Indice
- Quello strano fenomeno dell’orgasmo durante il parto (Testo del 04.06.2013)
- Piacere mio (Testo del 20.06.2014)
- L’orgasmo vaginale non esiste. Sfatato il mito (Testo del 28.08.2014)
- Che differenza c’è tra l’orgasmo maschile e femminile? (Testo dell’ 08.04.2016)
- Orgasmo, il cervello si illumina come un albero di natale (Testo del 29.02.2016)
- Scoperto il ruolo ‘ancestrale’ dell’orgasmo femminile, facilitava l’ovulazione (Testo del 02.08.2016)
Quello strano fenomeno dell’orgasmo durante il parto (Testo del 04.06.2013)
Anche se può sembrare strano, gli orgasmi durante il parto sono reali e sono chiamati parti orgasmici o estatici. Lo studio che ha indagato su questa realtà
Il parto, per la maggioranza delle donne è dolore; per alcune invece è fonte di piacere.
Avere un orgasmo durante il parto può sembrare strano, dato che il parto è sì un momento molto vissuto, ma anche piuttosto doloroso. Trovare dunque spazio per goderne può essere visto come improbabile – tuttavia, secondo una ricerca francese, questo fenomeno è reale.
Le hanno chiamate “nascite orgasmiche” o “parti estatici” e sono circa lo 0,3 per cento di tutti i parti. Una percentuale che può apparire piccola, ma che è significativa.
La realtà orgasmica natale l’ha scoperta la ricercatrice francese Thierry Postel, la quale ha pubblicato i risultati di questo nuovo studio sulla versione online della rivista Sexologies.
Nello studio sono state coinvolte 956 ostetriche a cui è stato chiesto di compilare un questionario online e via email sui possibili casi di parto orgasmico. Il questionario completo, con tutti i dati richiesti, è stato poi compilato da 109 partecipanti. Nel totale, le ostetriche che hanno compilato correttamente il questionario avevano assistito a 206mila nascite.
I casi di parto orgasmico segnalato dalle ostetriche, sulla base delle testimonianze dirette delle madri, sono stati in totale 668. Altri 868 casi sono stati riportati in base a quanto osservato dalle stesse ostetriche, ma che non sono stati riferiti dalle madri dopo il parto.
I casi di orgasmo durante il parto confermati sul questionario da neomamme sono stati nove.
Del perché in qualche donna tutto ciò accada si sono interrogati in diversi, senza tuttavia offrire una risposta definitiva. Ciò che è chiaro pare sia la componente anatomica dell’apparato genito-urinario che può essere differente da donna a donna, per cui per una può essere più o meno doloroso – o soltanto doloroso – e per qualcun’altra addirittura fonte di piacere.
Non stupiamoci dunque se durante un parto una donna possa mostrare di provare piacere, ma soprattutto è importante che la donna stessa non se ne vergogni se questo dovesse accadere.
FONTE
Piacere mio (Testo del 20.06.2014)
Mezzo secolo di femminismo non è bastato: tra workshop di autoerotismo collettivo ed elogi del potere del clitoride, l’obiettivo resta: liberare le donne un orgasmo alla volta
Quando la giovane artista americana Sophia Wallace ha esposto al Leslie Lohman Museum di New York Cliteracy – crasi tra clitoride e “literacy”, cultura – non si aspettava reazioni del pubblico così entusiaste. In mostra fino al 3 agosto, Cliteracy, di fatto una celebrazione multimediale del bottoncino nascosto tra le gambe delle donne, una volta postato su Tumblr è diventato virale. In galleria la gente sgomitava per leggere su un’installazione di 10 metri per 15 le «100 leggi naturali e inalienabili», da «Dì la verità. Le donne non saranno mai uguali agli uomini fino a quando faranno del sesso scadente e mentiranno», a «Il clitoride non è un bottone ma un iceberg». In effetti in un happening di street art questa parte del corpo è diventata un destriero da rodeo, gigante e dorato, che ha scatenato il divertimento di uomini e donne: «Non la smettevano di guardare, toccare, cavalcare», riprende Wallace. È stato allora che si è resa conto di aver sfiorato non solo il centro del piacere ma anche un nervo scoperto. ««Il clitoride è stato esaminato nella sua interezza solo nel 1998. Ed è molto più grande di quello che si pensa. Quello che si vede è la punta di un iceberg lungo 9 centimetri, irradiato da 8000 nervi. Ma esiste una enorme ignoranza in materia. Si parla di “vagina”, letteralmente un fodero, quindi qualcosa da riempire, come se ci mancasse qualcosa, e mai del clitoride, l’unico organo preposto esclusivamente al piacere della donna».
