Alcuni sostengono che questa serie di consigli pratici di Lavoro su di Sé siano stati scritti effettivamente da Gurdjieff per sua figlia Reyna, altri sostengono invece che siano frutto di un’elaborazione personale di Alejandro Jodorowsky dopo l’incontro con Reyna stessa, altri invece riferiscono che si tratta di una serie di precetti che Gurdjieff solitamente condivideva con i suoi studenti…ma sicuramente sono molto utili.

Lettera di Gurdjieff a sua Figlia

 

Lettera di Gurdjieff a sua figlia

Fissa la tua attenzione su te stessa.
Sii cosciente in ogni istante di ciò che pensi, senti, desideri e fai.
Finisci sempre quello che hai iniziato.
Fai quello che stai facendo nel migliore dei modi possibili.
Non t’incatenare a niente che alla lunga ti distrugga.
Sviluppa la tua generosità senza testimoni.
Tratta ogni persona come se fosse un parente stretto.
Metti in ordine quello che hai disordinato.
Impara a ricevere, ringrazia per ogni dono.
Smetti di autodefinirti.
Non mentire né rubare, se lo fai, menti e rubi a te stessa.
Aiuta il tuo prossimo senza renderlo dipendente.
Non occupare troppo spazio.
Non fare rumore né gesti inutili.
Se non la possiedi, imita la fede.
Non lasciarti impressionare da personalità forti.
Non impossessarti di niente né di nessuno.
Distribuisci con equità.
Non sedurre.
Mangia e dormi lo stretto necessario.
Non parlare dei tuoi problemi personali.
Non giudicare né discriminare quando non conosci la maggior parte dei fatti.
Non stabilire amicizie inutili.
Non seguire mode.
Non venderti.
Rispetta i contratti che hai firmato.
Sii puntuale.
Non invidiare i beni o gli esiti del prossimo.
Parla solo di ciò che è necessario.
Non pensare ai benefici che ti procurerà la tua opera.
Giammai minaccia.
Realizza le tue promesse.
In una disputa, mettiti nei panni dell’altro.
Ammetti che qualcuno ti superi.
Vinci le tue paure.
Aiuta l’altro ad aiutare sé stesso.
Vinci le tue antipatie ed avvicinati alle persone che desideri rifiutare.
Trasforma il tuo orgoglio in dignità.
Trasforma la tua collera in creatività.
Trasforma la tua avarizia in rispetto per la bellezza.
Trasforma la tua invidia in ammirazione per i valori dell’altro.
Trasforma il tuo odio in carità.
Non ti lodare né ti insultare.
Tratta ciò che non ti appartiene come se ti appartenesse.
Non lamentarti.
Sviluppa la tua immaginazione.
Non dare ordini solo per il piacere di essere obbedito.
Paga i servizi che ti danno.
Non fare propaganda delle tue opere o idee.
Non cercare di risvegliare negli altri sentimenti verso di te come: pietà, simpatia, ammirazione, complicità.
Non cercare di distinguerti per la tua apparenza.
Non contraddire mai, solo taci.
Non contrarre debiti, acquista e paga subito.
Se offendi qualcuno, chiedigli scusa.
Se l’hai offeso pubblicamente, scusati in pubblico.
Se ti rendi conto di aver detto qualcosa di sbagliato, non insistere in quell’errore per orgoglio e desisti immediatamente dai tuoi propositi.
Non difendere vecchie idee solo perché fosti tu ad enunciarle.
Non conservare oggetti inutili.
Non decorarti con idee altrui.
Non fotografarti insieme a personaggi famosi.
Non rendere conto a nessuno, sii il tuo proprio giudice.
Non definirti mai per quello che possiedi.
Non parlare mai di te senza concederti la possibilità di cambiare.
Renditi conto che niente è tuo.
Quando ti chiedono la tua opinione su qualcuno o qualcosa, dì solamente le sue qualità.
Quando ti ammali, invece di odiare quel male, consideralo tuo maestro.
Non guardare con la coda dell’occhio, guarda fisso.
Non dimenticare i tuoi morti, però riserva loro un luogo limitato che gli impedisca di invadere la tua vita.
Nel luogo in cui vivi, riserva sempre un posto a ciò che è sacro.
Quando realizzi un servizio non far risaltare i tuoi sforzi.
Se decidi di lavorare per gli altri, fallo con piacere.
Se dubiti tra fare e non fare, rischia e fa’.
Non cercare di essere tutto per il tuo compagno; ammetti che cerchi in un altro ciò che tu non puoi dargli.
Quando qualcuno ha il suo pubblico, non andare a contraddirlo e a rubargli l’audience.
Vivi di denaro guadagnato da te.
Non ti invischiare in avventure amorose.
Non ti vantare delle tue debolezze.
Non visitare mai nessuno solo per riempire il tuo tempo.
Ottieni per distribuire.
Se stai meditando e arriva un diavolo, metti quel diavolo a meditare.

