Indice
- Sesso, fare l’amore fino a 90 anni? Si può. I consigli del dottor Puppo: “Non c’è solo il rapporto pene-vagina” (Testo del 05.04.2017)
- Sì al sesso con il pancione (Testo del 22.04.2014)
- 8 cose che il sesso provoca al cervello (testo del 11.02.2015)
- Tutte le bufale sul sesso (Testo del 05.10.2013)
- Cervello dei maschi fatto per pensare a sesso (Testo del 07.09.2013)
Sesso, fare l’amore fino a 90 anni? Si può. I consigli del dottor Puppo: “Non c’è solo il rapporto pene-vagina” (Testo del 05.04.2017)
“Non bisogna avere fretta e l’uomo deve aspettare che la donna sia veramente eccitata e lubrificata – spiega il medico-sessuologo del Centro Italiano di Sessuologia – Inoltre è meglio introdurre il pene in vagina (nella posizione più comoda e meno faticosa per entrambi) dopo che la donna ha già avuto orgasmi con la stimolazione della clitoride con le mani o la lingua”
Il numero di anziani che conserva una vita sessuale dopo i 75 anni è più ampio del previsto. Questo il dato rilevante di un editoriale pubblicato sulla rivista “New England Journal of Medicine”. Secondo il sessuologo John Bancroft del Kinsey Institute nella fascia di età fra i 75 e gli 85 anni il 38,5% degli uomini e il 16,7% delle donne hanno riferito di avere avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso. Dato analogo registrato nel 2000 in Italia dal Censis: il 39,1% degli over 70 si abbandona pienamente ai piaceri del sesso. “Ma un rapporto sessuale all’anno significa avere una vita sessuale e abbandonarsi pienamente ai piaceri del sesso? Il numero di anziani è più ampio del previsto: allora si aspettavano che nessun anziano facesse sesso?”, si chiede retoricamente il dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo del Centro Italiano di Sessuologia. “Queste “ricerche” sono davvero scientifiche (la prima americana è datata erroneamente da molti quotidiani nel 2015 ma è del 2007) o forse sono fatte solo per fare pubblicità ai farmaci per gli uomini?”.
“Perché solo il 16,7% delle donne ha riferito di aver avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso?” – spiega Puppo al FQMagazine – “Perché per moltissime donne anziane la menopausa è una ”liberazione” da un sesso fatto per dovere (spesso anche costrette), da svolgersi quasi sempre per accontentare i loro mariti (fino a pochi decenni fa c’era il “dovere coniugale”). Il rapporto sessuale non dava piacere e questo vale ancora oggi per la maggioranza delle donne del mondo. Sono così poche ad avere rapporti sessuali perché gli uomini (ma anche le donne) non sanno quali sono i cambiamenti che avvengono a livello degli organi sessuali riproduttivi femminili (è bene precisare riproduttivi, perché sulla clitoride la menopausa non ha conseguenze) e fanno sesso, il rapporto vaginale, come lo hanno sempre fatto e come hanno imparato dalla pornografia”. “La cosa determina solo fastidio e spesso dolore alle donne”, continua Puppo, “perché la vagina non è più come prima della menopausa, infatti la mucosa vaginale diventa sempre più sottile, le dimensioni della vagina e la sua capacità di dilatazione si riducono, c’è un rallentamento nella formazione del lubrificante vaginale con diminuzione della sua quantità, e i movimenti/sfregamenti del pene più facilmente provocano irritazione dell’uretra e della vescica quindi dolore e disturbi urinari”.