Sempre a New York, la femminista storica Betty Dodson, 85 anni, ha ripreso a condurre con la socia Carlin Ross workshop di masturbazione collettiva (ma esistono anche sessioni private per le più timide), come negli anni 70. Ce n’è ancora bisogno? Apparentemente sì. Secondo Dodson, che nel ’73 presentò le prime diapositive di vagine diverse nel contesto della Now Sexuality Conference di NY, la generazione post Sex and the City, che in un famoso episodio diede il via alla mania della “brasilian wax”, «non ha mai visto i propri genitali allo specchio. Appena glieli mostri reagiscono con un “eek!” o un “ugh”!». Conoscere l’anatomia invece rimane la chiave per la liberazione e, in particolare, la masturbazione è il fondamento di tutta la sessualità umana, dice Dodson: «Dobbiamo onorare questa attività umile e smetterla di ossessionarci con ideali basati su favole di mitici principi». E aggiunge che la considera persino – assieme all’erba e all’aglio crudo – un elisir di lunga vita.
Lunga vita anche alla vagina: il fotografo australiano Philip Werner, un’attivista pacifista di Brunswick, sta facendo il book tour negli Stati Uniti con il suo gigantesco 101 Vagina: 101 Women and 101 Stories, 101 foto in bianco e nero corredate da altrettante storie e commenti di donne dai 18 ai 78 anni, che mostrano con uno sguardo neutrale l’enorme varietà dell’anatomia femminile. L’intento dell’artista, che dice di essersi liberamente ispirato ai Dialoghi della Vagina di Eve Ensler, è politico: «Credo che molti problemi sociali siano collegati alla repressione sessuale. Le culture in cui la sessualità è apertamente accettata come normale e naturale sono in genere più pacifiche e meno violente». L’omaggio a quella che Courbet dipinse come L’origine del mondo non finisce qui. A Brighton, nel Regno Unito, lo scultore Jamie McCartney ha costruito The Great Wall of Vagina, un polittico bianco di 100 metri composto dai calchi di 400 vulve di donne dai 18 ai 76 anni.
Potrebbe sembrare voyeurismo all’ennesima potenza su una materia ampiamente esplorata. Infatti cosa c’è di più esposto e sessualizzato del corpo femminile per eccitare l’immaginario collettivo, pubblicizzare e vendere qualsiasi cosa? L’aveva fatto qualche anno fa anche Oliviero Toscani per lo “scandaloso” calendario del Consorzio Vera Pelle. Ma il progetto di Werner e quello di McCartney hanno piuttosto lo stile del documentario e lo scopo opposto. Giovani, vecchi, discreti o esagerati, con i peli o rasati quei pubi raccontano il mondo così com’è, senza giudizi. Potrebbero diventare un manuale di educazione sessuale per tutte quelle che confrontandosi con gli standard impossibili del porno – vulve tutte uguali, associabili più a delle bambine che a delle donne – non sanno più che cosa è normale.
È per questo che, imbarazzate e confuse sulla propria immagine, sempre più donne sono attirate dalle promesse della vaginoplastica e della labioplastica. In Italia è ancora un intervento di nicchia, ma la ricerca delle vagina perfetta è un fenomeno in rapida crescita: secondo l’Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) l’anno scorso sono stati realizzati 2.946 interventi di ringiovanimento vaginale, con un balzo in avanti del 24% dal 2011 al 2012 (in Usa è del 50%). «Di solito si richiedono piccole labbra simmetriche e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra», spiega Luca Siliprandi, vicepresidente Aicpe. «È bene ricordare che l’esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell’epilazione totale, non ha nessuna base scientifica: le piccole labbra corte non sono affatto un segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale. Probabilmente il modello di riferimento sono le attrici dei film a luci rosse».
