Introduzione:
La causa maggiore della rottura tra Jung e Freud fu il rifiuto da parte di Jung del “pansessualismo freudiano” ossia il rifiuto della concezione per cui al centro del comportamento psichico degli esseri viventi vi è l’istinto sessuale. Nella concezione junghiana dell’uomo il tratto caratteristico più importante è la combinazione della “casualità” con la “teleologia”. Il comportamento dell’uomo non è condizionato soltanto dalla sua storia individuale e di membro della razza umana (casualità), ma anche dai suoi fini e dalle sue aspirazioni (teleologia). Sia il passato come realtà, sia il futuro come potenzialità, guidano il nostro comportamento presente.
Jung sostiene che entrambi le posizioni sono necessarie in psicologia per giungere a capire perfettamente la personalità. Il presente, infatti, è determinato non solo dal passato (casualità), ma anche dal futuro (teleologia). Un atteggiamento puramente casuale porta l’uomo alla disperazione perché lo rende prigioniero del passato. L’atteggiamento finalistico, invece, dà all’uomo un senso di speranza e uno scopo per cui vivere.
La concezione junghiana della personalità considera la direzione futura dell’individuo e nello stesso tempo è retrospettiva, nel senso che si rifà al passato. Jung vede nella personalità dell’individuo il prodotto e la sintesi della sua storia ancestrale. Egli pone l’accento sulle origini razziali dell’uomo. L’uomo nasce già con molte predisposizioni trasmesse dai suoi antenati e queste lo guidano nella sua condotta. Quindi esiste una personalità collettiva e razzialmente preformata che è modificata ed elaborata dalle esperienze che riceve.
La struttura della personalità:
La personalità consta di un certo numero di istanze e sistemi separati ma interagenti. I principali sono: l’ Io, l’Inconscio Personale e i suoi Complessi, l’Inconscio Collettivo e i suoi Archetipi, la Persona, l’Animus e l’Anima, l’Ombra.
Io è la mente cosciente
Inconscio personale è formato dalle esperienze che sono state rimosse, represse, dimenticate o ignorate, e da quelle troppo deboli per lasciare una traccia cosciente nella persona. Complessi: il complesso indica un contesto psichico attivo i cui elementi molteplici (sentimenti, pensieri, percezioni, ricordi) sono unificati dalla comune tonalità affettiva. Un esempio è il complesso materno.
Inconscio collettivo appare come il deposito di tracce latenti provenienti dal passato ancestrale dell’uomo. Esso è il residuo psichico dello sviluppo evolutivo dell’uomo, accumulatosi in seguito alle ripetute esperienze di innumerevoli generazioni. Così, dal momento che gli esseri umani hanno sempre avuto una madre, ogni bambino nasce con la predisposizione a percepirla e a reagire ad essa. Tutto ciò che si impara dall’esperienza personale, è sostanzialmente influenzato dall’inconscio collettivo che esercita un’azione diretta sul comportamento dell’individuo sin dall’inizio della vita. Archetipi: un archetipo è una forma universale del pensiero dotato di contenuto affettivo. Tale forma di pensiero crea immagini o visioni che corrispondono, nel normale stato di veglia, ad alcuni aspetti della vita cosciente. Il bambino eredita una concezione preformata di una madre generica, che in parte determina la percezione che egli avrà dalla propria madre. In tal modo l’esperienza del bambino è la risultante di una predisposizione interna a percepire il mondo in un determinato modo e dell’effettiva natura di tale realtà. Vi è di regola corrispondenza tra le due determinanti, poiché l’archetipo stesso è un prodotto delle esperienze del mondo compiute dalla razza umana, e tali esperienze sono in gran parte simili a quelle di ogni individuo.
Persona la persona è una maschera che l’individuo porta per rispondere alle esigenze delle convenzioni sociali. E’ la funzione assegnatagli dalla società, cioè il compito che essa attende da lui. Questa maschera spesso nasconde la vera natura dell’individuo. La persona è la personalità pubblica, quegli aspetti che si palesano al mondo o che l’opinione pubblica attribuisce all’individuo, in opposizione alla personalità privata che esiste dietro alla facciata sociale.
Anima e animus l’archetipo femminile nell’uomo è detto anima, quello maschile nella donna animus.
Ombra è costituito dagli istinti animali ereditati dall’uomo nella sua evoluzione. Di conseguenza l’ombra simboleggia il lato animale della natura umana.
Nella teoria della personalità di Jung occupa un posto centrale il Sé (“Selbst”) che è il punto centrale della personalità, intorno a cui si raggruppano tutti gli altri sistemi, esso li mantiene uniti e dà alla personalità l’equilibrio, la stabilità e l’unità. Il Sé è lo scopo della vita, un fine per cui l’uomo lotta costantemente ma che di rado riesce a raggiungere.