“Per questo dopo la menopausa i “preliminari” (tra virgolette perché è un termine da non usare più: sono già fare l’amore) devono prolungarsi adeguatamente prima d’introdurre il pene in vagina, e deve essere fatto con maggiore delicatezza” – conclude il sessuologo -, “Non bisogna avere fretta e l’uomo deve aspettare che la donna sia veramente eccitata e lubrificata. Inoltre è meglio introdurre il pene in vagina (nella posizione più comoda e meno faticosa per entrambi) dopo che la donna ha già avuto orgasmi con la stimolazione della clitoride con le mani o la lingua. Infatti le modificazioni a livello della clitoride e quindi dell’orgasmo sono minime, quindi le donne che credono che dopo la menopausa non proveranno più piacere sessuale si sbagliano, l’orgasmo è sempre possibile, anche multiplo: se si sa come fare l’amore tutte le donne anziane possono avere ancora orgasmi”. “Ricordiamoci sempre che la menopausa non deve essere più vissuta come la fine del periodo migliore da vivere”- aggiunge Puppo -, “tutte le donne possono ancora amare ed essere amate e possono sempre godere della propria sessualità: fare sesso, fare l’amore, non è solo il rapporto pene-vagina, e non devono più farlo per dovere, e se provano dolore devono subito smettere! E per le anziane sole, se riescono a superare le inibizioni o il senso di colpa, con la masturbazione possono ancora godere del proprio corpo durante tutta la loro senescenza”.
FONTE
Sì al sesso con il pancione (Testo del 22.04.2014)
I primi a essere frenati dalla nuova fisicità della compagna sono gli uomini: non per scarso desiderio, ma per paura di nuocere al bambino. Così, per molte coppia i mesi di gravidanza si trasformano in mesi di astinenza. Niente di più sbagliato: il sesso con il pancione è sicuro e perfino molto più gratificante di quanto si pensi… Le posizioni e le precauzioni per vivere serenamente la sessualità nei tre trimestri dell’attesa
Sì al sesso con il pancione Fare l’amore durante il periodo della gravidanza può essere molto gratificante e importante per l’intimità di coppia, perché crea uno scambio ricco di significati profondi, consolida l’unione e può far scoprire anche nuove e fortissime sensazioni erotiche. Eppure tra mille paure, tabù e false credenze, spesso la passione non fa rima con maternità: l’attività sessuale diventa sempre più sporadica nel corso della gestazione e il desiderio erotico viene appagato con coccole e tenerezze. Per vivere il sesso senza pregiudizi e in modo appagante durante i nove mesi, abbiamo intervistato due esperte, Maria Claudia Biscione, psico-sessuologa, e Valentina Berlinghieri, ginecologa, che ci hanno spiegato quando e come farlo senza problemi e i casi in cui invece è meglio astenersi.
Com’è visto, di solito, il sesso dalle future mamme? “Da un punto di vista psicologico sono tante le oscillazioni emotive che la dolce attesa produce e inevitabilmente la sessualità rispecchierà tale volubilità. Alcune donne si sentono del tutto concentrate sul feto e sul loro nuovo “stato”, e dunque è possibile che di conseguenza vi sia da parte loro una perdita della libido, ma quando questo non accade si può, grazie proprio all’esperienza della gravidanza, scoprire una maggiore femminilità e una “potenza sessuale” più intensa, provando sensazioni profonde e nuove. A meno che non ci siano problemi specifici, fare l’amore durante l’attesa può solo fare un gran bene alla coppia, preservandola dal rischio di crisi che può insorgere dopo il parto, quando si fatica a ritrovare l’intimità” dice Biscione.
L’uomo, come vive la sessualità nei 9 mesi? “Anche per i padri l’attesa può essere “dolce” o “amara”, a seconda di come anch’essi vivranno e concepiranno il sesso durante la gravidanza della loro compagna. Alcuni uomini, infatti, sembrano davvero inibirsi di fronte alla propria donna quando è incinta, sia per una questione fisica – sembra loro molto più “delicata” e provano il terrore di poter far male al feto – sia da un punto di vista psicologico, quasi come se l’idea del sesso potesse immediatamente contaminare la “sacralità” della maternità. Quelli che invece riescono a rilassarsi e sintonizzarsi con la crescita della pancia, riescono a provare empatia, straordinaria vicinanza e un senso di completezza nella relazione. Tutti elementi che, come ormai accreditato da moltissimi studi scientifici, creano anche il miglior presupposto perché tutto torni “come prima” dopo la nascita, ovvero per riprendere con facilità e in tempi brevi i rapporti sessuali dopo il parto. Inoltre, il sesso in gravidanza può avere un’influenza positiva sul parto stesso e perfino una riduzione di rischio di parti prematuri” afferma la sessuologa.
