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Cos’è il Rapporto di Coppia? (Testo del 05.10.2013)

Il rapporto di coppia è una relazione tra due persone che comunicano sulla presunzione di conoscersi più o meno approfonditamente. Ed è proprio questo aspetto, cioè la conoscenza dell’altro l’elemento più critico ed allo stesso tempo significativo della vita a due, che spesso riserva ad entrambi amare sorprese. Infatti, spesso si pensa di conoscere il proprio partner molto bene, salvo poi a scoprire con grande delusione che di questa persona con la quale si può aver vissuto anche a lungo, si aveva una conoscenza piuttosto superficiale, soprattutto se essa (ma a volte sono coinvolti entrambi i componenti la coppia) inconsciamente o magari intenzionalmente ha comunicato ed agito con il preciso scopo di far conoscere al proprio partner la parte migliore di sé, nascondendo volutamente – per non apparire poco desiderabili o peggio ancora vulnerabili – quella parte di sé che non si accetta o che si intende volutamente tenere segreta, o addirittura ignota a se stessi.
Un simile comportamento potrebbe quanto meno apparire ingannevole nei confronti dell’altro che avrebbe così acquisito informazioni parziali e incomplete sul proprio interlocutore ricavandone un profilo di personalità poco vero, non autentico e soprattutto diverso dalla realtà in quanto solo parzialmente corrispondente alle vere caratteristiche psico-fisiche, relazionali ed emotive del soggetto. Ma chi intenzionalmente avesse posto in essere una simile strategia di comunicazione e di comportamento autoprotettivo e/o manipolativo pensando di far bene il suo “gioco”, presto rimarrebbe assai deluso dai risultati assolutamente negativi con i quali potrebbe chiudersi la partita a due. Infatti, su un piatto della bilancia ci sarebbe la delusione del partner “tradito” per la mal ripagata fiducia, sull’altro un sentimento ancora più grave: l’umiliazione di aver mentito a se stessi, con gravi perdite sul fronte dell’autostima.
Qui di seguito fornisco una serie d’indicazioni che potrebbero essere utili a tutte quelle persone che si frequentano con l’intenzione , il desiderio o la speranza di unirsi stabilmente in un rapporto di coppia.
In primis, ed è anche abbastanza scontato, è necessario effettuare una conoscenza approfondita dell’altro da cui poi dipenderà in ultima analisi il buon andamento del rapporto di coppia, che viene misurato concretamente dalla voglia di stare insieme. Il tempo che si desidera trascorrere con l’altro per comunicare, giocare, amare, divertirsi, crescere, ma anche per affrontare insieme i problemi della quotidianità, diventa un tempo di vita che indirettamente è la misura di un rapporto di coppia riuscito e che funziona bene, in cui entrambi i partner possono affermare di essere veramente felici.
Entrando nel dettaglio possiamo affermare che nella coppia sono simili le “categorie” di informazioni che ognuno possiede , ma queste generalmente si differenziano tra loro, anche se casualmente possono coincidere. Un esempio è dato dai “valori”. La categoria “valori” comprende quei principi etici, morali, deontologici che ispirano il comportamento a livello individuale. Perciò se si può affermare che ognuno ha la sua scala di valori, non è detto che quella di Giuseppe coincida con quella di Maria. Giuseppe, infatti, potrebbe mettere in testa alla propria scala il valore “onestà” seguito, supponiamo, in ordine di importanza decrescente da altri valori come la lealtà, la famiglia, la libertà, la fedeltà, ecc.. L’importanza che invece Maria potrebbe attribuire a tali valori, ammesso che per lei siano tali, potrebbe essere assolutamente diversa, e quindi il valore “onestà” potrebbe essere confinato in fondo alla sua scala di valori o non essere del tutto presente. Va da sé che l’accordo di due persone su determinati valori unisce e crea vicinanza, il disaccordo, invece, allontana. Se in una coppia al valore “fedeltà” viene attribuito un significato (peso) diverso, prima o poi potrà facilmente accadere ad uno o ad entrambi i partner di ritrovarsi impelagati in storie sentimentali alternative.