Jung concepiva la personalità o psiche come un sistema dotato di energia e parzialmente chiuso, perché a esso si deve aggiungere l’energia proveniente da fonti esterne, per esempio dal mangiare. Per spiegare la dinamica della personalità, Jung ricorre, come Freud, al concetto della libido, ma mentre per Freud la libido è un concetto collettivo delle tendenze sessuali dell’uomo, per Jung il termine libido è sinonimo di energia psichica e a seconda che la libido sia diretta preminentemente verso l’interno o verso l’esterno, Jung distingue tra introversione ed estroversione.
L’atteggiamento introverso tende ad orientare la sua energia psichica verso il mondo interiore (pensieri ed emozioni) mentre l’atteggiamento estroverso orienta la sua energia verso il mondo esteriore (fatti e persone). Ambedue questi opposti atteggiamenti sono presenti nella personalità, ma di regola uno di essi è dominante e cosciente, mentre l’altro è subordinato e inconscio.
Vi sono quattro funzioni psicologicamente fondamentali: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione. Ciascuna di queste funzioni ci consente di adattarci al mondo e alla vita. Il pensiero utilizza dei processi logici, il sentimento utilizza dei giudizi di valore, la sensazione percepisce i fatti e l’intuizione percepisce le possibilità presenti dietro i fatti.
Il pensiero è intellettivo, con esso l’uomo cerca di comprendere la natura del mondo e sé stesso.
Il sentimento è il valore delle cose in rapporto al soggetto.
La sensazione ha la funzione percettiva, apporta fatti o rappresentazioni concrete del mondo.
L’intuizione è la percezione attraverso processi dell’inconscio, l’uomo intuitivo va al di là dei fatti e costruisce elaborati modelli della realtà.
Il pensiero e il sentimento sono denominati funzioni razionali, poiché fanno uso del ragionamento. La sensazione e l’intuizione sono funzioni irrazionali, perché basate sulla percezione del concreto e del particolare.
Nell’individuo sono presenti tutti e quattro le funzioni ma di regola una delle quattro è altamente differenziata e svolge un compito preminente nella coscienza, viene detta funzione superiore. La meno differenziata delle quattro è detta funzione inferiore ed è rimossa e inconscia, si esprime nei sogni e nelle fantasie.
Jung fondò le sue concezioni psicodinamiche su due principi fondamentali: il “principio di equivalenza” e quello di entropia. Il primo asserisce che, se un valore diviene più debole o scompare, la quantità di energia a esso legata non andrà perduta per la psiche, ma riapparirà in un nuovo valore. L’indebolimento di un valore si accompagna inevitabilmente al sorgere di un altro (la fine di un hobby sarà in genere compensata dal sorgere di un altro).
Il “principio di entropia” afferma che la distribuzione di energia nella psiche tende a un equilibrio o armonia. Fra due valori di diversa forza, l’energia tenderà a passare dal più forte al più debole fino a raggiungere uno stato di equilibrio . Tutta l’energia psichica di cui la personalità dispone viene utilizzata per due fini generali. Una parte è spesa nell’esecuzione del lavoro necessario al mantenimento della vita e alla propagazione della specie: queste sono funzioni istintive. L’energia eccedente quella utilizzata dagli istinti può essere impiegata in attività culturali e spirituali.
Per Jung lo sviluppo può svolgersi in senso progressivo o regressivo. Per progressione JUNG intende un soddisfacente adattamento dell’ IO alle richieste dell’ambiente esterno e ai bisogni dell’inconscio. Se un evento frustrante interrompe il movimento progressivo, la libido non potrà più essere investita in valori orientati verso il mondo o estroversi, di conseguenza regredirà verso l’inconscio legandosi a valori introversi. Tuttavia Jung ritiene che uno spostamento in senso regressivo non debba avere necessariamente effetti negativi permanenti: esso infatti può aiutare l’Io a trovare il modo di aggirare l’ostacolo e riprendere il suo cammino.
Il fine ultimo dello sviluppo è rappresentato dall’autorealizzazione. Per raggiungere tale scopo è necessario che le diverse istanze della personalità si differenzino ed evolvano completamente. Una personalità sana ed integra si otterrà solo consentendo a ogni istanza di raggiungere il più alto grado di differenziazione e di sviluppo. Il processo attraverso il quale si raggiunge tale stato è detto processo di individuazione. La “funzione trascendente” è in grado di conciliare gli indirizzi opposti dei diversi sistemi e di operare per il raggiungimento del fine ideale della totalità perfetta. L’energia psichica può essere spostata, cioè trasferita da un processo di un dato sistema ad un altro processo dello stesso o di un sistema diverso. La “sublimazione” è lo spostamento dell’energia dai processi primitivi, istintivi e meno differenziati, a processi altamente spirituali , culturali e maggiormente differenziati.
FONTE – Articolo di Rosaria Troiano