Se lui ha paura di farlo, come convincerlo? “È fondamentale parlarne assieme, per comprendere quali sono le sue paure e le sue difficoltà, cercando di rassicurarlo per “rinegoziare” la modalità dei rapporti e aiutarlo ad adattarsi ai cambiamenti psicofisici che avvengono nella donna. Se il proprio compagno fa fatica a sintonizzarsi con il pancione, sarà compito della donna non chiudersi e offendersi, bensì “sfruttare” un rinnovato senso di femminilità per giocare, sedurre e conquistare in modo nuovo il proprio lui; cercate delle mise intime sexy, oggi ne esistono diverse fatte apposta per le donne incinta, un po’ velate per valorizzare la propria bellezza senza spaventare troppo il partner con il pancione. Quanto alle posizioni, è possibile trovare delle varianti per vivere appieno il godimento senza “intoppare” eccessivamente nell’oggettivo ostacolo pancia” consiglia Berlinghieri.
E se invece è la donna ad aver un calo della libido? “È importante che, fatto salvo per oggettivi rischi o per le prime settimane, l’uomo sia molto paziente e comprensivo senza però assecondare a oltranza “l’allontanamento” femminile, la sua attenzione solo per il feto o il suo senso di disagio. E’ importante che l’aiuti e la stimoli, piuttosto, a ricentrarsi sulla femminilità e sulla complicità della coppia. Saranno in questo caso importanti tutti quei gesti e comportamenti seduttivi che vadano a rinforzare e gratificare nella partner il suo senso di desiderabilità, a patto che tutto questo avvenga seguendo i “tempi” femminili dettati dallo stati di gravidanza” suggerisce Biscione.
Quali sono i casi in cui è meglio astenersi dal fare l’amore? “Controindicazioni assolute alla pratica sessuale durante tutta la gravidanza sono la minaccia di aborto, di parto pretermine, poliabortività, precedenti parti prematuri, il distacco placenta, pregressi interventi al collo uterino, presenza di attività contrattile, rottura prematura delle membrane, che richiedono riposo assoluto. Non è detto però che, una volta superato il problema, si debba protrarre l’astinenza per tutto la gravidanza. E’ sempre importante confrontarsi chiedendo il parere del proprio ginecologo” afferma Berlinghieri.
Il sesso dà effetti benefici anche al bambino? “È fondamentale sapere che il bimbo è ben “ammortizzato” e protetto all’interno del sacco amniotico e che è accuratamente isolato da un tappo mucoso, perciò, in nessun modo, può essere disturbato durante il rapporto. Sembra, invece, che gradisca molto la sensazione di benessere che prova la mamma, dovuta al rilascio di endorfine che entrano subito in circolo. Durante il rapporto, infatti, il battito cardiaco rallenta e i suoi movimenti sono meno vivaci, come se rimanesse in attesa di qualcosa; subito dopo, riprende a muoversi con più vigore di prima. Psicologicamente, nell’ultima fase della gravidanza quando il bambino fa ben sentire la sua presenza, aumenta il senso di pudore genitoriale. Fare l’amore non diventa più una questione solo della coppia, ma inevitabilmente si avverte la presenza del “terzo incomodo testimone dell’atto”, pertanto può divenire più forte la paura di fare qualcosa di inopportuno, quasi “sconcio” che disturbi il bambino. In realtà mantenere un contatto d’amore fino all’ultimo, non farà altro che consolidare la coppia e renderla più pronta per l’inizio dell’immensa avventura genitoriale” sostiene l’esperta.
