo (1572, circa 70.000 vittime ugonotte) fossero il 10% della popolazione del paese. Nei secoli XVI – XVIII la Francia è sconvolta dalle guerre religiose e dalle persecuzioni della monarchia cattolica contro i riformati al fine di ottenerne la conversione; nel 1685 il re Luigi XIV revoca l’Editto di Nantes (1598) che aveva sancito la pace religiosa e, con l’Editto di Fontainebleau, dichiara illegale il protestantesimo. Il provvedimento reale provoca un esodo di massa degli ugonotti verso i paesi protestanti vicini. Tra gli esuli c’è Abraham de Moivre (1667 – 1754) che si stabilisce in Inghilterra dove, nel 1711, pubblica sulla rivista: “Philosophical Transactions” una lunga memoria sulle leggi del caso. Questo studio viene sviluppato nel 1718 in uno dei primi trattati sulla teoria della probabilità, “The doctrine of chances: or, a method for calculating the probabilities of events in play”, poi ampliato nell’edizione del 1738, dove introduce il concetto di distribuzione normale e dimostra un caso particolare del teorema del limite centrale; nella terza edizione, pubblicata postuma (1756), si trova un esempio di applicazione della teoria della probabilità al calcolo attuariale al fine della determinazione delle rendite. Il trattato viene liberamente tradotto in italiano nel 1776, col titolo: “La dottrina degli azzardi applicata ai problemi della probabilità della vita, delle pensioni vitalizie, reversioni, tontine, ecc.”.
“Non sarebbe servito a nulla stare a sedere, aspettando quello che non potevo avere e la necessità mi aguzzò l’ingegno”. Così Robinson Crusoe, dopo essere scampato (lui solo) ad un terribile naufragio ed essersi ritrovato su una isola apparentemente deserta. Tramite il protagonista del romanzo (1719), l’autore, Daniel Defoe (1660 – 1731) esprime per via narrativa le idee che in precedenza aveva formulato nel: “Saggio sui progetti“ (1697) e in: “Fare l’elemosina non è carità. Dare lavoro ai poveri è un danno per la nazione” (1705) come pure in molti articoli. Nel “Saggio sui progetti“, Defoe afferma che lo stato di necessità è il vero motore di tutte le invenzioni; lo scrittore rievoca in modo trasparente la propria esperienza personale (aveva fatto studi economici, era stato un uomo d’affari di successo, si era arricchito, poi, nel 1692, il naufragio di una nave – non assicurata – su cui aveva investito tutte le sue risorse lo aveva gettato sul lastrico, costretto alla bancarotta e perfino condotto in carcere); sostiene che l’individuo è solo di fronte alle avversità della vita e spesso si trova in grave difficoltà. Per Defoe la disoccupazione è un fatto volontario, quindi è contrario all’assistenza; solo chi si trova in stato di bisogno non per pigrizia o per colpa, ma per infortunio o malattia, merita aiuto. Propone la creazione di “Friendly Societies”, fondi che dovrebbero ricevere versamenti obbligatori da parte dei lavoratori attivi ed erogare un sussidio in caso di inabilità al lavoro, come pure una assicurazione per gli infortuni dei marinai e per le loro vedove e l’istituzione di un “Pension Office”. Come tale è considerato uno dei precursori (se non il precursore) del sistema previdenziale.
1751 L’Encyclopédie e la nascita delle compagnie
“L’opera che iniziamo ha due scopi: in quanto enciclopedia, deve esporre quanto più è possibile l’ordine e la connessione delle conoscenze umane; in quanto Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, deve spiegare i principi generali su cui si fonda ogni scienza e arte”; così Jean le Rond d’Alembert nel Discorso Preliminare al primo volume dell’Encyclopédie (1751). Il primo tentativo organico di racchiudere tutto il sapere in una sola opera spetta all’italiano Vincenzo Maria Coronelli, cartografo veneziano e generale dei Francescani, che nel 1701 inizia la pubblicazione della sua Biblioteca universale sacro-profana, suddivisa in voci ordinate alfabeticamente e in lingua italiana – non in latino – per garantirne la più ampia diffusione; l’opera rimane incompiuta alla sua morte. L’Encyclopédie di Denis Diderot e Jean le Rond d’Alembert esprime le idee dell’Illuminismo che propone alle forze sociali una cultura basata sulla ragione e sulla conoscenza sperimentale, secondo il metodo scientifico di Galileo e Newton. La conoscenza tecnica dei processi produttivi, lo sviluppo delle scienze matematiche, fisiche, chimiche e una congiuntura economica favorevole sono i presupposti per la creazione di nuove imprese, industriali e artigiane, ciascuna con il proprio bisogno di sicurezza. E’ in questo periodo che si colloca la fondazione delle prime compagnie assicurative in Francia a copertura di rischi diversi dal trasporto marittimo. Nel 1750 viene fondata una società mutua di assicurazione contro gli incendi e nel 1754 una compagnia ottiene l’autorizzazione regia ad operare per la tutela dagli incendi delle case.
01/09/1762 “Amicable” o “Equitable”?
La prima assicurazione sulla vita è la “Amicable Society for a Perpetual Assurance Office” (Società Mutua per un’Assicurazione Perpetua) fondata a Londra nel 1706 da William Talbot, vescovo di Oxford e Sir Thomas Allen. Ogni associato può sottoscrivere da una a tre quote annuali e deve avere una età compresa tra 12 e 45 anni; le somme raccolte, al netto delle spese, vengono ripartite annualmente tra i congiunti degli associati deceduti nello stesso periodo, in proporzione alle quote possedute. La metodologia di calcolo è ancora approssimativa e non tiene conto delle tavole di mortalità elaborate da Edmond Halley (1656 – 1742) nel 1693. Così, quando il matematico James Dodson (1706 – 1757) chiede l’ammissione a 47 anni, la sua domanda viene respinta. Dodson è un matematico di valore, membro della Royal Society per meriti scientifici e allievo di Abraham de Moivre (1667 – 1754); egli non accetta i rigidi limiti posti dalla “Amicable Society” che ritiene matematicamente infondati e socialmente ingiusti. Dodson aggiorna e perfeziona le tavole di Halley; calcola la speranza di vita sulla base della quale determinare sia il premio, variabile in funzione dell’età, sia l’importo minimo garantito da corrispondere alla morte dell’assicurato. Questa metodologia e la contestuale istituzione della figura dell’attuario, incaricato di determinare con precisione il rischio assunto dall’impresa, sono le principali innovazioni della società “equa” che vede la luce cinque anni dopo la morte di Dodson, la “Society for Equitable Assurances on Lives and Survivorships”, fondata nel settembre 1762.
1763 Pirati in Adriatico
A partire dalla seconda metà del ‘500 la “Serenissima Repubblica di Venezia” entra in una fase di lento ed irreversibile declino, dovuto alla contrazione dell’economia per effetto dell’apertura delle nuove rotte commerciali atlantiche e all’aggressività degli stati confinanti, in primo luogo “La Sublime Porta” (L’Impero Ottomano). Venezia non ha più i capitali necessari per rinnovare l’”Armata di Mare” (la flotta da guerra) e scortare il naviglio mercantile che presto diviene preda dei pirati; non solo gli Uscocchi, che hanno le loro basi nell’alto Adriatico, godono sottobanco della protezione del Sacro Romano Impero (Asburgico) e sono per metà pirati e per metà corsari; anche ottomani, spagnoli, pontifici (la flotta del Papa), Cavalieri di Rodi, perfino inglesi, danno la caccia alle navi veneziane per derubarne il carico o per ottenere il pagamento di un riscatto in cambio della restituzione delle imbarcazioni, delle merci e degli uomini. L’insicurezza su molte rotte si riflette nel rialzo dei premi. Nel 1610, Pellegrino Venier riferisce al Collegio dei Savi che i premi di assicurazione per la rotta verso il Levante, dal 3,50-4% del valore delle merci attorno al 1605, sono saliti al 10, 12, 14%. Nel 1704 una lettera presentata ai Cinque Savi alla Mercanzia ci informa che i premi toccano ormai punte del 25% e oltre. Nell’impossibilità di stroncare militarmente le scorrerie dei pirati (i più attivi sono quelli mussulmani, cosiddetti “barbareschi”) Venezia, nel 1763, conclude due trattati per la sicurezza della navigazione, uno col dey di Algeri e l’altro con quello di Tunisi; nel 1764 col dey di Tripoli e nel 1765 col dey del Marocco.
1771 I Lloyd’s e la bolla finanziaria
La “South Sea Company” viene fondata nel 1711 da Robert Harley, conte di Oxford, allo scopo di rilevare oltre la metà dell’ingente debito pubblico dell’Inghilterra (circa 50 milioni di sterline dell’epoca, ovvero tra 7,5 e 10 miliardi di Euro attuali) in cambio del monopolio del traffico commerciale con le colonie spagnole del Sud America; in aggiunta al monopolio, la Corona britannica paga un interesse del 6% e concede alla compagnia di consolidare il debito assunto, convertendolo sotto forma di azioni da collocare sul mercato. Le azioni hanno un grandissimo successo che però ha un presupposto fragile, perché il monopolio su quelle rotte non è dei britannici, ma degli spagnoli che non hanno nessuna intenzione di cederlo; nel 1720, quando i profitti attesi dagli investitori non arrivano, la “bolla” (bubble) finanziaria si sgonfia rapidamente, causando il tracollo della compagnia e la rovina di migliaia di azionisti. Nello stesso anno il governo inglese interviene facendo approvare il cosiddetto “Bubble Act”, una legge che disciplina e limita il trasferimento di azioni delle società “non riconosciute” (cioè non ufficialmente approvate dalla Corona e da un voto del Parlamento); la legge affida il monopolio dell’assicurazione marittima a due sole compagnie, ma non proibisce il costituirsi di società assicurative i cui membri forniscano adeguate garanzie di rifondere eventuali danni con il proprio patrimonio. Utilizzando questa possibilità, nel 1771 un gruppo di 70 banchieri, mercanti, armatori e broker, frequentatori del “New Lloyd’s Coffe House” dove svolgono la propria attività, dà vita ad una nuova società, i “Lloyd’s”, che opera dapprima nel settore marittimo, poi in tutti i rami.
Nel 1765 ottocento rifugiati tedeschi vengono accolti a Londra, ma si ritrovano senza soldi e senza riparo; nell’occasione, agenti assicurativi e broker scommettono nella “Lloyd’s Coffe House” su quanti di loro sarebbero morti in una settimana. Fin dalle prime formulazioni, i contratti contro il rischio di morte hanno una natura duplice: forniscono una tutela a chi sopravvive ma sono anche una scommessa contro la morte propria o altrui; quindi, le polizze possono essere sottoscritte da chi scommette sulla vita di re, papi, principi o imperatori; ad esempio, nel 1419, il Senato veneziano vieta le scommesse sulla vita del Papa (chiamate “securitates” o “sicurtà”), sotto pena di forti sanzioni pecuniarie. La convinzione etica che la morte non dovesse essere oggetto di speculazione commerciale ha frenato a lungo lo sviluppo dell’assicurazione sulla vita nel continente europeo e altrove. Fa eccezione l’Inghilterra dove, nel corso del XVIII secolo, vengono costituite le prime compagnie (“Amicable Society”, 1706); nella “Lloyd’s Coffe House” alcuni assicurano le proprie navi ed il proprio carico, mentre altri stipulano un contratto su merci che non possiedono, sperando di guadagnare in caso di naufragio. Si scommette su qualsiasi cosa: sulle elezioni, sullo scioglimento del parlamento, sulla vita del re e della regina, sui processi famosi, sulle campagne militari. L’attività assicurativa si mescola inestricabilmente col gioco d’azzardo, tanto da indurre gli operatori autodefinitisi “Lloyd’s” a cercare una nuova sede (“New Lloyd’s Coffe House”, 1769), poco prima di costituirsi in società (1771). La situazione preoccupa il legislatore britannico che interviene con due importanti leggi: il “Marine Insurance Act” (1745) che vieta di stipulare polizze sul trasporto marittimo a chi non abbia interesse diretto alla nave o al carico e il “Life Assurance Act” (noto come “Gambling Act”, 1774). Quest’ultima norma introduce il principio che il sottoscrittore del contratto debba avere un interesse alla sopravvivenza dell’assicurato, o ricevere un danno dalla sua morte; in tal modo si scinde l’assicurazione sulla vita dalle scommesse.