Oltre ai valori, le altre categorie di informazioni sono quelle relative alle credenze personali, all’ambiente educativo, alla cultura, allo stile di vita, alle paure e ai pregiudizi dai quali si è affetti, agli orientamenti (politici, religiosi, sessuali, ecc.) alle norme e regole di comportamento, al carattere, all’atteggiamento mentale (ottimista, pessimista), alla struttura cognitiva (rigida, flessibile), alla competenza nella gestione delle emozioni. Altre quattro categorie fondamentali, che potremmo considerare autentici punti cardinali sono : interessi – obiettivi – motivazioni – benefici. Anche queste sono “categorie” di informazioni che potrebbe essere di fondamentale importanza conoscere dell’altro per poterne comprendere e in qualche modo prevedere il comportamento. Ovviamente ognuno ha i suoi interessi, i propri obiettivi sostenuti da personali motivazioni, che lasciano ipotizzare che ognuno ricerchi determinati vantaggi o benefici nel rapporto con gli altri. Per concludere potremmo considerare, quindi, tutte queste categorie d’informazioni il “motore” del comportamento, fonte importante e inesauribile di informazioni utili per conoscere meglio se stessi e gli altri. Perciò esso è, allo stesso tempo, un potente strumento di autoanalisi e un mezzo per comprendere il comportamento di chi ci sta di fronte.
Per questo motivo, tutti gli sforzi individualmente fatti per conoscere di più se stessi e gli altri verranno premiati, in quanto nel tentativo di comprendere più profondamente il partner, potremmo scoprire aree di affinità o di convergenza emotiva in grado di rafforzare anche il legame di coppia. Viceversa, se le categorie d’informazione dell’altro è per noi un terreno assolutamente inesplorato o poco conosciuto, è evidente che si potrà correre il rischio di ritrovarsi a vivere e a parlare (non a comunicare) con un perfetto sconosciuto. E solo una paziente ed instancabile costanza e curiosità nel voler scoprire e analizzare i contenuti informativi dell’altro può fare veramente luce sulla personalità del soggetto, mettendoci al riparo da sgradite sorprese. E qui, inutile dirlo, la capacità di saper porre domande e soprattutto di ascoltare con empatia, può rivelarsi un’arte davvero preziosa nel difficile viaggio intrapreso per la conoscenza del proprio partner.
I suggerimenti che seguono sono regole di buon senso, che costituiscono solo la base per avviare un processo di reciproca e profonda conoscenza, che se da un lato è un ottimo rimedio per non correre il rischio di ritrovarsi a vivere un rapporto di coppia come estranei, dall’altro ci sembra il miglior antidoto per prevenire i mali causati dalla routine, dalla noia, dall’apatia, fondamentale anche per promuovere una buona comunicazione interpersonale all’insegna del rispetto reciproco, della fiducia, della felicità e del benessere della coppia.
Dire “ti amo” in qualsiasi modo:
trovare sempre nell’arco della giornata il tempo e il modo per dire al proprio partner “ti amo”. Può sembrare banale, ma è importantissimo farlo, ovviamente a condizione di sentirlo. Qualsiasi modo va bene (non ci sono limiti alla fantasia): può bastare un fiore, una carezza, un pensiero gentile, una telefonata, una sorpresa o piccole attenzioni, che faranno capire alla persona che amate quanto è importante per voi.
Ma soprattutto l’amore và dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente rispetto al dire “ti amo” è una strategia salva rapporto di importanza cruciale se si vuole evitare di creare contraddizioni tra quello che viene detto a parole e ciò che viene comunicato con i fatti e le azioni quotidiane. Attenzione, dire al proprio partner “ti amo” e poi non essere presenti nei momenti importanti e nelle decisioni che contano nella vita di coppia, equivale a mentire spudoratamente.
Comunicare in maniera chiara e sincera:
in situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi. Se possibile, non lasciar trascorrere più di 24 ore dall’eventuale litigio per cercare di risolvere il problema o di superare al più presto la situazione conflittuale. E’ bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.
Riconoscere i propri sbagli :
sembra facile, ma non è da tutti riuscire a farlo perché riconoscere di aver sbagliato richiede umiltà, coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva. Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti: a) riconoscere i propri sbagli senza mezzi termini; b) scusarsi sinceramente per l’accaduto; c) impegnarsi a non ripetere lo sbaglio commesso. Le coppie che hanno fatto proprio questo fondamentale principio di comunicazione interpersonale, hanno vita lunga, quelle che invece prediligono giochi pericolosi come “la caccia alle streghe”, “nascondersi dietro un dito” e “il gioco al massacro (è tutta colpa tua se…)” hanno i giorni contati, insieme alla certezza di soffrire.