Ecco come vivere serenamente la sessualità nei tre trimestri, con i consigli delle due esperte
1° TRIMESTRE
Dal punto di vista psicologico:
Nel primo trimestre l’interesse sessuale può diminuire per moltissimi fattori psicofisici. Tra quelli psicologici la novità dell’esperienza (se è un primo figlio) carica inevitabilmente entrambi i partner di un senso di responsabilità e di elevata attivazione e protezione, per cui anche i rapporti sono vissuti come qualcosa di pericoloso e potenzialmente dannoso per il feto che si sta “organizzando” nella sua nuova collocazione. La tempesta emotiva che coinvolge la donna, inoltre, le fa provare sensazioni altalenanti e a volte destabilizzanti, in cui i propri bisogni e desideri appaiono poco chiari, troppo volubili e confusi. Per cui, è inevitabile che nelle prime 12 settimane la sessualità possa avere una battuta d’arresto. E’ importante in questa fase che l’uomo accolga la donna se è lei a rifiutare di avere rapporti, dia più spazio al dialogo e alla rassicurazione per poi piano piano con il passare delle settimane e coerentemente con il suo stato di salute, ricondurla dolcemente all’intimità sessuale.
Dal punto di vista fisico:
La complessa attività ormonale di origine ipofisaria, tiroidea, paratoroidea, surrenale e ovarica induce modificazioni anatomo-funzionali importanti. Tutti questi cambiamenti già presenti dal primo trimestre comportano labilità psichica, variabilità dell’umore, accentuazione dei riflessi profondi, con modificazioni sensoriali dell’olfatto e del gusto. Inoltre nei primi tre mesi vi è un aumento degli estrogeni e del progesterone e una diminuzione del testosterone; fattori che provocano un iniziale calo della libido e che, associati a nausea e vomito, possono portare a ridurre la frequenza dei rapporti sessuali. Il progesterone, però, può anche aumentare l’irrorazione sanguigna in tutti i tessuti vaginali rendendo la zona genitale più lubrificata e quindi più sensibile.
2° TRIMESTRE
Dal punto di vista psicologico:
Arriva il miglior momento per l’attività sessuale: i fastidi del primo trimestre sembrano attenuarsi, lasciando spazio a una vera esplosione di vitalità e femminilità in cui la donna sente appieno la “magia” della natura e dell’esperienza della gravidanza. In questa fase, inoltre, seno florido, pelle e capelli lucenti e una pancia ancora poco ingombrante le regalano, in assenza ovviamente di complicazioni, un generale senso di benessere e bellezza che potenzia notevolmente la carica sessuale. E’ molto importante per la donna, in questo momento, sentirsi attraente, accolta e rinforzata nella sua desiderabilità. Se l’uomo ha delle difficoltà nell’avvicinarsi a lei, è utile che ne parli sia con la partner che con il ginecologo al fine di ripristinare la naturalezza del suo desiderio senza lasciarsi condizionare da false credenze e paure irreali.
Dal punto di vista fisico:
Si ha un aumento di produzione ormonale soprattutto di origine ovarica, associata a quella sintetizzata dalla placenta a partire dalla 20° settimana. Tutto questo, insieme alla sensazione di piena femminilità della gestante, porta a un aumento del desiderio sessuale.
3° TRIMESTRE
Dal punto di vista psicologico:
I rapporti sessuali possono diventare più difficili perché l’ingombro della pancia limita notevolmente i movimenti e perché può aumentare l’ansia del parto e la concentrazione sull’imminente cambiamento nella vita. E’ questo quindi il momento in cui la donna può richiedere più attenzioni e conferme, in cui è più vulnerabile e stanca, e in cui il desiderio può naturalmente diminuire per lasciare spazio a un forte bisogno di coccole, tenerezza, condivisioni e fantasie circa l’arrivo del bambino. E’ molto utile non perdere il filo del contatto, dell’abbraccio e dell’intimità anche non sessuale; maggiore sarà la vicinanza fisica più velocemente dopo il parto si tornerà a fare l’amore. Per chi invece riesce a mantenere viva la sessualità, può essere utile risolvere la questione “pancione” divertendosi a sperimentare nuove posizioni (potrebbe essere più agevole disporsi su un fianco, con il partner di fronte o dietro, o in alternativa mettersi sopra l’uomo), ma anche scegliere soluzioni alternative al coito quando questo diviene insostenibile. La gravidanza, quindi, può diventare davvero un’occasione straordinaria per sperimentare modi diversi di vivere l’intimità di coppia. Le donne che riferiscono una maggior soddisfazione sessuale risultano essere, inoltre, più ottimiste nei confronti della imminente maternità, meno affaticate e meno soggette in un prossimo futuro a cadere vittima di sintomi depressivi.