A metà del ‘700 si svolge un conflitto, la guerra dei sette anni (1756 – 1763), che coinvolge tutte le principali potenze europee: la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia, l’Austria, la Russia e, nella fase finale, anche la Spagna. Secondo Winston Churchill si tratta della prima vera guerra mondiale, perché è il primo conflitto della storia ad essere combattuto non solo sul territorio europeo ma anche nelle Americhe, in Asia e in Africa occidentale, dove vi erano delle colonie. A causa della sconfitta militare, la Francia perde tutti i possedimenti nell’America settentrionale: il Canada e la maggior parte della Louisiana (un territorio enorme che copre circa un terzo degli attuali Stati Uniti), passano alla corona britannica. Tuttavia, i coloni americani non ne ottengono alcun vantaggio; è loro vietato insediarsi nei nuovi territori abitati dai nativi, anzi, sono chiamati a coprire gli alti costi della guerra con le proprie imposte. I britannici inoltre, impongono alti dazi doganali alle merci americane per evitare la concorrenza con quelle prodotte nella madrepatria; sono condizioni che impediscono lo sviluppo economico e alimentano il malcontento. Tra i cinque estensori della dichiarazione di indipendenza americana (1776) c’è Benjamin Franklin (1706 – 1790), scrittore, scienziato e, dopo l’indipendenza, ambasciatore a Parigi; è l’inventore del parafulmine e compie importanti studi sull’elettricità. Come presidente della Pennsylvania è il fondatore del corpo dei vigili del fuoco volontari dello stato; a loro e a Franklin si deve la formazione di una delle prime compagnie di assicurazioni americane, tuttora esistente, la “Philadelphia Contributionship for the Insurance of Houses from Loss by Fire” (1752), in forma di società mutua sul modello della londinese “Amicable Contributionship”. Negli anni successivi, prima la guerra dei sette anni, poi la guerra d’indipendenza americana (1775 – 1783), provocheranno un lungo periodo di insicurezza sui mari che durerà fino alla caduta di Napoleone (1815) e che sarà alla base della nascita di nuove compagnie di assicurazioni marittime non solo in America ma anche in India.
Carl Friedrich Gauss (1777 – 1855) è un bambino prodigio; dimostra fin dall’infanzia un eccezionale talento per la risoluzione di problemi matematici complessi, tanto che il Duca di Brunswick, impressionato dalle sue capacità, finanzia i suoi studi, dapprima al Collegium Carolinum di Braunschweig, poi all’Università di Gottinga (1795 – 1798). Nella sua tesi di dottorato (1799) dimostra il teorema fondamentale dell’algebra che afferma che ogni polinomio di grado n, maggiore o uguale a 1, a coefficienti reali o complessi, ammette almeno una radice (soluzione) complessa. Seguono molti lavori importanti sulla teoria dei numeri (Teorema dei numeri primi), astronomia (costante gravitazionale di Gauss), fisica matematica (Legge di Gauss sull’interazione di cariche elettriche statiche), teoria della probabilità (Metodo dei minimi quadrati per minimizzare gli errori e introduzione della distribuzione normale, o di Gauss). La distribuzione normale è una distribuzione di probabilità continua usata come prima approssimazione per descrivere variabili con valori numerici reali (ad es. le misurazioni in un esperimento scientifico) che tendono a concentrarsi attorno a un singolo valor medio al crescere del numero dei dati. Sotto l’ipotesi che il valore più prossimo a quello reale della grandezza misurata sia la media aritmetica delle misure della grandezza stessa, Gauss dimostra che la distribuzione della probabilità associata ai valori misurati ha la forma di una campana (detta di Gauss), cioè è simmetrico attorno al valore effettivo della grandezza. Questi risultati sono comunemente utilizzati da molte discipline, tra cui le scienze demografiche; come tali rivestono una particolare importanza tra gli strumenti matematici utilizzati per stabilire con precisione la speranza di vita e quindi l’importo del premio nell’assicurazione sulla vita.
Alla fine del XVIII secolo la schiavitù è praticata in tutti i maggiori paesi europei e nelle colonie, ed è legale la “tratta negriera”, cioè il commercio di nativi africani trasportati via nave verso le Americhe per lavorare come schiavi nei campi o nelle miniere. Uomini e donne, rapiti dai loro villaggi e costretti a forza ad imbarcarsi, devono affrontare la lunga traversata oceanica in condizioni igieniche spaventose, ammassati nella stiva in spazi angusti, con poca luce, aria, acqua, poco cibo e sottoposti a continue brutalità per sventare ogni tentativo di ribellione. Il loro stato giuridico non è quello di persone (come tali portatori di diritti che ne limitano la piena disponibilità) ma di merci; possono essere comprati, venduti, hanno un preciso valore commerciale e possono essere assicurati. Le compagnie garantiscono l’obbligo del risarcimento al proprietario nel caso di morte per annegamento in seguito ad una tempesta o di morte violenta per essersi ribellati; l’equiparazione alla merce, che deve essere in buono stato, esclude la possibilità del risarcimento in caso di morte per malattia, rifiuto del cibo o suicidio. Il 29 novembre 1781 la nave britannica “Zong”, sta navigando nei Caraibi con poca acqua potabile ed un numero troppo alto di schiavi; molti di loro stanno morendo di vaiolo e dissenteria. Il comandante e l’equipaggio decidono di gettare in mare parte degli africani, contando sul risarcimento dell’assicurazione; quel giorno ed il successivo vengono buttate fuori bordo 132 persone che muoiono divorate dagli squali o annegate. Giunti in porto, in Giamaica, gli schiavi sopravissuti sono solo 208, meno della metà dei 440 imbarcati. I proprietari chiedono il risarcimento agli assicuratori che lo negano. Si giunge ad un processo, a Londra, che, in primo grado, dà un verdetto favorevole alla proprietà; il processo di appello ribalta la sentenza solo quando, dalla testimonianza di un marinaio, emergono tutti i gravi errori compiuti nella conduzione della nave. Il fatto di avere provocato la morte di tante persone viene invece giudicato conforme al diritto marittimo, per aver voluto salvare il resto del carico. Nessuno pagherà mai per questo crimine.
La seconda metà del XVIII secolo viene chiamata: “L’età delle Riforme”. Nelle stesse case regnanti c’è la consapevolezza che il vecchio assetto politico è inadeguato alle esigenze della società contemporanea ed è fonte di stagnazione economica, inefficienza e corruzione che alimentano crisi e instabilità. Le riforme vogliono creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle forze produttive per accrescere la base contributiva. Molti governi introducono il principio dell’equilibrio fra importazioni ed esportazioni; una disciplina fiscale basata sui censimenti agricoli; un’imposta unica sulle terre che superi il caos dei tributi locali, delle decime e delle obbligazioni (“corvée”) dovute ai signori feudali ed alla Chiesa. C’è il tentativo di sottoporre la Chiesa, i suoi beni, le sue attività economiche ed i suoi ministri alla stessa legislazione civile cui sono sottoposti gli altri sudditi (il concetto di cittadinanza si imporrà solo con la Rivoluzione francese). In Italia, un’importante attività riformatrice viene svolta a Milano sotto il regno di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena (1740 – 1780) ed in Toscana, governata dal 1737 da Francesco I, consorte di Maria Teresa ed imperatore del Sacro Romano Impero. Tra i 16 figli della coppia, il nono succede al padre come granduca di Toscana col nome di Pietro Leopoldo (1765) prima di diventare egli stesso imperatore (1790). Pietro Leopoldo promuove la bonifica delle zone paludose della Maremma, liquida le corporazioni in vigore dal medioevo, abolisce le leggi che limitano il commercio del grano, riduce le tariffe doganali, limita i privilegi ecclesiastici; inoltre, abolisce il reato di lesa maestà, la censura ecclesiastica, la tortura (praticata da tutti gli stati dell’epoca) e la pena di morte, mettendo in atto, primo stato in Europa (“Riforma criminale toscana”, 1786), i principi contenuti nel saggio di Cesare Beccaria: “Dei delitti e delle pene” (1764). In questo clima di rinnovati studi giuridici, si forma Ascanio Baldasseroni (1751 – 1824), avvocato e giurista livornese. Il suo “Trattato delle assicurazioni marittime”, pubblicato in tre volumi nel 1786, è considerato uno dei testi più importanti dell’epoca; l’autore esamina principi, prassi, giurisprudenza e confronta le legislazioni in vigore nei principali stati europei.
Un documento del 1769 elenca le otto tipologie di coperture assicurative praticate nella Repubblica di Venezia: “1) sopra merci valutate a costo e spese; 2) sopra denari dati a cambio marittimo; 3) sopra l’interesse de’ capitani o marinari; 4) per riassicurazione; 5) sopra qualsiasi bastimento da un luogo all’altro; 6) sopra schiavitù dei capitani, marinari e passeggeri imbarcati su navigli veneti; 7) sopra corpo, spazi e corredi delle navi; 8) vita delle persone”. Al punto 6) il contratto si attiva in caso di cattura dei marinai o dei passeggeri da parte dei pirati e serve a fornire il denaro per il riscatto dei prigionieri. Tutte le garanzie dell’elenco riguardano attività connesse al commercio marittimo. Nel 1788 un atto notarile certifica la costituzione della “Compagnia Veneta di Sigurtà”, in forma di società anonima per azioni, con un capitale di 400.000 ducati, suddiviso in 800 azioni da 500 ducati ciascuna. Nel 1788 viene fondata la “Veneta Società di Assicuratori”, nel 1793 la “Camera Veneta di Assicurazioni” e nel 1794 il “Banco di Assicurazioni”. Questo fiorire d’imprese non deve però ingannare sulle reali condizioni…
“Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un delitto già commesso… Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio”. Così Cesare Beccaria sulla pena di morte, nel saggio: “Dei delitti e delle pene” (1764). Il volume, nel quale l’autore si esprime contro la tortura, la pena di morte e l’abuso della carcerazione, ha un successo clamoroso; viene letto, in italiano, da Thomas Jefferson, che ne trae ispirazione per la nuova legislazione americana; è molto apprezzato da Voltaire e da Denis Diderot. La Milano degli ultimi decenni del settecento ha una vivacissima vita culturale, è in piena ripresa economica e beneficia delle riforme intraprese durante il regno di Maria Teresa d’Austria (1740 – 1780) che fonda le scuole e l’Accademia di Brera, rende pubblica la Biblioteca Braidense, fa costruire la Villa Reale di Monza ed il Teatro alla Scala (1778). A quest’ultima iniziativa si aggiunge poco dopo la costituzione di una società mutua per il soccorso ai musicisti indigenti o malati, il “Pio Istituto Filarmonico” (1782), sul modello di alcuni istituti d’assistenza già esistenti, come il “Pio Istituto Teatrale” e il “Pio Istituto Tipografico” rivolti ai lavoratori bisognosi di queste categorie. Tuttavia, sul finire del secolo la stagione delle riforme del governo imperial-regio asburgico si sta esaurendo e i milanesi accoglieranno con simpatia l’arrivo delle armate rivoluzionarie francesi (1796).
