Una gita per staccare un po’… e questa volta visitiamo una zona che non conoscevamo: oltre l’area settentrionale del Lago Maggiore… Domodossola , la Val d’Ossola e poi, con il nuovo Trenino Verde delle Alpi, sino a Thun e Berna in Svizzera!

 

 

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Domodossola

Domodossola (localmente anche detta solo DomoDòm in lombardoDöm o z’Töm in walser e Ël Dòm in piemontese) è un comune italiano di 17 577 abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte. La città è il centro principale della val d’Ossola, che si trova nella piana del fiume Toce, alla confluenza di val Bognancoval Divedrovalle AntigorioFormazzavalle Isorno e val Vigezzo.

Geografia fisica

Territorio

La città si adagia sul conoide di deiezione del torrente Bogna, che si allarga tra la frazione Mocogna e il Sacro Monte Calvario, occupando la porzione media del bacino del fiume Toce. Il territorio comunale si estende tra i 238 m s.l.m. e i 2.635 m s.l.m., per un totale di 59,9 km².

Origini del nome

Il geografo greco Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) è il primo a citare la città quale probabile capitale dei Leponzi, chiamandola Oksela LepontiorumJoannes Georgius Graevius, nel Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu Genuensium et Mediolanensium pubblicato nel 1704, identifica Domodossola come Ocella. Nel VII secolo l’Anonimo Ravennate la definisce come civitas e la chiama Oxilla. Intorno all’XI secolo la città assume il nome di Domus Oxile, in riferimento alla presenza della chiesa collegiata. Nel XII secolo compaiono Burgus Domi e Burgus Domi Ossule: la dicitura borgo deriva dalla presenza, oltre che della chiesa collegiata, anche del castello e del mercato. Il nome successivamente si trasforma in DomiossolaDuomo d’Ossola (Giovanni Capis), Domo d’Ossola nell’Ottocento e, infine, nell’attuale Domodossola[

Storia

Italia settentrionale secondo l’Historical Atlas: l’Oscela Lepontiorum nell’area settentrionale della Gallia Transpadana
Statuti di Domodossola (Statuta curiae Matarellae Domi Ossulae Expensis Jurisdictionis dictae curiae), 1659
Bandiera della Repubblica dell’Ossola

(greco antico)

«Ἐν ταῖς Κοττίαις Ἄλπεσιν Ληποντίων Ὄσκελ(λ)α»
(italiano)
«Nelle Alpi Cozie [è situata] l’Oscel(l)a dei Leponzi»

Dalla Preistoria al Novecento

Il masso coppellonato nei giardini dei Padri Rosminiani presso il Sacro Monte Calvario, insieme ad altri reperti rinvenuti nell’intera Val d’Ossola fa presumere la presenza di abitanti nella vallata fin dall’epoca preistorica. Da Oscella passava la strada romana che collegava Milano al Verbano: da qui si potevano valicare le Alpi raggiungendo il passo del Sempione, il passo dell’Arbola oppure il passo di San Giacomo.

La città sorgeva all’incrocio tra la Via Mediolanum-Verbannus, con la Via Antronesca che nel tratto Domodossola – Locarno prendeva pure il nome di Via del Mercato. È probabilmente durante il regno di Teodorico, re degli Ostrogoti, che si formano le prime opere di difesa sul colle di Mattarella. Il dominio longobardo è durissimo, caratterizzato da violenze e saccheggi; a questi succedono i FranchiCarlo Magno, generoso verso ecclesiastici e laici, rivitalizza il feudalesimo: molti territori sono in possesso del vescovo-conte di Novara, che costruisce a Oscella il suo castello (castrum novum, ricordato nel 1001). Nel 1014 il vescovo Pietro III il Prudente con solenne diploma ottiene il dominio feudale dell’Ossola.

Le periodiche incursioni dei Vallesani e le lotte accanite tra guelfi, in maggioranza nel borgo, e ghibellini costringono gli Ossolani a chiedere protezione a Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano: il 19 marzo 1381 viene firmato nell’attuale Palazzo San Francesco l’atto di dedizione. Il contratto con i Visconti prevedeva protezione e privilegi agli Ossolani, in cambio di un compenso di 750 fiorini annui. Ai Visconti succedono gli Sforza (1450 – 1535).