Dal punto di vista fisico:
La consapevolezza del parto e della futura responsabilità materna e il peso addominale possono determinare un calo della libido. La produzione di prostaglandine (acidi ciclopentanoici) del liquido seminale e il contemporaneo orgasmo femminile inducono attività contrattile uterina che – avvicinandosi il termine della gravidanza – potrebbero facilitare l’inizio di un travaglio.
FONTE
8 cose che il sesso provoca al cervello (testo del 11.02.2015)
Per prepararsi a San Valentino, ecco le 8 cose da sapere sugli effetti del sesso sul cervello, raccolte dalla rivista Time
Studiare come il sesso influenzi il cervello non è facile. Come spiega sulle pagine di Time Barry R. Komisaru, psicologo della Rutgers University di Newark, in New Jersey, queste ricerche, che possono avere ricadute su molti importanti aspetti della nostra salute, si scontrano infatti inevitabilmente con una certa difficoltà nel trovare volontari. Gli esperimenti necessari per portarle avanti, in effetti, possono risultare decisamente imbarazzanti. “A volte bisogna chiedere ai volontari di masturbarsi all’interno di una macchina per la risonanza magnetica – racconta per esempio Komisaru – e anche per questo, il campo di studi è ancora in fase di sviluppo. Gli scienziati comunque stanno iniziando a svelarne i misteri”. Con San Valentino alle porte, Time ha deciso dunque di raccogliere alcune delle conoscenze ormai assodate sull’effetto del sesso sul funzionamento nostro cervello.
Il sesso è come una droga
A livello cerebrale infatti attiva il circuito della dopamina, il centro della ricompensa cerebrale, su cui agiscono per esempio anche la cioccolata, caffeina, nicotina e cocaina. È per questo che il sesso risulta così piacevole, e che la nostra specie dedica tanto tempo alla ricerca di partner con cui praticarlo.
Il sesso può agire come un antidepressivo
Uno studio svolto nel 2002 dall’Università di Albany ha analizzato circa 300 donne, scoprendo che quelle che facevano sesso senza utilizzare il preservativo mostravano una minore incidenza di sintomi della depressione, anche una volta aggiustati i risultati tenendo conto di altri elementi, come una relazione stabile, che avrebbero potuto incidere sul loro umore. Secondo gli scienziati il merito potrebbe essere dello sperma, al cui interno si troverebbero sostanze come estrogeni e prostaglandine che una volta assorbite dall’organismo femminile (durante il coito) svolgerebbero un effetto antidepressivo.
Anche se questo fosse vero, gli scienziati ricordano che il preservativo resta comunque fondamentale al di fuori di una relazione stabile. Se esistono infatti altri metodi con cui è possibile migliorare il proprio umore, non ne esistono invece di migliori per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.
Altre volte però il sesso può peggiorare l’umore
Un’altra ricerca ha dimostrato infatti che in seguito all’attività sessuale, circa un terzo delle donne prova un senso di tristezza. La natura di questa disforia postcoitale (è questo il termine tecnico) non è però ancora stata chiarita.
Il sesso è un antidolorifico
Il classico mal di testa non è una buona scusa per evitare di fare sesso. Uno studio tedesco svolto nel 2013 ha dimostrato infatti che circa il 60% delle partecipanti affette da emicranie, e il 30% di quelle che soffrivano delle cosiddette cefalee a grappolo, sperimentavano un miglioramento dei sintomi durante un rapporto sessuale.