Trieste è parte dell’impero asburgico dal 1382 al 1918. Per volere di Carlo VI (imperatore dal 1711 al 1740), il suo porto gode dal 1719 dello statuto di porto franco (è esente dai dazi doganali e da molte imposte, privilegio esteso all’intera città dal 1766). Il provvedimento esprime una precisa strategia delle autorità asburgiche tesa a trasformare Trieste nel principale bacino marittimo e di scambi economici dell’impero, in diretta concorrenza con Venezia; infatti, a Trieste confluiscono le direttrici commerciali tra il centro Europa ed il Mediterraneo e quelle tra Levante e Occidente. E’ da leggersi in quest’ottica anche l’editto di tolleranza (1781) che garantisce libertà di culto alle comunità religiose degli immigrati; vi sono poi consistenti agevolazioni e veri e propri privilegi (libertà di commercio e industria, diritti di residenza e di proprietà per i sudditi non austriaci). Il ceto imprenditoriale (commercianti, armatori e finanzieri) riflette il carattere cosmopolita, multiculturale, multietnico e multireligioso della città, accogliente luogo d’incontro di differenti popoli e culture. L’assenza, tra la fine del ‘700 ed i primi decenni dell’800, di istituzioni creditizie che si assumano il rischio dei commerci marittimi, delle merci e degli incendi, è alla base della nascita delle compagnie di assicurazioni. La città ha un rilievo particolare nella storia delle assicurazioni italiane perché, tra il 1779 ed il 1883, vi sono costituite ben ottanta compagnie, tra le più importanti del paese, alcune delle quali tuttora in attività. Nel 1786, a Trieste, per iniziativa di Giuseppe Lazzaro Morpurgo e Giacomo de’ Gabbiati, nasce la prima compagnia italiana ad esercitare anche l’assicurazione contro gli incendi: “Il Banco di Assicurazioni e Cambji Marittimi” che cessa però l’attività nel 1810. Morpurgo sarà poi tra i fondatori, dapprima dell’”Anonima Assicuratrice” (1822), organizzando, per primo in Italia, l’assicurazione grandine, poi delle “Assicurazioni Generali Austro-Italiche” (1831) che, dal 1848, si chiameranno “Assicurazioni Generali”.
L’Inghilterra della rivoluzione industriale, nel XVIII secolo, è il luogo del massimo sviluppo dell’attività assicurativa. Qui vengono fondate la prima compagnia per l’assicurazione contro gli incendi (1680) e quella sulla vita (1706). Nel resto d’Europa l’economia è più arretrata e la costituzione di nuove imprese di assicurazione più lenta. In Francia le prime società contro gli incendi sorgono poco dopo la metà del secolo; nel 1787 viene fondata la “Compagnie Royale d’Assurances Génerales”, con il favore del Re Luigi XVI che è tra i sottoscrittori delle azioni. Il proprietario e amministratore è stato ministro del re, poi eletto alla Convenzione Nazionale nelle file dei girondini (l’ala moderata dell’assemblea, avversaria dei giacobini e di Robespierre); i giacobini lo accusano (pare fondatamente) di avere approfittato della sua condizione di ministro per ostacolare l’applicazione di una normativa fiscale che inasprisce la tassazione sulle società di assicurazione. Il 24 agosto 1793 la Convenzione emette un decreto che sopprime tutte le società: ”il cui capitale sia costituito da azioni al portatore o da titoli negoziabili”; il provvedimento, che colpisce quasi tutte le imprese di assicurazioni, è un colpo durissimo per il settore; resta in vigore per tutto il periodo napoleonico e viene abrogato solo con la Restaurazione (1815). Il decreto è espressione di una particolare situazione di emergenza: il 13 luglio 1793 viene assassinato Jean-Paul Marat, esponente di primo piano dei giacobini; la Francia si sente minacciata dagli eserciti alleati delle altre potenze europee che vogliono impedire il contagio rivoluzionario, dall’insurrezione antigiacobina in Vandea e dalla crisi economica, frutto dell’instabilità politica e di un calcolato sabotaggio; di conseguenza, le autorità cercano di impedire la massiccia fuga di capitali verso l’estero e di reperire fondi per la conduzione della guerra.
Nel XVII secolo l’Inghilterra vive uno dei periodi più tormentati della sua storia; lo scontro tra i sostenitori del parlamento e quelli della monarchia provoca una lunga e sanguinosa guerra civile (1642 – 1660), nel corso della quale hanno luogo la dittatura di Oliver Cromwell (1649 – 1658) e l’unico esperimento repubblicano della storia britannica, il Commonwealth of England (1649 – 1660). E’ solo alla fine del secolo, col conferimento del titolo regale all’olandese Guglielmo d’Orange (1689), che il paese recupera stabilità, anche se le ribellioni dei sostenitori della casata cattolica degli Stuart continueranno fino alla sconfitta definitiva nella battaglia di Culloden (1746). Nonostante i conflitti, l’economia britannica vive una lunga fase di espansione; in questo periodo nascono alcune società che sono poi andate a costituire uno dei gruppi assicurativi attualmente più rilevanti, l’”Aviva”. Alle sue origini si collocano: l’”Hand-in-Hand Contributors for Insuring Houses, Chambers or Rooms from Loss by Fire”, tra le prime compagnie in assoluto contro l’incendio e la prima in forma di società mutua, fondata il 12 novembre 1696; la prima a dotarsi di una autopompa dal 1716. Poi, il 25 luglio 1706, la “Amicable Society for a Perpetual Assurance Office“, la prima compagnia di assicurazione sulla vita e la prima in forma di società mutua. Nel febbraio del 1714 nasce la “Union Assurance”, poi “Commercial Union Assurance Company Ltd” (1907). Il 1 marzo 1797 viene fondata la: “Norwich Union Society for insuring of buildings, goods, merchandises & effects from Loss by Fire“. Dalla fusione tra “Commercial Union” e “Norwich Union” (2000) sorgerà la società che poi prenderà nome ”Aviva”, tra i primi venti gruppi assicurativi mondiali (dati 2016) e, per quanto detto, il più antico.
1804 Il Codice Napoleonico
La rivoluzione francese ha tra i suoi obiettivi il superamento del particolarismo giuridico dell’Ancien Régime, un agglomerato caotico di norme locali, tra loro contraddittorie, volte a tutelare interessi signorili, feudali o corporativi. La creazione di un mercato unitario nazionale e l’esigenza primaria della nascita di una moderna società borghese, commerciale e industriale, di cittadini e non di sudditi, sono alla base dell’elaborazione di una nuova legislazione unitaria che sostituisca il vecchio “diritto comune”. Le radici del nuovo atteggiamento si trovano nel pensiero illuminista che vuole recuperare la chiarezza giuridica del diritto romano (“Corpus iuris Civilis” o di Giustiniano) e dare forma stabile al diritto consuetudinario diffuso nelle regioni settentrionali; il tutto, in osservanza dei principi e dei valori contenuti nella “Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen” (1789). Il progetto riceve un impulso determinante da Napoleone Bonaparte (primo console dal 1799 e imperatore dal 1804); il testo, approvato dal Parlamento, entra in vigore il 21 marzo 1804 col nome di “Code civil des Français” (poi noto come “Code Napoléon”) ed è tuttora alla base della legislazione francese. Il codice afferma l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, disciplina i diritti della persona e della famiglia, abolisce il feudalesimo e tutela il diritto di proprietà. Tra il 1804 ed il 1810 si completa il disegno napoleonico di revisione complessiva della legislazione e della procedura civile e penale. Nel 1807 viene approvato il “Code de commerce” che disciplina le attività commerciali, il diritto marittimo, i fallimenti e la giurisdizione. All’ambito del diritto marittimo, che conserva l’impianto della “Ordonnance de la Marine” (1681), appartiene anche l’attività assicurativa a copertura dei trasporti (non sono trattati altri tipi di garanzie). Tra i principali ispiratori vi sono i giuristi Robert Joseph Pothier (1699 – 1772), autore del “Traité des obligations”, che contiene a sua volta il “Traité du contrat d’assurance” (1767) e Balthazard Marie Emerigon (1716 – 1785) autore del “Traité des assurances et des contrats a la grosse” (1783).
1808 Companhia De Seguros…
In Portogallo, il regno di Giuseppe I (1750-77) è un periodo di grandi riforme. Determinante è il devastante terremoto e maremoto di Lisbona (1755) che rade al suolo mezza città e provoca fra 60.000 e 90.000 morti su circa 300.000 abitanti. Il terremoto, avvenuto il giorno di Ognissanti e avvertito in tutta Europa, ha notevoli ripercussioni sulla società portoghese e ridimensiona le sue ambizioni coloniali; è all’origine di profonde riflessioni sulla natura di Dio e sulla apparente casualità delle sue “punizioni”: Voltaire lo utilizza come argomento polemico contro Leibniz e l’ottimismo ingenuo nel suo libro “Candido o l’ottimismo”. La ricostruzione, affidata al primo ministro, il Marchese di Pombal, si distingue per tempestività ed efficienza; la capitale lusitana rinasce secondo un piano urbanistico improntato ai principi dell’architettura razionalista e in grado di resistere a nuovi terremoti. Il Marchese di Pombal, massone e illuminista, introduce molte riforme economiche sul modello anglosassone; dà nuovo impulso all’Università di Coimbra, fonda la Banca Reale, crea nuove imprese, riforma il sistema fiscale, l’esercito, la marina. Limita il potere del clero, subordinando il tribunale del Sant’Uffizio allo stato, espelle i gesuiti e confisca i loro beni; limita il potere della nobiltà che lo detesta. La nuova sovrana, Maria I (1777-1816), ed il figlio Giovanni VI (1816-26), reggente dal 1792, hanno invece un orientamento conservatore; nel 1792 dichiarano guerra alla Francia rivoluzionaria. Il paese viene invaso dalle truppe napoleoniche nel 1807 e il conflitto, con l’intervento di Inghilterra e Spagna, dura fino al 1811. In questo periodo travagliato, alcuni imprenditori, uomini d’affari e commercianti, tra cui spicca José Diogo de Bastos, danno vita nel 1808, alla “Companhia De Seguros Bonança”, il cui motto recita: “Depois da Tempestade vem a Bonança” (Dopo la tempesta viene la calma); la compagnia tratta trasporti marittimi e terrestri. La “Bonança”, dopo varie fusioni, è tuttora esistente con la denominazione di “Império Bonança“e, dal 2004, fa parte del maggiore gruppo assicurativo portoghese, la “Caixa Seguros”, a sua volta parte della “Caixa Geral de Depósitos (CGD)”.
1810 Nasce “The Hartford Fire Insurance Company”
Il Connecticut confina a ovest con lo stato di New York, a nord con il Massachusetts. I primi esploratori europei sono olandesi, ma vengono ben presto sostituiti da coloni inglesi di fede puritana che, dal 1633 al 1646, fondano i primi insediamenti, tra cui Newtown, poi denominata Hartford (1637) dalla città inglese di Hertford. La prima costituzione, gli “Ordini Fondamentali del Connecticut”, è adottata il 14 gennaio 1639 e contiene alcuni diritti civili fondamentali, tra cui il principio che tutti gli uomini liberi eleggano i propri magistrati e votino con scrutinio segreto; inoltre, sono indicati i poteri del governo e i limiti al loro esercizio. Queste idee influenzeranno la Costituzione degli Stati Uniti e i poteri del governo federale. Il Connecticut è una delle tredici colonie britanniche della costa atlantica nordamericana che dichiarano la propria indipendenza dall’Impero britannico il 4 luglio 1776, inasprendo il conflitto già in atto che si conclude con la vittoria degli americani nel 1783. Nel 1808, a Hartford, alcuni commercianti fondano la “The Hartford Fire Insurance Company”, compagnia a copertura del rischio incendio. Nel 1825 la compagnia emette la prima polizza a copertura di una prestigiosa università, quella di Yale. La società sopravvive ad alcuni degli eventi più catastrofici della storia americana; tra questi, il Grande Incendio di New York (1835), l’incendio di Chicago (1871) e quello causato dal Grande Terremoto di San Francisco (1906). Tra i suoi clienti c’è il Presidente Abraham Lincoln (1861) che assicura la sua abitazione al momento dell’insediamento alla Casa Bianca. Nel 1997 assume la denominazione: “The Hartford Financial Services Group, Inc.”; in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 la compagnia ha versato oltre 850 milioni di dollari per i risarcimenti alle vittime. Nella classifica 2016 dei 55 maggiori gruppi assicurativi del mondo per capitalizzazione di mercato, la “Hartford” si colloca a metà graduatoria.