Imparare a perdonare:
l’amore è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d’amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare, non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l’unica via d’uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro.
Rinunciare alla perfezione:
ricordarsi che nessuno è perfetto è una regola d’oro spesso dimenticata che, se puntualmente osservata, può evitare inutili tensioni, ansia da prestazione e stress nella coppia. Se non accettiamo i limiti del nostro partner o non tolleriamo i suoi difetti e le sue imperfezioni, con molta probabilità non lo amiamo abbastanza o forse abbiamo (e il ché è ancora più grave) una visione distorta e infantile dell’amore. Questo potrà generare anche aspri conflitti nella relazione, ma a quel punto conviene interrogarsi sulle ragioni di fondo della propria scelta e darsi delle risposte coerenti. Insomma, pretendere la perfezione nel rapporto di coppia o dal proprio partner equivale a chiedere a un cavallo di volare…non sarà mai capace di farlo! Bisognerebbe, invece, imparare ad accettare i propri limiti e quelli altrui e saper essere soprattutto tolleranti per quello che non ci piace in noi o nella persona con la quale si è deciso di condividere un progetto di vita. Non è sicuramente facile, ma è prova di grande maturità e di buon equilibrio interiore.
Esaltare il “senso del noi”:
sembra banale dirlo, ma la coppia è composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi; e fino a quando nella coppia prevarranno interessi personali e forme di egoismo, comunque espresse, non si andrà molto lontano sul difficile cammino della crescita emotiva, dell’amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, è invece possibile se i partner sono entrambi capaci di creare da subito quel magico “senso del noi” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, e che va alimentato costantemente nel tempo.
Ma come si costruisce il senso del noi ? Innanzitutto con quella complicità, tipica delle coppie molto unite, che pervade anche le piccole cose come i rituali piacevoli e tutti quei momenti emotivamente coinvolgenti che scandiscono il rapporto di coppia, come viaggiare e far vacanza insieme, ritrovarsi a tavola, passeggiare tenendosi per mano, far l’amore, divertirsi, gioire dei momenti di intimità, ma anche affrontando uniti le inevitabili difficoltà della vita, le situazioni di dolore e i momenti di sofferenza, senza dimenticare l’importanza di avere un linguaggio comune che faccia da sfondo al rapporto di coppia, caratterizzandone in modo esclusivo le fasi evolutive.
Questo e molto altro ancora serve a creare il senso del noi, che ovviamente comprende anche le decisioni importanti da prendere insieme per il bene della coppia, come per esempio l’acquisto di una casa, il lavoro, l’educazione dei figli. Insomma, il senso del noi è un potente antidoto allo stress emotivo e relazionale della vita a due, che comporta un “affidarsi reciproco”, ossia una dimensione affettiva che unisce nonostante tutto, e nella quale ognuno si sente protetto da un rassicurante e tranquillizzante noi, capace di creare fiducia reciproca, indispensabile per andare avanti, e di emanare una straordinaria forza ed energia che rinsaldano profondamente il legame, rendendolo inossidabile e invulnerabile alle avversità quotidiane e ai problemi dell’esistenza.
Tener viva la passione:
significa desiderare l’altro e sentirsi fisicamente, sessualmente e emotivamente attratti dall’altro, ma allo stesso tempo rendersi a propria volta sempre desiderabili e attraenti agli occhi del proprio partner. Insieme all’intimità e all’impegno, la passione è un elemento cardine del rapporto di coppia da cui dipende la stabilità relazionale; e forse è anche l’aspetto più difficile da gestire nel tempo. E la difficoltà consiste nel fatto che la passione per sua natura è un fattore che molti considerano legato esclusivamente alla bellezza, all’attrazione fisica, alla corporeità e meno ad elementi più intangibili come il “fascino” che è invece una qualità importantissima che una bella persona è in grado di emanare a prescindere dalla sua età anagrafica. Per mantenere sempre alta la “fiamma” della passione, allora la coppia ha bisogno di evolvere anche sessualmente e di rinnovarsi per riuscire ad essere sempre all’altezza delle aspettative affettive, sessuali ed emotive del partner. Molte coppie commettono invece l’errore fatale di dare tutto per scontato sul piano affettivo e quindi si adagiano, cadono nella routine, pensando che ormai non sia più così importante risultare desiderabili e attraenti agli occhi del proprio compagno con il quale magari si convive già da anni.