Altri studi hanno mostrato inoltre che la stimolazione del (fantomatico) punto G innalza notevolmente la soglia del dolore nelle donne. Il fenomeno per ora resta senza spiegazione, anche se alcuni scienziati suggeriscono che sia legato agli effetti dell’ossitocina, ormone che potrebbe avere effetti antidolorifici.
Il sesso ti cancella la memoria
La cosiddetta amnesia globale transitoria è una perdita di memoria improvvisa, ma temporanea, non attribuibile a patologie neurologiche, che colpisce ogni anno circa una persona ogni 100.000 in tutto il pianeta. A provocarla possono essere traumi cranici, stress emotivo, forti dolori, improvvisi cambi di temperatura, e ovviamente, un rapporto sessuale particolarmente vigoroso.
Ma può anche rafforzarla
Uno studio del 2010 ha dimostrato che topi a cui era concesso di avere frequenti rapporti sessuali (a differenza di poveri roditori che potevano fare sesso solo occasionalmente) sviluppavano maggiormente l’ippocampo, una regione del cervello collegata alla memoria. Gli effetti del sesso sulla memoria umana devono però essere ancora chiariti.
Il sesso è un calmante
Dallo studio precedente è emerso infatti che i topi che avevano un’attività sessuale regolare risultavano anche meno stressati. In questo caso però lo stesso sembra valere anche per la nostra specie. Uno studio svolto su esseri umani ha dimostrato infatti che dopo aver avuto un rapporto sessuale siamo in grado di rispondere meglio ad eventi stressanti, come ad esempio tenere un discorso in pubblico. L’effetto sembrerebbe legato alla capacità del sesso di diminuire la pressione sanguigna.
FONTE
Tutte le bufale sul sesso (Testo del 05.10.2013)
Sfatiamo le leggende metropolitane più assurde sul tema
“Se fai sesso con un uomo che da ragazzo si è masturbato molto non rimani incinta perché ha già consumato tutti gli spermatozoi”. Oppure: “una donna non può rimanere incinta se durante un rapporto non raggiunge l’orgasmo”. O ancora: “per evitare di rimanere incinta bisogna lavarsi con la coca-cola o il limone dopo un rapporto”. Ecco le dieci può grandi assurdità che circolano da tempo sul tema sesso. Date per scontato che queste cose si sappiano? Non fatelo: visto l’aumento delle malattie sessuali e delle interruzioni di gravidanza tra le under 25, c’è da dedurre che in materia di educazione sessuale più di una ragazza non raggiunge la sufficienza. E visto che il clima estivo facilita gli incontri amorosi, e proprio con l’estate molti giovanissimi vivranno la loro prima volta, la Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) coglie l’occasione per sfatare queste bufale. Ridiamoci su, e ricordiamoci che il sesso sicuro si fa utilizzando gli anticoncezionali, non abboccando alle leggende metropolitane.
1. Per evitare di rimanere incinta bisogna lavarsi con la coca-cola o il limone dopo un rapporto sessuale
La bufala sulle virtù della anticoncezionali della coca-cola si è diffusa negli Usa fin dagli Anni ’70, nata nel contesto della rivoluzione sessuale che ha portato i giovani a infrangere una serie di tabù, senza che fossero però adeguatamente preparati. Non esisteva infatti l’educazione sessuale. Lavarsi con acqua e un detergente aggressivo dopo un rapporto non previene il rischio di un’eventuale gravidanza ma è una buona norma di igiene che ci aiuta a proteggerci dal rischio di infezioni. Le irrigazioni vaginali sono invece sconsigliate, se non su indicazione del ginecologo.
2. Si può rimanere incinta con un bacio
L’incontro fra spermatozoi e ovulo necessario perché vi sia la fecondazione, può avvenire esclusivamente per via vaginale. Nessun rischio gravidanza quindi con baci, rapporti orali o anali. Attenzione però durante il petting a evitare contatto tra sperma e vagina, anche senza penetrazione: in questo caso infatti, il rischio di gravidanza è molto basso ma non può essere del tutto escluso.
