Noi lo diciamo (e facciamo) ormai da almeno una quindicina di anni…
7 ragioni per nutrirsi anche di vongole
Nel suo saggio, Vendrame riporta le argomentazioni provocatorie dell’animalista David Cascio sul consumo dei molluschi bivalvi. «Secondo Cascio, tenuto conto che:
- non uccidere gli animali è impossibile, anche in agricoltura;
- esistono alcuni animali con un sistema nervoso estremamente rudimentale, come i molluschi bivalvi (che non hanno né cervello, né sistema nervoso centrale, e la cui uccisione non provoca perciò sofferenza);
- la proliferazione dei molluschi bivalvi apporta benefici per l’ambiente circostante (filtraggio e pulizia delle acque);
- l’allevamento dei bivalvi, come praticato oggi, è nella maggior parte dei casi sostenibile e ha una bassissima impronta carbonica;
- utilizzando il metodo di allevamento a corde in cui i bivalvi crescono verticalmente, si elimina il rischio di morte accidentale di altri animali durante il raccolto, e si riduce il consumo di spazio (meno terreno rispetto a coltivare, ad esempio, un campo di soia);
- il consumo di bivalvi è positivo per la nostra salute (sono ricchissimi di omega-3, ottime fonti di proteine, vitamina B12, ferro, calcio, potassio, e magnesio);
- il loro contenuto di metalli pesanti e altre sostanze tossiche è tra i più bassi fra i prodotti della pesca (i bivalvi sono filtratori che trasformano le molecole, ma non integrano né accumulano sostanze tossiche nelle loro carni).
Ebbene, premesso tutto questo, ne consegue che i vegani dovrebbero, proprio per ragioni etiche, scegliere di consumare i molluschi bivalvi allevati in modo sostenibile, perché il loro consumo è positivo per l’ambiente e per la salute, e non causa loro dolore o sofferenza. Condivisibile o meno che sia, questo ragionamento articolato è comunque un ottimo esempio per illustrare quanto lontano si può arrivare quando si affronta il problema dal punto di vista etico: in questo caso, un animalista arriva a concludere che consumare alcuni animali è doveroso per ragioni etiche», ricorda l’autore.
Dieta: l’importanza di una scelta il più possibile consapevole
Il dilemma alimentare attanaglia molti indecisi sulla dieta «giusta» da sposare per la vita. Spiega Vendrame: «In definitiva, la scelta di mangiare o meno la carne di altri animali è una decisione che spetta a ciascuno di noi, in base alla nostra coscienza, alla nostra sensibilità personale e al nostro modo di interpretare la posizione della nostra specie su questo pianeta. Ma», sottolinea l’esperto, «è una decisione che riguarda esclusivamente il piano etico, non quello della salute o della sostenibilità ambientale. E, come abbiamo visto, in ambito etico è del tutto naturale che ciascuno tracci i confini a modo suo, e che ci siano perciò molte posizioni diverse, tutte assolutamente legittime. La cosa davvero fondamentale è però che, qualunque siano le nostre scelte, si rispettino anche quelle degli altri, anche se radicalmente diverse, senza pretendere che i nostri valori vengano condivisi anche da tutti gli altri, o peggio ancora a loro imposti», ribadisce il biologo nutrizionista.