Il 1815 è un anno cruciale per la Francia e per l’Europa. Il 26 aprile Napoleone lascia l’isola d’Elba, dove era stato confinato l’anno prima, dopo la sconfitta nella battaglia di Lipsia, per cercare di riconquistare il potere. L’ultima avventura napoleonica si conclude definitivamente a Waterloo nel giugno 1815. Il mese successivo, Napoleone s’imbarca per la remota isola di Sant’Elena dove morirà nel 1821. L’8 luglio 1815 Luigi XVIII viene ufficialmente reintegrato nei suoi poteri, ma il nuovo re, dopo vent’anni d’esilio è, di fatto, uno straniero in patria. Il regime instaurato dopo la rivoluzione del 1789, dapprima repubblicano, poi consolare e imperiale, ha definitivamente mutato il volto della Francia. Il nuovo Codice Civile (1804, poi denominato Codice Napoleonico) definisce i principi di una società borghese e liberale che garantisce i diritti della proprietà, della libertà e della sicurezza personale, dell’uguaglianza davanti alla legge, della laicità dello Stato e della libertà di coscienza; il tentativo – fallimentare – di restaurare il regime di assolutismo monarchico porterà solo nuova instabilità. La Francia che esce da oltre vent’anni di guerre è un paese stremato; solo i caduti dell’epoca napoleonica (1803 – 1815) sono oltre 1.300.000; la ripresa è lenta. Nel 1816, a Parigi, viene fondata la compagnia Mutuelle de l’Assurance; l’anno seguente, 1817, a Rouen, di fronte alla Cattedrale, viene costituita un’altra società mutualistica a copertura del rischio incendio, L’Ancienne Mutuelle, a partire da alcune strutture dipartimentali della Compagnie mutuelle contre l’incendie, società dedicata alla tutela dai rischi agricoli in Normandia. Sia la Mutuelle de l’Assurance che L’Ancienne Mutuelle sono alle origini del gruppo AXA, tra i primi 10 gruppi assicurativi del mondo per capitalizzazione di mercato nella classifica 2016.
Cassa invalidi della marina
L’Italia ha una lunghissima tradizione di mutualità di mestiere; le associazioni per l’assistenza reciproca tra lavoratori di una stessa categoria affondano le proprie radici nel mondo romano (ad es. edili e legionari) e sono alla base delle future corporazioni medioevali. La chiesa cattolica, che assume molte funzioni della declinante autorità imperiale, si sostituisce allo stato nelle attività assistenziali e caritatevoli; con la differenza che la mutualità dell’era cristiana non ha solo finalità economiche ma corrisponde ad esigenze spirituali e morali. A questo proposito, la Riforma protestante segna una netta cesura perché introduce il principio della salvezza non per mezzo delle opere, ma della grazia divina e della fede. Nel settecento poi, il pensiero illuminista assegna nuovamente allo stato il compito di provvedere alle esigenze fondamentali dei più deboli. Si creano così i presupposti teorici per una nuova mutualità laica. In Italia, la prima cassa di previdenza marittima viene istituita, a Genova, in epoca napoleonica, col decreto del 8 giugno 1811 che crea la Caisse des invalides de la marine. Negli anni della Restaurazione, l’istituzione viene mantenuta dal Piemonte e denominata Cassa invalidi della marina (1816) sia militare che mercantile. Con regio decreto del 10 agosto 1823 la Cassa riceve il patrimonio del Magistrato per il riscatto degli schiavi, antica istituzione nata nel XVI secolo per riscattare i marinai presi prigionieri dai pirati, a sua volta trasformata nel 1815 nella Pia giunta per la redenzione degli schiavi. Nel 1851 la Cassa invalidi viene soppressa e sostituita con la Cassa di risparmio e beneficenza per gli invalidi della Marina mercantile. Nel 1861 vengono istituite cinque Casse invalidi per la Marina mercantile a Genova, Livorno, Napoli, Palermo e Ancona, enti che nel 1913 confluiranno nella Cassa nazionale di previdenza marinara.
Dopo Waterloo (1815), la ripristinata monarchia di Luigi XVIII cancella molti provvedimenti presi durante il regime repubblicano e napoleonico, nel tentativo – irrealizzabile – di ripristinare la situazione antecedente alla rivoluzione del 1789 (l’Ancien régime). Una ordinanza reale (1816) abroga parzialmente un decreto della Convenzione (1793) che aveva soppresso tutte le società: ”il cui capitale sia costituito da azioni al portatore o da titoli negoziabili”, le c.d. “società anonime”; l’ordinanza autorizza la costituzione di società per azioni avente per fine l’assicurazione contro i danni da incendio; poco dopo, una seconda ordinanza (1818) autorizza anche le società anonime per l’assicurazione sulla vita. La circostanza che, per più di vent’anni, non vi fossero state in Francia compagnie di assicurazione è alla base della fioritura di nuove società che si riscontra in questo periodo. Nel 1817 viene costituita la Compagnie royale d’assurances maritimes da un gruppo di importanti uomini d’affari, tra cui spicca Jules Paul Benjamin Delessert (1773 – 1847) banchiere e botanico; Delessert è il fondatore della prima Cassa di Risparmio francese nel 1818. La compagnia sul trasporto marittimo ha vita breve e fallisce dopo il 1822, ma viene presto affiancata da analoghe società sull’incendio e sulla vita (1820). Queste due compagnie si uniscono nel 1848 e la nuova impresa assume la denominazione de La Nationale. Dalla fusione de La Nationale, la Soleil et l’Aigle (nazionalizzate tra il 1946 ed il 1948) nasce, nel 1968, il Groupe des assurances nationales (GAN). Nel 1998 Groupama acquisisce GAN (quarto gruppo assicurativo francese) e diventa il secondo gruppo transalpino.
La Francia degli anni della Restaurazione e della monarchia di Luigi XVIII (1814-1824) è un paese impoverito da un ventennio di guerre, agricolo e rurale, con scarsi capitali ed un sistema finanziario poco sviluppato. Si aprono ampi spazi d’intervento per personalità con alcune caratteristiche peculiari: un forte realismo politico che consente di attraversare senza danni i repentini cambiamenti di regime, uno spiccato senso degli affari, la capacità di stabilire relazioni e alleanze, forti doti organizzative e, spesso, una discreta mancanza di scrupoli. Tra questi possiamo collocare Claude-Etienne Martin (più noto come Martin fils d’André, 1748-1827); di famiglia alto borghese, commerciante e armatore, costretto a rifugiarsi in Svizzera durante il Terrore, risulta tra i duecento maggiori azionisti della Banca di Francia e ne diviene amministratore dal 1810 al 1825. Nel 1818 è tra fondatori de la Société anonyme des assurances générales, una compagnia di assicurazioni che è contemporaneamente incendio, trasporto marittimo e vita, la prima in Francia. Ancora più esemplare è la vicenda di Jacques Laffitte (1767-1844) che, partendo da umili origini, diventerà Governatore della Banca di Francia (1814-1820) e Presidente del Consiglio dei Ministri (1830-1831). Nel 1819 è tra i fondatori de Le Phenix, Société anonyme d’assurances contre l’incendie. Nel 1945 le Assurances générales e Le Phénix diventano proprietà dello stato; nel 1968 vengono fuse assieme a costituire le Assurances Générales de France (AGF). La compagnia tedesca Allianz diventa azionista di maggioranza di AGF nel 1998 e proprietaria al 100% dal 2007; nel 2009 AGF assume la denominazione di Allianz France.
1821 Nasce l’ITAS
Il Tirolo è una regione storica che si estende: a nord in Austria, dove è la sua capitale Innsbruck, a sud in Italia, nelle provincie di Bolzano e Trento. Dopo il Congresso di Vienna (1815), questo territorio costituisce una contea assegnata all’Impero austriaco. Il Tirolo è in prevalenza montagnoso, l’economia è agricola e povera; le abitazioni sono costruite per la gran parte in legno e paglia, molto esposte al rischio di rovinosi incendi, seguiti da ricostruzioni dai costi insostenibili. Queste motivazioni sono alla base della nascita dell’Istituto provinciale tirolese voralberghese di assicurazione contro gli incendi (Tirolisch-Vor-arlberg’sche-Feuer-Versicherung-Anstalt, l’odierno ITAS, Istituto Trentino Alto Adige Assicurazioni) a Trento, il 5 ottobre 1821, la più antica impresa assicurativa italiana ancora in attività. La costituzione dell’Istituto viene approvata personalmente dall’Imperatore Francesco I d’Austria, contro il parere della Cancelleria viennese (scettica sulla solidità patrimoniale dell’impresa); sarà solo nel 1825 che la compagnia potrà iniziare le proprie attività, dopo una laboriosa raccolta di fondi. L’Istituto ha forma mutualistica, senza fini di lucro, e, pur essendo giuridicamente un ente di diritto privato, ha finalità di pubblica utilità, espresse con chiarezza nello statuto sociale: “… una Società Mutua di proprietari di fabbricati i quali in comune fra loro si garantiscono il risarcimento dei danni di incendio subiti dai loro fabbricati e dichiarano di prestarlo realmente in caso di evenienza”. La copertura è “a primo rischio”, cioè garantisce il risarcimento integrale dei danni subiti, a differenza della prassi solitamente adottata dalle altre compagnie, che prevede un criterio di risarcimento proporzionale. Nel 2015 il Gruppo Itas risulta l’ottavo gruppo nazionale nel ramo danni.
1825 Nasce “Schweizerische Mobiliar”
La fondazione della Svizzera viene fatta risalire al 1291 con la firma del Patto Confederale, una alleanza di tre cantoni ai quali si aggiungeranno gli altri nei secoli successivi; gli svizzeri difendono tenacemente e vittoriosamente la loro indipendenza contro vicini potenti (il Regno di Francia, l’Impero asburgico, il Ducato di Borgogna) fino all’invasione napoleonica del 1798. Il Congresso di Vienna (1815) restituisce la piena sovranità alla Confederazione e sancisce il suo assetto territoriale definitivo, sostanzialmente immutato fino ad oggi. Nel 1806 il cantone Argovia fonda la prima assicurazione pubblica svizzera a copertura dagli incendi degli stabili, a cui seguono Berna, Turgovia e altri. La prima società privata di assicurazione (solo per per i beni mobili), la Schweizerische Mobiliar-Assekuranzkasse, nasce a Murten, nel 1825; per consentire anche agli agricoltori di affiliarsi alla società viene data loro la possibilità di pagare i premi in natura (ad es. con verdura, uova, prosciutto, ecc.). Nel 1826 la società viene trasferita a Berna e rifondata in forma cooperativa con la denominazione di Schweizerische Gesellschaft zur gegenseitigen Versicherung des Mobiliars gegen Brandschaden (Società svizzera di mutua assicurazione del mobilio contro i danni da incendio), tuttora in attività; in pochi anni la Mobiliare estende la sua presenza a tutta la Svizzera. L’incendio di Glarona (1861) porta la compagnia sull’orlo del fallimento, costringendola a contrarre un prestito di 300.000 franchi. Nel 1990 la Mobiliare si costituisce in Gruppo cui viene data una nuova struttura nel 1998. Nel 2006 i premi della Mobiliare ammontano a 2,7 miliardi di fr. svizzeri (nel 1926 erano 10 milioni) e il capitale proprio a 2,5 miliardi (25 milioni nel 1926).
“1825. 24 Luglio. Regno Lombardo Veneto… Regnando S. M. l’Imperatore e Re Francesco Primo… Si dichiara da questo momento eretta la detta Società anonima sotto il titolo di – “Compagnia di Assicurazione contro gli Incendj e sulla vita dell’uomo approvata dall I.R. (Imperial Regio) Governo -”. Così recita l’atto notarile, costitutivo della prima società per azioni dell’Italia pre-unitaria, che ha per capitale sociale la cospicua somma di 6 milioni di Lire austriache. Nel clima della Restaurazione che segue la caduta del Regno d’Italia napoleonico (1814), a fronte di una politica del governo asburgico sospettosa nei confronti della città di Milano, una parte significativa dell’imprenditoria cittadina (banchieri, industriali, spedizionieri, negozianti) decide di fondare una grande compagnia assicuratrice; in parte sono le stesse persone che hanno fondato la prima cassa di risparmio italiana, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde (1823). La Compagnia di Milano opera nel ramo incendi (fino ad allora dominato dalle compagnie austriache e francesi) e nei rami vita e rendite vitalizie; la sua fondazione risponde ad una esigenza molto sentita e rivela una notevole propensione al rischio d’impresa, data l’assenza, in molte città, di normative contro gli incendi, di misure di prevenzione efficaci e di metodologie statistiche precise per la valutazione dei rischi e delle relative tariffe. Sono le compagnie assicurative a fare pressione sui rispettivi governi per ottenere leggi, uomini e mezzi adeguati per affrontare gli incendi, come era accaduto in precedenza in Inghilterra e Francia. Dato che gli studi statistici italiani sono agli inizi, nei contratti sulla vita si utilizzano modelli francesi.
