Ho iniziato i miei studi istituzionali in Criminologia, Antropologia Criminale e Medicina Legale con i Prof. Portigliatti Barbos e Baima Bollone, li ho conclusi vent’anni dopo con il Prof. Torre. Tutta la mia stima, la mia gratitudine, il mio eterno rispetto al luminare che ieri ci ha lasciati. S.T.T.L.


 

È morto il professor Baima Bollone, il medico legale che sfidò il mistero della Sindone

Docente per oltre 30 anni dell’Università di Torino, ha indissolubilmente legato la sua carriera scientifica allo studio del Sacro Lino

Se n’è andato il professor Pierluigi Baima Bollone, l’insigne medico legale che cercò di sposare il rigore scientifico e la fede nella Sindone di Torino. Nato a Torino il 23 aprile 1937, la sua vita racconta la storia di uno scienziato che ha sempre cercato di mantenere il rigore metodologico. Anche quando le sue ricerche sollevavano questioni che trascendevano la semplice medicina forense.

Una cattedra dedicata alle ombre del passato

Nel 1972, Baima Bollone assunse la cattedra di Medicina legale all’Università di Torino, dove rimase ordinario di disciplina per oltre trent’anni. Il suo Manuale di Medicina legale venne adottato nelle principali università italiane, contribuendo a formare generazioni di studenti, magistrati e investigatori.

Le sue competenze nel campo della medicina forense gli valsero incarichi come consulente tecnico in procedimenti giudiziari, dove applicava la sua scienza nel ricostruire le dinamiche di morti ed eventi criminali. Con questa esperienza arrivò anche l’incontro che cambierà per sempre il suo percorso scientifico: la Sindone di Torino.

Nel 1978 il contatto che lo vincolò alla Sindone

Quando nel 1978 furono autorizzate le prime analisi scientifiche sul Sacro Lino, Baima Bollone figurò tra i ricercatori ammessi a prelevare campioni microscopici di fibre per lo studio. Questo momento segnò l’inizio di una ricerca pluridecennale, che fu allo stesso tempo il picco della sua notorietà e la fonte di accese critiche. Su quei campioni, Baima Bollone disse di aver identificato sangue umano di gruppo AB, oltre a tracce di aloe e mirra, sostanze che – secondo le sue osservazioni – avrebbero datato la Sindone al I secolo d.C, quindi molto prima rispetto a quanto stabilito dalla radiodatazione del Carbonio 14, che data il reperto all’epoca medievale, e alle prove storiche che ne parlano come di un artefatto umano. Le sue conclusioni sostenevano l’autenticità del telo come il sudario del Cristo.

I controversi risultati dello studioso

Ma qui emergono i nodi irrisolti della sua ricerca. Negli anni Ottanta, il microscopista Walter McCrone esaminò gli stessi campioni e ne trasse conclusioni opposte: secondo lui, le macchie non contenevano sangue ma pigmenti e coloranti (ocra rossa, cinabro, alizarina), suggerendo un’origine medievale e artificiale del manufatto.

Lo scontro tra McCrone e il gruppo dello Sturp (che includeva Baima Bollone) divenne emblematico. McCrone venne estromesso dai lavori. I dati raccolti furono riclassificati. La comunità scientifica si divise.

Ciò che distingue Baima Bollone non è semplicemente una posizione, ma il fatto che la mantenesse con integrità metodologica, pur consapevole delle ambiguità interpretative. Lui stesso ammise, decenni dopo, che alcune sue prime osservazioni – come l’identificazione di monete di Pilato nelle orbite oculari – non comparivano nelle fotografie successive. Un’ammissione rara e significativa.

Interdisciplinarità tra scienza e spiritualità

Baima Bollone non è rimasto confinato al laboratorio. Ha pubblicato oltre 160 articoli scientifici e 24 libri, molti dei quali con un approccio interdisciplinare. Titoli come Alla ricerca dell’uomo della Sindone (1978) e Sindone: storia e scienza (2010) univano medicina legale, ricostruzione storica e iconografica.

Il suo metodo attirò non solo l’attenzione accademica, ma anche quella del pubblico colto, interessato sia alla dimensione storica che a quella spirituale della Sindone.

Una voce autorevole nel dibattito sindonologico

Baima Bollone per anni ha rappresentato quel mondo che ancora oggi sostiene l’autenticità della Sindone. È presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, istituzione di riferimento per lo studio del Sacro Lino. In questa veste, non evitò confronti con altre ricerche.

Quando negli anni 2010 lo studioso Matteo Borrini sostenne – con tecnica Bpa (Blood Pattern Analysis) – che le tracce sulla Sindone fossero artefatte, Baima Bollone replicò pubblicamente, criticando sia la metodologia che le conclusioni, e difendendo con rigore i propri dati sperimentali.

Questi confronti, talvolta aspri, rivelano una personalità che non si piegava al consenso facile.

La scomparsa di una figura di riferimento

Con la scomparsa di Pierluigi Baima Bollone se ne va una figura conosciutissima a Torino, ma anche a livello italiano e internazionale.

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Torino, è morto Pierluigi Baima Bollone, il «medico legale della Sindone». Una vita per conciliare scienza e fede

di Floriana Rullo

Medico legale, era uno dei massimi esperti del Sudario: «Questo è il lenzuolo con cui è stato avvolto Gesù Cristo duemila anni fa. Lo direi anche se fossi ateo»

Torino, addio Èmorto Pierluigi Baima Bollone, il «medico legale della Sindone», una vita per conciliare scienza e fede

Si è spento oggi a Torino il professor Pierluigi Baima Bollone, medico legale di fama internazionale e figura centrale nel dibattito scientifico sulla Sindone. Nato nel capoluogo il 23 aprile 1937, fino all’aprile scorso godeva di buona salute e continuava la sua attività divulgativa. Poi un lento declino fisico lo ha costretto al silenzio.

Professore ordinario di Medicina legale all’Università di Torino dal 1972, formò generazioni di studenti, magistrati e investigatori. Il suo Manuale di Medicina legale è tuttora un punto di riferimento accademico. Da consulente tecnico in importanti casi giudiziari, mise la scienza al servizio della verità, ricostruendo con rigore dinamiche complesse. La svolta nel 1978, quando partecipò alle prime analisi scientifiche sul Sacro Lino. Fu tra i pochi a prelevare campioni microscopici del tessuto, nei quali identificò sangue umano di gruppo AB, tracce di aloe e mirra e indizi compatibili con un’origine nel I secolo d.C. Le sue conclusioni, in contrasto con le datazioni al radiocarbonio che collocavano la Sindone nel Medioevo, accesero un dibattito internazionale.

 

Negli anni Ottanta il microscopista Walter McCrone contestò i suoi risultati, sostenendo che si trattasse di pigmenti e non di sangue. Lo scontro tra le due scuole di pensiero segnò la storia degli studi sindonologici. Baima Bollone, pur ammettendo in seguito alcune revisioni, difese sempre la coerenza dei propri dati, convinto che il telo fosse autentico. Autore di oltre 160 articoli e 24 libri, tra cui Alla ricerca dell’uomo della Sindone e Sindone: storia e scienza, unì anatomopatologia, storia e iconografia in un approccio interdisciplinare. «La scienza può interrogare la fede, ma non sostituirla», amava ripetere.

Presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, rimase fino agli ultimi anni una figura conosciutissima nel mondo accademico e scientifico.

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