Se è vero che invecchiando la bellezza esteriore diminuisce e con essa le prestazioni fisiche e l’esuberanza sessuale, allora è anche vero che coltivare il proprio fascino e la bellezza interiore è un’arte che si può imparare, che forse rimane l’unica, vera arma segreta per mantenere sempre vivo e coinvolgente un rapporto di coppia che permette ai partner di crescere insieme.
Creare intimità nella coppia:
la tenuta di una coppia nel tempo è direttamente proporzionale al grado di intimità che i partner riescono a stabilire tra di loro. L’intimità è uno straordinario collante ancora più forte della passione, ma che per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentato attraverso una fiducia reciproca profonda e incondizionata. Solo su queste basi è possibile rivelarsi completamente all’altro, svelare i propri segreti, mettere a nudo le proprie debolezze o paure senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati per le proprie “zone erronee”. L’intimità, quella vera, richiede soprattutto coraggio ed onestà intellettuale per affermare la propria identità, oltre alla consapevolezza che essa non è mai un punto di partenza, ma un punto di arrivo, un traguardo che si conquista pian piano, giorno dopo giorno nel tempo.
Impegnarsi verso l’altro:
è in assoluto la regola di buon senso più difficile da seguire in un rapporto di coppia. Infatti, l’impegno implica da un lato l’assunzione di responsabilità nei confronti del proprio partner, specificamente legate a tale ruolo, dall’altro la volontà e il desiderio di non deludere mantenendo in qualsiasi situazione un comportamento adeguato che garantisca condizioni di equilibrio emotivo e stabilità nella coppia. Più in particolare, il termine impegno ha una valenza olistica, che abbraccia diverse dimensioni del rapporto, tutte assolutamente importanti, che vanno da quella relazionale, a quella psicologica, affettiva e professionale.
Impegno dal punto di vista relazionale vuol dire innanzitutto fedeltà e rispetto per l’altro; nella dimensione psicologica l’impegno assume il significato di fiducia e aiuto fornito al partner per sostenerlo nel suo percorso di autorealizzazione e crescita personale; in ambito affettivo l’impegno sottintende la presenza non solo fisica, ma soprattutto emotiva sia nei momenti belli che in quelli difficili della vita; in ambito professionale, infine, l’impegno per il proprio partner si estrinseca con la disponibilità a cercare insieme occasioni e opportunità che favoriscano il suo successo in ambito lavorativo, magari attraverso una più efficace strategia di valorizzazione delle sue risorse personali, che abbia anche lo scopo di migliorare la sua autostima. Ma perché è così difficile impegnarsi verso l’altro? Forse perché l’impegno richiede sacrificio, rinunce, capacità di donarsi senza pretendere nulla in cambio, impiego di risorse personali a favore dell’altro, altruismo o meglio ancora assenza di egoismo, dedizione. In una parola “amore”, un sentimento davvero grande, capace di raccogliere in sé tutte queste cose che solo chi ama sinceramente riesce a ritrovare con assoluta naturalezza nel suo repertorio comportamentale.