Veduta di Domodossola dal Castello di Mattarella’

Dopo gli Sforza, Domodossola subisce la dominazione imperiale e poi spagnola che dura per più un secolo e mezzo, contrassegnato da lotte intestine tra le fazioni, dagli straripamenti del torrente Bogna e dalle epidemie di peste. Nel 1656 sorge il Sacro Monte Calvario per opera di Andrea da Rho e Gioachino da Cassano, due frati cappuccini del convento di Domodossola. Dopo una breve dominazione austriaca, nel 1743 con il trattato di Worms l’Ossola passa interamente ai Savoia.

Resti del Castello di Mattarella

Con Vittorio Emanuele I nel 1818 Domodossola diventa capoluogo della provincia di Ossola, nella divisione di Novara, con un capo-guardia di prima classe a Domodossola e un capo-guardia di seconda classe a Masera Nel 1859, con l’emanazione del decreto Rattazzi, viene soppressa la provincia di Ossola e istituito il circondario di Ossola (in seguito circondario di Domodossola), come suddivisione della provincia di Novara, comprendente i mandamenti di CrodoS. Maria MaggioreBannio e Domodossola.

Nel 1869 viene aperta, fra le prime in Italia, la sezione domese del Club Alpino Italiano.

La torretta medievale di Domodossola

Il Novecento

Tunnel del Sempione

Il 19 maggio 1906 il re Vittorio Emanuele III inaugura il traforo del Sempione: con quest’opera Domodossola e l’intera Ossola diventano una delle più importanti vie del traffico internazionale europeo. Il 23 settembre 1910 la città è teatro del tragico atterraggio di Jorge Chávez Dartnell, conosciuto come Geo Chávez, primo trasvolatore delle Alpi. L’aviatore peruviano, partito da Briga, sorvola il passo del Sempione, ma l’aereo, in fase di atterraggio a Domodossola, cede e precipita. Gravemente ferito, il pilota muore all’ospedale San Biagio pochi giorni dopo.

Gradualmente la prosperità nella vallata cresce e aumentano le industrie e le centrali idroelettriche che offrono lavoro e richiamano progressivamente migranti in particolare da VenetoRomagna e Calabria]. La prima guerra mondiale richiede tuttavia sacrificio di vite umane, che costa caro anche all’Ossola.

Nel 1926 il circondario di Domodossola viene soppresso e il territorio assegnato al circondario di Novara]. Nel 1927, con la soppressione di tutti i circondari italiani, il territorio rimane in Provincia di Novara.

Durante la seconda guerra mondiale la valle non resta indifferente alla dittatura fascista. I movimenti di liberazione fanno sì che dal 10 settembre al 23 ottobre 1944 Domodossola diventi capitale della Repubblica partigiana dell’Ossola, proclamatasi indipendente dal dominio dittatoriale nel corso della Resistenza. Durante i 43 giorni, il territorio liberato viene gestito democraticamente dalla Giunta provvisoria di Governo, che si riunisce presso il Palazzo di Città. La giunta è presieduta da Ettore Tibaldi e annovera, tra gli altri, anche la milanese Gisella Floreanini, nelle vesti di Commissario all’Assistenza. La Floreanini è così la prima donna a ricoprire incarichi governativi in Italia.

Negli anni 1950 – 1960 la città è segnata da un costante flusso migratorio. I migranti, provenienti in gran parte dalla Calabria, si stanziano in un quartiere, denominato con il toponimo di Abissinia. Il quartiere poi, con l’arrivo dei frati Cappuccini, in particolare di padre Michelangelo Falcioni, padre spirituale del rione, si trasforma in Cappuccina.

Nel 1992 la Val d’Ossola, il Cusio e il Verbano si scorporano dalla provincia di Novara. Domodossola entra così a far parte della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

Nella cultura di massa

La città di Domodossola è divenuta particolarmente celebre in quanto viene convenzionalmente associata alla lettera “D” nell’alfabeto telefonico italiano, grazie anche a Mike Bongiorno, che regolarmente citava la «D di Domodossola» nei suoi quiz televisivi, su tutti La ruota della fortuna.

FONTE