«Trovo triste che molte cerchino questo tipo di intervento perché a causa della rappresentazione di vari media, credono di non essere belle», commenta Werner. Anche Betty Dodson da ragazza era convinta di essere deforme “lì sotto” ed è stato grazie al partner Grant Taylor, professore alla New York University e più esperto di lei che scoprì non solo di essere nella norma ma anche come funzionava il suo clitoride. Con lui ha poi abbracciato il sesso libero che raccomanda nel suo blog, Liberating Women One Orgasm at a Time, “Liberare le donne un orgasmo alla volta”: via libera al potere del clitoride e alle fantasie sessuali più spericolate, estrema cautela nei confronti dell’amore romantico, «la droga più pesante che c’è, sotto i cui effetti prendiamo pessime decisioni». Persino Disney oggi sarebbe d’accordo. In Maleficent, la riscrittura de La bella addormentata, l’amore tra uomo e donna porta ad atroci delusioni. E la strega cattiva si redime grazie alla sorellanza. Piacere a 360 gradi, insomma, meglio se separato dall’amore. «Per fortuna oggi si riconosce che la sessualità femminile è potente e vorace quanto quella degli uomini», dice Wallace. «E che il clitoride è un organo molto più forte in termini di performance del pene. È un fatto. Ma esiste ancora disparità nell’orgasmo. Un uomo lo raggiungerà tutte le volte, per una donna non è scontato. Quel che è peggio, farà finta o chiuderà un occhio, un uomo non lo farebbe mai. Il sesso è il modo in cui le donne sono ancora controllate e soggiogate». Anche per questo in una delle “100 leggi naturali” Wallace ringrazia il medico francese Pierre Foldes, che grazie a diverse ricerche ha trovato il modo di riparare il danno causato dall’infibulazione, scoprendo il clitoride interno e restituendo il piacere. «Abbiamo fatto passi avanti sull’accesso alla contraccezione, alla pillola del giorno dopo e agli aborti non chirurgici», sostiene Ross. «Ma bisogna ancora combattere sul fronte dell’immagine del corpo, dell’imbarazzo dei genitali e dell’ignoranza sull’orgasmo. Condividere queste informazioni fa sì che nessuna si senta più sola». Bisognerà andare a New York? Dice Dodson: «Nei nostri workshop condividiamo l’orgasmo col gruppo controllando il clitoride. Guardiamo tutti questi corpi nudi e sono belli. Impariamo coi nostri occhi che ogni vulva è unica e meravigliosa e questo legame produce una sorellanza autentica».
Confessioni XXX
Volete mettere in scena le vostre fantasie? Si chiama X Confessions – Il manuale del piacere ed è l’ultimo progetto della regista erotica indipendente Erika Lust, basato sul crowdsourcing. Sul sito xconfessions.com i suoi seguaci sono invitati a condividere anonimamente le proprie fantasie sessuali. La regista ne sceglie due al mese e le trasforma in un short film per adulti. «La maggior parte delle immagini nella mia industria non ha attinenza con la realtà. È lontana dall’esperienza umana, per questo spesso, dopo la visione di un porno, ci sentiamo imbarazzati e confusi, come se avessimo consumato un fast food», dice. «Io voglio fare film che mostrino la sessualità in tutte le sue sfaccettature: fantasie, eccitazione, esplorazione e soddisfazione. Film che facciano sentire bene dopo averli visti». Erika Lust, da sempre attenta al punto di vista e al piacere femminile, ha diretto quattro film tra cui Five Hot Stories for Her, Life, Love Lust e scritto Good Porn: a Woman’s Guide, The Erotic Bible to Europe, Love Me like You Hate me e La canciòn de Nora.
FONTE
L’orgasmo vaginale non esiste. Sfatato il mito (Testo del 28.08.2014)
Un nuovo studio revisionale conferma, finalmente, che l’orgasmo vaginale è soltanto un mito che andava sfatato. Così come non esiste il Punto G, anche i termini riferiti ai vari presunti tipi di orgasmo non sono corretti
Una nuova revisione sistematica dovrebbe finalmente mettere la parola fine nelle favole sull’orgasmo vaginale e il punto G.
Ne abbiamo parlato più e più volte con l’esperto, il dott. Vincenzo Puppo, sessuologo e ricercatore. Non solo non esiste il famigerato Punto G, ma anche termini come orgasmo clitorideo, vaginale e via discorrendo non sono corretti. Ma, cosa ancora più importante, l’altrettanto famigerato orgasmo vaginale non esiste. E, questa volta, speriamo sia chiarito una volta per tutte.