1825 Nasce Standard Life
Nel 1701 il Parlamento inglese stabilisce per legge (“Act of Settlement”) il divieto per i sovrani di abbracciare la fede cattolica (pena la decadenza) e indica una linea di successione protestante. L’atto prelude alla costituzione del Regno di Gran Bretagna ((“Union Act”, 1707) che unifica le corone d’Inghilterra e di Scozia; tuttavia, l’ultimo discendente dei re scozzesi, Carlo Edoardo Stuart, continua a rivendicare il trono e si mette a capo di una rivolta che si concluderà nel 1746, con la definitiva sconfitta di Culloden, la fuga e l’esilio. Nei decenni seguenti, il Parlamento di Londra promulgherà nuove leggi con lo scopo di favorire la confisca di terre da parte della Corona e di indebolire l’identità e l’economia dei clan, vietando la lingua gaelica in pubblico, limitando il possesso di armi, proibendo di suonare la cornamusa e di indossare il tartan ai civili (“Highland Dress Proscription Act”, 1782); lo sviluppo economico è lento e solo nei primi decenni dell’ottocento la Scozia conoscerà un decollo industriale. I due centri più importanti sono Glasgow, per l’industria manifatturiera, ed Edimburgo, capitale politica e amministrativa. Nel 1825, ad Edimburgo, viene fondata la “Life Insurance Company of Scotland” (dal 1832 “Standard Life Assurance Company”) in forma di società mutua (tale rimarrà fino al 1925). La società ha una forte vocazione internazionale e, alla fine dell’ottocento, ha proprie filiali in Canada, Irlanda, India (Madras, Bombay, Calcutta), Cina, Uruguay, Sud Africa, Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia. Nella classifica 2016 dei 55 maggiori gruppi assicurativi del mondo per capitalizzazione di mercato, il gruppo “Standard Life“ si colloca nella 52° posizione.
1826 Nasce l’”Adriatico Banco”
L’era napoleonica, che si chiude con il congresso di Vienna (1815), è considerata poco favorevole allo sviluppo dell’attività assicurativa, a partire dal divieto di costituire società anonime (cioè per azioni), istituito per legge dalla Convenzione francese nel 1793 e sempre confermato; fa eccezione la situazione che si crea in seguito al blocco continentale. Il termine Blocco Continentale indica il divieto, emanato da Napoleone Bonaparte il 21 novembre 1806 con il “Decreto di Berlino”, di consentire l’attracco nei porti dei paesi soggetti al dominio francese (all’epoca quasi tutta l’Europa) alle navi o alle merci inglesi; ovvero, non riuscendo a battere l’Inghilterra sui mari, Napoleone decide di indebolirla economicamente. Di fatto, il blocco si rivela molto negativo per l’economia europea (esclusa la Francia, che impone agli altri le sue merci) ed essendo la motivazione ufficiale della disastrosa campagna di Russia del 1812 (Napoleone invade la Russia perché lo zar Alessandro I si rifiuta di applicare il blocco) è all’origine della caduta dello stesso Napoleone. Tuttavia, in questo periodo, i porti mediterranei sono avvantaggiati rispetto a quelli atlantici; così Livorno, Venezia e Trieste beneficiano di capitali che altrimenti non sarebbero stati investiti; inoltre, si diffonde la consapevolezza che le imprese assicurative devono diversificare le proprie attività per poter affrontare uno scenario generale pieno di incognite. Trieste, che fin dal secolo precedente era stata prescelta dal governo asburgico come naturale sbocco commerciale della vasta area danubiana, diventa il più importante centro assicurativo della penisola. Nel 1826 nasce l’“Adriatico banco di assicuratori”, che inizialmente tratta le assicurazioni marittime e l’esigibilità dei crediti, ma in breve si occuperà degli incendi e di tutte le merci viaggianti. Il Banco avrà poi un ruolo importante nella costituzione de la “Riunione Adriatica di Sicurtà contro l’incendio e sulle merci viaggianti” (RAS, 1838).
Il 14 febbraio 1820 viene assassinato Carlo di Borbone, duca di Berry, figlio del re Luigi XVIII ed erede al trono di Francia, all’uscita dalla Salle du Théâtre Montansier, a Parigi, sede dell’Académie Royale de Musique. L’assassino è il sellaio Louis Pierre Louvel che al processo dichiarerà di aver agito da solo, per odio contro la dinastia dei Borboni. Il delitto influisce pesantemente sulla situazione politica, nella quale acquista un peso sempre più rilevante la parte più reazionaria dell’aristocrazia che da sempre si batte per una completa liquidazione dell’eredità della Rivoluzione francese. Il principale rappresentante di questa fazione è Carlo, conte di Artois, l’anziano fratello del re. Nel 1824 Luigi XVIII muore e il suo successore al trono è proprio Carlo di Artois, che prende il nome di Carlo X; il nuovo sovrano adotta una politica conservatrice che culmina (1830) nel tentativo di modificare in senso autoritario la carta del 1814 che definiva i poteri del re come sovrano costituzionale. Il profondo malcontento causato dalla gravissima crisi economica tra il 1827 e il 1830 e la forte opposizione liberale e democratica sventano questo disegno. All’epoca sono attive in Francia tre compagnie assicurative a premio fisso fondate nel decennio precedente: le Assurances Générales, La Royale, Le Phénix. Nonostante la crisi, alcuni banchieri e uomini d’affari costituiscono L’Union Compagnie d’Assurance contre l’Incendie il 2 ottobre 1828. Nel 1968 L’Union si fonde con altre due compagnie: la Urbaine, e la Séquanaise e insieme costituiscono L’Union des assurances de Paris (UAP). La UAP (terza compagnia francese nel 1994) viene acquisita dalla concorrente AXA nel 1996; all’epoca AXA – UAP (poi AXA) è il maggiore gruppo assicurativo mondiale.
Il sovrano francese, Carlo X, è il fratello minore del sovrano Luigi XVI, decapitato con la consorte Maria Antonietta durante la Rivoluzione nel 1793. Nel 1825, quando ascende al trono, si dedica a cercare di cancellare o modificare in senso conservatore la nuova legislazione introdotta nel periodo rivoluzionario e napoleonico. Il conflitto con l’opinione pubblica liberale e democratica si inasprisce progressivamente; nel 1827 il re scioglie la Guardia Nazionale, dubitando della sua lealtà; seguono numerosi tentativi di limitare i poteri del Parlamento che spesso è in disaccordo con le deliberazioni del suo governo. Nel 1830 il re scioglie le camere e indice le elezioni, nel tentativo di ottenere una maggioranza parlamentare favorevole al governo, ma gli elettori respingono questo progetto. Il re ed il governo scelgono allora di avvalersi dei poteri previsti dall’art. 14 della Carta Costituzionale del 1814 nel caso di stato di emergenza; viene sospesa la costituzione, ripristinata la censura, sciolte le camere e indette nuove elezioni con una nuova legge elettorale. I giornali dell’opposizione denunciano il tentativo autoritario e invitano il popolo a disobbedire; scoppia una rivolta che alla fine costringe Carlo X alla fuga e all’esilio in Inghilterra; la corona viene offerta a Luigi Filippo d’Orléans che si è impegnato ad osservare la costituzione. Uno degli ultimi atti ufficiali di Carlo X è l’ordinanza con cui il 16 dicembre 1829 autorizza la Compagnie du Soleil pour l’assurance contre l’incendie. Dalla fusione de La Nationale, la Soleil et l’Aigle (nazionalizzate tra il 1946 ed il 1948) nasce, nel 1968, il Groupe des assurances nationales (GAN). Nel 1998 Groupama acquisisce GAN (quarto gruppo assicurativo francese) e diventa il secondo gruppo transalpino.
A Torino, il 31 dicembre 1828, si costituisce la Reale Società di Assicurazione Generale e Mutua contro gli incendi. Il Re Carlo Felice è il primo assicurato, avendo sottoscritto il contratto n. 1 per la copertura della sua residenza di Palazzo Chiablese. Fino ad allora, l’assenza di imprese locali che esercitassero l’attività assicurativa nei rami danni aveva costretto il governo sabaudo ad autorizzare compagnie straniere (tre francesi e la neonata Compagnia di Assicurazione di Milano, all’epoca impresa del Regno Lombardo–Veneto, cioè austriaca) ad operare sul proprio territorio. Anche la fondazione della nuova compagnia riceve un notevole apporto da ambienti finanziari francesi; per tutto il XIX secolo i capitali stranieri, francesi, inglesi, tedeschi e svizzeri, in assenza di quelli nazionali, sono indispensabili, non solo nel terziario (credito e compagnie assicurative), ma in tutti i settori trainanti delle economie degli stati pre-unitari (trasporti ferroviari e marittimi, costruzioni, attività minerarie, siderurgia). La Reale Mutua nasce per iniziativa di aristocratici ed imprenditori francesi, torinesi e milanesi; in particolare, Giuseppe Henry (nato francese, ma stabilitosi a Torino) che nel 1827 propone alle autorità una assicurazione contro gli incendi mutua e coattiva. Il principio dell’assicurazione imposta per legge non viene accolto dal governo piemontese che concede però alla Reale Mutua, costituitasi nel frattempo, di operare nel ramo incendio in regime di monopolio per trent’anni. La forma mutualistica appare particolarmente adatta nelle coperture contro i danni da incendio, in quanto volta a tutelare beni di proprietà personale degli assicurati, che sono contemporaneamente anche assicuratori; tale duplicità di ruoli è benvista dalle autorità, perché garantisce la correttezza della gestione in misura maggiore rispetto alle società anonime, anche senza uno stretto controllo pubblico.
Il 26 dicembre 1831, a Trieste, viene fondata la Imperial Regia Privilegiata Compagnia nominata Assicurazioni Generali Austro-Italiche; questa denominazione espone la compagnia a qualche rischio durante i moti risorgimentali del 1848, in Italia e Ungheria, e per questo motivo la società chiede urgentemente – e ottiene – l’autorizzazione a cambiare il proprio nome in Assicurazioni Generali (aprile 1848). La costituzione della compagnia è strettamente collegata alle attività commerciali del porto che gode dal 1719, per concessione di Carlo VI, dello statuto di porto franco (dal 1766 esteso all’intera città), secondo una precisa strategia delle autorità asburgiche tesa a trasformare Trieste nel principale bacino marittimo dell’impero; infatti, a Trieste confluiscono le direttrici commerciali tra il centro Europa ed il Mediterraneo e tra Levante e Occidente. L’assenza, nei primi decenni del XIX secolo, di istituzioni che assumessero il rischio dei commerci marittimi è alla base della nascita delle compagnie di assicurazioni; nel 1832 operano a Trieste ben 22 istituti assicurativi. Assicurazioni Generali viene fondata con un rilevante capitale iniziale di due milioni di fiorini austriaci, per i nove decimi garantiti da immobili o da titoli di stato. Tra i suoi principali promotori vi è Giuseppe Lazzaro Morpurgo. Questi fondatori sono espressione di un ceto imprenditoriale che riflette il particolare carattere cosmopolita, multiculturale, multietnico e multireligioso della città adriatica (dal 1781 l’editto di tolleranza garantisce la libertà di culto alle comunità religiose degli immigrati); inoltre, gli operatori economici di ogni provenienza godono di consistenti agevolazioni. Assicurazioni Generali opera da subito in tutti i rami danni e nel ramo vita. La sua vocazione internazionale si concretizza nel decennio 1833-1843, nel quale si aprono filiali in quasi tutti gli stati italiani pre-unitari, nelle città principali dell’impero asburgico ed in alcuni grandi porti europei. L’apertura della filiale di Venezia, sede direzionale per gli affari italiani, è particolarmente importante per il forte impulso dato alla ripresa dell’economia della città lagunare.
