Il Culto degli Antenati è un valore fondamentale per gli Esploratori Erranti… indipendentemente dal fatto che derivi dall’idea “che i membri defunti di una famiglia (o di un clan) veglino sui propri discendenti e siano in grado di influire positivamente o negativamente sul loro destino” oppure discenda semplicemente da una profonda forma di rispetto nei confronti di chi ha contribuito a costruire le basi del nostro presente e futuro.
Sin dagli albori della GEE (reale) ho pertanto dato ampio spazio alla tematica, costruendo una specie di Santuario all’interno del Boschetto Sacro nell’Eremo delle “Terre di Kaladish”, dedicando una sezione nel Saloon della città di Eremo in “The West” e scrivendo un completo capitolo dell’E3 (l’Enciclopedia degli Esploratori Erranti) nel quale sono raccolte molte biografie di personaggi reali e di fantasia che hanno contribuito a definire i principi e i valori degli Esploratori Erranti.
Ma sino ad oggi non ero ancora riuscito a definire compiutamente la “Forma” o la “Struttura” definitiva che avrebbe raccolto queste memorie in modo razionale e funzionale senza dimenticare gli aspetti simbolici e scenografici.
Volevo staccarmi dalla forma della classica “raccolta di busti e statue in un luogo” perchè troppo legata al culto dell’aspetto fisico e dell’iconolatria. Non mi piaceva nemmeno l’idea di una sorta di “walk of fame”, perchè non riesco ad associare il concetto di “culto della personalità” con quello di una posizione logistica troppo “terrena”. Inoltre volevo evitare di “santuarizzare” questo spazio, separandolo troppo da aree più funzionali dell’Eremo nelle quali ci si riunisce e si gestiscono le problematiche quotidiane della Gilda…
Poi ieri sera è scoccata la scintilla! 😲
Ecco che la “Sala degli Eroi” della GEE, il luogo dove tributare il giusto rispetto ai Grandi che ci hanno preceduto, ha trovato nei meandri della mia fantasia la sua dimensione e così verrà rappresentata nei “Racconti di Bron ElGram in MondOltre” oltrechè, forse un giorno, in un ipotetico “Eremo” reale, sede “fisica” della Gilda Esploratori Erranti:
(Vedi ad esempio il mausoleo della Bela Rosin a Torino)
La sala avrà le pareti disadorne e presenterà una sobria ara centrale, circolare, di legno nobile su una base di pietra solida. Intagliata nel legno vi sarà una spirale nella quale scorrerà acqua dai bordi verso il centro dove arderà, in un braciere di metallo, una fiamma.
La superficie pavimentale della sala sarà decorata secondo lo stile locale e rappresenterà la rosa dei venti. Su questa potranno essere presenti sedute disposte a raggiera dove potranno prendere posto gli ospiti disponendosi i giovani Raminghi nella metà orientale, gli esperti Esploratori in quella occidentale e i saggi Guardiani nei pressi dell’ara stessa, posizionandosi verso est/ovest in base all’anzianità di elezione.
La volta della sala sarà una cupola a calotta con perfetta simmetria centrale, base circolare e profilo a semicerchio che culminerà in un oculo centrale aperto al cielo.
Fin qui tutto abbastanza regolare… ma ecco la vera novità:
Le costellazioni saranno ricavate riunendo gruppi di stelle dell’effettiva volta celeste di MondOltre nella notte di Samhain, prima notte del nuovo anno (all’incirca il nostro 31 ottobre-1 novembre), e le stelle associate potrebbero essere rese visibili in quella notte nella sala degli eroi tramite fori eseguiti nella volta. La stessa esecuzione del foro nella volta in occasione dell’elezione di nuovi eroi nelle costellazioni celesti potrebbe rappresentare un’importante cerimonia e occasione di festa per i membri della Gilda.Esempio: rappresentassimo con un orso disegnato sulla volta della sala degli eroi il gruppo degli esploratori erranti composto dai “Trapper”, inizieremo con il definirlo indicando nelle stelle principali Kit Carson, David Crockett, Jim Bridger, Osborne Russell e Gustave Aimard… e se poi decidessimo di elevare a tale rango anche Raviolo Kid, protagonista dell’omonimo fumetto di Bianconi, gli assoceremmo un’altra stella di quell’area di cielo notturno!
Nota del 12.01.2015
Altra fonte di ispirazione potrebbe essere Villa Almerico Capra detta La Rotonda
Villa Almerico Capra detta La Rotonda (conosciuta anche come Villa Capra Valmarana) è una villa veneta a pianta centrale situata a ridosso della città di Vicenza, poco discosta dalla strada della Riviera Berica. Fatta costruire da Paolo Almerico, che la commissionò ad Andrea Palladio a partire dal 1566, fu completata dai due fratelli Capra che acquisirono l’edificio nel 1591.
La Rotonda, come divenne nota in seguito, è uno dei più celebri ed imitati edifici della storia dell’architettura dell’epoca moderna; è senza dubbio la villa più famosa del Palladio e, probabilmente, di tutte le ville venete. Fa parte dal 1994 dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Ispirazione
Nel 1565 il canonico e conte Paolo Almerico, ritiratosi dalla curia romana dopo essere stato referendario apostolico sotto i papi Pio IV e Pio V, decise di tornare alla sua città natale Vicenza e costruirsi una residenza di campagna. La villa che commissionò all’architetto Andrea Palladio sarebbe divenuta uno dei prototipi architettonici più studiati e imitati per i successivi cinque secoli. Nel corso della sua vita, infatti, Palladio progettò circa trenta ville in terra veneta, ma è questa residenza, senza dubbio ispirata al Pantheon di Roma, che è divenuta una delle sue più celebri eredità al mondo dell’architettura, divenendo in seguito fonte di ispirazione per migliaia di edifici.
Con l’uso della cupola, applicata per la prima volta a un edificio di abitazione, Palladio affrontò il tema della pianta centrale, riservata fino a quel momento all’architettura religiosa. Malgrado vi fossero già stati alcuni esempi di un edificio residenziale a pianta centrale (dai progetti di Francesco di Giorgio Martini ispirati a villa Adriana o dallo “studio di Varrone”, alla casa del Mantegna a Mantova – o la sua illusionistica “Camera degli Sposi” in Palazzo Ducale -, sino al progetto di Raffaello per villa Madama), la Rotonda resta un unicum nell’architettura di ogni tempo, come se, costruendo una villa perfettamente corrispondente a sé stessa, Palladio avesse voluto costruire un modello ideale della propria architettura.