A mettere dunque le cose in chiaro è una recente revisione pubblicata sulla rivista scientifica Clinical Anatomy, in cui i ricercatori dott. Vincenzo Puppo del Centro Italiano di Sessuologia (CIS) di Bologna e Giulia Puppo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, precisano che i termini corretti in questo e altri casi sono: orgasmo maschile e orgasmo femminile, se proprio vogliamo fare una distinzione tra generi.
La vagina, spiegano i ricercatori, non ha alcun rapporto anatomico con la clitoride. Il complesso clitorideo o clitoro-uretro-vaginale (CUV) non ha alcun supporto embriologico, anatomico e fisiologico. E, poiché la clitoride interna non esiste, non può esserci un orgasmo interno alla vagina. L’organo che infatti scatena l’orgasmo è proprio la clitoride che, però, è un organo esterno. Essa è composta dal glande e dal corpo (ossia la parte libera), e dalle crura, o radici, che sono la parte saldata al labbro inferiore. Per cui le pretese di ricercatori come Emmanuele Jannini, Odile Buisson, Helen O’Connell, Beverly Whipple, Adam Ostrzenski, Stuart Brody, Irwin Goldstein (The Journal of Sexual Medicine) e altri, secondo gli autori di questa revisione non hanno alcuna base scientifica.
Gli autori fanno notare che la maggior parte delle donne di tutto il mondo non hanno orgasmi durante un rapporto vaginale che si limiti a questo. E’ pertanto un dato di fatto che la vagina non abbia alcun ruolo nell’orgasmo femminile. In più, le disfunzioni sessuali femminili sono popolari perché basate su qualcosa che non esiste, ovvero l’orgasmo vaginale.
La chiave per l’orgasmo femminile è il “pene femminile”, che è composto da clitoride, bulbi vestibolari e pars intermedia, piccole labbra e il corpo spugnoso dell’uretra femminile. In tutte le donne, l’orgasmo è sempre possibile se gli organi erettili femminili vengono concretamente stimolati. Non dimentichiamo poi che anche le piccole labbra sono importanti, quasi quanto la clitoride, come fonte di piacere e di eccitazione erotica. Infine, le donne, a dispetto degli uomini, non hanno un periodo refrattario dopo ogni orgasmo, per cui possono sperimentare orgasmi multipli a tutte le età.
«La conoscenza dell’anatomia e della fisiologia del pene femminile è essenziale nel campo della salute sessuale delle donne – spiega il dott. Puppo – I diritti sessuali delle donne sono diritti umani fondamentali e universali e il piacere sessuale, incluso l’autoerotismo, è fonte di benessere fisico e psicologico che contribuisce alla felicità umana. La soddisfazione sessuale femminile si basa sull’orgasmo: i sessuologi dovrebbero definire “fare sesso/fare l’amore” quando si verifica l’orgasmo per entrambi i partner con o senza rapporto vaginale».
«Gli esperti di medicina sessuale, sessuologi e psicologi devono diffondere certezze sulla base biologica dell’orgasmo femminile a tutte le donne, non ipotesi o opinioni personali – aggiunge la dott.ssa Giulia Puppo – Pertanto, essi devono utilizzare una terminologia anatomica scientifica».
«L’orgasmo vaginale non esiste, quindi la durata del rapporto pene-vagina non è importante per l’orgasmo di una donna: l’eiaculazione precoce non è una disfunzione sessuale maschile. L’eiaculazione maschile non significa automaticamente la fine del sesso per le donne; si può proseguire quasi all’infinito con il toccare e il baciarsi. Atti sessuali che non prevedano il coito, dopo l’eiaculazione maschile, possono essere utilizzati per produrre l’orgasmo nelle donne», conclude il dottor Vincenzo Puppo.
Insomma, basta con i miti e le favole, ma iniziamo a parlare con cognizione di causa anche quando si tratta di sesso.