3. Se prima di un rapporto bevi tre whisky non puoi mettere incinta la ragazza
Forse la ragazza non rimarrà incinta, ma magari è perché lui proprio non ce la fa! L’alcol infatti, nonostante “aiuti” a essere più disinibiti, ha conseguenze negative sulle performance sessuali. L’uso di alcol o sostanze stupefacenti a fini sessuali è molto diffuso ma le conseguenze di questi comportamenti, nel medio periodo, sono ben più dannose del primo beneficio. Soprattutto, l’assunzione di queste sostanze non deve far sentire “onnipotenti” e quindi immuni da rischi di un rapporto non protetto.
4. Non si può rimanere incinta se il rapporto dura meno di un minuto
Anche se il rapporto sessuale è molto breve, come può accadere spesso a chi è alle prime esperienze, non si può escludere il rischio gravidanza. Anche se non si arriva all’eiaculazione. Il liquido che fuoriesce dal pene prima dell’eiaculazione vera e propria può in effetto già contenere spermatozoi, sia pure in quantità minore. Ecco perché il coito interrotto non si può ritenere un metodo contraccettivo.
5. La prima volta è impossibile rimanere incinta
Anche chi fa l’amore per la prima volta deve proteggersi dal rischio di gravidanze indesiderate. La strategia migliore è prepararsi per tempo e, quando si decide di iniziare ad avere rapporti sessuali completi, rivolgersi a un ginecologo che ci consiglierà un metodo più adatto. La pillola rappresenta il sistema in assoluto più sicuro per proteggersi da gravidanze indesiderate: oggi ne esistono di molto leggere, con un dosaggio ormonale limitato, adatte anche alle più giovani.
6. Non si può rimanere incinte facendo l’amore in piedi
La posizione scelta per fare l’amore non influisce sulla possibilità di rimanere incinta. Si potrebbe credere che facendo l’amore in piedi si impedisca la risalita degli spermatozoi (è la legge di gravità…) ma questo non è assolutamente vero. Gli spermatozoi sono dotati di una specie di codina detta flagello che si muove molto velocemente e permette loro di muoversi.
7. Non si può rimanere incinta facendo l’amore in acqua
Fare l’amore in acqua può risultare molto piacevole (l’acqua aiuta a rilassarsi) ma non è certo un modo valido per evitare gravidanze indesiderate! Non è vero infatti che in questo elemento gli spermatozoi muoiono, né che si diluiscono. L’unico modo per non correre rischi è utilizzare metodi contraccettivi sicuri.
8. Se fai l’amore di giorno non rimani incinta perché gli spermatozoi escono solo di notte (ma che sono, vampiri?)
Può capitare che le prime eiaculazioni si verifichino di notte in maniera del tutto spontanea. Parliamo di polluzione notturna, un’eiaculazione involontaria che avviene nel sonno, spesso a seguito di un sogno erotico. È un fenomeno fisiologico assolutamente naturale ma ciò non significa che l’eiaculazione non possa avvenire anche di giorno.
9. Se fai sesso con un uomo che da ragazzo si è masturbato molto non rimani incinta perché ha già consumato tutti gli spermatozoi
Questa bufala fa il paio con quella secondo cui se il pene si sfrutta molto da giovani, da anziani cessa prima la sua attività… Per fortuna il pene non è soggetto all’usura. Se è vero che all’aumentare dell’età il numero e la motilità degli spermatozoi possono ridursi, non bisogna dimenticare che anche uno solo è sufficiente perché avvenga la fecondazione. Quando si fa l’amore, anche con un uomo adulto che si ritiene esperto, si devono comunque utilizzare metodi contraccettivi adeguati: non fidatevi di chi dice di essere in grado di controllarsi perfettamente.
