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Leggendo un almanacco agrario ho imparato che questo fiore particolare, oltre che bello e resistente, difende naturalmente le piante da frutto (in particolare pruni/susini e peschi/albicocchi) da tanti insetti fastidiosi… e così, viste le bustine in esposizione al negozio di agraria, ne ho prese alcune per provare…

Li ho seminati intorno agli alberi da frutto e nei tre vasi con le kalanchoe a lato della scala che scende in laboratorio.

NOTA DICEMBRE 2023: Nell’estate 2023 la kalanchoe, già patita per l’inverno secco, scompare dai vasi in cemento nei quali ora impera il nasturzio.


👁‍🗨 CHECK 12-2023: 🟢


 

 

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Tropaeolum majus

Il nasturzio (Tropaeolum majus) è una pianta della famiglia Tropaeolaceae, originaria del Perù.

Nel Seicento, la pianta fu importata dagli europei ed anche utilizzata contro la carenza di vitamina C (scorbuto). Al nasturzio sono oggi attribuite, in erboristeria, proprietà antibatteriche.

Distribuzione e habitat

La specie è perenne in Sudamerica; in Europa ne sono coltivati diversi ibridi. Si tratta per lo più di coltivazione annuale, dato che è abbastanza sensibile al gelo. Tuttavia è possibile incontrarlo allo stato selvatico presso le zone della macchia mediterranea (Liguria, Italia Centro-Meridionale, Albania, Grecia, Spagna Meridionale ecc.), dove è riuscito a stabilirsi grazie alla sua adattabilità (lo si può incontrare anche presso i cigli delle strade), e ad alcune caratteristiche in comune del clima mediterraneo con quello tropicale, di cui la specie è originaria.

Descrizione

I suoi fiori sono apprezzati per il valore ornamentale: sono di diversi colori compresi tra il crema, il giallo, l’arancione ed il rosso. Il nasturzio apprezza una posizione soleggiata ed un terreno non troppo ricco. È usato come pianta pendente, strisciante o rampicante. Attualmente ne esistono due varietà: quella nana e quella rampicante. La varietà nana si adatta meglio nei vasi e cresce di meno rispetto a quella rampicante che invece cresce di più e necessita di un vaso di dimensioni medio-grande.

Effetto loto su foglia di nasturzio

Una particolarità botanica del nasturzio sta senz’altro nella capacità idrorepellente delle foglie: infatti, l’acqua che arriva in contatto con le piante non le bagna, ma forma dei goccioloni che rotolano sul lembo della foglia fino a cadere: si tratta del cosiddetto effetto loto (osservato appunto anche nel fiore di loto).

Uso culinario

Tutte le parti della pianta sono commestibili, di sapore vagamente simile a quello del crescione, pianta della famiglia delle Cruciferae. La somiglianza nel sapore sta nel fatto che le Cruciferae e le Tropeolaceae sono due famiglie relativamente vicine tra di loro, anche per le sostanze chimiche che sono sintetizzate in queste piante. Il frutto del nasturzio, di sapore simile a quello di foglie e fiori, è usato talvolta come un surrogato del cappero, anche se i pareri sulle qualità di questa pianta in gastronomia sono discordi. Le foglie sono utilizzate per insaporire i cibi, specie i primi piatti, dato il loro sapore leggermente piccante.

Insalata con fiori e foglie.

I fiori sono spesso utilizzati come ingrediente ornamentale per le insalate o come condimento per i piatti saltati in padella. Questi contengono circa 130 mg di vitamina C per 100 grammi, circa lo stesso ammontare contenuto nel prezzemolo. Inoltre, contengono fino a 45 mg di luteina per 100 grammi, ovvero la maggiore quantità mai riscontrata in ogni pianta commestibile.

FONTE