FONTE
Il punto G e l’orgasmo vaginale (forse) non esistono (Testo del 08.10.2014)
È la conclusione di uno studio di due sessuologi italiani. Ma il lungo dibattito sulla sessualità femminile è tutt’altro che chiuso
Ci avevano detto che aveva la forma di un sacchetto e misurava otto millimetri. Poi è arrivata una parziale smentita. Altro che otto millimetri: sarebbe delocalizzato in un’area più ampia, la cosiddetta Cuv. E ora una dichiarazione ancora più netta: il punto di Grafenberg – punto G, se preferite – non esiste affatto. Non solo. Non esisterebbe nemmeno l’orgasmo vaginale. I sessuologi Vincenzo e Giulia Puppo, del Centro italiano di sessuologia, dopo una lunga review sull’anatomia femminile, pubblicata su Clinical Anatomy, hanno concluso che l’unica via per l’orgasmo femminile passa per la stimolazione clitoridea diretta. La buona notizia, secondo i Puppo, è che l’orgasmo sarebbe sempre possibile “per tutte le donne”.
Il lavoro dei ricercatori si apre con una nota leggermente polemica nei confronti dei colleghi: “L’orgasmo”, scrivono, “è una funzione psico-fisiologica normale degli esseri umani: le donne hanno il diritto di provare piacere sessuale, e per questa ragione esperti in medicina sessuale e sessuologi devono diffondere certezze sulle basi biologiche dell’orgasmo femminile per tutte le donne, non ipotesi o opinioni personali, e devono usare la terminologia scientifica corretta. […] Lo scopo di questa review è di chiarire se i nuovi termini usati per il clitoride e per l’orgasmo femminile dagli esperti di medicina sessuale e dai sessuologi abbiano una base scientifica”.
A quanto pare, non sarebbe così. Almeno stando a quel che dicono gli autori del lavoro. Il clitoride, per esempio: “Il clitoride interno non esiste. L’intero clitoride è un organo esterno. Non è composto di due archi, ma del glande, del corpo e delle radici. ‘Bulbi clitoridei’ è un termine scorretto da un punto di vista embriologico e anatomico: il termine corretto è ‘bulbi vestibolari’. […] La vagina non ha alcuna relazione anatomica con il clitoride”. Il clitoride, da un punto di vista anatomico, non sarebbe altro che un pene femminile.
Secondo i sessuologi, inoltre, il punto G e l’orgasmo vaginale che alcune donne sostengono di provare non esistono: “È sempre e soltanto causato, invece, dalla stimolazione degli organi erettili circostanti [cioè il clitoride], che scatenano l’orgasmo femminile”. Sarebbero “privi di basi scientifiche” anche l’eiaculazione femminile e il cosiddetto Pgap (Persistent genital arousal disorder, cioè il disturbo persistente dell’eccitazione genitale). Eppure, scrivono i Puppo, l’orgasmo femminile si può sempre raggiungere. Basta sapere cosa fare: “La soddisfazione sessuale femminile si basa sull’orgasmo e sulla decisione [resolution]: in tutte le donne, l’orgasmo è sempre possibile se gli organi erettili femminili, cioè il pene femminile, sono efficacemente stimolati durante la masturbazione, il cunnilingus, la masturbazione da parte del partner o durante i rapporti vaginali o anali se il clitoride è semplicemente stimolato con un dito”. C’è persino un’immagine esplicativa (leggermente NSFW).
Il lavoro, com’era facile aspettarsi, ha causato qualche alzata di sopracciglio. Kayt Sukel, del New Scientist, dice di “essersi un po’ persa” tra le osservazioni dei sessuologi italiani. Perché il piacere femminile è qualcosa di molto complesso. Qualcosa di più rispetto alla semplice somma anatomica delle parti basse. “Anche se esiste una prova certa che il clitoride, anatomicamente, sia una specie di pene femminile, con caratteristiche di sviluppo molto simili, non ci sono abbastanza dati per concludere che i due organi siano autentici per sensazioni e funzioni”. Gli autori, secondo Sukel, hanno trascurato tutti gli studi al di fuori del campo anatomico, che esaminano, per esempio, le funzioni del nervo vago o la stimolazione diretta della cervice, che può portare all’orgasmo le donne paralizzate. Ma anche il ruolo della psiche. L’eccitazione e il piacere passano anche (forse soprattutto) da lì.