10. Una donna non può rimanere incinta se durante un rapporto non raggiunge l’orgasmo
Mentre l’orgasmo maschile è necessario per la riproduzione in quanto associato all’eiaculazione, non esiste invece alcun legame tra il raggiungimento dell’orgasmo femminile e la gravidanza. Alcuni autori sostengono che possa contribuire alla ritenzione dello sperma all’interno, aumentando le possibilità di fecondazione (se fosse vero la specie umana forse non sarebbe vicino all’estinzione ma quasi, aggiungiamo). Ciò che è certo è che se non usi precauzioni puoi rimanere incinta anche se non raggiungi l’orgasmo.
FONTE
Cervello dei maschi fatto per pensare a sesso (Testo del 07.09.2013)
Sarebbe il risultato di un mix ormonale e dell’influenza della cultura sulla crescita, almeno secondo la psichiatra Louann Brizendine
ROMA – Forse è inutile se non esagerato dare in incandescenze per uno sguardo o un apprezzamento di troppo, non è detto infatti che, se gli occhi del partner si allungano spesso per ‘fotografare’ qualche forma femminile di passaggio, dietro ci sia l’intenzione di tradire. La spiegazione è più semplice: il maschio è di default un po’ ‘guardone’, il suo cervello è di natura più occupato dal sesso.
Ma non c’é da preoccuparsi, è la sua natura, che però non significa che l’uomo è un traditore incallito, o che tutti i maschi siano come Tiger Woods, è la rassicurazione che emerge dal libro ‘il cervello dell’uomò (The Male Brain), della psichiatra Louann Brizendine che dirige la Women’s Mood and Hormone Clinic a San Francisco, resa famosa dal suo precedente libro, ‘il cervello della donna’. La natura maschile, come quella femminile del resto, spiega Brizendine che insegna anche all’Università di San Francisco, é il risultato di un mix ormonale e dell’influenza della cultura sulla crescita di ognuno di noi.
Insomma come a dire che il testosterone ci mette del suo a mascolinizzare il cervello e il resto lo fa la società che tende a ‘forgiare’ i bambini come ‘machi’ e le bambine come ‘bambole’. “Quando ho raccontato la mia intenzione di scrivere questo libro – scrive Brizendine nell’introduzione al testo – la maggior parte delle persone mi hanno risposto ironiche: ‘sara’ un libro molto brevé. Ciò mi ha reso consapevole del fatto che l’idea che il maschio sia il ‘modello base’ dell’essere umano è ancora molto pervasiva nella nostra cultura. Il maschio è considerato un essere semplice, la femmina invece più complessa”.
Ma secondo la neuropsichiatra questa è una semplificazione eccessiva, fermo restando che delle differenze ci sono, tra il cervello femminile e il cervello maschile. Dietro molte di queste diversità si nascondono gli ormoni di lui e di lei, spiega. Nella donna gli estrogeni e l’ossitocina predispongono il cervello a comportamenti femminili, tipicamente più empatici e affettuosi; nel maschio, invece, testosterone, vasopressina e MIS (sostanza inibitrice Mulleriana) la fanno da padroni e in qualche modo ne condizionano i comportamenti. “Non a caso sappiamo che nel cervello maschile l’impulso sessuale occupa uno spazio, nell’ipotalamo, che è ben due volte e mezzo più grande di quello occupato nel cervello di lei – scrive la psichiatra; e che i pensieri sessuali guizzano nel cervello maschile notte e giorno, in particolare nella corteccia visiva, tenendolo sempre pronto a cogliere un’occasione sessuale che gli si presenti. Le donne non sempre si rendono conto che l”organo maschilé ha una mente sua propria”.
Ma questo non fa di lui un ‘orso insensibile’, né prende le difese la psichiatra. Purché sia chiaro che il suo cervello comunque lo rende più incline a sguardi bramosi quando gli passa davanti una ‘sventola’, ciò non vuol dire che il maschio sia meno interessato ad innamorarsi o al contrario che con più facilita si lasci andare a storielle extraconiugali, conclude, con buona pace di lui e, forse, anche di lei.
FONTE