Lettera di Gurdjieff a sua figlia

Ci troviamo di fronte ad una lettera scritta sotto forma di consigli che portano a raggiungere uno stato di equilibrio interiore.
Nell’articolo “Gurdjieff aforismi“ avevo riportato varie frasi tratte dai suoi libri, mentre nel post “3 Insegnamenti Rivoluzionari di Gurdjieff” avevo riportato alcuni concetti straordinari.
Il mio consiglio riguardo a questa lettera è quello di prendere un singolo punto e lavorare su quello fino ad ottenere un certo grado di maestria. Per poi passare a quello successivo.
Alcuni di questi consigli sono davvero difficili da mettere in pratica perciò è meglio procedere con gradualità. Ispirato dagli insegnamenti di Gurdjieff, Battiato scrisse la canzone “Centro di Gravità Permanente” (Nel post trovi la spiegazione del testo)

«Gli uomini non sono uomini», dice in sostanza Gurdjieff, e quando si riferisce all’uomo “così com’è” mette sempre la parola fra virgolette. Il problema essenziale si riduce a questo: uscire dalle virgolette.
Il primo ostacolo, quello fondamentale, è la nostra stessa illusione: illusione di essere, di avere un io unico, di poter fare.

«Tutto accade. Tutto ciò che sopravviene nella vita di un uomo, tutto ciò che si fa attraverso di lui, tutto ciò che viene da lui, tutto questo accade. […] L’uomo è una macchina. Tutto quello che fa, tutte le sue azioni, le sue parole, pensieri, sentimenti, convinzioni, opinioni, abitudini, sono i risultati di influenze esteriori […] movimenti popolari, guerre, rivoluzioni, cambiamenti di governi, tutto accade. […] L’uomo non ama, non desidera, non odia -tutto accade.»4

Per poter fare bisogna prima essere, e per poter essere bisogna prima aver preso coscienza della propria fondamentale inesistenza.

Se vuoi approfondire gli Insegnamenti di Gurdjieff, li trovi nel libro:

Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto di Ouspensky

FONTE


Georges Ivanovič Gurdjieff

Georges Ivanovič Gurdjieff (in armeno: Գեորգի Գյուրջիև?, traslitterato: Georgi Gyowrǰiew; in russo: Георгий Иванович Гурджиев?, traslitterato: Georgij Ivanovič Gurdžiev; in greco Γεώργιος Γεωργιάδης, traslitterato Geórgios Georgiades, romanizzato in Georges Gurdjieff, [ʒɔʁʒ ɡyʁdˈʒjɛf]; Gyumri, 14 gennaio 1872 – Neuilly-sur-Seine, 29 ottobre 1949) è stato un filosofo, scrittore, mistico e maestro di danze armeno, di origine greco-armena.
Visse a lungo in Turchia e in Francia. Il suo insegnamento combina sufismo, scuola mistica dell’Islam (in particolare studi sulle danze sacre dei dervisci), e altre tradizioni religiose (cristianesimo, sikhismo, buddhismo, induismo), esoterismo e filosofia, ma non può considerarsi un sistema sincretico. La sua ricerca, infatti, guarda allo scopo ultimo di tutte le religioni, ma non realizzando mai una miscellanea: lo scopo ultimo è la coscienza e il “risveglio”, favorendo il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano.
L’insegnamento fondamentale di Gurdjieff è che la vita umana è ordinariamente vissuta in uno stato di veglia apparente prossimo al sogno; e per trascendere lo stato di sonno elaborò uno specifico metodo per ottenere un livello superiore di vitalità, per giungere al ricordo di sé. Le sue tecniche non sono affidate a libri e vengono ancor oggi impartite da discepoli qualificati della sua Scuola. Nei testi, infatti, emerge solamente la parte “teorica” dell’insegnamento di Gurdjieff.
Dopo aver attratto a sé un consistente numero di allievi e discepoli tra i quali vi erano persone del milieu filosofico e artistico russo, G. fondò una scuola per lo sviluppo spirituale, chiamata Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo. Gurdjieff fu noto anche come insegnante di danze sacre, i cosiddetti Movimenti, ad uso esclusivo dei suoi allievi. La Scuola, una volta trasferitasi a Parigi, prese il nome di Institut Gurdjieff, nome che tuttora mantiene e che rappresenta il nucleo centrale della Fondazione Gurdjieff.
Negli anni, l’insegnamento di Gurdjieff ha influenzato diversi personaggi della cultura occidentale: fra questi, uno dei più importanti architetti statunitensi del XX secolo: Frank Lloyd Wright, che sposò in seconde nozze Olgivanna Hinzenberg, già allieva di Gurdjieff, la quale gli tributò un pubblico riconoscimento durante un congresso svoltosi dopo la di lui morte. Suoi allievi furono anche la scrittrice Pamela Lyndon Travers, nota per avere creato il personaggio di Mary Poppins e René Daumal, scrittore francese che entrò in contatto con le sue idee, negli ultimi anni della propria esistenza, mediante Alexandre Gustav Salzmann; inoltre la celebre poetessa e narratrice Katherine Mansfield che, affetta da tubercolosi, volle passare l’ultimo periodo della sua vita accanto al Maestro, vivendo quasi come un’eremita in una casetta che Gurdjieff le aveva offerto nella propria tenuta di Avòn, nei pressi di Fontainebleau.
L’influenza gurdjieffiana è presente anche nella pedagogia, col “Modello educativo Etievan”, adattato, sulla base di iniziali indicazioni del Maestro, da Nathalie de Salzmann de Etievan (figlia di Alexandre e Jeanne de Salzmann) e applicato in diversi collegi del Sudamerica (diffusi tra Venezuela, Cile e Bolivia). Dalle idee di Gurdjieff hanno tratto spunti musicisti contemporanei quali Franco Battiato e Keith Jarrett e anche vari pensatori del milieu New Age.
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