FONTE
Che differenza c’è tra l’orgasmo maschile e femminile? (Testo dell’ 08.04.2016)
Una studio riesamina i fattori che più incidono sul’orgasmo nei maschi e nelle femmine. Spoiler: in entrambi i casi non c’entrano le dimensioni del pene
Per gli uomini è più una questione nervosa, per le donne anatomica. Sarebbero queste, secondo una ricerca, i fattori che influenzano maggiormente la probabilità di raggiungere un orgasmo e nel complesso di avere una vita sessuale soddisfacente. A sancirlo è una revisione della letteratura sul tema guidata da Elizabeth Emhardt dell’Indiana University School of Medicine e pubblicata su Clinical Anatomy.
Emhardt e colleghi erano interessati infatti a capire se esistessero dei fattori anatomici o neuro-anatomici che potessero essere collegati alla frequenza e all’intensità degli orgasmi. Nel tentativo, spiegano, di andare oltre la visione del sesso solo come una questione di testa o legata a questioni anatomiche più popolari, come le dimensioni, e magari di portare alla luce dei fattori che potrebbero esser d’aiuto per migliorare l’appagamento sessuale.
L’idea dello studio, in altre parole, non era quella di scoprire qualcosa di nuovo, ma solo di comprendere quali sono i fattori che più incidono sulla soddisfazione sessuale, per identificare così delle strategie di intervento per migliorarla nel caso qualcosa non vada, soprattutto considerando che l’orgasmo è un fenomeno estremamente complesso.
Per questo i ricercatori hanno sostanzialmente effettuato una revisione della letteratura in materia anatomia sessuale e neuro-anatomia, scoprendo che in maschi e femmine a influenzare il raggiungimento dell’orgasmo sono fattori diversi.
Per i maschi, spiegano gli autori, un ruolo fondamentale è giocato dal legame e dal bilancio tra l’azione del sistema nervoso parasimpatico e sistema nervoso simpatico, entrambi parte del sistema nervoso autonomo (quello per intendersi non comandato direttamente dalla nostra volontà): il primo regola i comportamenti del corpo in situazioni di riposo, il secondo in situazioni di emergenza. Nello specifico, continuano gli scienziati, negli uomini il raggiungimento del piacere sessuale è legato a un circolo, che lega tra sé le informazioni sensoriali ricevute dal pene e processate dal sistema nervoso a livello del midollo spinale e del cervello, e le informazioni che dal sistema nervoso viaggiano in senso contrario, verso il pene.
Va da sé che, come si intuisce, questo loop è influenzato sia da stimoli fisici ma anche psicologici, come la visione di film porno. Problemi psicologici o fisici legati al funzionamento di questo loop possono compromettere così il raggiungimento dell’orgasmo. È per questo che, sottolineano i ricercatori, il sesso per gli uomini è una questione fortemente nervosa, o quanto meno anatomico-nervosa.
Nelle donne invece a dominare, continuano gli scienziati, è soprattutto la questione strettamente anatomica. Il raggiungimento dell’orgasmo è in questo caso particolarmente correlato alla posizione che influenza a sua volta quella del clitoride. Più il clitoride si avvicina alla parete vaginale anteriore più è probabile che avvenga l’orgasmo. Un movimento che sembra favorito da posizione come il missionario o dell’amazzone.
FONTE
Orgasmo, il cervello si illumina come un albero di natale (Testo del 29.02.2016)
Ecco che cosa succede quando l’essere umano raggiunge l’apice del piacere: 30 aree cerebrali diverse si attivano tutte insieme. Differenze sostanziali tra uomini e donne
Tutti lo vogliono, molti lo raggiungono e ancora nessuno conosce con certezza tutte le sue sfaccettature. E’ l’orgasmo, quella vetta del piacere che per pochi secondi sconvolge il nostro essere. Sono moltissimi gli studi che hanno tentato di spiegarlo, così come sono numerose le supposizioni a riguardo. Pochi però i dati reali, ma sufficienti nel concludere che l’orgasmo scatena nel nostro organismo una cascata di eventi imprevedibili.
L’ORGASMO ATTIVA 30 AREE DEL NOSTRO CERVELLO
Per fare luce sui misteri dell’orgasmo, gli scienziati hanno condotto numerosi esperimenti fino a che sono riusciti a immortalare i suoi effetti nel cervello.
