Nei vasi sul terrazzo di Hoikos ho sempre piantato pomodori a grappolo. L’anno scorso, prima prova di coltivazione di un piccolo orto nonostante la presenza delle imprese che ristrutturavano l’Eremo ElGram, ho ripiantato in terrapieno quattro piante di datterini e ciliegini. Quest’anno, che ho strutturato un po’ meglio la cosa, ho aggiunto quattro piante di Cuore di bue e devo dirvi che sono proprio soddisfatto dell’esperienza: pomodori grandi, dolci, quasi senza semi… ottimi! Il prossimo anno li riprenderò.

 

 

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Pomodoro cuore di bue

Il cuore di bue è un pomodoro da insalata, grosso e irregolare, con buccia liscia e sottile. Il peso alla raccolta varia in genere dai 200 ai 300 grammi, benché si possano trovare frutti di quasi 800 grammi. Ha polpa carnosa e consistenza poco fibrosa. Risulta saporito al gusto, aromatico e con pochi semi nella polpa.

Raccolta

Il pomodoro cuore di bue viene raccolto a mano, essendo la buccia molto sottile e delicata, e poi viene posto in locali ben aerati.

Produzione

Il pomodoro cuore di bue viene coltivato in varie zone d’Italia, e accanto al nome viene associato quello della zona di produzione; quello coltivato in Liguria, ad esempio, prende il nome di “pomodoro cuore di bue ligure” o “pomodoro di Albenga”. La varietà coltivata in Abruzzo prende invece il nome di “pera d’Abruzzo”: questi pomodori hanno infatti una caratteristica forma a pera, sono leggermente costoluti e con base arrotondata. Sono comuni anche le varietà “cuore di bue classico”, che differisce dai precedenti per la leggera punta alla base e la quasi completa assenza di arricciamenti, e una varietà dal colore rosa vinato (Pink Oxheart). Queste ultime varietà non trovano grosso riscontro nel mercato professionale in quanto l’assenza di resistenze genetiche alle avversità, la cuticola molto sottile e la ridotta conservabilità dopo-raccolta li rendono poco commerciabili, ma per le loro qualità organolettiche sono apprezzate dal mercato amatoriale per la coltivazione e il consumo familiare.

FONTE