Dott. Roberto Cavaliere
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Psicologia: gli opposti non si attraggono, coppia vincente si somiglia (Testo del 19.05.2014)

Sorpresa: gli opposti non si attraggono. O meglio, non reggono alla vita di coppia. A sfatare l’antico adagio lo psicologo britannico Glenn Wilson, che ha messo a punto il cosiddetto ‘quoziente di compatibilità’ (Qc) per misurare lo stato di salute di un rapporto a due. Smontando così un mito tramandato di generazione in generazione: in amore le differenze non aiutano, al contrario sono le somiglianze a garantire la longevità di una coppia. Uomini e donne hanno sviluppato evolutivamente diverse strategie indirette allo scopo di selezionare, attrarre, cacciare e mantenere i propri partner. Tutte orientate nel massimizzare le probabilità di perpetuare i propri geni nelle generazioni successive. Sono stati ideati molti sistemi per indagare le affinità tra partner, ma l’unico che ha ottenuto il supporto dell’evidenza scientifica è basato sul principio della similarità: l’appaiamento di due innamorati che si somigliano in aspetti chiave che riguardano tratti di personalità, atteggiamenti e preferenze. Il quoziente di compatibilità (Compatibility Quotient) è stato per l’appunto sviluppato come predittore del successo della relazione fra partner, con applicazioni che vanno dagli incontri e frequentazioni scaturite da internet (internet dating) alla consulenza prematrimoniale. E lo stesso Wilson, che lo ha messo a punto, sarà ospite all’università Sapienza giovedì 26 maggio, alle ore 11, per il seminario ‘La scelta del partner e il successo di una relazione’, organizzato da Antonio Chirumbolo, docente di Psicometria e Teoria e tecniche dei test. Wilson ha standardizzato il suo strumento attraverso un’indagine su un campione di oltre 2.000 persone, validandolo successivamente su campioni composti da coppie. Il questionario considera un’ampia gamma di caratteristiche fisiche e psicologiche, come aspetto fisico, percezione della propria bellezza e intelligenza, preferenze musicali, opinioni politiche, personalità, atteggiamenti e stili di vita, arrivando a isolare 25 elementi che effettivamente sono discriminanti della soddisfazione e della felicità di una relazione. Coppie stabili e consolidate risultano avere livelli più elevati di QC, che si rivela anche predittivo di maggiore attrazione fisica reciproca tra persone che non si conoscono e devono decidere un appuntamento al buio.
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PERCHE’ LA COPPIA SCOPPIA? (Testo del 17.08.2016)

La coppia scoppia perché nessun essere umano è perfetto! Ognuno di noi ha pregi e difetti, qualità positive e negative. Ma l’innamorato(a) nota soltanto i pregi, vede soltanto le qualità migliori del potenziale partner! E vede le qualità migliori perché non conoscendo la persona oggetto del suo innamoramento, proietta su di lei tutte le cose belle che vorrebbe trovarvi. Inoltre, proprio perché non conosce le qualità negative dell’altra (o dell’altro), quelle positive gli (o le) appaiono superlative!
Ed ecco la grande passione dell’innamorato intessuta nei primi tempi di venerazione e rispetto autentico per l’amata: è questa condizione paradisiaca e nostalgica, identica per l’uomo e per la donna, che non viene mai appagata fino alla fine, a rendere così bello e irrinunciabile l’amore e perciò ci fa innamorare più volte nel corso della vita!
Purtroppo, la frequentazione mette in luce ciò che prima l’innamorata(o) non riusciva a vedere: la persona reale; e fanno la comparsa i difetti del partner, sia fisici che comportamentali. E cominciano i battibecchi e le parole di troppo! Le qualità negative del proprio partner e della propria partner compaiono sempre in un secondo momento, si scoprono soltanto vivendo insieme.
Ecco perché l’amica, la conoscente, la collega, una donna vista soltanto di sfuggita appare all’uomo molto attraente: vede soltanto i pregi e ignora i difetti! Ed invece della vecchia fidanzata, e peggio ancora della moglie si conoscono ormai tutte le piccolezze! Ovviamente, la stessa cosa vale per le donne nei riguardi degli uomini.
Cominciamo così a capire perché le coppie ad un certo punto della loro storia scoppiano! Litigano, non vanno più d’accordo come ai primi tempi perché nella relazione fanno la comparsa i difetti del partner che ai tempi dell’innamoramento non si immaginavano neanche! E la delusione provoca rabbia e risentimento!
A mano a mano che si scoprono i difetti del partner, passano in second’ordine i suoi pregi. Accade perciò esattamente l’opposto di ciò che accadeva quando ci si era messi insieme: allora non si vedevano i difetti, mentre ora non si vedono i pregi!
Ovviamente questo modo di fare è sbagliato. Ma tutto ciò è risaputo.
In una coppia, per andare d’accordo bisogna concentrarsi soltanto sui pregi non solo prima ma anche dopo. Spesso si litiga per stupidaggini proprio perché, senza rendersene conto, si è concentrati sulle qualità negative del partner, dimenticando le qualità positive ormai date per scontate.
Se il partner brontolone smettesse di guardare i difetti del partner e si concentrasse sui pregi, la coppia scoppierebbe di salute anziché di rabbia! Le crisi diventerebbero rare e senza conseguenze gravi.