La fondazione della Compagnia Anonima d’Assicurazione di Torino (Il Toro), a Torino, il 5 gennaio 1833, si situa nel contesto di una lenta ripresa delle attività economiche, avvenuta in quegli anni nelle aree più dinamiche della penisola. Le prime imprese assicurative italiane vengono costituite a Trento (1821, Itas), Napoli (1825, ma avrà vita breve), Milano (1825, Milano Assicurazioni), Trieste (1826, Adriatico Banco che diventerà RAS e 1831, Assicurazioni Generali) e Torino (1828, Reale Mutua); ovvero, nei territori dove i soggetti economici sono stati capaci prima, di utilizzare al meglio il forte impulso fornito dal riformismo giuridico e amministrativo del periodo napoleonico poi, di ripartire dopo la stasi seguita alla caduta del regime e al fallimento dei moti rivoluzionari del 1820-1821. Lo Stato Sabaudo si ingrandisce con l’acquisizione della ex Repubblica di Genova, per effetto del Congresso di Vienna (1814-1815); il grande porto genovese ha da tempo sviluppato forme di copertura assicurativa a tutela delle imbarcazioni, delle merci e dei depositi. Nel 1827 sono tre le imprese assicurative francesi che operano nel regno sabaudo (soprattutto in Savoia) cui si aggiunge, in quell’anno, la Compagnia di Assicurazione di Milano (all’epoca austriaca). La nascita di una compagnia assicurativa piemontese è quindi un fattore di indipendenza economica, di tutela degli interessi dei cittadini e degli imprenditori locali e serve ad impedire la fuoriuscita di capitali. A partire dal 1826, alcuni importanti banchieri, nobili e finanzieri, tra cui il francese Henry Barbaroux, Consigliere Generale del Debito Pubblico e Felice Nigra, Banchiere di Corte di Casa Savoia e dello Stato della Chiesa e Presidente della Camera di Commercio di Torino, presentano il progetto di costituzione di una compagnia di assicurazioni. Questa prima proposta e una seconda (1830) vengono respinte; solo nel 1833 un terzo progetto di Barbaroux, per la costituzione di una compagnia interamente piemontese, a premio fisso, la Compagnia Anonima d’Assicurazione di Torino (più spesso indicata come Il Toro) ottiene la regia approvazione.
Nel corso del Settecento lo Stato della Chiesa non viene quasi coinvolto nel rinnovamento che interessa altri stati della penisola. Solo alcuni pontefici, tra i quali spicca il bolognese Benedetto XIV (1740-1758), introducono riforme in campo economico, giuridico e culturale; la condizione generale è di grande arretratezza; non vi sono industrie, non esiste una classe borghese vera e propria, l’agricoltura è arretrata, la popolazione è povera e ignorante (all’arrivo dei bersaglieri nel 1870 l’analfabetismo supera il 70%), l’aristocrazia feudale ed ecclesiastica (per lo più coincidono) vive della rendita fondiaria. L’occupazione francese (1798-1799 e 1805-1814) non muta sostanzialmente la situazione. Dopo la tempesta napoleonica ed il ripristino della sovranità pontificia nascono delle società segrete che si ispirano alla Carboneria e che provocano i primi moti già nel 1820-1821; durante il Giubileo del 1825, indetto da Leone XII, due patrioti vengono ghigliottinati in Piazza del Popolo. In Romagna il malessere assume forme di aperta ribellione; nel 1831, su impulso del modenese Ciro Menotti, scoppia una sommossa a Bologna, la seconda città dello stato e la rivolta si estende alle Legazioni di Ferrara, Forlì, Ravenna e alle Marche nelle quali viene proclamata la repubblica; solo l’intervento armato dell’Austria stronca la ribellione. Anche nel comparto delle assicurazioni il governo pontificio esercita uno stretto controllo: nel 1837 revoca tutte le autorizzazioni concesse alle compagnie straniere (ad es. la Milano Assicurazioni) e costituisce la Pontificia Società Privilegiata di Assicurazioni, un istituto pubblico che agisce in regime di monopolio e gestisce tutte le garanzie attive all’epoca, comprese la vita e le rendite vitalizie. La compagnia non riuscirà mai a decollare e conoscerà una vita stentata nell’arco dei venticinque anni della sua attività.
L’abeille’s bee emblem from 1879 notepape
1856 Nasce L’Abeille (AVIVA)
Gli ultimi anni del regno di Luigi Filippo (1830-1848) sono segnati da una grave crisi economica. Il tentativo del governo di impedire la protesta popolare sfocia in un’aperta rivolta che abbatte la monarchia e instaura la seconda repubblica. Nel 1848 viene eletto alla Presidenza della Repubblica Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (nipote di Napoleone I) il quale nel 1851 è autore di un colpo di stato che scioglie il Parlamento e incarcera gli oppositori, alcuni poi deportati nelle colonie. Luigi Napoleone modifica in senso autoritario la Costituzione, svincolando l’esecutivo dal controllo dell’Assemblea Nazionale e prolungando il suo mandato a dieci anni; il nuovo testo fondamentale è poi approvato a larga maggioranza da un plebiscito. Il nuovo regime cerca di ottenere consensi promuovendo lo sviluppo economico: tra il 1852 e il 1857 i cantieri del Barone Haussmann cambiano il volto della capitale. Nel 1855 si apre l’Esposizione Universale di Parigi. Il 19 giugno 1856, a Digione, un gruppo di notabili e agricoltori, in particolare i viticoltori borgognoni, danno vita a una Compagnia di assicurazioni contro i danni della grandine, che ha per simbolo un’ape, “L’Abeille Bourguignonne Compagnies d’Assurances à primes fixes contre la grêle et l’incendie”. Un secolo dopo, nel 1956, il gruppo “L’Abeille” è il primo gruppo assicurativo francese. Nel 2002 dalla fusione tra “L’Abeille”, “Victoire” e “CGNU” (“Commercial Union”, “General Accident” e “Norwich Union”) nasce il marchio ”Aviva”, tra i primi venti gruppi assicurativi mondiali (dati 2016).
La prima guerra d’Indipendenza italiana (1848-1849), iniziata con l’insurrezione popolare contro gli austriaci (Venezia, 17-22 marzo, Milano 18-22 marzo 1848), si conclude con la sconfitta del Piemonte. Il ritorno del governo asburgico non porta però la pace; negli anni successivi si susseguono episodi di aperta ostilità contro gli occupanti che giungono fino ad attacchi armati, soprattutto da parte dei gruppi d’ispirazione mazziniana. La repressione è molto dura: nel 1853 quindici patrioti sono impiccati davanti al Castello Sforzesco e altre esecuzioni capitali si hanno a Belfiore nello stesso anno e in quelli successivi. L’atteggiamento dell’amministrazione austriaca è di estrema diffidenza nei confronti di tutte le forme associative, comprese quelle imprenditoriali. Nel 1852, per iniziativa all’ingegner Francesco Cardani, un gruppo di agricoltori lombardi crea la “Società di mutuo soccorso contro i danni della grandine per le Provincie Lombarde” (in seguito denominata “Vecchia Mutua”). La nuova società però non riceve le autorizzazioni necessarie a operare dall’Imperial Regia Luogotenenza della Lombardia; al contrario, una serie di richieste di modifiche statutarie (Cardani presenta ben quattro statuti), impediscono a lungo la costituzione della compagnia, che avviene il 20 aprile del 1857. Nel 1875, a Milano, viene fondata un’altra società mutua di assicurazione contro i danni della grandine: “L’Eguaglianza”. Per rafforzare la sua presenza sul mercato, la “Vecchia Mutua” crea, nel 1923, “Il Duomo“, che opera nei rami elementari. Le due compagnie maggiori si fondono il 1° ottobre 1934, creando la “Vecchia mutua grandine ed Eguaglianza”. Nel corso del tempo è “Il Duomo“ ad assumere la maggiore rilevanza economica; nel 2000 entra a far parte del gruppo “Cattolica Assicurazioni”. Nel 2014 ha luogo la fusione per incorporazione di “Duomo Uni One Assicurazioni” in “TUA Assicurazioni”.
Il periodo che intercorre tra il 1815 (Congresso di Vienna) e il 1914 (inizio della Prima guerra Mondiale) è stato definito il “secolo imperiale” della Gran Bretagna. Il paese è la maggiore potenza marittima mondiale; è alla testa di uno dei più vasti imperi della storia, esteso a tutti i continenti, che comprende il Canada, L’India, il Pakistan, L’Australia, la Nuova Zelanda, la Birmania, Hong Kong, Singapore. Grazie alla sua posizione dominante nel commercio mondiale, influenza (e spesso controlla) l’economia d’intere nazioni come Cina, Argentina, Thailandia. Nel 1837 sale al trono la regina Vittoria, a soli diciotto anni; il suo regno durerà fino al 1901. Al momento dell’incoronazione, l’Inghilterra vive un periodo di forti contrasti sociali: la rapidissima crescita delle industrie manifatturiere e l’urbanizzazione provocano lo sradicamento di masse crescenti di popolazione povera, malpagata, sottoposta a pesanti orari di lavoro, che abita in quartieri fatiscenti. L’espansione dell’industria e del commercio è causa anche di un forte incremento nel numero degli avvocati e degli studi legali. Nel 1836, in un caffè di Chancery Lane, a Londra, sei avvocati fondano la New Law Life Assurance Society, compagnia di polizze vita, più tardi denominata Legal & General Life Assurance Society; questo mutamento significa che ora le polizze possono essere acquistate da chiunque, però il possesso di quote della proprietà dell’impresa resta riservato a chi svolge una professione legale. La società diventa un gruppo e si espande in Inghilterra e negli Stati Uniti, acquisendo il comparto pensionistico dalla Metropolitan Life Assurance Company of New York (1930). Nel 2016 il Legal & General Group plc occupa la venticinquesima posizione nella classifica mondiale dei maggiori gruppi assicurativi per capitalizzazione di mercato.
1857 Nasce la “Schweizerische Lebensversicherungs ” (“Swiss Life”)
Il Congresso di Vienna (1815) restituisce alla Confederazione Elvetica i territori annessi dalla Francia (Ginevra e il Vallese) e definisce il suo assetto territoriale, sostanzialmente immutato fino ad oggi. Nel 1848 è approvata la costituzione svizzera, che stabilisce l’unione monetaria ed elimina le valute regionali, le frontiere e le dogane. Il 7 maggio 1850, viene creato il franco svizzero, la cui circolazione effettiva è successiva di due anni; la nuova moneta è basata sul modello francese ed anche il conio avviene negli stabilimenti di Parigi e Strasburgo. All’epoca non esistono imprese di assicurazioni sulla vita svizzere e nella confederazione operano compagnie francesi, tedesche e olandesi. La prima, nel 1857, a Zurigo, è la “Caisse de Rentes Suisse”, fondata per iniziativa di Conrad Widmer, che presto diviene la “Schweizerische Lebensversicherungs- und Rentenanstalt” (Società svizzera di assicurazioni sulla vita e rendite vitalizie). Ai suoi esordi, il socio maggioritario è il “Crédit Suisse” diretto da Alfred Escher. Nel 1997 la compagnia muta la sua forma societaria da impresa cooperativa a società anonima. Dopo un riassetto direttivo e un mutamento di strategie, la Rentenanstalt diviene nel 2004 “Swiss Life”. Nel 2014 il gruppo “Swiss Life” è il maggiore tra i gruppi assicurativi sulla vita svizzeri.