Barry Komisaruk, un neuroscienziato della Rutgers University (Stati Uniti), è uno dei più grandi studiosi dell’argomento. Tramite la risonanza magnetica funzionale, lo scienziato ha mappato le aree del cervello coinvolte nell’orgasmo, sia maschile che femminile. Ebbene, in entrambi i casi, al momento dell’orgasmo, il cervello inizia a illuminarsi come un albero di Natale. Le immagini scattate da Komisaruk sono emblematiche: quando si raggiunge l’apice del piacere si «accendono», cioè si attivano, ben 30 aree diverse del cervello.
Non solo quelle legate all’elaborazione del senso e del tatto, come era prevedibile. Ma sorprendentemente anche altre regioni che gli scienziati non immaginavano fossero coinvolte: ad esempio il sistema limbico, responsabile dell’elaborazione della memoria e delle emozioni; l’ipotalamo, legato invece al controllo involontario del corpo; la corteccia prefrontale, implicata nel giudizio e nella capacità di risolvere i problemi.
Nessun centro di comando in particolare, ma una moltitudine di aree cerebrali che contribuiscono a rendere l’orgasmo un momento di pura estasi. E se è vero che un orgasmo è un orgasmo sia per gli uomini che per le donne, è altrettanto vero che qualche piccola ma significativa differenza c’è. Non solo nel modo di raggiungerlo, ma soprattutto nella durata. L’orgasmo femminile infatti dura all’incirca 20 secondi in più rispetto a quello maschile.
L’ORGASMO FA BENE ALLA SALUTE
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’attività sessuale è un vero e proprio toccasana per la salute: quando aumenta la frequenza dei rapporti migliora la salute del cuore e delle arterie, nonché quella delle articolazioni e la muscolatura.
Ma l’orgasmo ha decisamente un impatto più significativo, specialmente per i suoi effetti sul cervello. Un recente studio della Rutger University, ha dimostrato che raggiungere l’apice del piacere può addirittura superare gli effetti benefici dati da giochi mentali come il Sudoku o i cruciverba. Grazie alle numerose aree cerebrali attivate dall’orgasmo, i ricercatori americani hanno scoperto che l’orgasmo può essere una fenomenale «palestra per la mente».
Altre ricerche, invece, hanno scoperto che un orgasmo appena svegli è in grado di abbassare i livelli di cortisolo e influenzare la produzione di ossitocina: si abbassa lo stress, aumenta la sensazione di benessere. Infine, alcuni esperimenti hanno dimostrato che la stimolazione sessuale e l’orgasmo possono essere un potente antidolorifico. Sembra infatti che l’orgasmo possa alterare la percezione del dolore, un effetto probabilmente legato al fatto che il culmine del piacere sessuale stimoli le aree cerebrali legate al dolore, come la corteccia insulare e la corteccia cingolata anteriore.
L’ORGASMO VINCE LE PAURE E ABBASSA IL CONTROLLO DEGLI IMPULSI
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, ha effettuato una serie di esperimenti con la tomografia a emissione di positroni, in corrispondenza di un orgasmo. Ebbene, proprio nel momento in cui si raggiunge la vetta del piacere gli studiosi hanno osservato una significativa riduzione nell’attività dell’amigdala, la regione del cervello responsabile della nostra percezione della paura, e della corteccia orbitofrontale, l’area cerebrale responsabile del controllo degli impulsi. Questo, secondo i ricercatori, significa che al momento dell’orgasmo la percezione della paura e la capacità di controllare gli impulsi viene stravolta e inibita.
L’ASSENZA DELL’ORGASMO PUO’ AVERE MOLTE CAUSE
Capita però che la scalata verso la vetta del piacere fallisca miseramente, sostituendo il piacere provato nel tentativo di raggiungerla con un mare di frustrazione. Succede più di quanto si pensi alle donne, molto spesso a causa della mancanza di comunicazione fra la coppia: capita di frequente che la donna scelga di fingere di avere un orgasmo anziché discutere del problema con il partner.
Ci sono però casi in cui l’assenza di orgasmo, sia femminile che maschile, è invece una vero e proprio disturbo. Si tratta della cosiddetta anorgasmia, ovvero l’incapacità di raggiungere l’apice del piacere, nonostante una stimolazione sessuale intensa e prolungata.