Non solo ci dobbiamo concentrare sui pregi del partner come facciamo al tempo dell’innamoramento, ma dobbiamo guardare all’altra faccia della medaglia quando capita un’incomprensione o si è in disaccordo. Se per esempio tua moglie, vedendoti stare per ore e ore davanti al computer senza mai alzarti, t’invita ad uscire con lei, anziché rispondere che hai da fare, la dovresti ringraziare e accompagnarla senza discutere perché ti sta dando la possibilità di distrarti e riposarti!
Vedere i difetti anziché i pregi del partner e delle persone in generale ci si predispone negativamente nei loro confronti e ciò non porta a niente di buono, anzi diventa una profezia auto-avverante. Se sto col muso, anche la partner sarà costretta a stare col muso; se invece le sorrido, la spingo a sorridere. Se mi rivolgo a mia moglie in modo gentile, anche lei mi risponderà con gentilezza; ma se mi rivolgo con arroganza e con rabbia, anche lei sarà costretta a non essere da meno.
Ma come mai all’inizio di una storia si guardano soltanto i pregi dell’innamorato(a), mentre a storia avanzata si guardano soltanto i difetti?
Quando cerca di conquistare la propria donna, l’uomo sente attrazione per lei. Quando invece si è già da parecchio tempo insieme, il logoramento del rapporto dovuto soprattutto all’affievolirsi dell’attrazione erotica e alla reciproca conoscenza che toglie le illusioni e le aspettative, la stanchezza e la mancanza di varietà fa si che ciascun partner vorrebbe avere al fianco un partner diverso. E difatti lei gli fa notare che le galanterie gliele fanno gli altri uomini, mentre lui le risponde che le altre donne gli sorridono in modo così invitante!
All’inizio di un rapporto il bisogno di sentirsi amati è fortissimo, per cui tutto il resto è trascurato o passa in second’ordine. In questa fase le illusioni e le fantasie sono al massimo grado. Ma una volta che il rapporto si è consolidato, entrano in gioco anche i dettagli e non si tollerano più le disattenzioni e le sgarberie del partner; anzi, tutto ciò che fa l’altro(a) sembra essere difettoso e inaccettabile, e cominciano i tentativi per cambiare il partner e trasformarlo a propria immagine e somiglianza, ovviamente senza mai riuscirci! Ciò perché, soprattutto per la donna, il bisogno di apparire all’esterno perfetti come coppia è imperativo. Ne consegue che non sopporta più la sciatteria e i difetti del partner.
Ovviamente, quando i pregi del proprio uomo o della propria donna vengono dimenticati, qualunque mancanza di delicatezza diventa offensiva ed è inevitabile che, crollando le illusioni, cresca di pari passo il rimpianto ed il risentimento. E con tali stati d’animo si proietta livore sul partner che inevitabilmente, o soffre chiudendosi in se stesso, oppure restituisce l’acredine e la coppia scoppia!
Quando ci si è fatto un giudizio negativo sul proprio partner, la coppia non c’è più perché non c’è più amore, fiducia, attrazione, collaborazione e rispetto reciproco. Si entra nella routine del rapporto di coppia ricco di problemi esistenziali.
I rapporti si complicano ulteriormente quando uno dei due partner s’innamora di un altro(a) perché non è facile amare contemporaneamente due persone, soprattutto se il rapporto con l’amante è complicato e difficile: la situazione assorbe troppe energie e si perdono più facilmente le staffe.
L’atteggiamento più sbagliato è quello del partner che vuole avere sempre ragione perché scatta con rabbia ed entra in conflitto per ogni minima questione. La rigidità di carattere distrugge ogni relazione! Impuntarsi, ostinarsi, non cedere mai è segno d’infantilismo e di nevrosi galoppante! Come diceva Cicerone: “Il diritto a tutti i costi diventa ingiuria”.
Lo sfogo fa bene, ma la lotta e la rabbia incontenibile fanno tantissimo male non solo a chi subisce, alla vittima, ma anche al carnefice. Anche perché spesso i ruoli s’invertono! Lasciar correre e sorvolare è l’atteggiamento del saggio e del più forte. L’atteggiamento giusto in ogni circostanza della vita è la flessibilità, la fiducia, la comprensione, il dialogo e il rispetto reciproco. Quando manca il dialogo e la comprensione nella coppia, sorge all’orizzonte come per incanto un altro uomo o un’altra donna!