I primi europei a giungere in Sudafrica sono i portoghesi che, nel 1486, doppiano il Capo di Buona Speranza, pochi anni prima di Vasco de Gama, il primo a completare la traversata dall’Europa all’Asia. Sono però gli olandesi, nel 1652, a fondare il primo nucleo di quella che poi sarebbe divenuta Città del Capo, in funzione di scalo per le navi della Compagnia Olandese delle Indie orientali. Approfittando della caduta dei Paesi Bassi per mano delle armate napoleoniche, l’Inghilterra scatena la prima di una serie di guerre per impadronirsi della colonia, posta in posizione strategica per il controllo delle rotte marittime e ricca di risorse naturali. Nel 1806, la colonia del Capo viene annessa ufficialmente alla corona britannica, provocando l’esodo di molti coloni olandesi che vanno a formare alcune piccole repubbliche alla base del futuro Stato Libero dell’Orange e del Transvaal; l’opposizione cresce quando l’Inghilterra abolisce lo schiavismo (1833), alla base dell’economia dei coloni boeri (ovvero contadini, in olandese). Nel 1845, John Fairbairn, educatore, proprietario di giornali, finanziere e uomo politico, fonda la The Mutual Life Assurance Society of the Cape of Good Hope. Nel 1999 la compagnia cessa di essere una società mutua, assume la denominazione Old Mutual e viene quotata nelle borse di Londra, Johannesburg, Zimbabwe, Malawi e Namibia; inoltre, trasferisce la sua direzione a Londra. Nel 2016 La Old Mutual occupa la trentanovesima posizione nella classifica mondiale dei maggiori gruppi assicurativi per capitalizzazione di mercato (dati 2016).
21/08/1847 Nasce Canada Life (Great-West Lifeco)
Nel 1534, Jacques Cartier convince il re di Francia, Francesco I, a finanziare una spedizione che deve trovare una rotta atlantica per giungere in Cina. Cartier sbarca nei pressi del fiume San Lorenzo, nell’odierno Quebec, e prende possesso di quei territori in nome della corona francese. E’ il primo insediamento di un vasto dominio coloniale, denominato Nouvelle France che, al suo apice, nel 1712, è esteso da Terranova al Lago Superiore e dalla Baia di Hudson al Golfo del Messico, ovvero dal Canada alla Louisiana. Fin da subito, i francesi devono affrontare la minaccia inglese e irochese, a nord, e quella spagnola, a sud. Le scorrerie dei coloni inglesi (molto più numerosi) si trasformano in guerra aperta nel 1689; seguono decenni in cui si alternano conflitti militari e fragili tregue armate finché la Francia, sconfitta sul campo, è costretta a cedere il Canada all’Inghilterra col Trattato di Parigi del 1763. Il 21 agosto 1847, a Hamilton, nell’Ontario, viene fondata la Canada Life Assurance Company, la prima compagnia assicurativa sulla vita in Canada. Il fondatore è Hugh Cossart Baker Sr., banchiere e matematico. La direzione rimane a Hamilton fino al 1900, quando viene spostata a Toronto; contemporaneamente, la compagnia apre proprie rappresentanze negli Stati Uniti e in Brasile e inizia l’espansione nel Regno Unito e in Irlanda. Nel 2003, la Canada Life Financial viene acquisita dal gruppo canadese The Great-West Life Assurance Company (1891), con direzione a Winnipeg, Manitoba, Ontario. The Great-West Lifeco inc. occupa la diciannovesima posizione nella classifica mondiale dei maggiori gruppi assicurativi per capitalizzazione di mercato (dati 2016).
La rivoluzione industriale in Inghilterra inizia attorno alla metà del XVIII secolo e prosegue per tutto il secolo successivo. La prima vera rivoluzione è quella agricola: l’utilizzo di metodologie per la coltivazione impiegate nei Paesi Bassi è causa di un consistente aumento della produttività; di conseguenza, aumenta il reddito disponibile e cresce il mercato interno. Si ha anche un consistente aumento demografico. La forza lavoro non più necessaria in agricoltura va ad alimentare le aziende tessili e metallurgiche. Altri fattori importanti sono: il progresso tecnologico, che ha reso disponibile il vapore, una potente fonte energetica per l’industria e i trasporti e la presenza di importanti strumenti finanziari, come la Banca d’Inghilterra (1694) e la Borsa londinese, che diverrà il primo mercato finanziario al mondo nel 1870, superando Parigi. Il 30 maggio 1848, in Hatton Garden, a Londra, si costituisce “The Prudential Mutual Assurance Investment and Loan Association”, allo scopo di fornire ai professionisti e alla classe media prestiti garantiti da assicurazioni sulla vita. La rivoluzione industriale della prima metà del secolo ha ampliato la platea di potenziali clienti, tanto che, in tempi brevi, la “Prudential” mette in vendita un nuovo prodotto, la “Industrial Insurance”, rivolto anche ai ceti operai, con premi settimanali da un penny in su; la vendita viene effettuata porta a porta. Un’altra innovazione che ha un grande successo è il lancio di un prodotto assicurativo per l’infanzia, nel 1856. Nel 1912 la “Prudential” rifonde gli eredi di 324 tra le oltre 1500 vittime del naufragio del “Titanic”. Nel 1923 la “Prudential” apre una propria sede in India e nel 2000 è la prima compagnia britannica che approda in Cina; nel 2016 ha 24 milioni di clienti e occupa la nona posizione nella classifica mondiale dei maggiori gruppi assicurativi per capitalizzazione di mercato.
La locomotiva a vapore viene impiegata per la prima volta nel 1804, in Inghilterra; ha il compito di sostituire i cavalli nel traino dei carrelli di carbone nelle miniere. Nel 1825 si inaugura la prima linea ferroviaria pubblica, per il trasporto di merci e passeggeri, che utilizza la locomotiva a vapore e collega le miniere presso Shildon col porto di Stockton, dove il minerale viene caricato sulle navi. L’attività diviene rapidamente molto remunerativa e la linea prolungata fino al nuovo porto e alla città di Middlesborough. I passeggeri viaggiano su carrozze caricate su vagoni dal fondo piano; le carrozze viaggiatori vere e proprie verranno introdotte nel 1833. Il successo del nuovo mezzo di trasporto è immediato e clamoroso: nel 1849 si contano in Gran Bretagna poco meno di 64 milioni di passeggeri e si verifica anche un elevato numero di incidenti che causano 96 morti e molte decine di feriti. Intuendo il vasto mercato potenziale, H.F. Holt convince alcuni direttori di compagnie di assicurazioni sulla vita a costruire un piano tariffario per la tutela degli incidenti ferroviari (il primo, nel suo genere). La nuova compagnia, che diviene operativa il 15 dicembre 1848 sotto forma di società per azioni, prende il nome di “Universal Casualty Compensation Company” e si propone di: “garantire le vite delle persone che viaggiano con la ferrovia e di garantire, in caso di incidente non mortale, un indennizzo all’assicurato per i danni ricevuti date certe condizioni”. Tre giorni più tardi l’impresa assume la denominazione: “Railway Passengers Assurance” e viene ufficialmente registrata il 17 Marzo 1849. Nel 1910 la “Railway Passengers” viene acquisita dalla “North British & Mercantile Insurance Company“ che entra a fa parte di “Commercial Union Assurance Company Ltd” nel 1959 (poi Aviva). La compagnia cessa le attività nel 2005.
Uno degli aspetti più rilevanti della rivoluzione industriale del XIX secolo è la rivoluzione dei trasporti. La tecnologia basata sul vapore viene applicata per la prima volta ad una imbarcazione da Robert Fulton, lungo il fiume Hudson, nel 1807; contemporaneamente, si ha la prima locomotiva a vapore, applicata in un primo tempo per il trasporto del carbone nelle miniere (1804), poi per il trasporto ferroviario di merci e persone (1825). Il forte incremento dei viaggiatori, sia per mare che via terra, produce un forte aumento dei contratti a tutela dagli infortuni; in particolare, le polizze della “Railway Passengers”, la prima compagnia assicuratrice specializzata negli incidenti ferroviari (1849), vengono vendute nelle stazioni, assieme ai biglietti di viaggio. Alcune società ferroviarie però, si rifiutano di vendere le polizze, sostenendo che l’evocare possibili incidenti avrebbe dissuaso i viaggiatori dall’utilizzo del treno. Nello stesso 1849 George Sands Sidney è il promotore di una compagnia, la Accidental Death Indemnity Association che, per prima, assicura nel caso di morte avvenuta nell’arco dei tre mesi successivi ad un infortunio, di qualsiasi natura; l’anno successivo, la società muta la sua denominazione in Accidental Death Insurance Company ed estende la sua attività alla tutela delle lesioni non mortali. Nel 1906 la compagnia viene acquisita dalla Commercial Union Assurance Company Ltd (poi Aviva).
1850 Alle origini di CNP Assurances
La Rivoluzione francese pone le basi per una gestione efficiente dell’ingente debito pubblico; allo scopo, viene proposta (1797) la creazione di una cassa, la Caisse d’amortissement, che sia al tempo stesso di garanzia e di deposito, col compito di garantire le obbligazioni in sofferenza; l’istituto vedrà la luce nel 1800. Nelle intenzioni di Jean Berenger, uno dei rifondatori della Cour des comptes (Corte dei conti) e consigliere economico di Napoleone, la funzione di ammortamento è essenziale perché serve ad allungare il tempo di vita del debito pubblico e a frenarne la crescita tendenziale. La cassa garantisce il pagamento annuale degli interessi ai creditori dello stato e il rimborso del capitale a scadenza. Questo progetto viene stravolto dalla disastrosa campagna militare in Russia (1812) e ripreso solo dopo la caduta di Napoleone, quando la cassa viene rifondata col nome di Caisses des dépôts et consignations (1816); nel suo ambito vengono create la Caisse de retraite pour la vieillesse (1850), la Caisse nationale d’assurance en cas de décès e la Caisse nationale d’assurance en cas d’accident (entrambe nel 1868). Sono le prime assicurazioni sulla vita in Francia; le prime due si fondono nel 1949 assumendo il nome di Caisse nationale d’assurance sur la vie, che poi si unisce alla terza nel 1959 dando vita alla Caisse Nationale de Prévoyance. La Caisses des dépôts è divenuta nel tempo lo strumento col quale lo stato francese promuove lo sviluppo economico e gli investimenti a lungo termine impiegando le risorse raccolte dalle casse di previdenza pubbliche e dalla vendita di prodotti di risparmio; l’ente pubblico è tuttora il maggiore azionista di CNP Assurances, la prima compagnia di assicurazioni in Francia nel ramo vita e la terza in Europa (dati 2014).
A metà del XIX secolo la competizione tra le maggiori potenze prende la forma delle mostre industriali. Nel 1844, a Parigi, si tiene la Exposition des produits de l’industrie française, dove quasi quattromila imprese espongono il meglio della produzione nazionale in tutti i settori manifatturieri, dalla metallurgia, alla chimica, agli strumenti di precisione. Il grande successo dell’iniziativa induce la Royal Society of Arts, per impulso del suo presidente, il principe consorte Albert, a trasformare le proprie mostre annuali in una esposizione internazionale che avrebbe dovuto riconfermare la posizione preminente dell’Inghilterra nello sviluppo tecnologico; contemporaneamente, la conoscenza diretta dei prodotti e dei processi tecnici più avanzati dei paesi concorrenti avrebbe stimolato la produzione nazionale. La Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations si tiene dal 1 maggio al 15 ottobre 1851 e viene visitata da oltre 6 milioni di spettatori paganti che ne decretano il successo; è la prima di una serie che continua tuttora. La sede dell’esposizione è ubicata in Hyde Park, in un edificio temporaneo, il Crystal Palace, costruito appositamente; l’edificio, una elegante costruzione in ferro e vetro, ariosa e luminosa, ispirata a una serra, diventa esso stesso un centro di attrazione che tutti vogliono visitare; al tempo stesso, influenza la progettazione architettonica di abitazioni, negozi e arredi, lasciando una traccia importante su quest’epoca. Di conseguenza, cresce enormemente l’impiego del vetro (ad es. per le vetrine dei negozi) e l’esigenza di una copertura assicurativa contro il rischio della rottura del vetro e dei cristalli, all’epoca materiali molto costosi; sono queste le premesse della nascita di Plate Glass (1852), compagnia specializzata in questo comparto.
