Il grado d’istruzione e il livello occupazionale influenzano il modo in cui cambiano l’anatomia del cervello e le interazioni tra le sue aree in tutte le fasi della vita. Lo dimostra uno studio confermando per la prima volta questa correlazione per la fascia di età tra i 35 e i 64 anni
L’anatomia del cervello e l’organizzazione delle reti neuronali non sono gli stessi quando siamo bambini, adulti e anziani. E i cambiamenti che intervengono con l’avanzare dell’età sono modulati anche dallo status socioeconomico. È quanto afferma un nuovo studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da Micaela Y. Chan dell’Università del Texas a Dallas e colelghi della Southwestern University, sempre in Texas, e della Sogang University a Seoul, in Corea del Sud, estendendo all’intero arco della vita risultati già parzialmente noti.
La maturazione del cervello è influenzata dall’ambiente in cui un individuo cresce e con cui interagisce. Un aspetto importante di questo ambiente è il suo status socioeconomico, un fattore multidimensionale che serve a stimare l’accesso alle risorse materiali e il prestigio sociale, definendo inoltre l’accesso all’assistenza sanitaria, all’alimentazione e alla possibilità di guadagno.
Studi precedenti avevano già mostrato una forte correlazione tra lo status socioeconomico di un individuo e il suo benessere, compresa la salute fisica e quella mentale, il suo neurosviluppo, la sua capacità cognitiva, e infine l’anatomia e le correlazioni funzionali del cervello. I dati raccolti su questa correlazione, tuttavia, hanno riguardato principalmente l’infanzia e l’età avanzata.
La nuova ricerca ha esteso l’analisi a una gamma di età più ampia (20-89 anni), che ha incluso così anche gli individui appartenenti alla fascia di età media, meno studiata.
I ricercatori hanno considerato parametri cerebrali di tipo strutturale, per esempio lo spessore della materia grigia, e di tipo funzionale, misurando le interazioni
tra diverse aree misurate a riposo, e li hanno confrontati con lo status socioeconomico dei partecipanti, definito dal livello di istruzione e dall’occupazione professionale.
I risultati indicano che lo status socioeconomico modera le differenze legate all’età nell’organizzazione della rete funzionale del cervello e nella struttura corticale dell’intero cervello. In tutta l’età di mezzo, tra 35 e 64 anni, lo status più basso è associato a una ridotta segregazione del sistema dello stato di riposo (una misura dell’efficienza dell’organizzazione della rete funzionale).
Esiste una relazione simile, ma meno robusta, tra status socioeconomico e cambiamenti nell’anatomia cerebrale: lo status economico più basso, infatti è risultato associato a uno spessore ridotto della materia grigia nella mezza età. Al contrario, età più giovani e più anziane non mostrano differenze coerenti nelle misure dei parametri cerebrali tali da essere attribuibili allo status socioeconomico.
Queste correlazioni – sottolineano Chan e colleghi – non possono essere spiegate da differenze demografiche, di stato di salute o di capacità cognitive. Inoltre, lo status socioeconomico durante l’infanzia non può spiegare la correlazione tra status socioeconomico e organizzazione delle reti neuronali. Complessivamente, secondo gli autori, i risultati portano a ritenere che esiste una potente correlazione tra gli aspetti socioeconomici dell’ambiente presente e la struttura anatomo-funzionale del cervello che si evidenzia nel cervello degli adulti nell’età di mezzo.
FONTE