E invece bisognerebbe tenere a mente che accarezzare l’idea di rifarsi la vita con un nuovo partner è complicata da molte brutte sorprese! D’altronde, la vita con un altro partner sarà bella soltanto all’inizio, come sempre, comporta più o meno lo stesso identico epilogo, mentre invece concentrandosi soltanto sui pregi anziché sui difetti del proprio marito o della propria moglie, si superano facilmente le crisi coniugali e si giunge prima o poi ad una magnifica intesa! Ovviamente chi è accecato dalla rabbia e dall’odio non vede l’ora di separarsi…
E così si rovinano le famiglie. Chi paga il prezzo maggiore delle liti e dei divorzi dei genitori sono i figli! E per causa loro le questioni con l’ex coniuge non finiranno ma! E allora non è preferibile fare un piccolo sacrificio quando si è ancora in tempo? La pazienza e il perdono sono le migliori medicine per la coppia, e non solo!
Per trovarsi bene e superare tranquillamente le crisi esistenziali è necessario “concentrarsi” sui pregi del proprio partner!
Oggi purtroppo le separazioni e i divorzi sono in crescita paurosa, e sono sempre più numerose le convivenze in famiglie allargate che solo raramente assicurano la tranquillità e la pace. E allora, siamo proprio sicuri che la nostra vita matrimoniale sia così sbagliata da dover ricorrere alla separazione? Immaginarsi il meglio con un nuovo partner è quasi sempre soltanto il frutto dell’ingenuità.
Ma chi ha detto che i litigi tra mariti e mogli sono una iattura da evitare a tutti i costi? Chi ha detto che fanno soltanto male? E chi ha detto che dimostrano il fallimento del matrimonio? I litigi sono comuni anche nelle coppie che festeggiano le nozze d’oro e di platino!
Gli scontri verbali nella coppia, se non sono violenti e troppo frequenti, sono più utili che dannosi. E comunque diventano rari e meno traumatici concentrandosi sui pregi del partner anziché sui difetti. La funzione dei battibecchi è quella di rinnovare l’attrazione o quanto meno il rispetto del partner perché dopo una lite, per un certo tempo, non ci si parla più e ed è come se l’altro(a) non ci appartenesse, diciamo pure che è come se avessimo perduto il partner. E quando si perde qualcosa, quella cosa diventa miracolosamente preziosa… e il desiderio di riaverla diventa impellente!
Ecco allora che se non ci fossero i bisticci di coppia bisognerebbe inventarli perché questo è l’unico mezzo per rinnovare dopo ogni lite il rito del corteggiamento e della riconquista. La lite periodica o saltuaria è un mezzo efficace per riattivare l’attrazione erotica sopita e far sopravvivere il rapporto di coppia rinnovandolo e fortificandolo. Naturalmente si deve pagare un prezzo: ciò che le giovani coppie non vogliono pagare!
Una vita di coppia totalmente armoniosa sarebbe ben peggiore della vita di coppia ordinaria!
In realtà, una vita di coppia perfetta non esiste, e proprio perché non esiste, le divergenze di vedute sono necessarie per provocare i battibecchi e questi ultimi sono necessari per attizzare il desiderio sessuale. Il senso di rabbia che si prova verso il marito o verso la moglie, dovuto a comportamenti non sempre corretti e ad accese divergenze di vedute, costituisce il prezzo da pagare per tenere unita la famiglia!
Ma cosa dire alle tante coppie che hanno alle spalle brutte esperienze? Non è vero che s’incappa sempre nel partner sbagliato e con lo stesso carattere dell’ex! E non è vero che è una questione di… karma! Lasciamo stare queste cose che sarebbe meglio chiamare razionalizzazioni.
I problemi nelle coppie sorgono per il motivo già detto: quando si dice sì all’inizio, si guardano soltanto i pregi del partner, e quando si è in coppia si guardano soltanto i suoi difetti!
E purtroppo, se si guarda ai difetti anziché ai pregi, qualunque unione fallisce perché nessun essere umano è perfetto! Ogni persona ha sempre pregi e difetti. Guardare ai pregi è come coltivare pensieri positivi. Infatti, i pensieri negativi vengono già abbondantemente da soli e non scompaiono mai, da qui la necessità di neutralizzarli con pensieri positivi. Ugualmente, i difetti del partner ci saltano in faccia da soli ad ogni occasione di attrito e di sconforto, e quindi guai a focalizzarci su di essi!
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