1850 L’India, i Veda e le assicurazioni
Attorno alla metà del XIX secolo la Compagnia Britannica delle Indie Orientali controlla, direttamente o tramite alleati, la maggior parte del subcontinente indiano. Negli anni successivi la conquista si consolida, tanto che, nel 1876, la regina Vittoria assumerà ufficialmente il titolo di Imperatrice dell’India. La penetrazione economica e commerciale degli inglesi porta, nel 1818, alla costituzione della prima compagnia assicurativa in India, la Oriental Life Insurance Company; la società vende prodotti vita, ha capitali britannici e assicura i residenti europei. La prima compagnia multi ramo è la Triton Insurance Company Ltd, anch’essa a prevalenza britannica, fondata a Calcutta nel 1850; tuttavia, gli studiosi indiani fanno risalire le radici culturali dell’industria assicurativa nazionale al periodo Vedico (1800-600 a.C. ca., le datazioni variano a seconda degli autori) che caratterizza l’area settentrionale del paese. L’epoca prende il nome dai Veda, testi sacri liturgici in sanscrito, trasmessi per lungo tempo oralmente dalle popolazioni Indo-ariane, che prendono poi la forma scritta; secondo la tradizione, non hanno autore umano ma esprimono direttamente la rivelazione divina. Nel testo più antico, Rigveda (1500-1200 a.C. ca.) si trovano i termini: “Yogakshema Bahamayam” che vengono tradotti come “benessere e sicurezza del popolo”. Altri accenni si leggono in Manusmrithi, una raccolta di testi che va a costituire il Dharmashastra, dove si fissano i principi morali e le regole di comportamento; altri brani sono contenuti nell’Arthaśāstra, un antico trattato di scienze politiche, economiche e strategia militare. Tutti questi antichi frammenti esprimono il concetto del mettere in comune le risorse della comunità in caso di calamità, come incendi, inondazioni, epidemie e carestie.
Alla fine del XVIII secolo la Cina è all’apice della sua potenza, è il paese più popoloso del mondo (circa un terzo della popolazione mondiale) e la maggiore economia planetaria; tuttavia, la sua tecnologia (in particolare, quella bellica) è arretrata rispetto all’occidente. La Compagnia Britannica delle Indie Orientali apre il suo primo emporio commerciale in Cina, a Canton, nel 1711; i suoi possedimenti in India e la sua influenza si accrescono lungo tutto il secolo. Agli inizi dell’ottocento la Compagnia delle Indie detiene il monopolio del commercio con la Cina; i mercanti europei che operano tra India e Cina assicurano le loro navi e le merci a Londra, con premi generalmente alti. Questa motivazione è alla base della fondazione della prima impresa assicuratrice in Cina, la Canton Insurance Society (1805) che nasce a Macao da due case commerciali, Dent & Co. e Jardine Matheson & Co. In questi anni si aggrava la crisi commerciale tra il Celeste Impero e l’Inghilterra; la Cina invade i mercati occidentali con seta, porcellana e the di buona qualità, a basso prezzo, e esercita uno stretto controllo sulle importazioni, consentite nel solo porto di Canton. L’Inghilterra, tramite la Compagnia delle Indie, reagisce allo squilibrio commerciale invadendo i porti cinesi di oppio, prodotto negli altipiani indiani sotto il controllo britannico. In breve tempo, i mercanti di oppio realizzano immensi profitti e milioni di cinesi diventano oppiomani; nel 1839 il governo cinese rifiuta di legalizzare il traffico, come chiedono gli inglesi, e confisca tutti i carichi senza indennizzo. La guerra commerciale si trasforma quindi in guerra aperta; gli inglesi mandano una potente flotta a bombardare i principali porti cinesi, inaugurando la “gunboat diplomacy” (diplomazia delle cannoniere). Dopo una serie di sconfitte, il Celeste Impero è costretto a firmare un umiliante trattato di pace (1842). Il Trattato di Nanchino prevede la cessione definitiva dell’isola di Hong Kong al Regno Unito e l’apertura di cinque porti al commercio internazionale. A Hong Kong si stabiliscono rapidamente le imprese britanniche; tra queste la Union Insurance Society of Canton, fondata da Dent nel 1835, si trasferisce nello stesso 1842.
Nel 1842 la Germania (come l’Italia) è una nazione politicamente divisa. Dopo il Congresso di Vienna, viene creata la Confederazione Germanica (1815-1866) che riunisce 39 stati di lingua tedesca, grandi e piccoli, all’interno della quale si sviluppa un confronto permanente tra le due potenze maggiori, Austria e Prussia. Tra gli stati confederati, c’è anche la libera città anseatica di Amburgo che, nei secoli centrali del medioevo, era stata una potenza economica e politica. Nel corso del tempo, Amburgo è funestata da numerosi incendi, il più rovinoso dei quali è noto come Hamburger Brand; l’incendio ha inizio in una fabbrica di sigari il 5 maggio 1842 e dura tre giorni; si sviluppa rapidamente a causa del legno impiegato per la costruzione delle case e dei magazzini, delle strade strette e degli edifici addossati gli uni agli altri, del clima secco e del forte vento; viene anche facilitato dal basso livello delle acque dell’Elba che rende difficile l’opera di spegnimento. Alla fine si conteranno 51 morti, tra cui 22 vigili del fuoco, circa un terzo della città vecchia distrutto, 1700 edifici bruciati, tra cui sette chiese e due sinagoghe, il Municipio e la Banca di Amburgo e 100 magazzini. I senzatetto sono circa ventimila. Il rogo causa un danno stimato in 135 milioni di marchi e pone in seria difficoltà le imprese di assicurazione impegnate nei risarcimenti. Tra queste, la compagnia pubblica Hamburger Feuerkasse, la cui adesione è obbligatoria per gran parte dei residenti dal 1817, emetterà dei titoli a scadenza pluridecennale; la compagnia privata Gothaer Feuer è costretta a farsi inviare 250.000 talleri per sodisfare i danneggiati che vogliono farsi pagare in valuta prussiana. L’incendio di Amburgo è uno dei fattori determinanti per la fondazione della prima compagnia di riassicurazione, la Kölnische Rückversicherungs-Gesellschaft (Kölnische Rück); la compagnia viene progettata nel 1842 e ufficialmente registrata l’8 aprile 1846.
L’anno delle rivoluzioni, il 1848, si apre in Italia: il 12 gennaio, Palermo è la prima città europea a sollevarsi. I siciliani chiedono l’applicazione della Costituzione del 1812, concessa dalla monarchia borbonica e mai applicata. Il 22 febbraio insorge Parigi e in tre giorni cade la monarchia di Luigi Filippo e si costituisce la Seconda Repubblica Il 4 marzo, il re di Piemonte, Carlo Alberto, promulga lo Statuto; è l’unica costituzione che rimarrà in vigore dopo la fine dei moti rivoluzionari. Il 15 marzo insorge Budapest, il 17 Venezia scaccia gli austriaci; il giorno seguente, iniziano le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo). Nello stesso mese di marzo si ha l’insurrezione di Berlino; i rivoltosi chiedono la creazione di una assemblea costituente eletta a suffragio universale, concessa dal sovrano prussiano e revocata pochi mesi dopo. L’8 agosto 1848 i bolognesi costringono gli austriaci a ritirarsi. Il 9 febbraio 1849 il papa fugge da Roma; viene proclamata la Repubblica Romana, retta da un Triumvirato costituito da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Viene eletta l’Assemblea Costituente; sono le prime elezioni in Italia a suffragio universale maschile. Mesi dopo, negli ultimi giorni di vita della Repubblica, l’Assemblea approva il testo di una Costituzione, molto avanzata per l’epoca, che sarà uno dei principali riferimenti giuridici per la redazione della Costituzione della Repubblica Italiana, nel 1946-1947. La Repubblica di San Marco, a Venezia, sarà l’ultimo stato democratico della penisola a cadere, nell’agosto 1849. Venezia è sede della Direzione per gli affari italiani delle “Assicurazioni Generali Austro-Italiche“ che hanno per simbolo l’aquila a due teste dell’Impero asburgico. Consapevoli del diffuso sentimento antiaustriaco della popolazione italiana, al fine di evitare danni alla compagnia (alcune sedi erano già state assalite), la Direzione Centrale e il Consiglio di Amministrazione chiedono e ottengono l’approvazione dell’Imperial Regio Governo al cambio di denominazione, che ha luogo nell’aprile 1848. La compagnia si chiamerà d’ora in avanti, semplicemente: “Assicurazioni Generali“.
Il primo europeo a sbarcare sul suolo australiano è l’olandese Dirk Hartog, che approda sulla costa meridionale nel 1616. Gli olandesi chiamano questo territorio Nuova Olanda, ma rinunciano a colonizzarlo perché lo ritengono desertico e privo di risorse. Nel 1770 James Cook sbarca nei pressi dell’odierna Sidney (fondata il 9 gennaio 1788) e prende possesso della costa orientale in nome della corona britannica. E’ l’inglese Matthew Flinders, nel 1803, che circumnaviga la Nuova Olanda dimostrando che non si tratta di un insieme di isole (come pensavano gli olandesi) ma di un solo vasto continente, cui dà il nome di Australia. Gli inglesi creano una colonia penale a Botany Bay dove trasferiscono dai territori dell’impero i detenuti più pericolosi, impiegandoli nei lavori forzati per estrarre minerali da inviare in Inghilterra; solo dopo la caduta di Napoleone (1814) cominciano ad affluire i primi coloni liberi e, nel 1827, i britannici ottengono il controllo dell’intero paese. Il vero punto di svolta per l’economia del paese è la scoperta dell’oro nelle colonie di Vittoria e del Nuovo Galles del sud, alla metà del secolo. Le città di Melbourne e Sidney si trasformano in grandi metropoli, in grado di rivaleggiare con quelle del nord America, e lo sviluppo urbano e delle attività industriali richiedono coperture assicurative per i danni da incendio e nei trasporti; si creano quindi le condizioni che rendono possibile la nascita di imprese assicurative (i primi tentativi, a Sidney e Hobarth, negli anni trenta dell’ottocento, erano falliti). I nuovi immigrati dall’Inghilterra portano con sé una tradizione di associazioni mutue per il soccorso in caso di infortunio, morte, danni da incendio. La prima compagnia vita del continente, la Australian Mutual Provident viene fondata nel 1849.
Il territorio ad est del fiume Mississippi viene assegnato agli Stati Uniti d’America dal Secondo Trattato di Parigi, stipulato con la Gran Bretagna nel 1783, al termine della Rivoluzione Americana; il trattato definisce il nuovo confine con i territori dell’Impero Britannico (odierno Canada). La grande espansione statunitense si ha con la Vendita della Louisiana (1803) nella quale la Francia cede un territorio di oltre 2 milioni di km2, che, oltre alla Louisiana, comprende Arkansas, Missouri, Iowa, Oklahoma, Kansas e Nebraska; la parte del Minnesota a ovest del Mississippi; parte di Nord Dakota, Sud Dakota, New Mexico, Texas, Wyoming, Colorado e di due provincie canadesi. Il Minnesota diviene entità amministrativa nel 1849 e il 32° Stato dell’Unione nel 1858; la città di S. Paul diviene la capitale. In questo periodo si ha una notevole crescita economica e una grande vivacità imprenditoriale. La difficoltà a ricevere risarcimenti tempestivi da parte delle compagnie assicurative della costa orientale spinge alcuni uomini d’affari a fondare la Saint Paul Fire and Marine Insurance Co. (5 marzo 1853) contro i danni da incendio e per la tutela delle merci trasportate via mare o fiume. Nel 1864 a Hartford (Connecticut) nasce la Travelers Property Casualty Corporation, compagnia specializzata nelle assicurazioni dei viaggiatori in ferrovia. Nel 2004 la Saint Paul e la Travelers si fondono dando vita a The Travelers Companies, la seconda compagnia americana nei rami danni, il 15° gruppo a livello mondiale per capitalizzazione di mercato (dati 2016).