Il problema potrebbe essere provocato da farmaci, o da sostanze dopanti, traumi fisici a livello genitale , dispareunia, vaginismo, stress, ansia. In genere, le cause di origine psicologica sono le più frequenti: un eccessivo autocontrollo, un’ansia da prestazione ed una smisurata attenzione per il solo piacere del partner.
Anche i traumi psicologico-sessuali possono essere importanti fattori causali che incidono sull’anorgasmia. Questo però, secondo i sessuologi, non dovrebbe scoraggiare la ricerca del massimo piacere. Ma dovrebbe spingere chi ne soffre a chiedere aiuto a uno specialista.
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Scoperto il ruolo ‘ancestrale’ dell’orgasmo femminile, facilitava l’ovulazione (Testo del 02.08.2016)
Lo sostiene uno studio dell’università di Yale e dell’ospedale pediatrico di Cincinnati nell’evoluzione di specie viventi diverse
L’ORGASMO femminile, che non svolge alcun ruolo evidente nella riproduzione umana, ha incuriosito gli scienziati fin dai tempi di Aristotele. Numerose teorie hanno cercato di spiegare le origini del piacere delle donne, concentrandosi però, per la maggior parte, sul suo ruolo biologico. Ora gli studiosi dell’università di Yale e dell’ospedale pediatrico di Cincinnati forniscono nuove intuizioni sul tema, esaminando l’orgasmo nell’evoluzione di specie viventi diverse. Il team di esperti propone una teoria evoluzionistica, piuttosto che biologica: l’orgasmo femminile umano aveva la funzione ancestrale di indurre l’ovulazione. Lo studio appare sulla rivista Jez-Molecular and Developmental Evolution.
E’ stata presa in esame la struttura morfologica di femmine di decine di specie animali, oltre alla donna, anche lo chimpanzé, il topo, il ratto, il cavallo, il delfino, il coniglio, il cane, il gatto, il cammello, il maiale, l’elefante, il koala e tanti altri. Dal momento che non c’è alcuna associazione tra l’orgasmo e il numero di figli o il successo della riproduzione negli esseri umani, gli scienziati si sono concentrati su uno specifico tratto fisiologico che accompagna il piacere femminile umano: la scarico neuro-endocrino di prolattina e ossitocina. Mettendolo a confronto con quanto accade in altri mammiferi placentari.
LEGGI – Sesso, la parola alle donne. Tutto quello che avreste voluto sapere sull’orgasmo di ELISA MANACORDA
Sebbene l’orgasmo femminile si manifesti diversamente nei vari animali, in tutte le specie (inclusa quella umana) è caratterizzato dall’aumento della produzione di due ormoni, la prolattina e l’ossitocina. E’ stato scoperto che questo stesso flusso ormonale in molti animali gioca un ruolo importante nell’ovulazione. E nonostante l’enorme diversità della biologia riproduttiva dei mammiferi, alcune caratteristiche fondamentali possono essere rintracciate nel corso dell’evoluzione di alcuni di questi. Il ciclo delle donne, per esempio, non dipende dall’attività sessuale. Tuttavia, in altre specie di mammiferi, l’ovulazione è indotta dai maschi e l’analisi degli scienziati mostra che anche l’ovulazione femminile umana, un tempo, era probabilmente provocata dal rapporto sessuale con l’uomo, mentre poi, con l’evoluzione, questo non si è più reso necessario.
Gli scienziati suggeriscono che l’orgasmo femminile si sia evoluto come ‘riflesso’ che, ancestralmente, induceva l’ovulazione, diventando poi superfluo con il passare dei millenni. In pratica secondo questa tesi prima ci sarebbe stata l’ovulazione indotta e solo in un secondo momento quella spontanea. Nel passaggio tra queste due fasi, l’orgasmo della donna si è trasformato da elemento attivo nell’ovulazione, a semplice strumento di piacere femminile.
Nella ricerca americana viene citata un’altra analisi che confermerebbe quest’ipotesi. In corrispondenza del passaggio evolutivo si sarebbe verifcato anche lo spostamento del clitoride in posizione più arretrata rispetto a quella ancestrale. Questo ne renderebbe più difficile la stimulzione durante il rapporto sessuale. E per questo è diventato più complicato ottenere l’orgasmo.
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